CANDIDATI +EUROPA: “NOI LA VERA FORZA EUROPEISTA”

Anna Maria Corazza imprenditrice, Nicoletta Parisi docente universitaria e Luca Amadasi professionista del marketing: sono i candidati di +Europa alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Faro del programma la fortissima vocazione europeista e atlantista con un  richiamo costante a quella che viene definita l’agenda Draghi. Priorità del partito di Emma Bonino l’attuazione del Pnrr, l’autonomia nella produzione di gas con i rigassificatori e il lavoro per le nuove generazioni.

PROSPERO CRAVEDI: IL GRANDE FOTOGRAFO DELLA COMUNITA’. DAL 9 SETTEMBRE LA MOSTRA IN SANTA CHIARA

Una rara capacità di raccontare il tempo con l’occhio giusto ed efficace, in modo da fare memoria con le immagini. Le fotografie di Prospero Cravedi sono proprio questo. Un racconto vivo della comunità, dei volti, dei fatti in cui sono calati.

Si chiama Tempi e Volti della comunità piacentina la grande mostra che dal 9 settembre al 15 ottobre sarà allestita nell’ex convento di Santa Chiara

Sono oltre un milione le immagini dell’archivio Cravedi, mezzo secolo di storia piacentina. Grazie all’instancabile lavoro della moglie Angela e dei figli Gianni e Ettore, hanno lentamente ritrovato la luce. Il professor Barbaro ha creato un filo rosso che unisce i pezzi di questa mostra. Nove sezioni che prendono il titolo da citazioni, canzonette anche scherzose che conducono l’osservatore a rivivere gli anni che vi sono rappresentati.

La mostra di Cravedi va a chiudere il ciclo di iniziative che hanno animato l’estate della rassegna Le notti di Santa Chiara, con cui la fondazione ha deciso di celebrare i primi 30 anni di attività.

Il ricavato del catalogo della mostra andrà devoluto ad Africa Mission Cooperazione e Sviluppo a cui Prospero era fortemente legato.

COVID: CONTAGI STABILI RISPETTO ALLA SCORSA SETTIMANA

Scendono di poco i numeri della mia pandemia a Piacenza: l’andamento dei nuovi contagi da Covid19 si ferma a un -0.1% rispetto alla settimana precedente. Il report settimanale dell’Ausl evidenzia un decremento: i nuovi contagi sono 650 rispetto ai 651 di sette giorni fa.

Il trend dei contagi piacentini registra comunque una diminuzione di nuovi positivi rispetto ai dati registrati a livello nazionale (+10,6%) e in Regione (+15,2%), la maglia nera va alla Lombardia con il numero di contagi che sale di +27,5%.
Analizzando i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso di incidenza locale registra 229 casi, la media emiliano-romagnola è di 257, quella italiana di 264 mentre la situazione nella regione limitrofa è 208 casi contro i 163di sette giorni fa.

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 3662 tamponi (in aumento rispetto ai 3318 della scorsa settimana) con una percentuale di positivi che scende da 19,6% a 17,7%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra 2 nuove diagnosi tra gli ospiti e 2 tra gli operatori in netta discesa rispetto ai dati della scorsa settimana che registravano 24 casi tra gli ospiti e 6 tra gli operatori. Si tratta di casi generalmente asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Il numero delle persone in isolamento scende da 945 a 825.

Lieve incremento dell’attività delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale: le richieste medie giornaliere salgono a 10.3, per un totale di 72 segnalazioni.

La situazione della rete ospedaliera resta sostanzialmente stabile. Gli accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid sono 7, mentre nella settimana precedente si erano registrati 9. Il 28 agosto i ricoverati con Covid erano 42, mentre la domenica precedente erano 36. La media settimanale è di 40; in Terapia intensiva c’è un paziente positivo. Nella settimana si sono registrati 3 decessi.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, nella settimana si contano 732 somministrazioni; erano 666 la settimana scorsa.
Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle cinque sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010). Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

L’ORDINE DEGLI AVVOCATI DIFENDE LA COLLEGA FIORANI MINACCIATA SUI SOCIAL “CONDOTTA INACCETTABILE E MANIFESTAZIONE DI IGNORANZA”

È da giorni vittima di minacce e  nel mirino di pesantissimi insulti soprattutto sui social. Nadia Fiorani, l’avvocato d’ufficio che difende il 27enne accusato di stupro, sta passando ore davvero difficili sia professionalmente che umanamente; il linciaggio contro di lei si è scatenato in particolare su Facebook proprio da parte di coloro che invocano una pena severa per il guineano accusato di violenza sessuale, gli stessi che vorrebbero piegare a proprio piacimento la giustizia. Quando si dice “due pesi, due misure”.
In difesa e solidarietà della collega è intervenuto il collegio dell’Ordine degli Avvicato di Piacenza “alcune persone – si legge in una nota – si sono sentite in diritto di versare astio nei confronti della collega solo perché svolge il proprio ruolo difensivo in un procedimento penale che ha avuto ampio spazio sui media.
E’ una condotta inaccettabile e chiara manifestazione di inciviltà e  ignoranza della materia.
Occorre ricordare alcuni principi fondamentali dello stato di diritto e del ruolo del difensore, ossia che il diritto di difesa deve essere garantito e che il ruolo del difensore non deve mai essere identificato con il proprio assistito.
L’avvocato – si legge – difende talvolta l’imputato e talvolta la persona offesa, sempre e comunque garantisce voce a tutte le parti coinvolte nel processo penale e rispetto delle norme di diritto. Ogni attacco subito dalla collega dunque deve essere condannato e censurato, poiché la funzione
dell’avvocato merita rispetto e deve essere esercitata senza alcun vincolo, ostacolo o minaccia di sorta. Quanto si è letto in alcuni messaggi sui social network rappresenta una evidente è allarmante deriva di ignoranza che rischia di riportarci indietro di secoli.
Non è tollerabile, perché disumano, il linciaggio dell’imputato e l’offerta di chi esercita il mandato difensivo. Sono solo espressione della più bieca cattiveria”.

LOGISTICA RONCAGLIA, LEGAMBIENTE “ALTRO CHE ALLARMISTI, SIAMO REALISTI!”

“Ma che allarmisti, siamo semplicemente realisti!” Lo scrivono sui social e sui profili Facebook alcuni cittadini del circolo di Legambiente Piacenza riferendosi all’immensa area di 1.800.000 mq fra Roncaglia e Borghetto, accanto a quella dove sta sorgendo l’Akno Business Park, l’ultimo dei capannoni della logistica che occupa 147mila mq tra Roncaglia e i Dossi.

“Confindustria mette in vetrina sul proprio sito Invest in Piacenza per eventuali investitori, un’area attualmente agricola di 1.800.000 mq fra Roncaglia e Borghetto – si legge nel post su Facebook di Legambiente –  prima che l’Amministrazione Comunale decida formalmente la sua destinazione d’uso negli strumenti di pianificazione urbanistica e noi saremmo degli allarmisti?Riteniamo che la nostra segnalazione vada nella direzione del rispetto dei cittadini e delle istituzioni.

Meraviglia invece l’impermeabilità assoluta di alcuni imprenditori nei confronti della drammaticità dei cambiamenti climatici in corso, come se non riguardassero il nostro prossimo futuro e quello dei nostri figli. Se invece non è così, ci auguriamo che se ne possa discutere seriamente e approfonditamente nel percorso partecipato di costruzione del PUG (Piano Urbanistico Generale) e del PTAV (Piano territoriale Provinciale).”

E ancora gli ambientalisti si chiedono se esiste davvero la consapevolezza dell’emergenza climatica in corso; per questo chiedono seria valutazione cumulativa di tutti i carichi inquinanti prodotti dagli insediamenti produttivi e logistici presenti nell’area di pianura, da Castel San Giovanni a Fiorenzuola.

“E’ troppo chiedere agli organi preposti alla tutela ambientale misure cautelative per impedire il peggioramento della qualità dell’aria e la tutela dei nostri polmoni e della qualità e aspettativa di vita sana? Nostra e dei nostri figli?” si domandano nel post.

RESTA IN CARCERE IL 27ENNE INDAGATO PER LO STUPRO IN VIA SCALABRINI

Resta in carcere il 27enne guineano che ha cercato di violentare la donna ucraina domenica mattina in via Scalabrini. Il giudice Stefano Brusati ha deciso così perché ci sarebbero il pericolo di fuga e la reiterazione a gravare sull’uomo che deve rispondere di violenza sessuale aggravata e lesioni.

L’avvocato difensore Nadia Fiorani aveva chiesto la scarcerazione; il giudice invece ha accolto la richiesta del pm Ornella Chicca sulla custodia cautelare sottolineando «l’estrema gravità del fatto e della condotta» e «la totale mancanza, in capo all’indagato, di freni inibitori e di come lo stesso sia rimasto del tutto incurante, anche davanti alle grida di aiuto della vittima e del suo tentativo di opporsi agli abusi».

Intanto continua a far discutere, oltre che infiammare il dibattito politico nazionale, la diffusione e la pubblicazione del video di pochi secondi che documenterebbe la violenza. Per questo la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo a carico di ignoti; il reato ipotizzato è divulgazione di generalità o immagini della persone offesa da atti di violenza sessuale. Inoltre un decreto di sequestro del video risulta notificato dalla Procura di Piacenza ad alcuni media.

Ed è proprio da quel video che la donna ucraina è stata riconosciuta “sono disperata” ha riferito ad un’agenzia di stampa e agli inquirenti che l’hanno sentita “ha manifestato un forte disagio per la diffusione del video” che ha girato in rete per un paio di giorni, pubblicato da alcuni mezzi d’informazione e condiviso anche dalla leader di FdI Giorgia Meloni accusata di aver strumentalizzato la vicenda a fini elettorali.

Sta di fatto che oggi c’è una vittima violata nella sua intimità, che porterà i segni di ciò che ha subito per sempre nell’animo.

SILENZIO, ACCUDIMENTO E ASCOLTO, UNA SALA DEL SOLLIEVO IN PRONTO SOCCORSO

Si chiama Sala del Sollievo e si trova nel pronto soccorso dell’ospedale. Una stanza particolare dedicata alla persone che arrivano nel reparto in condizione di fine vita. La sala è già attiva e utilizzata da qualche settimana ma per rendere ancora più accogliente lo spazio, lAusl ha chiesto all’associazione Il Pellicano un aiuto concreto. La presidente  Maria Angela Spezia ha accolto con entusiasmo la proposta e si è subito  attivata per acquisire gli arredi, tanto che entro l’autunno il progetto sarà completato e presentato alla cittadinanza.

La Sala del Sollievo nasce da un profondo senso di rispetto nei confronti del fine vita ed è un luogo dove  viene preservata la dignità del paziente, evitando cure sproporzionate e non appropriate.
In attesa dell’allestimento completo, l’idea ha già trovato riscontri molto positivi tra medici e sanitari, essendo uno dei primi esempi in Italia di cure palliative in un dipartimento d’Emergenza.
La dottoressa Erika Poggiali, medico del Pronto soccorso di Piacenza, ha dedicato al tema anche un articolo apparso nei giorni scorsi sul blog della Società italiana di Medicina dell’Emergenza urgenza (https://www.simeu.it/blog/). L’esperienza piacentina è stata già citata come best practice da Luciano Orsi, direttore della Rivista Italiana di Cure Palliative e membro  della Società Italiana di Cure Palliative (SICP): l’esperto lo ha definito “un pregevole esempio di corretta gestione del fine vita del malato allo stadio terminale nell’ambito dell’emergenza urgenza”.

L’obiettivo del progetto non è solo quello di mettere a disposizione dei pazienti una sala riservata, dove poter rimanere insieme ai familiari, ma anche quella di poter contare su una sedazione palliativa che possa controllare la loro sofferenza. Per essere in grado di gestire al meglio questa procedura, il personale del Pronto soccorso è stato formato dai colleghi dell’unità operativa di Cure Palliative. I professionisti hanno inoltre redatto insieme alcune linee guida per garantire al malato allo stadio terminale i trattamenti più adeguati alla sua specifica condizione clinica.
In particolare, la Sala del Sollievo è dedicata ai pazienti affetti da patologie croniche e invalidanti, che si presentano in Pronto soccorso con sintomi resistenti alla terapia e che necessitano di una sedazione palliativa profonda.
Ma può anche accogliere persone che si rivolgono al reparto per una sedazione di emergenza, come una grave emorragia, crisi respiratoria o uno stato di shock irreversibile.
Per tutte queste tipologie di pazienti, lo sforzo del personale è quello di garantire una presa in carico clinico-farmacologica adeguata al fine vita “Abbiamo cercato di creare uno spazio nel Pronto soccorso – evidenziano i sanitari – dove il fine vita potesse essere un momento vissuto in modo intimo dai familiari, lontano dai campanelli che suonano, il sovraffollamento delle aree, il telefono che squilla a ogni ora, e quella terribile luce artificiale che conosciamo bene e che è capace di annullare il giorno e la notte uniformando il tempo”.
Per questo la Sala del Sollievo è aperta ai familiari 24 ore su 24, senza limite numerico, ed è gestita dai medici, infermieri e operatori sociosanitari del Pronto Soccorso secondo un percorso codificato. I  sanitari che vi operano hanno seguito un percorso formativo specifico gestito dalla psicologa della Rete delle Cure Palliative per migliorare le competenze comunicative indispensabili per stare accanto al paziente e alla sua famiglia.
La Sala del Sollievo garantisce silenzio, intimità, tranquillità, accudimento e ascolto, in accordo con il modello delle cure palliative, che richiedono una grande vicinanza e un basso impatto tecnologico.
Nella stanza non ci sono monitor ma solo un grande murales realizzato da un’infermiera del reparto, Eleonora Rossi. Il disegno rappresenta un momento di passaggio, un’attesa e un cambiamento. Al progetto, oltre alle equipe del Pronto soccorso (diretta da Andrea Vercelli e coordinata da Paola Nassani) e di Cure Palliative (diretta da Raffaella Bertè, con Davide Cassinelli come case manager), hanno partecipato la Bed manager Damiana Muroni e Maria Gaetana Droghi, responsabile Innovazione e sviluppo organizzativo professionale della Direzione delle Professioni sanitarie).
Non da ultimo, quando non è occupata, la stanza può anche accoglie le vittime di violenza.

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COVID: CONTAGI ANCORA IN DISCESA PER LA QUINTA SETTIMANA

Ancora in calo i numeri della pandemia a Piacenza: per la quinta settimana consecutiva l’andamento dei nuovi contagi da Covid19 è in discesa, con un -28% rispetto alla settimana precedente. Il report settimanale pubblicato dall’Ausl (https://www.covidpiacenza.it/situazione-covid-19-a-piacenza) evidenzia un decremento: i nuovi contagi sono 654 rispetto ai 909 di sette giorni fa.

Il trend dei contagi piacentini registra una diminuzione in linea rispetto alla Lombardia (-27,7%) e alla media nazionale (-28%) mentre in Regione la discesa è più marcata (-34,7%)
Analizzando i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso di incidenza locale (230 casi) è in linea con la media emiliano-romagnola (223) e italiana (239) mentre la situazione nella regione limitrofa è più bassa (163).

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 3318 tamponi (in diminuzione rispetto ai 4537 della scorsa) con una percentuale di positivi che scende lievemente da 20% a 19,7%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra 24 nuove diagnosi tra gli ospiti e 6 tra gli operatori. Si tratta di casi generalmente asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Il numero delle persone in isolamento passa da 1098 a 945.   Anche l’attività delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, è in diminuzione: le richieste medie giornaliere sono 9,1, per un totale di 64 segnalazioni.
La situazione della rete ospedaliera segue il trend di calo. Gli accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid sono 6, come nella settimana precedente. Il 21 agosto i ricoverati con Covid erano 36, mentre la domenica precedente erano 55. La media settimanale è di 44; in Terapia intensiva ci sono due pazienti positivi. Nella settimana si sono registrati 5 decessi.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, nella settimana si contano 666 somministrazioni; erano 691 la settimana scorsa.
Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle cinque sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010). Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

DONNE CGIL: “NON SIAMO STRUMENTI DI LOTTA POLITICA. QUANTI EPISODI DI VIOLENZA DOMESTICA SI FA FINTA DI NON SENTIRE?”

Dei gravissimi fatti di via Scalabrini parlano anche le Donne della Cgil: Perché invece di convogliare l’attenzione sul colore della pelle e provenienza dell’aggressore, non ci si concentra sul mancato impegno di politiche di sostegno alle donne?

Ecco il testo del comunicato

La violenza sulle donne non conosce differenze in base al colore della pelle, al ceto sociale, al permesso di soggiorno o alla cittadinanza. La questione non può e non deve tradursi in un dibattito sull’ordine pubblico o sulle politiche immigratorie – di cui occuparsi solo in determinate circostanze – arrivando a valutare la gravità stessa della violenza in base alla nazionalità di chi la commette. Giù le mani dalle donne che subiscono violenza: non siamo strumenti di lotta politica, e chi ha responsabilità istituzionale non utilizzi l’ultimo episodio avvenuto qui a Piacenza come argomento di polemica considerate le imminenti elezioni.
Il grave episodio avvenuto nei confronti della signora ucraina vittima di uno stupro consumato in strada, porta ad interrogarci e a fare riflessioni rispetto ad un tema che per il Coordinamento Donne Cgil è sempre centrale: il contrasto della violenza sulle Donne.

Perché invece di convogliare l’attenzione sul colore della pelle e provenienza dell’aggressore, non ci si concentra sul mancato impegno di politiche di sostegno alle donne? Politiche che riguardano la nostra vita: autonomia lavorativa ed economica, autonomia nelle decisioni personali e sul proprio corpo, sul proprio futuro e dei figli.
Quanti episodi di violenze domestica si fa finta di non “sentire” attraverso muri, finestre e qualsiasi fessura che getti uno sguardo dentro i focolai italianissimi? Sarebbe auspicabile la medesima attenzione ad episodi di violenza domestica ascoltata attraverso i muri e forse si riuscirebbe a prevenire il tragico epilogo di situazioni famigliari nascoste. Gli ultimi dati forniti dalla Questura di Piacenza sono sconfortanti e denotano un deciso incremento delle violenze: nel 2021 le violenze domestiche a Piacenza sono quasi raddoppiate, da 45 a 77 (32 in più), così come le violenze sessuali, raddoppiate. Solidarietà e vicinanza da parte della nostra Confederazione alla donna vittima di questi gesti e il ringraziamento di cuore al cittadino che tramite la segnalazione ha consentito un tempestivo intervenuto delle forze dell’ordine.
Biasimo e commiserazione per chi vuole SPECULARE e SPETTACOLARIZZARE, mostrando urbi et orbi un video che non fa altro che ferire di nuovo la donna stritolata dalle mani violente di un uomo e di un certo sistema politico macista e ipocrita. I temi irrisolti che stanno a cuore alle donne sono lì, tutti sul tavolo della politica. Si colga l’occasione di questo battage mediatico per affrontarli.

SICUREZZA URBANA, APP PRESENTA UN’INTERROGAZIONE. “SE UNA DONNA NON SI SENTE LIBERA E SICURA NON POTREMO ILLUDERCI DI VIVERE IN UNA SOCIETA’ CIVILE”

Dopo il tentato stupro avvenuto pochi giorni in via Scalabrini, Alternativa per Piacenza ha deciso di presentare un’interrogazione affinché si vada al nocciolo del problema e le proposte escano dal Consiglio comunale. «Servono percorsi individualizzati da svilupparsi con tempo e costanza, di aiuto a eliminare le cause scatenanti della condotta deviata, in una logica di giustizia riparativa. Perché possiamo parlare all’infinito, ma finché una povera donna alle sei di mattina o alle otto di sera non sarà libera e sicura di andare per strada, non potremo illuderci di vivere in una società civile».

ecco il testo della nota stampa

Talmente grave quel che è successo domenica in via Scalabrini, che Alternativa per Piacenza ha scelto di non concorrere alla ridda di comunicati stampa che è seguita, per concedersi quel di più di riflessione, evitando “parole poco pensate che portano pena”. Ci siamo uniti, a caldo, al breve post del nostro capogruppo Stefano Cugini, per la dovuta vicinanza alla vittima e il ringraziamento a chi ha fatto il suo dovere civico, permettendo l’arresto di un delinquente violentatore.
Abbiamo infine deciso di esprimerci con gli atti, perché delle parole resti traccia e un voto nella sede più indicata, quel consiglio comunale dal quale devono uscire proposte e soluzioni utili alla città e a chi la vuol vivere in modo civile, rispettoso e sicuro. Battiamo la strada meno comoda, senza raccogliere la provocazione di chi è in perenne campagna elettorale, partendo dallo spunto di Pietro Visconti, quando su Libertà sostiene che “all’errore di criminalizzare tutti non va contrapposta la sottovalutazione dell’urto sociale legato all’arrivo di tanti immigrati privi di percorsi di lavoro e integrazione”, perché “da qui vengono le mine vaganti che agitano i nostri sonni e che mettono in pericolo soprattutto i più deboli”. Secondo noi la prospettiva va ribaltata. Non è il
grave fatto a essere figlio della scarsa integrazione ma è quest’ultima, con tutti i suoi perché, il capro espiatorio perfetto di simili drammi, purtroppo sempre esistiti, senza correlazione con la provenienza dell’aggressore.
Ciò non di meno, se è vero che non conta il colore di chi delinque, vale altrettanto che non si può sminuire il già citato “urto sociale” procurato alle vittime e alla comunità dal verificarsi di reati o violenze. La doverosa accoglienza umanitaria ha bisogno di un impianto normativo più serio, che
aiuti a non generalizzare, riservando tout court alla categoria dei richiedenti asilo i comportamenti criminali di una minoranza. In Italia la certezza della pena è una chimera: i cittadini sono frustrati ed esasperati di vivere ogni giorno la sgradevole sensazione di impunità che deriva da una giustizia
bizantina, in costante carenza di risorse e personale.

Termini come “noto alle forze dell’ordine”, “a piede libero”, o “l’imputato ha lasciato liberamente il tribunale/la centrale della polizia”, suscitano l’idea di un sistema impotente, che invece di proteggere, è esso stesso in balia di chi delinque. Urge tornare a dimostrare un vero presidio contro l’insicurezza, reale e percepita. Comune, Prefettura, Questura e ogni altro soggetto competente in materia hanno il compito di rassicurare sulla sinergia delle loro azioni per la presa in carico di certi soggetti, in funzione del livello di “allarme” che questi sono in grado di attivare sul territorio. Si tratta di persone che, oltre a “essere note” a forze dell’ordine e servizi sociali, vanno in qualche modo mantenute in una dimensione di contatto periodico, tale da non farle finire tra i c.d. “invisibili”, per riemergere solo per nuovi reati/violenze. Pensiamo, e per questo abbiamo presentato un’interrogazione e preparato una mozione, che servano percorsi individualizzati da svilupparsi con tempo e costanza: di aiuto a eliminare le cause scatenanti della condotta deviata, in una logica di giustizia riparativa, nei casi di indigenza, marginalità, fragilità, povertà culturale. Di primaria tutela delle vittime, effettive e potenziali, attraverso irrevocabili provvedimenti di allontanamento, quando è invece manifesta l’attitudine più o meno incorreggibile alla delinquenza. Perché possiamo parlare all’infinito, ma finché una povera donna alle sei di mattina o alle otto di sera non sarà libera e sicura di andare per strada, non potremo illuderci di vivere in una società civile.

 

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