SINDACA TARASCONI: “IL DEGRADO NON SI COMBATTE CON IL DEGRADO. QUANTO ACCADUTO E’ SQUALLORE ALLO STATO PURO”

La prima cittadina interviene sull’aggressione del Cheope: “il degrado non si combatte con il degrado; in attesa di capire come sono andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai”

Il degrado non si combatte con il degrado. E quello a cui la nostra città ha assistito ieri sera è, senza ombra di dubbio, degrado allo stato puro: violenza, botte, facce insanguinate, tavoli ribaltati, danni e paura tra i tanti ragazzi e ragazze che stavano semplicemente bevendo qualcosa o mangiando un gelato in centro. Degrado e squallore allo stato puro, indipendentemente dalle responsabilità penali che senz’altro verranno accertate dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dei fatti e che ora stanno svolgendo le indagini del caso.

Parlo di degrado che non si combatte con il degrado, perché giusto un paio d’ore prima degli episodi in questione, a poca distanza da dove sono avvenuti, si riuniva un presidio organizzato dalla Curva Nord, gli ultras del Piacenza Calcio, allo scopo – si legge in una nota dei promotori – di “portare all’attenzione un problema che ormai è noto a tutti, quello dell’insicurezza e della criminalità dilagante”.

Ebbene, stando alle prime ricostruzioni – che dovranno essere confermate dall’Autorità giudiziaria, l’unica titolata a ipotizzare collegamenti e formulare accuse – pare che alcuni giovani che poco prima avevano preso parte al presidio anti-degrado siano poi rimasti coinvolti negli episodi di violenza a cui in tanti hanno assistito e di cui vediamo ampi resoconti sui media locali; episodi che si sono conclusi con il ferimento e il ricovero in ospedale di due giovani di origine nordafricana.

Ora, in attesa di capire come siano andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma ciò nonostante ci sono gruppi di persone che si riuniscono e inneggiano – come è avvenuto durante il presidio di cui sopra – a una sorta di ribellione contro un sistema che in qualche modo favorirebbe il dilagare della criminalità, della violenza, del degrado. E lo fanno con toni e concetti che trasudano violenza, durezza, intolleranza in nome di una situazione non meglio definita, tratteggiata in modo generico, superficiale, senza tener conto di ciò che dicono la Prefettura e le forze dell’ordine dati alla mano. Poco dopo il presidio sul Pubblico passeggio – e solo le indagini chiariranno se è stato un caso oppure no – assistiamo ad episodi criminali, violenti, degradati e degradanti. Episodi che hanno visto come protagonisti numerosi giovani prendersela con pochi. Alcuni organi di informazione parlano di “rissa a sfondo razziale”, e anche in questo caso sarà l’Autorità giudiziaria a chiarire se sia vero oppure no.

In ogni caso, promuovere la violenza per affrontare problemi (che si verificano in tutte le città italiane, e che qui a Piacenza sono tutt’altro che sottovalutati) non è il nostro modo di pensare e di agire. Anzi, sono convinta che certi toni, certi messaggi, certi slogan siano parte integrante del problema e ne aumentino la portata come benzina lanciata sul fuoco. E a farne le spese, come è avvenuto ieri sera, sono i cittadini per bene, ovvero quelli che si sono trovati ad assistere a uno spettacolo che oltre ad essere criminale è indecoroso e indegno; a farne le spese sono la sicurezza e l’ordine pubblico, che sono cose serie e complesse, e sono la materia di cui si occupano professionisti seri, preparati e titolati.

AGGRESSIONE AL CHEOPE, PD: “CLIMA D’ODIO CHE DA TEMPO STA CRESCENDO”. SI COBAS E CONTROTENDENZA ORGANIZZANO UNA MANFESTAZIONE ANTIFASCISTA IL 2 LUGLIO

Sdegno e indignazione: è quanto esprime il Partito Democratico di Piacenza, a seguito dei fatti accaduti al Cheope. La nota è firmata dal segretario provinciale, dalla segreteria cittadina, dalla Conferenza Donne Democratiche e dai Giovani Democratici.

Il Partito Democratico di Piacenza esprime sdegno e profonda preoccupazione per l’episodio accaduto questa notte nella nostra città. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, un gruppo di circa 40 persone ha aggredito due cittadini stranieri con spranghe e bottiglie, al grido di “ripuliamo la città dagli stranieri”. Una violenza brutale, codarda, che nulla ha a che vedere con il vivere civile e che colpisce al cuore i valori su cui si fonda la nostra democrazia.

Episodi del genere non devono essere minimizzati, perché dietro a questi atti si cela un clima d’odio che da tempo sta crescendo e che oggi esplode in forme sempre più gravi e pericolose.

Non possiamo ignorare la responsabilità morale e politica di chi, nei mesi e negli anni, ha alimentato con troppa leggerezza un linguaggio d’odio nei confronti di migranti e cittadini stranieri.. Quando la propaganda politica fa del “diverso” il bersaglio quotidiano, quando si usano parole come “invasione” o si parla di “ripulire” le città, si legittimano – direttamente o indirettamente – comportamenti violenti e discriminatori. È nostro dovere denunciarlo con forza.

In un momento storico in cui le tensioni sociali rischiano di essere strumentalizzate per dividere e alimentare paure, è dovere della politica e delle istituzioni respingere con decisione ogni istigazione all’odio e riaffermare i principi di umanità, convivenza e rispetto.

Piacenza è una città che sa accogliere, che ha sempre fatto della coesione il suo punto di forza. Non permetteremo che venga trascinata nel baratro dell’intolleranza e della violenza.

Attendiamo che venga fatta piena luce su questa inquietante vicenda e invitiamo tutte le forze democratiche, le associazioni, le cittadine e i cittadini a dire basta all’indifferenza.

Si Cobas e ControTendenza invece hanno organizzato per mercoledì 2 luglio alle 21 proprio al Cheope una “manifestazione antifascisti, uniti contro il razzismo”.

 

AL CHEOPE UNA DOPPIA AGGRESSIONE DOPO IL CORTEO DEGLI ULTRAS

Non una ma due aggressioni nel giro di pochi minuti ai danni di due fratelli algerini presi di mira senza un apparente motivo. Secondo le prime ricostruzioni della rissa avvenuta nella tarda serata di ieri al Cheope sarebbe emerso che nel primo caso il giovane algerino, che si trovava in macchina, sarebbe stato accerchiato da 7/8 persone, che gli intimavano di abbassare il volume della radio in modo pesante e minaccioso. A questo punto il giovane, dopo aver chiamato le forze dell’ordine, si sarebbe allontano per cercare l’aiuto del fratello e del padre.

Una volta tornati tutti e tre all’auto avrebbero riscontrato il furto di cellulare e del portafogli. Lì ad attenderli avrebbero trovato una trentina di persone con il chiaro intento di proseguire l’aggressione. Pugni, scazzottate e anche cinghiate tanto che si è reso necessario l’intervento dei sanitari che hanno trasportato i due fratelli al pronto soccorso.

Da quanto ricostruito finora sembra che gli aggressori avessero partecipato, nella prima serata, al corteo autorizzato organizzato degli ultras della Curva Nord del Piacenza calcio “Tutti in strada contro il degrado”. Ad intervenire, insieme a loro, nella seconda spedizione anche un gruppo di albanesi.

Le forze dell’ordine stanno ricostruendo quanto accaduto anche grazie alle testimonianze delle numerose persone presenti che hanno assistito all’aggressione e ai filmati prodotti nel corso del corteo. Il fatto ha creato paura e momenti di apprensione tra gli avventori della gelateria e del bar che si affacciano proprio su via IV Novembre.

VIOLENTA AGGRESSIONE E RISSA IN VIA IV NOVEMBRE. PANICO TRA I PASSANTI. INDAGINI IN CORSO PER CAPIRE L’ORIGINE

Una cosa è certa: in pochi minuti si sono scatenati panico e paura trai passanti e gli avventori di una gelateria che si affaccia in strada. Via IV Novembre, tra piazza Genova e via Tononi, è diventata teatro, dopo le 23 di ieri, di una rissa violenta, sfociata in una pesante aggressione che ha coinvolto diverse persone. Due di queste, pare siano fratelli di origine nordafricana, sono stati feriti e, dopo le prime cure sul posto, sono stati trasportati all’ospedale.

Il motivo che ha scatenato la violenza e da dove sia partita è al vaglio delle forze dell’ordine, in particolare della polizia che insieme ai carabinieri, polizia locale sono intervenuti sul posto. Chi era presente racconta di avere visto anche colpi inferti con cinghiate oltre che pugni e cazzotti; in pochi minuti via IV Novembre é stata occupata da gente che scappava e a terra. Da capire se all’origine dell’aggressione vi sia il tentativo di rapinare uno dei feriti o se si tratti di altro, di una spedizione punitiva da parte di alcuni italiani proprio verso di nordafricani. Tutto davanti agli occhi atterriti e increduli del personale dei locali che si affacciano sulla via e dei clienti comprensibilmente spaventati.

 

VISIT EMILIA: BELLOCCHIO RICEVE IN DONO LA MAPPA DEL SUO CINEMA IN EMILIA

Durante il Festival delle Serie TV di Riccione, il celebre regista piacentino Marco Bellocchio ha ricevuto un dono inaspettato che lo ha visibilmente commosso: la mappa “Il Cinema di Marco Bellocchio in Emilia”, un itinerario cinematografico che ripercorre i luoghi dell’Emilia che hanno ispirato la sua filmografia.

La consegna, avvenuta al termine di un’intervista condotta da Alberto Barbera, direttore artistico del settore Cinema della Biennale di Venezia, è stata effettuata da Jessica Allegni, assessora alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, e Pierangelo Romersi, direttore di Visit Emilia. La mappa, realizzata in collaborazione con Emilia-Romagna Film Commission e vari enti locali, sarà scaricabile dal sito www.visitemilia.com e disponibile negli IAT del territorio. Si tratta della terza mappa cinematografica dopo quelle dedicate a Bertolucci e Guareschi, confermando l’impegno della regione nella valorizzazione del proprio patrimonio cinematografico attraverso il turismo culturale.

Un itinerario attraverso il cinema d’autore
La mappa rappresenta un innovativo strumento di turismo cinematografico che connette il patrimonio artistico e paesaggistico dell’Emilia con la filmografia di uno dei suoi registi più illustri. L’itinerario si snoda attraverso luoghi iconici che hanno fatto da sfondo a capolavori come “I pugni in tasca”, “Vacanze in Val Trebbia”, “Sorelle mai” e “Rapito”.
Il percorso inizia dalla Val Trebbia e Bobbio, definita da Hemingway “la valle più bella del mondo”, dove Bellocchio ha girato i suoi primi cortometraggi tra il 1961 e il 1962. Qui si trova la casa di famiglia, ancora di proprietà dei Bellocchio, che ha fatto da set principale per “I pugni in tasca” (1965) e successivamente per “Sorelle mai”.
Tra i luoghi simbolo emerge il Ponte Gobbo di Bobbio, presenza costante nei film girati dal regista in questa località, e l’Abbazia di San Colombano, dove in “Sorelle mai” si assiste a una rappresentazione de “Il trovatore” di Verdi. Particolarmente suggestiva è Piazza del Duomo con il suo campanile, teatro di una delle sequenze più significative de “I pugni in tasca”, dove il protagonista Sandro riflette sulla sua condizione giovanile citando i “Canti” di Leopardi.
L’itinerario prosegue verso Piacenza, dove si trova XNL, sede del corso di alta specializzazione in regia cinematografica “Fare Cinema” della Fondazione presieduta da Bellocchio, luogo di formazione per giovani artisti e di promozione del territorio. Il percorso si conclude a Roccabianca, nel piacentino, dove la piazza porticata è stata ricostruita dal regista per ambientare “Rapito”, riportandola all’atmosfera ottocentesca della vicenda della famiglia Mortara.

Cinema e territorio: un legame indissolubile
I luoghi descritti nella mappa non sono semplici location cinematografiche, ma spazi carichi di significato che riflettono i temi ricorrenti dell’opera del regista piacentino: i conflitti familiari, il rapporto complesso con le radici e il passato, la critica alla provincia cattolica e borghese. La Val Trebbia, in particolare, rappresenta per il Maestro un territorio dell’anima, dove ha messo in scena in “Vacanze in Val Trebbia” il proprio rapporto con la famiglia, recitando insieme alla moglie Gisella Burinato e al figlio Piergiorgio.
Questo itinerario cinematografico è sia un’opportunità per il turismo culturale, sia una chiave di lettura privilegiata per comprendere l’opera di uno dei Maestri del cinema italiano contemporaneo, offrendo ai visitatori la possibilità di camminare sui luoghi che hanno ispirato alcune delle pagine più intense del cinema d’autore italiano.

FORPIN: CRISTINA REPETTI NUOVA PRESIDENTE. RACCOGLIE IL TESTIMONE DI GALLINARI

Cristina Repetti è la nuova presidente di Forpin, che nel 2024 ha festeggiato un nuovo record di fatturato. Si è tenuta martedì 24 giugno l’assemblea annuale di Forpin, l’ente di formazione di Confindustria Piacenza. Insieme alla consueta approvazione del bilancio, il Consiglio ha eletto Cristina Repetti presidente del Consorzio. Un emozionato Giuseppe Gallinari ha lasciato la guida dell’ente dopo ventuno anni.

La sua presidenza ha accompagnato una fase di crescita costante di Forpin in termini di ore di corsi erogate, fatturato e dipendenti. I ricavi dell’ente sono passati dagli 1,5 milioni di euro del 2004 agli oltre 4 milioni di euro del 2024.

«Questa è un’assemblea importante, ricorrono i 35 anni di Forpin. Fu allora che Confindustria ebbe l’intuizione di creare questa realtà, idea poi rivelatasi vincente», le parole di un emozionato Giuseppe Gallinari, presidente uscente. «Per questa occasione abbiamo invitato anche i dipendenti, affinché potessero vedere di persona il risultato di un bilancio 2024 particolarmente performante. Abbiamo superato i 4 milioni, un valore che anche solo cinque anni fa sarebbe stato impensabile. Questi risultati non arrivano per caso, sono il frutto di un grande lavoro di squadra, giorno dopo giorno, dando il massimo per l’obiettivo».

Un percorso lungo quello di Gallinari, da oltre vent’anni alla guida dell’ente: «Per me è il momento di lasciare. Nel 2004 fu l’ingegner Giuseppe Parenti a chiamarmi. Mi piace l’idea di chiudere il cerchio con il figlio Nicola. Ringrazio Confindustria, che ha rappresentato il mio primo luogo di lavoro. Poi i presidenti e direttori che si sono succeduti hanno creduto in me, non posso che ringraziarvi. Un pensiero va anche ai CDA e consiglieri che mi hanno supportato. È stata una esperienza estremamente importante a livello professionale e umano. Un grosso in Bocca al lupo a chi mi succederà».

Il testimone passa a Cristina Repetti. Responsabile delle risorse umane in TGR (azienda metalmeccanica a Castel San Giovanni), è attiva da anni nel sistema Confindustria Piacenza. È attualmente al suo secondo mandato come delegata all’education nel Consiglio di presidenza dell’associazione, confermata da Nicola Parenti dopo il quadriennio di Francesco Rolleri.

Cristina Repetti ha accettato l’incarico: «Grazie per la fiducia che mi avete dimostrato negli ultimi anni. Tengo particolarmente a questo incarico, è per me una grande sfida e un grande onore. La formazione è un pilastro fondamentale della mia azienda e Forpin rappresenta l’eccellenza del nostro territorio in questo ambito. Ci entrerò in punta di piedi, partendo dall’impronta importante che Gallinari ha dato a questa realtà nel corso degli anni. Non mancherà il grande lavoro di squadra: non vedo l’ora di cominciare».

Il CDA di Forpin è stato quindi confermato anche per il prossimo triennio 2025-2027: Luciana Manco, Luigino Peggiani, Salvatore Pesco, Dario Cappellini, Cristina Repetti, Giuseppe Cella, Gian Luca Andrina, ai quali si aggiungono Elena Dallavalle e Maria Grazia Torlaschi.

«Oggi è una giornata speciale, un momento importante per tutti noi di Forpin», le parole di Antonella Vologni, direttrice di Forpin. «Il 2024 è stato anno importante. Abbiamo gestito quasi mille aziende, con una crescita del 16% rispetto al 2023. È la fine di un capitolo importante e l’inizio di un nuovo nella nostra società. Il presidente Gallinari lascia il testimone dopo un percorso straordinario. Ha accompagnato la crescita con passione e dedizione. La società è cambiata profondamente, siamo cambiati nel fatturato e nei collaboratori. Oltre ai numeri e ai bilanci credo che il valore più grande lasciato sia il patrimonio umano fatto di relazioni sincere, rispetto, entusiasmo e voglia di costruire insieme».

Entusiasmo anche del presidente di Confindustria Nicola Parenti: «Complimenti a Forpin per i risultati di bilancio, che non sono mai scontati. Dietro ai numeri ci sono le persone. Appena entrato qui in assemblea ho percepito fin da subito l’emozione dei dipendenti per l’esserci. Complimenti a Giuseppe Gallinari per il suo percorso qui. Insieme a Forpin e Assoservizi puntiamo a formare una nuova cittadella dell’impresa, della formazione e della innovazione. Un progetto molto ambizioso, che verrà realizzato grazie all’impegno di tutti e grazie ai grandi risultati raggiunti anche da Forpin in questi anni».

SI INFIAMMA IL DIBATTITO SU CITTADELLA. CENTRO DESTRA “LA PIAZZA E’ DISTRUTTA”, APP “

Il cantiere è fermo da mesi e le reazioni della politica infiammano il dibattito intorno a piazza Cittadella. Il tema è uno di quelli che viene sempre fuori; che siano le comunicazione in consiglio oppure le interrogazioni dei consiglieri, ma ci sono periodi in cui si affaccia prepotentemente nel dibattito pubblico. Come in questo caso. Le parole della sindaca al quotidiano Libertà che ha definito lo stallo “inaccettabile” confermando di essere arrivati ad un bivio a causa dei troppi e, forse ingiustificati, ritardi, hanno scatenato le opposizioni.
Primi i gruppi di centro destra, Fratelli d’Italia, civica Barbieri Liberi e Lega, che definiscono “sorprendenti” le dichiarazioni della prima cittadina: “due erano i momenti in cui procedere alla risoluzione del contratto: quando emerse la falsa fideiussione e quando il concessionario non depositò, entro certi tempi, la famosa bancabilità”.
Ma c’è di più, fanno notare: “già l’amministrazione Barbieri, il 13 giugno 2022, pochi giorni prima dell’insediamento della nuova giunta di centro sinistra, aveva emesso una formale notifica dell’avvio della procedura di risoluzione per inadempimento contrattuale, frutto – si legge nella nota – di un approfondito lavoro tecnico e politico condotto dal tavolo interassessorile, coordinato dall’Avvocato Vezzulli e dall’allora Vicesindaco Elena Baio”. Perché l’archiviazione di quel percorso, si chiedono i capigruppo di centro destra? E l’affondo finale: “il Sindaco ha compreso solo ora il rischio di arrivare alle elezioni del 2027 con una Piazza Cittadella devastata e cerca tardivamente di correre ai ripari. Ma è troppo tardi: la piazza è distrutta, le attività commerciali sono allo stremo, i residenti esasperati, il centro storico impoverito”.

Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia parla di “amministrazione senza visione”, Ammettere il fallimento non è una resa: è un atto di responsabilità verso la città. Chi si candida a governare deve saper prestare ascolto e non ignorare allarmi importanti come quelli ricevuti su Piazza Cittadella”.

Ha un tono diverso il comunicato stampa di Alternativa per Piacenza che, si rivolge anche ai colleghi di opposizione, ribadendo la contrarietà, fin dal principio al progetto del parcheggio interrato, evidenziandone da subito le innumerevoli criticità, attraverso conferenze stampa e interventi in consiglio comunale. “Non sorprende – si legge – che la questione di Piazza Cittadella da tempo scateni, chi da destra, cerca di utilizzare la vicenda per i propri fini politici in vista delle prossime elezioni amministrative. Fa parte di un certo modo di far politica che non appartiene ad Alternativa per Piacenza. continueremo ad agire nell’ambito Istituzionale come fatto sino ad ora, auspicando maggiore ascolto su una partita la cui soluzione appare ancor più complessa di prima e che rischia di lasciare in eredità alla città un’area ulteriormente compromessa. E conclude “È il momento di farsi trovare pronti, iniziando a valutare soluzioni alternative e veramente condivise per una volta con la città, evitando di dover pagare un prezzo ancor più alto di quello già pagato”.

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ANCHE A PIACENZA NASCE LA SEZIONE TERRITORIALE PER UN LAVORO AGRICOLO DI QUALITA’

Da oggi anche Piacenza e la sua provincia avranno una sezione territoriale della rete del lavoro agricolo di qualità, con sede presso l’Inps. Cosa significa? In sostanza, grazie a questo protocollo preventivo firmato tra prefettura, enti ed associazioni del modo agricolo, sindacati di categoria e regione, viene assicurata la qualità del lavoro agricolo e tutelata la sua sicurezza contro sfruttamento, caporalato e intermediazione illecita.

Le aziende che entreranno a fare parte di questa rete virtuosa godranno dei benefici connessi, quelle che ne saranno escluse per propria volontà saranno soggette a controlli periodici e, nel caso di irregolarità, sanzionate.

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PIACENZA ECONOMIA E LAVORO: RITORNO ALLA BASSA CRESCITA, MA IL SISTEMA E’ RESILIENTE

E’ una duplice lettura quella che si riferisce ai dati a consuntivo dell’anno 2024 del rapporto congiunturale Piacenza economia lavoro e società. In particolare ne esce un quadro abbastanza positivo se per il mercato del lavoro e il sistema demografico, meno invece per quello che riguarda la crescita del sistema economico. Secondo le ultime stime di aprile di Unioncamere Emilia-Romagna, il valore aggiunto piacentino avrebbe sperimentato nel 2024 una variazione che non è andata oltre lo 0,5 per cento, e che proseguirebbe, pur con una leggera accelerazione (+0,7%, come in regione), anche nel 2025.
a livello imprenditoriale, la produzione industriale rilevata nell’indagine campionaria del sistema camerale, nel 2024 ha chiuso a Piacenza ancora con un risultato positivo (+0,3%), ma in decisa decelerazione a confronto con il +2,8% del 2023 e il +6,8% del 2022, tuttavia in controtendenza rispetto al dato negativo registrato ancora per l’Emilia-Romagna, confermando una maggiore resilienza.

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TARASCONI: “LA SICUREZZA NON E’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA. SERVONO PIU’ AGENTI”

“Spero si capisca che da parte dell’amministrazione non vi è alcuna scusante quando accadono fatti incresciosi” e ancora “spero che arrivino presto più agenti sul territorio perché, quelli attuali, non coprono il fabbisogno. La polizia locale fa ciò che può, ma servono più forze dell’ordine”. Sono le parole della sindaca Tarasconi in risposta alla mozione presentata dal consigliere dei Liberali Filiberto Putzu in tema di sicurezza, approvata all’unanimità dall’aula.

“Poterò la richiesta al tavolo per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in prefettura, presieduto dal Prefetto, Questore, Comandante dei Carabinieri e Guardia di Finanza, perché la sicurezza non è un tema né di destra né di sinistra”.

Il consigliere Trespidi ha puntato l’attenzione sulla scarsa illuminazione in cui versano alcune zone della città; “una maggiore illuminazione accresce certamente la percezione di sicurezza, inoltre – ha proseguito – ho saputo che la polizia locale proseguirà il servizio fino alle 3 di notte, questo è un segnale importante, è auspicabile che venga allungato a tutta la notte. Il fenomeno dell’insicurezza – ha concluso – sta assumendo dimensioni preoccupanti: in viale Dante i residenti lamentano situazioni di pericolo, ci vorrebbero pattugliamenti più frequenti”.

“E’ ragionevole pensare che più forze dell’ordine portino a maggiore sicurezza – ha detto la consigliera Pagani – ma io credo piuttosto che ognuno di noi se ne debba fare carico con una assunzione di responsabilità personale. Che la delega alla sicurezza sia in mano alla prima cittadina, significa che la questione è in cima alle priorità per questa amministrazione”.

“Occorrerebbe un vero e proprio assessorato alla sicurezza – fa eco il consigliere Zandonella – per stare dietro alle segnalazioni e per monitorare prima che il fatto esploda”.

“A proposito di illuminazione – ha sottolineato la consigliera Soresi – all’Infrangibile ci sono alcune vie al buio da dieci giorni. Inoltre a chi dice che il problema sicurezza è in parte rientrato, ricordo che in alcune zone della città la risse e le aggressioni proseguono per gran parte della notte; alcuni residenti dell’Infrangibile hanno chiamato prima la polizia locale, poi il 112 che dopo alcuni minuti di attesa ha riattaccato. Faccio notare infine che la maggior parte delle volte le aggressioni sono riconducibili a una immigrazione incontrollata. A chi dice che non è così rispondo con i dati forniti dalla Polizia Penitenziaria: su 540 detenuti 180 sono italiani, 360 stranieri. I sex offender sono 90, di questi solo un terzo sono italiani”.

 

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