ARRIVA L’OK DEL CONSIGLIO PER L’AMPLIAMENTO DI TELEMA. APP SI ASTIENE. I DUBBI DEL CONSIGLIERE RABUFFI

Tutti d’accordo, o quasi, sull’ampliamento della ditta Telema di Quarto: la ditta leader nel settore delle resistenze elettriche, fondata nel 1975, vorrebbe espandersi di 7mila metri quadrati. La proposta è passata con il voto di maggioranza e opposizione, Alternativa per Piacenza si è astenuta.

“Il gruppo Telema, che ha una quarantina di azienda nel mondo, continua a crescere a Piacenza e non pensa a delocalizzare – ha precisato l’assessore Adriana Fantini – ha chiesto di poter costruire un nuovo capannone per la produzione con un fabbricato per gli uffici e spogliatoi per i lavoratori. Così verrà preparata un’area parcheggio privata interna da 79 auto e 6 posti per autotreni”.

Un progetto di ampliamento che il consigliere di ApP Luigi Rabuffi ha definito positivo per molti aspetti: “per lo spostamento delle insalubri aree di saldatura che passeranno da 45 mt. di distanza dalle abitazioni a 140 mt.; bene il filtro di mitigazione ambientale lungo tutto il perimetro dell’area; bene le alberature a compensazione, bene gli impianti di aspirazione dedicati, bene i lavori di rimozione della copertura esistente in cemento-amianto eternit; bene l’installazione in copertura di un impianto fotovoltaico con 600 moduli; bene l’installazione del numero minimo di 2 colonnine di ricarica elettrica a doppia
erogazione, bene le colorazioni discontinue nelle tinte naturali e le finiture sfumate, al fine di limitare, l’impatto visivo dei nuovi volumi”. Tuttavia ha tenuto a precisare alcune preoccupazioni che non sono state ben accolte, in particolare dalla maggioranza; la consigliera di Pc Oltre Caterina Pagani lo ha accusato di “leggere del marcio anche quando non c’è”.

Le preoccupazioni rilevate da Rabuffi riguardano il traffico su Strada Regina “una strada di dimensioni ridotte, pericolosissima, con una scuola e una brutta curva che difficilmente può tollerare un aumento di traffico pesante. Il problema delle interferenze tra i diversi flussi di traffico è evidenziato anche da AUSL, tra le proprie prescrizioni. A questa preoccupazione l’azienda ha risposto che il traffico indotto dall’attività attuale è modesto e, anche a seguito della riorganizzazione produttiva, rimarrà limitato a pochi veicoli
pesanti, con pochissimi mezzi al giorno impegnati. Bene. Ma telecamere? – si domanda il consigliere –  il monitoraggio del futuro traffico? Niente.
Controlli della Polizia Locale? Figuriamoci”.

Ha poi posto all’attenzione dei colleghi il discorso legato ai nuovi occupati “sarebbe interessante capire se sono 30 o 50″, e sull’iter per l’ampliamento presentato ad agosto, quando solo a dicembre scorso l’azienda è diventata la proprietaria del terreno agricolo dove verrà costruito il nuovo capannone”. Inoltre, fa notare il consigliere di ApP ” hanno pagato al rogito un terreno agricolo ad un prezzo di valore molto più basso (110 mila euro) di quello attuale (439.412 mila euro).

FARE CINEMA: PRESENTATO IL CORSO DI SCENEGGIATURA. INCONTRI CON I GRANDI NOMI DEL CINEMA ITALIANO

Scrivere per il cinema: dall’idea al film. Sono aperte da oggi fino al 28 aprile le iscrizioni per corso di alta formazione di sceneggiatura, gratuito co finanziato dal Fondo Sociale Europeo. 250 ore di aula e 400 ore di project work, da cui verrà prodotto un cortometraggio.
Il corso si svolgerà a Piacenza e Bobbio da luglio 2024 a febbraio del prossimo anno. 12 i partecipanti ammessi che avranno come docenti gli sceneggiatori Valia Santella e Bruno Olivero, vincitore del David di Donatello nel 2022 per la miglior sceneggiatura di Ariaferma di Leonardo di Costanzo.

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SINDACA SU DIMISSIONI DI VENEZIANI: “HO PARLATO CON JACOPO. HO CAPITO E COMPRENDO LA SUA SCELTA”

“Ho parlato con Jacopo. E’ stata una conversazione amichevole come ne abbiamo avute tante, se non fosse stato per l’argomento di certo non facile da affrontare: le sue dimissioni da presidente della Ricci Oddi. Gli ho chiesto come mai non me ne avesse parlato prima di inviarle formalmente e la risposta che mi ha dato rivela una realtà più semplice di quella che forse in molti hanno immaginato: temeva che l’avrei convinto a non lasciare il suo incarico, perché sa quanto io ci tenga. E di certo ci avrei provato perché nutro una grande stima nei suoi confronti, come persona, come studioso e come divulgatore di successo.

Ascoltando le sue riflessioni ho però compreso le ragioni della sua scelta, che rispetto. Ragioni che si basano su dinamiche che a me per prima, ma direi a entrambi, non erano così chiare all’inizio di questa “avventura”. Jacopo ritiene di non avere nelle sue corde la capacità manageriale che invece ha scoperto come prioritariamente necessaria in questa delicata fase della Galleria Ricci Oddi recentemente diventata fondazione. Una trasformazione che abbiamo con impegno portato a termine proprio con l’intenzione di facilitare l’ingresso di finanziamenti privati che diano nuova linfa alla Galleria stessa. Perché il problema di questa grande istituzione piacentina è proprio questo: la mancanza di magnati che abbiano voglia di investire sul futuro del museo d’arte moderna più importante della città. La forma giuridica della fondazione di certo rende più agevole il percorso di chi abbia intenzione di investire nella Galleria, ma perché ciò avvenga è necessaria un’azione che probabilmente richiede competenze gestionali, amministrative, commerciali e politiche che Jacopo Veneziani non “sente” come sue. Lui è uno storico dell’arte. E che storico dell’arte, vien da dire! Il suo curriculum e la sua attività di divulgatore sui social e sulle tv nazionali parlano da sole, ma evidentemente non sono pienamente adatte alle esigenze attuali della Ricci Oddi.

Ho ritenuto che lo fossero ma ora, alla luce delle considerazioni che Jacopo ha condiviso con me, prendo atto che è forse necessario muoversi in una direzione diversa.

Una direzione che tuttavia non può ricalcare i modelli del passato, che speravamo di poter modificare in meglio; dev’essere una direzione che si basa su una presa di coscienza, seria e concreta, di cosa sia necessario affinché un museo del genere non solo resti in vita ma prosperi. E non possiamo certo basare le nostre strategie sul ritrovamento casuale di opere d’arte uniche al mondo, come è stato per il Klimt: un regalo inaspettato alla città. Dobbiamo essere consapevoli e guardare con onestà intellettuale la realtà dei fatti, ovvero che la Galleria Ricci Oddi non sembra essere al primo posto nella lista delle priorità dei piacentini, tranne quando si tratta di alimentare la polemica politica. Tant’è che, a parte qualche caso isolato, non si trovano magnati disposti a investire. Il contributo pubblico che il Comune dà al museo è cresciuto negli anni, anche sotto questa amministrazione, ma basta a malapena a tenere aperti i locali della Galleria (che andrebbero peraltro ristrutturati) e a pagare il poco personale che ci lavora. Serve altro, e per farlo servono figure con professionalità specifiche. E per potersene avvalere, servono fondi.

Se vogliamo che la Galleria Ricci Oddi esca dallo status di museo di provincia, può essere utile iniziare a pensare a un approccio come quello anglosassone che prevede strategie commerciali e di promozione tipiche di figure professionali specializzate. E tali figure, sia chiaro, non escludono la presenza di studiosi e storici dell’arte che si occupino delle collezioni, delle opere e di curare mostre ed eventi dal punto di vista artistico e storico. Ma di certo la parte artistica non può più vivere senza la parte di promozione. E la promozione, ormai è chiaro, richiede competenze ad hoc.

E’ un cane che si morde la coda: per attirare visitatori (Klimt a parte) serve promozione ma per fare promozione di qualità serve denaro e, prima ancora, servono personale e stanze museali consone, ristrutturate, perfette.

Sono riflessioni che sto condividendo dopo aver parlato con Jacopo dimissionario. Con il quale, ci tengo a ribadirlo, non ho mai avuto scontri. Tutt’altro: insieme abbiamo sempre ragionato con entusiasmo su come poter rendere più attraente la nostra splendida Galleria, su che iniziative si potessero mettere in campo. E contemporaneamente, insieme al Cda, si è lavorato duramente per il passaggio a Fondazione, che ha richiesto – come accennavo ieri – tempo ed energie.

E’ un peccato che Jacopo lasci l’incarico, ne sono tutt’ora convinta. Ma comprendo le sue motivazioni. Ora tocca a noi, come amministrazione, pensare a come andare avanti, alle scelte da fare. Non ho risposte immediate perché la notizia delle dimissioni è ancora fresca, ma di certo ci muoveremo al meglio delle nostre possibilità per il futuro della Galleria Ricci Oddi”.

 

COMMUNITYLOG: LO STUDIO DEI BISOGNI SOCIALI DEL POLO LOGISTICO

Si chiama “CommunityLog”, il progetto incentrato sullo studio e l’analisi dei bisogni sociali dei lavoratori del Polo logistico di Le Mose. Un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Comune di Piacenza, Confindustria, Confapi Industria e Confcooperative, con l’intento di costruire un quadro conoscitivo condiviso, approfondito e aggiornato: “Solo a partire dall’ascolto delle esigenze e delle priorità – sottolineano la sindaca Katia Tarasconi e l’assessora ai Servizi Sociali Nicoletta Corvi – possiamo intraprendere una serie di azioni concrete, che siano realmente incisive nel dare risposte mirate a rafforzare la coesione sociale, l’effettiva integrazione delle imprese e dei dipendenti della logistica con il territorio, perseguendo quello sviluppo sostenibile e inclusivo che è prioritario per conciliare qualità di vita e qualità del lavoro”.

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– 100 GIORNI: PIACENZA SI PREPARA AD ACCOGLIERE IL TOUR DE FRANCE

Mancano 100 giorni al grande evento del Tour de France del primo luglio. Piacenza si sta preparando con una serie di eventi che coinvolgeranno tutti cittadini: si parte sabato 23 marzo alle 16.30 in piazza Cavalli dove bambini e ragazzi saranno protagoniasti di un video promozionale. In sella alla bicicletta comporranno la scritta “Piacenza aspetta il tour de France”. All’evento parteciperà anche il campione di bike trial Vittorio Brumotti.

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DIMISSIONI VENEZIANI, SINDACA: “GLI CHIEDERÒ DI RIPENSARCI E RESTARE ALLA RICCI ODDI”

La prima cittadina interviene con una nota riguardo alle dimissione dalla presidenza della Ricci Oddi di Jacopo Veneziani. “Gli chiederò di ritirare le dimissioni, resto convinta che sia la persona giusta al posto giusto. In questo anno e mezzo si è dovuto occupare più di burocrazia che di arte”.

Ecco la nota

”Ho appreso solo questa mattina della decisione di Jacopo Veneziani di lasciare l’incarico di presidente della Galleria Ricci Oddi. Non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi con lui sulla scelta che ha preso e che per lui, conoscendo la passione che mette nel suo lavoro, dev’essere stata tutt’altro che semplice. Al momento non posso fare altro che prenderne atto con rammarico e con assoluto rispetto. Rammarico perché ero e sono tuttora convinta che un professionista dell’arte del calibro di Jacopo Veneziani avrebbe potuto e possa ancora dare un contributo determinante alla Ricci Oddi e, di riflesso, a tutta Piacenza. E’ mia intenzione chiedergli di ripensare alla sua decisione. E spero vivamente che lo faccia e che rimanga alla presidenza della Galleria. Comprendo la difficoltà di un incarico che, in questo anno e mezzo, ha portato Jacopo a doversi occupare più di complesse questioni burocratiche che di arte, della sua promozione e divulgazione, ovvero di ciò per cui è tra i più qualificati nel panorama nazionale. Questioni burocratiche tra le quali ad esempio il passaggio della Galleria a Fondazione, ma non solo, che hanno occupato la gran parte delle energie e del tempo del Consiglio d’amministrazione da quando Veneziani ha assunto la presidenza. In poche parole, il lavoro vero e proprio per il quale vedevo e vedo in lui la persona giusta al posto giusto doveva ancora iniziare. Ed è per questo che, lo ribadisco, gli chiederò di annullare le sue dimissioni”.

IN VIAGGIO PER IL MONDO IN BICICLETTA PER I DIRITTI UMANI DEL POPOLO SAHARAWI. SANNA E BENJAMIN VENERDI’ SARANNO A PIACENZA

Sono partiti il 15 maggio del 2022 da Gotenborg in Svezia e arriveranno nel Sahara occidentale l’anno prossimo. E’ il viaggio, in bicicletta, di Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa, due ciclisti svedesi difensori dei diritti umani. In sella alle bicilette, sono in viaggio per 30mila chilometri attraverso trenta paesi, per sensibilizzare le persone sulla questione del Sahara occidentale, l’ultima colonia dell’Africa.

Sanna e Benjamin, dialogano con governi, organizzazioni per i diritti umani, sportivi, docenti, studenti, giornalisti e cittadinanza di ogni paese che attraversano. Lo fanno pedalando da tre anni, instancabilmente, in giro per il mondo. Hanno già attraversato moltissimo paesi: dalla Svezia sono arrivati in Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Grecia, Turchia, Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Indonesia, Italia, Svizzera, Francia,
Andorre, Spagna, Portogallo, Algeria e Sahara Occidentale (arrivo previsto 2025).

Venerdì 22 marzo arriveranno anche a Piacenza per raccontare alla città la loro missione umanitaria: alle 21 presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano dove, in collegamento, interverrà anche Fatima Mahafud, rappresentante del fronte Polisario in Italia. Saranno in città anche sabato 23 marzo, alla Coop Infrangibile, a partire dalle 18.

Il 15 maggio 2022 sono saliti in sella con un obiettivo ben chiaro: gettare luce sul Sahara Occidentale occupato, l’ultima colonia africana. Il territorio è occupato illegalmente dal Marocco dal 1975 e i nativi saharawi stanno tuttora aspettando un referendum che darebbe loro l’indipendenza dal Marocco. Il quesito referendario è stato loro promesso dall’ONU e dal Marocco nel lontano 1991, ma ad oggi ancora non si è svolto.

Secondo l’ONU il Sahara Occidentale è la più grande colonia del mondo rimanente e, tuttavia, molti cittadini dei diciannove paesi visitati finora dai ciclisti non ne avevano mai sentito parlare fino all’arrivo di Sanna e Benjamin. Circa 200.000 saharawi vivono nei campi profughi in Algeria.

“Abbiamo parlato con famiglie in pena costante per i loro parenti incarcerati ingiustamente nelle prigioni marocchine nel Sahara Occidentale, sono preoccupati perché sanno che vengono torturati e, a volte, spariscono nel nulla  C’è un blocco mediatico quasi impenetrabile ed è per questo che sono davvero poche le persone a conoscenza della questione saharawi”.

“Accettando questa sfida estrema, pedalare per più di due anni consecutivi, – ha detto Benjamin –  speriamo che le persone che incontreremo ci diano ascolto, vorremmo usare il tempo che queste persone ci dedicheranno per parlare di un popolo sconosciuto protagonista di un conflitto altrettanto sconosciuto”.

 

LE TRAVERSIE DI GPS IN GIRO PER L’ITALIA. I CASI DI FOGGIA E TREVISO

A Foggia la sindaca Episcopo non esclude una cessazione del rapporto lavorativo con GPS, la stessa Global Parking Solutions che anche a Piacenza gestisce le soste blu ed è il l’interlocutore numero uno per il parcheggio di piazza Cittadella.
Motivo del malcontento i parcometri che da giorni non funzionano regolarmente, come riporta il quotidiano on line Foggia Today –  https://www.foggiatoday.it/economia/problemi-sosta-tariffata-gps-foggia-rischio-interruzione-contratto.html “gli utenti restano in balìa dei parcometri che fanno un po’ come gli pare – si legge sul sito – Per pagare un’ora di sosta o si inserisce la cifra esatta o tutto il di più viene fagocitato dalla macchina ‘mangiasoldi’ della Gps. E se ritardi a pagare la sosta, gli ausiliari ti puniscono imperterriti”. Questo ciò che accade a Foggia.
Analogie con quanto già denunciato da parecchi utenti anche nei parcometri di casa nostra che non accettano importi diversi rispetto alla precisa tariffa oraria.

A ciò si aggiunge la sentenza del tribunale amministrativo di Venezia che, dopo 10 mesi di contenzioso legale, ha segnato un ribaltone rispetto alla gestione della sosta a pagamento in città, assegnando l’appalto alla società ricorrente: Intercomp spa, lo riferisce il quotidiano La Tribuna di Treviso.
La gara avviata a inizio 2023 si era chiusa ad aprile dello scorso anno con con l’affidamento della fornitura ed installazione di un sistema tecnologico per la sosta al tandem di imprese costituito da Park it srl e Global Parking Solutions.
Ad opporsi alla decisione del comune – riporta La Tribuna – è stata la seconda azienda classificata, la Intercomp, che ha contestato l’assegnazione dell’appalto.
Ne è nato un ricorso che ha visto diverse udienze e nuove verifiche, fino all’udienza conclusiva a febbraio e alla sentenza di pochi giorni fa che ha cassato la graduatoria del Comune dando ragione a Intercomp affidandole l’appalto.
La contestazione principale avrebbe riguardato la documentazione riguardante il preventivo di costo per la sostituzione di tutti i sensori della sosta cittadina.
Il preventivo presentato dalla cordata di aziende vincitrici, tra cui anche Global Parking Solutions, riguardava il prezzo offerto dal fornitore ma per un altro parcometro e per un altro cliente; offerta che Park it aveva presentato come propria. Si tratta, quindi di un documento falso, hanno concluso i giudici.
Questi i fatti di Treviso.
A Piacenza, l’amministrazione è in attesa che GPS presenti i documenti per la bancabilità del cantiere in piazza Cittadella e che versi il canone della sosta 2023 per 1.037.000.000 euro.

OBIETTIVO BRT: RENDERE IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PIU’ ATTRATTIVO E COMPETITIVO

Il Bus Rapid Transit, meglio nota come metro leggera, è l’intervento pubblico che più impegna e, per certi aspetti spaventa, l’assessore Matteo Bongiorni, anche rispetto a ciò che sta accadendo o non accadendo al cantiere di Piazza Cittadella.
Il sistema di trasporto rapido di massa è concepito come una metropolitana di
superficie su gomma che prevede l’impiego di autobus elettrici ad alta capacità e frequenza, e che viaggia per lo più su apposite corsie preferenziali.
Un’opera di cui aveva chiesto il finanziamento la passata amministrazione presso il Ministero delle Infrastrutture, per il collegamento tra la stazione ferroviaria e il polo ospedaliero, inserita coerentemente nel piano urbano della mobilità sostenibile 26 milioni di euro, la somma concessa, di cui 14 destinati ai lavori e 4 all’acquisto dei mezzi.

RABUFFI, APP: “PIAZZA CITTADELLA E PALAZZO FARNESE ANCORA OSTAGGI DEL CANTIERE FANTASMA”

Tempi, costi e bancablità: il consigliere di ApP Luigi Rabuffi torna sulla complicata pratica di Piazza Cittadella che definisce una “telenovela”.

Difficile trattenere parole e considerazioni quando, di mezzo, c’è la pratica del parcheggio interrato di Piazza Cittadella. Non tanto per l’utilità dell’opera (ognuno ha le proprie idee e se le tiene), quanto per gli aspetti che dovrebbero garantirne l’effettiva realizzazione. In particolare: tempi, costi, bancabilità.
Elementi collegati l’uno all’altro, come un cane che si morde la coda.

Con la tempistica di realizzazione collegata all’avvio del cantiere. L’avvio del cantiere collegato all’ottenimento del finanziamento bancario (bancabilità). La bancabilità collegata, a sua volta, alle garanzie sull’effettiva realizzazione/attivazione dell’opera, in conseguenza dell’avvio del cantiere.
Una matassa intricata e difficile da sbrogliare, specie se a latitare, come sembra, è la volontà dell’Amministrazione.
L’esempio di questo presunto lassismo (o pigrizia) istituzionale, è ben rappresentato dall’atteggiamento tenuto nei confronti del Concessionario dei parcheggi di superficie (stalli blu) per il mancato versamento, a favore del Comune, del canone minimo garantito per l’anno 2023. Un ammanco
ufficializzato dalla stessa Amministrazione, che lo scorso 12 marzo, rispondendo ad un accesso agli atti di ApP, confermava che “…al momento non risulta che il Concessionario abbia provveduto a regolarizzare il versamento richiesto di € 850.000,00 oltre IVA 22%, per un totale di € 1.037.000,00.”
Affermazione che, a 40 giorni dall’avvenuta scadenza (31/01), risulta perlomeno imbarazzante.

Ma, a parte l’imbarazzo, questa situazione rappresenta soprattutto un problema. Perché stiamo parlando dello stesso soggetto che dovrebbe realizzare il parcheggio interrato all’ombra di Palazzo Farnese e che, proprio per finanziare l’opera, ha ottenuto dal Comune di Piacenza una riduzione del
canone concessorio 2023, al netto di IVA, da € 1.200.000,00 a € 850.000,00 grazie al “Riequilibrio del Piano Economico Finanziario – PEF” deliberato dal Consiglio Comunale il 31/07/2023 e poi confermato dall’art. 3 dell’Atto Aggiuntivo del 22/12/2023.
Uno “sconto” importante su introiti già incassati dal Concessionario grazie alle tante “monetine” inserite nei parcometri cittadini, durante l’anno 2023, da piacentini e turisti. Nonostante ciò l’Amministrazione comunale – pur detenendo agli atti una polizza fideiussoria a garanzia del pagamento minimo garantito per un importo di € 1.200.000,00 annui (altra informazione fornita
dagli uffici comunali) – non ha ancora ritenuto di escutere la fideiussione recuperando, a bilancio, quanto spettante. Come mai?
Più intricato, risulta il problema del finanziamento bancario, la cosiddetta “bancabilità”. Elemento essenziale per la consegna dell’area di cantiere e per l’avvio dello stesso, nonché obbligo espressamente previsto dal “cronoprogramma”, parte integrante dell’Atto Aggiuntivo sottoscritto il 22/12/2023 rep. 14832.
Un obbligo apparentemente non assolto dal Concessionario nei tempi originariamente previsti, tanto da spingere il Comune (in data 05/02/2024, con nota prot. 19409) all’avvio del procedimento di risoluzione contrattuale per grave inadempimento, ai sensi dell’art. 1455 del Codice civile. Procedimento che il Comune provvedeva – su autorevole istanza del Concessionario – ad archiviare il 4 marzo scorso, quando lo stesso Concessionario rendeva noto lo “stato avanzato” del procedimento di valutazione creditizia da parte di un Istituto Bancario.
Notizia, quest’ultima, sicuramente interessante, ma insufficiente a svelare i tempi effettivi di avvio del cantiere. Anche perché, per il buon esito dell’operazione di finanziamento e in particolare per l’integrale copertura del fabbisogno finanziario, veniva richiesto l’intervento di un’altra banca, di origine autoctona, che aveva manifestato interesse nell’operazione, riservandosi di comunicare le proprie decisioni al riguardo.

E così, in attesa che le due banche decidano il da farsi, dettando i tempi di un nuovo, ipotetico, cronoprogramma, Piazza Cittadella e Palazzo Farnese continuano ad essere ostaggio di un “cantiere fantasma” che forse apparirà o forse no. Davanti a questa ingarbugliata situazione, prima che la voragine del parcheggio interrato inghiottisca tutto e tutti, non resta che escutere la fidejussione e almeno recuperare dal Concessionario gli € 850.000,00 relativi al canone minimo garantito per anno 2023. Non come ritorsione ma per gli impegni liberamente assunti dalle parti e, soprattutto, per il rispetto che
si deve ai cittadini/contribuenti. Gli stessi che da gennaio scorso, quantunque favorevoli o meno al parcheggio interrato di Piazza Cittadella, si trovano a pagare mediamente il 50% in più per sostare negli stalli “blu”, così finanziando la realizzazione del “misterioso” parcheggio, il cui costo attualmente
previsto (quasi 15 mln. € per 255 posti, di cui 50 in libera vendita) quota la bellezza di 58.000 € circa per posto auto. Non male…

Comunque sia, in attesa di ulteriori novità, la telenovela su “I misteri del parcheggio interrato di Piazza Cittadella” continua. Intrighi e colpi di scena, di certo, non mancheranno.
Guai a perdersi la prossima puntata…