SINDACA TARASCONI SU INDAGINE GUARDIA DI FINANZA: “UNA VICENDA DAI CONTORNI INQUIETANTI. IL COMUNE, COME ALTRI ENTI IN ITALIA, E’ PARTE OFFESA”

Ecco il commento della sindaca Tarasconi a seguito dell’indagine della Guardia di Finanza sulle false fideiussioni.

“Con riferimento al caso della polizza fideiussoria presentata dalla società concessionaria Piacenza Parcheggi a garanzia del canone annuo per la gestione degli stalli di sosta, polizza poi risultata falsa, apprendiamo dalla Procura della Repubblica – che ha comunicato l’esito di un’articolata indagine svolta dalla Guardia di Finanza – che il Comune di Piacenza è rimasto coinvolto in un colossale e multimilionario giro di truffe su scala nazionale. L’ente piacentino è dunque uno dei tanti in Italia che purtroppo, allo stato degli atti, si trova ad essere parte offesa in questa disdicevole vicenda, come ha chiarito la stessa procuratrice Grazia Pradella in una nota ufficiale. Una vicenda che, con l’individuazione del presunto autore dei documenti falsi, sta ora assumendo contorni più chiari. E si tratta di contorni inquietanti, visto il coinvolgimento come parti offese di tanti enti pubblici, società partecipate, enti di ricerca e addirittura un Ministero”.

CITTADELLA, LODETTI: “C’E’ LA BANCABILITA’ “. MA FORSE E’ A META’. I DUBBI DEI CONSIGLIERI

Il nodo è ancora quello della bancabilita. Sì, perché neppure passato il 31 maggio, data entro la quale piacenza parcheggi avrebbe dovuto presentare la documentazione bancaria, si ha questa certezza. O meglio, l’amministratore delegato Filippo Lodetti Alliata, nell’audizione in commissione 5, ha accompagnato da Antonio Di Donna, direttore generale Global Parking Solution, la bancabilità dice di averla presentata all’amministrazione, per la precisione ha dichiarato che “la banca capofila del pool, la banca del Fucino, ha emesso una delibera alla quale deve seguire anche la delibera della seconda”. Al momento la seconda banca ha sottoscritto un documento attraverso cui assicura alla banca capofila che accetta attraverso precise condizioni della banca primaria. Ma quale siano queste condizioni non è dato sapere, neppure quale sia la seconda banca del pool. E per i tempi? Lodetti Alliata parla di tempistiche tecniche.
è per questo che qualche dubbio resta eccome. Anche perché, nell’ultima commissione, il direttore generale Luca Canessa era stato molto chiaro: se entro il 31 maggio non fosse arrivata la bancabilità, l’amministrazione sarebbe stata nelle condizioni di recedere il contratto.
È stato lo stesso presidente trespidi ad aprire la commissione proprio con la richiesta della bancabilità

>

CARD. ZUPPI: “OGNUNO DI NOI SIA OPERATORE DI PACE”

Palazzo Gotico era gremito per l’arrivo del Card. Zuppi intervistato dal giornalista Enrico Mentana. “Questo è un evento bellissimo per pensare e mettere in funzione il cervello” ha detto il presidente della CEI.

E ancora sul tema della pace in Ucraina “la pace c’è, il problema è trovarla con determinazione e cercare di affiancare alle armi l’arma del dialogo”. E affinché ognuno di noi sia utile a questo fine “occorre essere operatori di pace”.

IL TRIS DI PRIMAVERA DI PIACENZA EXPO TORNA NEL WEEK END: SEMINAT, APIMELL, BUON VIVERE

Tornano a Piacenza Expo le tre fiere storiche dedicate al verde, alla natura e alle tipicità enogastronomiche. Da venerdì 3 a domenica 5 marzo il quartiere fieristico ospiterà la 40esima edizione di Seminat, la 39esima di Apimell e la 15esima edizione di Buon Vivere.

Appuntamenti che si sono consolidati nel corso degli anni e che richiamano un gran numero di visitatori attirati anche dall’elevato livello dei laboratorio e delle iniziative a corollario della mostra mercato che non mancheranno neppure quest’anno.

 

APP HA ELETTO IL NUOVO DIRETTIVO. DAGNINO PRESIDENTE

Alternativa per Piacenza ha eletto gli organi direttivi, Presidente e membri della segretaria. Il neo Presidente Sergio Dagnino ha detto “C’è bisogno di un soggetto come ApP che ha voglia di farsi sentire ma anche di dialogare con le altre forze politiche”.

Ecco la nota

È stata una serata importante per Alternativa per Piacenza che ora è pronta a salpare. Ieri sera si sono svolte le prime elezioni degli organi direttivi dell’Associazione, in linea con quanto previsto nel nuovo Statuto recentemente approvato.
Sergio Dagnino è stato eletto dai soci Presidente di ApP, ad affiancarlo i componenti della Segreteria. Ecco i nomi: Filippo Arcelloni, Davide Bastoni, Mattia Bazzoni, Sergio Dagnino (il presidente fa parte anche della segreteria) Lara Granata, Sara Pellizzari e Giovanni Toscani.

“Accetto con molto entusiasmo ed emozione questa carica- ha detto il neo Presidente – dobbiamo ripartire dal nostro Libro Giallo: tutti insieme dobbiamo partecipare e proporre iniziative alla città. C’è bisogno di un soggetto come ApP che ha voglia di farsi sentire ma anche di dialogare con le altre forze politiche. ApP è un’ancora per chi crede nella politica e per chi si trova ora nel posto sbagliato. Possiamo essere quelli a cui la gente guarda con interesse, per questo ci vuole tanto impegno”.

Nei mesi scorsi, dopo aver lavorato sul nuovo statuto, ApP ha aperto la campagna associativa. Proprio i soci, riuniti al Teatro Trieste 34, ieri sera hanno votato i nuovi organi direttivi. L’obiettivo principale era superare la fase della coalizione elettorale per diventare a tutti gli effetti un soggetto attivo e propositivo nella realtà cittadina di tutti i giorni. Abbiamo la fortuna di avere due consiglieri come Stefano Cugini e Luigi Rabuffi a rappresentarci in Comune, ma ApP si propone un’attività di informazione e militanza che non si limita al loro grande lavoro in aula ma punta a una sua riconoscibilità più diffusa.

“Aspettavo da tempo questo momento – ha detto il capogruppo Cugini – da oggi ApP non sono solo i due consiglieri a Palazzo Mercanti, ma un’associazione di persone che fanno ancora politica per passione e non per interesse. ApP avrà una vita propria, oltre il consiglio comunale, fatta di attenzione, ascolto, proposte, prese di posizione su quel che riterremo importante per la città. Vogliamo essere un megafono di tante voci, mettendo sempre al primo posto la persona. Troppe volte in altre esperienze abbiamo visto calpestare rapporti umani per calcolo politico. ApP sarà ostinatamente contraria a questa deriva. Sergio Dagnino come Presidente e il nuovo direttivo, da questo punto di vista sono una garanzia assoluta. Sono davvero contento e fiducioso!”.

Ricordiamo che tutti gli incontri di Alternativa per Piacenza sono aperti al pubblico, anche a chi non è socio. Ci trovate anche su Facebook e all’indirizzo mail alternativaperpiacenza@gmail.com

RESTA IN CARCERE IL 27ENNE INDAGATO PER LO STUPRO IN VIA SCALABRINI

Resta in carcere il 27enne guineano che ha cercato di violentare la donna ucraina domenica mattina in via Scalabrini. Il giudice Stefano Brusati ha deciso così perché ci sarebbero il pericolo di fuga e la reiterazione a gravare sull’uomo che deve rispondere di violenza sessuale aggravata e lesioni.

L’avvocato difensore Nadia Fiorani aveva chiesto la scarcerazione; il giudice invece ha accolto la richiesta del pm Ornella Chicca sulla custodia cautelare sottolineando «l’estrema gravità del fatto e della condotta» e «la totale mancanza, in capo all’indagato, di freni inibitori e di come lo stesso sia rimasto del tutto incurante, anche davanti alle grida di aiuto della vittima e del suo tentativo di opporsi agli abusi».

Intanto continua a far discutere, oltre che infiammare il dibattito politico nazionale, la diffusione e la pubblicazione del video di pochi secondi che documenterebbe la violenza. Per questo la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo a carico di ignoti; il reato ipotizzato è divulgazione di generalità o immagini della persone offesa da atti di violenza sessuale. Inoltre un decreto di sequestro del video risulta notificato dalla Procura di Piacenza ad alcuni media.

Ed è proprio da quel video che la donna ucraina è stata riconosciuta “sono disperata” ha riferito ad un’agenzia di stampa e agli inquirenti che l’hanno sentita “ha manifestato un forte disagio per la diffusione del video” che ha girato in rete per un paio di giorni, pubblicato da alcuni mezzi d’informazione e condiviso anche dalla leader di FdI Giorgia Meloni accusata di aver strumentalizzato la vicenda a fini elettorali.

Sta di fatto che oggi c’è una vittima violata nella sua intimità, che porterà i segni di ciò che ha subito per sempre nell’animo.

ELEZIONI, CENTRO SINISTRA: DAVVERO SI PUO’ ANCORA SPERARE NELL’UNITA’?

Formalmente mancano l’ok dell’assemblea provinciale e dell’intera coalizione, quello del circolo cittadino è già arrivato forte e chiaro. Katia Tarasconi quindi, a giorni, dovrebbe essere la candidata del PD alla corsa a palazzo Mercanti. Il partito è convinto che sia la scelta giusta da contrapporre alla sindaca Barbieri, per grinta e preparazione. Il suo mettersi a disposizione è arrivato per spirito di servizio, perché “non ci si poteva voltare dall’altra parte”, il PD aveva fortemente bisogno di stabilità e certezze dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto Massimo Castelli, Tarasconi è la figura giusta anche perché, è il ragionamento del PD, sarebbe in grado di intercettare anche quell’elettorato di centro-moderato che non si riconosce nell’esperienza di ApP.

Per l’ufficializzazione però non è ancora tempo. Tarasconi, nel suo intervento al circolo cittadino, ha parlato di unità, di sostegno unanime, di candidatura più ampia possibile, appellandosi a Stefano Cugini candidato di ApP, ma anche a Paola De Micheli e Paola Gazzolo, come a dire, insomma, che l’unità deve essere prima di tutto all’interno del PD stesso.

Saranno fondamentali i prossimi giorni per capire se il centro sinistra potrà davvero ri unirsi e in che modo.

 

COMUNITA’ FERITA, CITTADINI ARRABBIATI. COME SI FA A TORNARE AD AVERE FIDUCIA?

Appalti truccati, voto di scambio e in mezzo i soldi. Tanti soldi che facevano da collante ad ogni operazione sporca. E’ un quadro accusatorio pesantissimo quello che ha descritto la procuratrice Grazia Pradella nella conferenza stampa, insieme agli altri sostituti procuratori titolari dell’ indagine Matteo Centini ed Emilio Pisante,  presso il comando provinciale dei Carabinieri che hanno eseguito gli arresti. Una vera e propria associazione a delinquere, dedita a truccare appalti per eseguire lavori pubblici, pare con materiali scadenti, a società “amiche” , fino al voto scambio, con tanto di foto della scheda elettorale, nella cabina. Una corruzione senza fine, che si sarebbe protratta da diversi anni, del tutto indisturbata in alta Val Trebbia ma anche in città. Una condotta che sarebbe andata anche di là dell’appartenenza politica. Sindaci, tecnici di enti pubblici, imprenditori edili in una rete dalle maglie strette e dai meccanismi oliati, arrivati pure a sporcare il voto elettorale, quanto di più democratico dovrebbe esserci.

Il commento dei più è stato “incredibile”, “impossibile”, perché è così che sembra se si leggono i nomi dei coinvolti e le loro accuse. In custodia cautelare in carcere ci sono il sindaco di Cerignale Massimo Castelli, il sindaco di Cortebrugnatella Mauro Guarnieri, gli imprenditori Nunzio Susino e Maurizio Ridella. Ai domiciliari il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, divieti di dimora per la vice sindaco di Zerba Claudia Borrè. Indagati anche il parlamentare di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Erika Opizzi che si è dimessa dal ruolo di assessore all’urbanistica. In tutto 35 indagati nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato a 11 arresti. I capi d’imputazione: associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenza illecite, turbata libertà degli incanti, frode nelle forniture pubbliche, falso materiale, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, truffa e voto di cambio. Ce n’è da far tremare le vene.

Questa inchiesta è stata dirompente, e lo sarà anche per le conseguenze politiche che si porterà dietro. Massimo Castelli era ad un passo dalla candidatura a sindaco per PD, Art. 1 e Emilia Romagna Coraggiosa per le prossime amministrative. Anche su questo appuntamento, oggi, la situazione è in assoluto divenire. Ieri ero lo shock lo stato più comune a tutti, non solo nel centro sinistra. E’ davvero una brutta pagina, una pagina che fa sanguinare e ferisce una comunità intera.

E’ corretto ribadire che si tratta di accuse; le persone arrestate o indagate hanno il diritto di difendersi e non è corretto che vengano condannate dall’opinione pubblica. Resta tuttavia un quadro accusatorio molto pesante che va inevitabilmente a minare la fiducia dei cittadini. Come si fa a convincerli che non sono tutti uguali, che non si può generalizzare, come glielo si può far credere? Impresa quasi impossibile; se accanto ci si mettono una serie di altri fatti di cronaca giudiziaria in cui Piacenza è stata la triste protagonista degli ultimi anni: il caso Caruso e la caserma Levante. E allora tornano alla mente le parole della giudice Modica che scrisse che in questa città ci sono “poteri vischiosi con il malaffare”, parole che fecero scandalizzare alcuni e riflettere altri.

 

 

 

 

INFERMIERA ARRESTATA PER FINTI VACCINI, BALDINO :”È UNA FOLLIA, DI COVID SI MUORE”

“Pagare per ottenere una finta vaccinazione è pure follia, di Covid si muore, chi non si vaccina corre gli stessi rischi dell’anno scorso”. Così il direttore generale dell’Ausl Luca Baldino commenta l’arresto dell’infermiera accusata di aver eseguito finti vaccini all’interno dell’ hub vaccinale dell’Arsenale. L’indagine de8 carabinieri sotto la guida della Procura della Repubblica di Piacenza ha portato all’arresto di due persone: l’infermiera dipendente dell’Ausl è un suo collaboratore. L’accusa nei confronti della donna è di corruzione è falso in atto pubblico; avrebbe ricevuto 250 euro per il finto vaccino e 500 euro per un finto tampone positivo, entrambe le procedure al fine di ottenere il green pass.

Il direttore generale Baldino ha confermato che l’indagine è parità grazie ad una segnalazione di un parente di una persona ricoverata in terapia intensiva non vaccinato, banche’ il paziente sostenesse di esserlo. Da qui si è mossa la macchina che ha portato l’operatore sanitario a riferire quanto appreso al direttore generale che, a sua volta, si è rivolto alla Procura della Repubblica.
“Se da un lato il fatto è venuto alla luce, dall’altro- ha commentato Baldino – nulla toglie alla rabbia e all’amarezza per ciò che è accaduto. Una persona per soldi non può vanificare il lavoro onesto di migliaia di persone. Ora procederemo alla sospensione e poi al licenziamento dell’infermiera. L’azienda è costernata dall’ apprendere quanto accaduto”.

La donna avrebbe carpito la fiducia dei colleghi convincendoli a vaccinare lei stessa gli “amici no vax” che portava all’hub, una volta all’interno del box la vaccinazione non avveniva.  Tra l’altro l’infermiera non è no vax, questo da’ la conferma che abbia agito esclusivamente per denaro.