RETE READY: PREOCCUPA LA PROPOSTA DI VIETARE L’EDUCAZIONE SESSUALE ALLE SCUOLE MEDIE

E’ il divieto di insegnare l’educazione sessuale anche alle scuole medie, per cui è in discussione un disegno di legge, a preoccupare particolarmente READY, la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Piacenza ha ospitato l’assemblea annuale, un momento di dialogo, confronto e approfondimento al Laboratorio del Carmine con amministratori, funzionari e tecnici delle diverse istituzioni coinvolte. Anche la presenza legale è indispensabile soprattutto per il riconoscimento dei figli con due mamme, troppo ancora è lascito al libero arbitrio o alla sensibilità rispetto al tema dei sindaci.

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QUANDO LA FRAGILITA’ DIVENTA UN VALORE: L’ESPERIENZA CONDIVISA DI BUON TEMPO E LA CASA ACCANTO

Per i ragazzi ospiti della Fondazione La Casa Accanto è stato un momento importante. Una tappa che ha segnato la consapevolezza di essere capaci; capaci di portare a termine un compito, una responsabilità, capaci di lavorare. La Casa Accanto, nata due anni fa, che accoglie 16 giovani adulti autistici a cui se ne aggiungeranno, a breve, altri quattro. Insieme all’equipe Buon Tempo hanno vissuto un’esperienza di crescita importante. La trattoria solidale è nata proprio questo: dare la possibilità ai ragazzi di costruirsi un futuro, nel rispetto delle fragilità e delle vulnerabilità. Grazie alla professionalità del personale di Buon Tempo, i ragazzi hanno seguito un laboratorio per l’impasto e la cottura della pizza. Alla serata conclusiva, a cui hanno partecipato, emozionate, anche le famiglie, sono stati proprio loro i camerieri di sala. Ecco come è andata

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FLOTILLA BLOCCATA: ANCHE PIACENZA SI MOBILITA E SCENDE IN PIAZZA

Anche a Piacenza è scattata la mobilitazione appena è giunta la notizia che la Global Sumud Flotilla è stata fermata abbordata dalla marina israeliana. Circa duecento i cittadini che spontaneamente si sono radunati nel piazzale della stazione e poi in corteo hanno raggiunto piazza Cavalli dove si è svolto il sit in.

Il coordinamento Piacenza per Gaza che raggruppa oltre quaranta realtà del territorio, tra associazioni e partiti, li aveva annunciato già in mattinata: “se la Flotilla verrà bloccata noi scenderemo ancora in piazza cecando di radunare più persone possibili. Noi siamo l’equipaggio di terra della Flotilla – ha detto Giovanni Zavattoni del comitato -, come ci han detto tantissimi esponenti delle le navi. Noi siamo con loro, condividiamo tutti i loro obiettivi: lo stop al genocidio a Gaza, la riapertura dei corridoi umanitari, sanzioni a Israele, interrompere qualsiasi attività appunto commerciale, culturale con questo Paese”.

Giovedì alle 17.30 è confermato il corteo ai Giardini Margherita, venerdì 3 sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati; il Comune di Piacenza esporrà sul palazzo comunale la bandiera della Palestina; il 6 ottobre ottobre, al Multisala Corso, è in programma la proiezione del film La voce di Hind Rajab sarà preceduta da un intervento del Coordinamento per Gaza, in collaborazione con Amnesty Piacenza. Il 12 ottobre alla marcia della Pace Perugia Assisi parteciperà anche il Comune di Piacenza con il gonfalone della città.

 

CUGINI, PRESIDENTE DI APP: “PRONTI A TROVARE PUNTI DI SINTESI NEL CENTRO SINISTRA E NON FUORI DAL NOSTRO CAMPO DI RIFERIMENTO”

L’assemblea lo ha votato all’unanimità presidente di Alternativa per Piacenza, dopo le dimissioni di Giovanni Toscani per motivi di lavoro.
Stefano Cugini accompagnerà, con spirito di servizio ed entusiasmo – dice lui – il gruppo fino all’elezione della o del nuovo presidente

All’orizzonte, neanche poi così lontano, c’è il 2027 con le elezioni amministrative; il mandato dell’assemblea è proprio di quello di prendere contatti con le segreterie dei partiti del centro sinistra che lo vorranno per guardare insieme a quella data. La ragione d’essere stessa di ApP è quella di fare da collettore tra le sensibilità del centro sinistra, un lavoro che nei tre anni successivi non si è mai fermato.

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IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: INDAGATI IL TITOLARE DI UN CAF E UN COMMERCIALISTA PIACENTINO.

Vasta operazione della polizia di Piacenza contro il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; gli uomini della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno portato in luce un giro d’affari di oltre un milione, con nulla osta pagati anche 12mila euro. A finire nei guai il titolare di un centro di assistenza fiscale di Piacenza e un commercialista piacentino, destinatari di misure cautelari.  Un “illecito sistema di mercimonio” che vede coinvolti cittadini extracomunitari attraverso le procedure del Decreto Flussi” fa sapere la Questura piacentina in una nota.

“L’indagine viene avviata a febbraio 2024, quando un cittadino straniero si rivolge alla Prefettura di Piacenza, chiedendo se il nulla osta rilasciato per un suo cugino fosse autentico, spiegando di aver pagato 4mila euro per il suo ‘acquisto’. La Prefettura allertava immediatamente la Procura e la Squadra Mobile di Piacenza, e venivano immediatamente avviate indagini, anche attraverso la perquisizione delle persone che sembravano fin da subito coinvolti nello schema criminale, con il sequestro e analisi di copiosa documentazione cartacea e telematica”.

“Alla conclusione delle indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile, – specifica viale Malta – anche con la collaborazione degli operatori dell’Ufficio Immigrazione e dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Piacenza, è stato possibile accertare come i due destinatari di misura cautelari, in concorso tra loro, avessero creato un sistema illecito per far entrare i numerosi cittadini stranieri, in prevalenza cittadini egiziani, sfruttando il Decreto Flussi ed ottenendo illecitamente migliaia di euro a persona”.

“È stata ricostruita l’illecita emissione di complessivi 141 nulla osta all’ingresso ottenuti con modalità fraudolente per altrettanti cittadini stranieri, principalmente di nazionalità egiziana”.

“Alla conclusione delle indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile, – specifica viale Malta – anche con la collaborazione degli operatori dell’Ufficio Immigrazione e dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Piacenza, è stato possibile accertare come i due destinatari di misura cautelari, in concorso tra loro, avessero creato un sistema illecito per far entrare i numerosi cittadini stranieri, in prevalenza cittadini egiziani, sfruttando il Decreto Flussi ed ottenendo illecitamente migliaia di euro a persona”.

“Il titolare del Caf era il vero e proprio motore di un’attività criminale di carattere internazionale, volta ad ottenere e quindi a rivendere sul mercato estero i nulla osta all’ingresso in Italia – si legge nella nota della Questura -. Attraverso le false asseverazioni redatte dal commercialista, il titolare del Caf faceva compilare ai responsabili delle aziende, che si rivolgevano a lui per ottenere manodopera, richieste di assunzione di cittadini extracomunitari sproporzionate alle effettive esigenze, rassicurandoli che, con le richieste fatte in eccedenza, sarebbe stato più facile ottenere i lavoratori di cui avevano effettivamente bisogno, ovviamente omettendo di informarli che i loro limiti reddituali non avrebbero, in realtà, consentito di effettuare le richieste di nulla osta”.

“In alcune circostanze, – prosegue la Questura – addirittura falsificava la firma degli imprenditori per creare delle ulteriori false richieste di nulla osta. Sono complessivamente 18 le aziende coinvolte nell’indagine. Il commercialista si occupava di asseverare falsamente che le aziende avessero la capacità reddituale per assumere un numero elevato di lavoratori, di cui non avevano bisogno e che non potevano comunque permettersi, al fine di consentire il rilascio dei nulla osta da rivendere”.

“Infatti, è emerso come la maggior parte delle ditte coinvolte non avesse sufficienti redditi neanche ad assumere un singolo lavoratore. Pagando poche centinaia di euro per pratica al commercialista infedele, il titolare del Caf riusciva ad ottenere da questi delle false asseverazioni sulle capacità reddituali delle aziende tramite le quali ottenere i nulla osta. Quindi, retribuiva il commercialista infedele versandogli denaro tramite ricariche Poste Pay”.

“Il titolare del Caf otteneva in questo modo un’eccedenza di nulla osta, – spiega la nota – che provvedeva quindi a rivendere al mercato estero, in prevalenza egiziano, ove chi voleva entrare in Italia pagava fino a 12mila euro alla rete criminale per ottenere un nulla osta all’ingresso”. “Venivano sfruttate quindi le procedure di silenzio-assenso proprie del procedimento amministrativo in esame, saturando i portali con centinaia di richieste, rendendo impossibile per gli enti preposti al controllo, alcuna approfondita verifica sulle singole richieste”.

“L’indagine della Squadra Mobile, diretta dalla Procura di Piacenza, ha permesso di raccogliere numerosi indizi a carico degli indagati per un reato con pena edittale fino a 24 anni di carcere, raccogliendo prove tramite perquisizioni, analisi di innumerevoli faldoni ed assunzione di informazioni dai testimoni”.

“L’Ufficio Immigrazione ha svolto un’attività certosina di studio delle pratiche, – precisa la Questura – coadiuvando la raccolta delle prove decisive alla ricostruzione degli illeciti. Inoltre, ha svolto una parallela attività istruttoria che ha consentito alla Prefettura di provvedere alla revoca di numerosi nulla osta, impedendo l’accesso in Italia dei cittadini extracomunitari che si erano rivolti ai servizi illeciti della rete criminale”. “La Guardia di Finanza piacentina ha svolto un accurato studio circa le capacità reddituale delle aziende coinvolte, riuscendo a cristallizzare le discrasie tra le asseverazioni del commercialista e le reali capacità reddituali delle aziende coinvolte”.

“Pertanto il titolare del Caf è stato destinatario delle misure cautelari del divieto di dimora nella Provincia di Piacenza, dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e del divieto di esercitare attività riguardanti l’intermediazione nella ricerca di manodopera estera; al commercialista è stata inflitta la misura cautelare del divieto di esercitare la professione di commercialista. È possibile stimare – conclude la Questura – che la rete criminale, composta dai due soggetti e da altri terminali nei paesi di origine dei migranti, abbia tratto profitti superiori al milione di euro nell’ambito delle indagini in questione”.

 

“IVACCARI TRA LE STELLE”: UNA SERATA PER RICORDARE LE VITTIME DELLA STRADA CON L’ASSOCIAZIONE SONIA TOSI

Sabato 26 luglio Ivaccari ospiterà una giornata speciale all’insegna della
memoria, della solidarietà e della partecipazione. Si tratta dell’evento benefico “Ivaccari fra le stelle”, promosso dall’Associazione Sonia Tosi ODV in collaborazione con la Parrocchia San Martino al Nure, per ricordare tutte le vittime di violenza stradale.
Un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza, con un ricco programma pensato per coinvolgere famiglie, giovani e adulti in un clima di condivisione e impegno civile.
La giornata inizierà alle ore 16 con attività ludiche e giochi per bambini coordinati da Funtasia Animazione in collaborazione con la Parrocchia di San Martino al Nure, per creare un’atmosfera accogliente e festosa.
Alle ore 18, verrà celebrata la Santa Messa in memoria delle vittime della violenza stradale, officiata da Don Severino Mondelli, momento centrale e simbolico della manifestazione.
A partire dalle 19:00 apriranno gli stand gastronomici, con piatti tradizionali e prodotti locali per una cena all’aperto da condividere in compagnia.
Dalle 20:30, il palco si animerà con musica e danze grazie alla partecipazione della Scuola di Danza “Bailar Salsa” con la maestra Paola e il coinvolgente DJ set di DJ Quarter, che farà ballare tutti con una selezione di successi anni ‘80 e ‘90. Durante la serata si terrà anche una lotteria benefica con premi.

Durante tutta la durata dell’Evento, sarà possibile visitare una mostra davvero speciale: i 59 manifesti realizzati dai ragazzi delle scuole superiori di Piacenza e provincia, che con cuore, impegno e creatività hanno partecipato alla terza edizione del Progetto/Concorso “Sulla Strada Giusta”.
Attraverso il tema di quest’anno – La mobilità sostenibile per una sicurezza stradale più consapevole – i giovani hanno saputo raccontare sogni, paure e speranze per un futuro in cui ogni strada sia un luogo sicuro da vivere.
L’intero ricavato della serata sarà devoluto alla Parrocchia di San Martino al Nure e all’Associazione Sonia Tosi ODV, per sostenere le attività di sensibilizzazione alla sicurezza stradale previste nel prossimo anno scolastico.
“Ivaccari fra le stelle” vuole essere un’occasione per non dimenticare e per costruire insieme un futuro più consapevole, nel ricordo di chi non c’è più e con lo sguardo rivolto a una maggiore educazione alla sicurezza sulle nostre strade.
La partecipazione è libera e aperta a tutti. Un piccolo gesto per un grande significato.

PROCESSO AURORA: I GIUDICI TORNANO AL RITO ABBREVVIATO CONDIZIONATO PER IL 15ENNE ACCUSATO DI OMICIDIO

Non più rito ordinario, ma abbreviato; il processo a carico del 15enne piacentino per la morte di Aurora Tila si svolgerà con la formula del rito abbreviato condizionato ad ascoltare due consulenti. Una decisione che ribalta quanto stabilito lo scorso 26 giugno, quando la giudice Chiara Alberti aveva deciso per il rito ordinario, rigettando la prima richiesta di procedere con rito abbreviato. Il processo è stato rinviato al 10 settembre quando saranno sentiti i due consulenti della difesa (avvocati Ettore Maini e Rita Nanetti) e sarà fatto il confronto con il consulente del pm Simone Purgato. La decisione è stata presa questa mattina nel corso dell’udienza celebrata al Tribunale per i Minorenni di Bologna; dopo una lunga discussione il collegio ha accolto tale istanza che di fatto accorcerà i tempi per arrivare alla sentenza, concedendo la possibilità di una riduzione della pena per l’imputato, in caso di condanna.

Niente dibattimento né ascolto dei testi e ammissione di eventuali nuove prove fornite dalla difesa: il processo riprenderà il 10 settembre, quando saranno sentiti i due consulenti della difesa e si svolgerà il confronto con il consulente del pubblico ministero sull’esito dell’autopsia e la dinamica della morte della 13enne. Un confronto tra periti di parte, accusa e difesa, che a questo punto acquista una grande importanza nel procedimento.

 

 

PRIMARIO DELL’OSPEDALE ARRESTATO PER “PRESTAZIONI MEDICHE NON DICHIARATE E PAGAMENTO IN CONTANTI”

E’ stato arrestato con l’accusa di peculato continuato e truffa aggravata continuata ai danni dell’azienda Ausl di Piacenza. I carabinieri del Nas di Parma hanno tratto agli arresti domiciliari un medico dirigente, direttore di una Unità Operativa Complessa dell’ospedale Guglielmo da Saliceto a seguito di un’articolata attività investigativa condotta sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza.

Le indagini, avviate di iniziativa dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Parma nel mese di marzo 2025, hanno consentito di accertare – secondo quanto riportato dai Nas – “che il professionista, nonostante fosse formalmente autorizzato all’esercizio della libera professione intramoenia e percepisse dalla Ausl di Piacenza una indennità annua di esclusività pari a circa 18mila euro, avrebbe effettuato prestazioni mediche private anche in giorni e orari non autorizzati, in alcuni casi coincidenti con l’orario di servizio istituzionale, omettendo la registrazione delle visite e intascando i relativi compensi in contanti senza darne alcuna comunicazione all’Amministrazione di appartenenza”.

In particolare – secondo le indagini condotte dai carabinieri – “nel periodo compreso tra il 17 e il 22 maggio 2025, l’indagato avrebbe eseguito 37 visite mediche private, incassando un totale di 3.510 euro. I pazienti non risultavano regolarmente prenotati e i pagamenti venivano effettuati esclusivamente in contanti, con un compenso medio di 100 euro per ciascuna visita. Le richieste di appuntamento venivano gestite direttamente sul telefono cellulare personale del medico, eludendo completamente i canali istituzionali previsti per l’attività intramoenia”. “Le investigazioni, condotte mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno inoltre documentato – continua la nota dei Nas – che il professionista, oltre a trattenere per sé l’intero compenso senza riversare la quota spettante alla Azienda Sanitaria, in alcune occasioni si sarebbe anche appropriato di farmaci destinati alla dotazione dello studio ospedaliero, per poi regalarli ai pazienti visitati privatamente”.

Nel corso della perquisizione domiciliare svolta questa mattina dai militari, con il supporto dei colleghi del Comando Provinciale Carabinieri di Piacenza – presso l’abitazione dell’indagato, è stato rinvenuto e sequestrato denaro contante per un totale di 30.950,00 euro. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

“ESCALATION DI VIOLENZA E VENDETTA DESTINATA A FINIRE IN TRAGEDIA. QUESTA DERIVA VA FERMATA”

Alternativa per Piacenza denuncia la brutale aggressione di mercoledì scorso a danno di alcuni giovani cittadini. Come riportano le cronache, un gruppo di persone, vestite di nero come fossero in divisa, ha assalito due ragazzi stranieri, spedendoli all’ospedale.. Un episodio grave, un’aggressione organizzata che ricorda le squadracce fasciste, purtroppo nel solco delle sempre più frequenti manifestazioni di intolleranza e vandalismo. I social sono un proliferare di volgarità xenofobe e nostalgiche; su muri, monumenti, panchine compaiono svastiche e scritte ingiuriose. È una deriva che va fermata, prima che ogni pretesto sia valido per applicare la legge della strada, in una escalation di violenza e vendetta destinata a finire in tragedia. Sostituirsi alle forze dell’ordine, pretendendo di imporre il decoro e il rispetto delle regole a cinghiate, significa confondere il patriottismo con la delinquenza spiccia. Farsi giustizia da soli, in una società civile, è da criminali, da qualunque parte la si veda.

Esiste un problema sicurezza, il degrado è diffuso. La responsabilità coinvolge però cittadini di ogni specie. Discriminare addossando colpe è parte del problema, benzina gettata sul fuoco. Se il nemico per qualcuno resta “lo straniero” o “il diverso”, noi allora siamo diversi e stranieri, non ci riconosciamo in questa sottocultura fascista e razzista, che la nostra Costituzione relega all’abominio.

L’antifascismo è oggi un dovere ancora più forte, che sarebbe in capo, di fronte a episodi di così chiara matrice, anche a quei politici locali che strizzano l’occhio a certi ambienti. È il tempo di prendere distanze in modo chiaro, il tempo della responsabilità e della fermezza, prima che ci scappi il morto. In un mondo che sembra andare a pezzi, difendere la democrazia, la pace sociale e la sicurezza di tutte e tutti – a partire dalle persone più vulnerabili – è oggi un dovere che deve unire oltre ogni appartenenza.

SINDACA TARASCONI: “IL DEGRADO NON SI COMBATTE CON IL DEGRADO. QUANTO ACCADUTO E’ SQUALLORE ALLO STATO PURO”

La prima cittadina interviene sull’aggressione del Cheope: “il degrado non si combatte con il degrado; in attesa di capire come sono andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai”

Il degrado non si combatte con il degrado. E quello a cui la nostra città ha assistito ieri sera è, senza ombra di dubbio, degrado allo stato puro: violenza, botte, facce insanguinate, tavoli ribaltati, danni e paura tra i tanti ragazzi e ragazze che stavano semplicemente bevendo qualcosa o mangiando un gelato in centro. Degrado e squallore allo stato puro, indipendentemente dalle responsabilità penali che senz’altro verranno accertate dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dei fatti e che ora stanno svolgendo le indagini del caso.

Parlo di degrado che non si combatte con il degrado, perché giusto un paio d’ore prima degli episodi in questione, a poca distanza da dove sono avvenuti, si riuniva un presidio organizzato dalla Curva Nord, gli ultras del Piacenza Calcio, allo scopo – si legge in una nota dei promotori – di “portare all’attenzione un problema che ormai è noto a tutti, quello dell’insicurezza e della criminalità dilagante”.

Ebbene, stando alle prime ricostruzioni – che dovranno essere confermate dall’Autorità giudiziaria, l’unica titolata a ipotizzare collegamenti e formulare accuse – pare che alcuni giovani che poco prima avevano preso parte al presidio anti-degrado siano poi rimasti coinvolti negli episodi di violenza a cui in tanti hanno assistito e di cui vediamo ampi resoconti sui media locali; episodi che si sono conclusi con il ferimento e il ricovero in ospedale di due giovani di origine nordafricana.

Ora, in attesa di capire come siano andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma ciò nonostante ci sono gruppi di persone che si riuniscono e inneggiano – come è avvenuto durante il presidio di cui sopra – a una sorta di ribellione contro un sistema che in qualche modo favorirebbe il dilagare della criminalità, della violenza, del degrado. E lo fanno con toni e concetti che trasudano violenza, durezza, intolleranza in nome di una situazione non meglio definita, tratteggiata in modo generico, superficiale, senza tener conto di ciò che dicono la Prefettura e le forze dell’ordine dati alla mano. Poco dopo il presidio sul Pubblico passeggio – e solo le indagini chiariranno se è stato un caso oppure no – assistiamo ad episodi criminali, violenti, degradati e degradanti. Episodi che hanno visto come protagonisti numerosi giovani prendersela con pochi. Alcuni organi di informazione parlano di “rissa a sfondo razziale”, e anche in questo caso sarà l’Autorità giudiziaria a chiarire se sia vero oppure no.

In ogni caso, promuovere la violenza per affrontare problemi (che si verificano in tutte le città italiane, e che qui a Piacenza sono tutt’altro che sottovalutati) non è il nostro modo di pensare e di agire. Anzi, sono convinta che certi toni, certi messaggi, certi slogan siano parte integrante del problema e ne aumentino la portata come benzina lanciata sul fuoco. E a farne le spese, come è avvenuto ieri sera, sono i cittadini per bene, ovvero quelli che si sono trovati ad assistere a uno spettacolo che oltre ad essere criminale è indecoroso e indegno; a farne le spese sono la sicurezza e l’ordine pubblico, che sono cose serie e complesse, e sono la materia di cui si occupano professionisti seri, preparati e titolati.