LA DISCUSSIONE SUL PIANO DEL TRAFFICO PARTE A RALLENTATORE. LUNEDI’ PROSSIMO IL VOTO

Del nuovo Piano Urbano del Traffico, quello che detterà le linee in tema di viabilità per i prossimi due anni, si avrà certezze solo nella prossima seduta consiglio, lunedì 22 settembre. A dirla tutta, l’andazzo a rilento si era percepito già dai primi interventi; poi la sospensione di circa 15 minuti della presidente Paola Gazzolo lo ha confermato.

Complessivamente le controdeduzioni sono 152, di queste 17 inammissibili; delle 135 da discutere ne sono state trattate 80. L’assessore Bongiorni ha illustrato la linee principali del piano “nel Put si sono selezionare quelle azioni che devono trovare massa a terra nella consapevolezza di aver limitato alcune azioni che, se tecnicamente previste e condivise, nei due anni dobbiamo cercare di selezionare quelle più utili. Un Comune come quello di Piacenza non riuscirà a scaricale a terra tutte quante, perché la valorizzazione economica è superiore a 11 milioni di euro, stimati nel caso venisse applicato totalmente”; il consigliere di ApP Luigi Rabuffi ha sottolineato come “le 152 osservazioni dimostrano il grande interesse dei cittadini sui temi centrali della mobilitò e del traffico. Osservazioni che avrebbero tutte diritto di cittadinanza: una pianificazione tanto complessa che giustifica la presentazione di azioni condivisibili nel merito e agibili sullo strumento di pianificazione adeguato”.

E’ stata la consigliera Barbieri a proporre all’aula di modificare la prosecuzione dei lavori, decisa nella riunione di capigruppo la settimana precedente. “In questo modo la discussione generale diventa inutile – ha detto – perché non entra nel merito delle osservazioni che invece sono fondamentali. Utilizziamo allora il tempo per discutere delle singole osservazioni”. Proposta condivisa anche dal capogruppo PD Andrea Fossati. E’ stato invece il capogruppo si ApP Stefano Cugini ad interrogare l’aula “mi domando a cosa servano le riunioni dei capigruppo se poi quanto deciso viene sempre ribaltato? Perché questa esigenza non è uscita nella sede opportuna?”.

Dopo un’ora e mezza di seduta dunque, la presidente del consiglio Gazzolo ha deciso di riunirsi coi capigruppo per decidere la nuova modalità di discussione che riprenderà dall’osservazione numero 80 che non è stata votata.

AREA 5: AL VIA LE INDAGINI PRELIMINARI PER EVENTUALI REPERTI NEL SOTTOSUOLO

Questa mattina sono partite le indagini preliminari nell’Area 5, ovvero la zona destinata a ospitare il nuovo ospedale di Piacenza. Si tratta di attività preparatorie alla realizzazione dell’opera, richieste dalla normativa per verificare l’eventuale presenza di reperti storici o archeologici nel terreno individuato.

La necessità di effettuare sondaggi preventivi era emersa anche durante la Conferenza dei servizi tra Comune e Azienda, svoltasi a fine febbraio. A supporto dell’intervento, l’Azienda ha predisposto una relazione che ha ottenuto il via libera anche dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.

L’attività in corso prevede lo scavo di 24 trincee, ciascuna lunga circa 50 metri, con una profondità variabile da 1 a 2 metri. Le indagini proseguiranno indicativamente per questa settimana, con la possibilità di estendersi anche alla prossima. I lavori si stanno svolgendo in accordo con i proprietari del terreno (che si ringrazia per la disponibilità) con la consulenza dell’archeologo dottor Luca Fornari e con l’autorizzazione della Soprintendenza.

ASSOCIAZIONE VITA IN CENTRO: “BASTA INTERVENTI SPOT, SERVE MAGGIORE PROGRAMMAZIONE”

Interventi strutturali per rilanciare il cuore di Piacenza di cui fa parte anche il commercio: è la richiesta che arriva forte dall’associazione Vita in Centro rivolta all’amministrazione. Nella nota viene confermata una la situazione di sofferenza che vive il commercio in città, che “che non può essere affrontata
con iniziative episodiche o interventi tampone”. Per questo l’associazione chiede “una strategia organica e di lungo periodo, capace di restituire bellezza, vivibilità e attrattività al cuore della città. Gli eventi, pur importanti per animare le vie nei giorni di svolgimento, non bastano da soli”.

Ecco alcune priorità a cui fa cenno l’associazione: decoro e arredo urbano che passa per una “illuminazione adeguata e arredi urbani più accoglienti. Occorre dire basta ad interventi a spot non coordinati fra loro e invece pensare ad un design complessivo, per restituire carattere ed armonia al centro; troppe piante in vaso vengono lasciate “morire di sete” e questo contribuisce a trasmettere un’immagine trascurata del centro. Servirebbe pensare alla creazione di un’area cani all’interno delle mura”. Altro tema è quello della pulizia e rifiuti “Il nuovo sistema di raccolta rifiuti, con bidoni e bidoncini collocati in pieno centro storico, non solo non contribuisce al decoro, ma peggiora la qualità degli spazi pubblici”; valorizzazione culturale, “Piacenza vanta un patrimonio di circa 200 palazzi risorgimentali, una ricchezza superiore a quella di molte città vicine, e istituzioni d’arte come la Galleria Ricci Oddi, poco conosciute anche dai piacentini. Il centro deve diventare un museo a cielo aperto, con percorsi che guidino cittadini e turisti alla scoperta di questo tesoro diffuso; università e giovani al fine di riportare funzioni universitarie in centro; viabilità e parcheggi, “a fronte dello stallo del cantiere di
piazza Cittadella, occorre pensare a soluzioni concrete e attuabili rapidamente,
ad esempio sfruttando spazi in uso al Genio Pontieri con un accordo con il
ministero della difesa o trovando una soluzione per utilizzare un’area all’interno
dell’ex laboratorio Pontieri. In parallelo serve una revisione degli orari della Ztl e
del carico-scarico merci, insieme a una migliore segnaletica dei parcheggi già
esistenti. La pedonalizzazione graduale di alcune aree può avere un senso ma
solo se accompagnata da un piano organico di rafforzamento dei parcheggi”; sicurezza, “molti commercianti non si sentono sufficientemente protetti, occorre garantire una risposta rapida ed efficace agli episodi di microcriminalità ma anche far rispettare le regole che ci sono: possibile che biciclette elettriche non omologate e monopattini sfreccino anche nelle aree pedonali, come via XX Settembre, senza nessuno intervenga con un controllo efficace?”; rilancio in termini di qualità del mercato bisettimanale e infine puntare su iniziative che attraggano visitatori anche da fuori Piacenza “alcune manifestazioni risultano poco incisive e troppo autoreferenziali” puntando sulle collaborazioni con il conservatorio Nicolini, Il Consorzio Vini o il Consorzio Salumi, “serve una programmazione annuale delle iniziative, una maggiore visibilità degli eventi e soprattutto un palinsesto condiviso, costruito insieme ai diversi attori del territorio e capace di valorizzare storia, cultura e tradizioni della città. Il centro storico di Piacenza ha enormi potenzialità – conclude la nota – ma servono scelte coraggiose. C’è la necessità (anche attraverso organismi e tavoli già esistenti) definire un piano pluriennale di riqualificazione.
L’obiettivo non è solo difendere le attività esistenti, ma costruire insieme una città che sappia attrarre visitatori, studenti, nuove imprese e investimenti. Perché un centro più bello, vivibile e sicuro è un beneficio per tutti i piacentini”.

SADAF BAGHBANI: “SPERO DI ESSERE VIVA QUANDO L’IRAN SARA’ LIBERO E DI POTERLO RIVEDERE”

Sadaf Baghbani è una giovane donna iraniana di Teheran; nel novembre del 2022 uscì per andare alla cerimonia in ricordo di una ragazza uccisa; la polizia per disperdere la folla iniziò a sparare, Sadaf fu colpita in diverse parti del corpo, sul viso, sulle gambe e sul torace; 147 pallini di piombo. Dopo un anno di sofferenza ha deciso di lasciare la sua terra e di raggiungere l’Italia.
Insieme a Mahmood Amyri Moghaddam, è stata ospite del Festival del Pensare Contemporaneo, nell’incontro vita e libertà a Teheran. Amyri, fondatore di Iran Human Right, è convinto che l’unica minaccia per il regime siano le proteste delle giovani donne e dei giovani uomini.

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PIACENZA SI CANDIDA A CAPITALE EUROPA DELLA CULTURA 2033: L’ANNUNCIO AL TERMINE DEL FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO

L’annuncio è arrivato al termine della cerimonia di chiusura della terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo. Sull’onda dell’indiscusso successo della kermesse è stata una sindaca emozionata, affiancata dal vice presidente della regione Vincenzo Colla, ad annunciare la candidatura di Piacenza a Capitale Europea della Cultura 2033.

Il percorso è impegnativo. Nel 2026 uscirà il bando europeo; nel 2027 saranno scelte le città finaliste, e la nomina della vincitrice arriverà tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028. Un’occasione che piacenza ha deciso di darsi, forte di una crescita culturale che negli ultimi anni, grazie anche al Festival del Pensare Contemporaneo, si è fatta sentire. Anche questa terza edizione, appena conclusa, non è stata da meno: oltre 200 eventi, 80 ospiti internazionali hanno portato la città a riflettere, guardarsi dentro e provare a guardare oltre gli steccati della propria zona di confort, mettendo in luce debolezze e fragilità.
E come ogni anno, anche in questa edizione si è pensato di conferire il premio del pensare contemporaneo ad una figura internazionale; quest’anno sul palco lo scrittore cileno Benjamin Labatut.

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QUANDO LE PAROLE SONO PARTE DEL CONFLITTO STESSO. SALA E RUDENKO EMOZIONANO PALAZZO GOTICO

Entrambe concordano che le parole fanno parte del conflitto stesso, del suo racconto e della sua essenza; Olga Rudenko, direttrice del quotidiano Kyiv Indipendent, si è trovata a raccontare la guerra che ha violentemente invaso la sua terra, l’Ucraina; Cecilia Sala invece si reca nei luoghi dei conflitti, in Medio Oriente, e racconta le storie di chi vive la guerra sulla propria pelle. Sono state accolte a palazzo Gotico da un pubblico numerosissimo e attento nell’ambito del Festival del Pensare Contemporaneo.

LAVORO: ECCO PERCHE’ I GIOVANI PIACENTINI NON SI ACCONTENTANO

Tasso di occupazione superiore rispetto alla media nazionale, disoccupazione tra le più basse d’Italia, velocità nel reperimento di opportunità di lavoro; dall’altra parte retribuzioni considerate insufficienti, difficoltà a trovare casa e lavori in linea con le proprie vocazioni, preoccupazione rispetto dell’instabilità lavorativa. Sono i dati principali emersi dall’indagine sistematica sul rapporto giovani e lavoro del comune e redata dal laboratorio di economia locale dell’università cattolica. Lo studio, quali-quantitativo, ha coinvolto oltre 2.500 ragazze e ragazzi ed evidenzia luci e ombre.

Dai dati emerge una platea giovanile che chiede stipendi adeguati, prospettive di carriera e conciliazione vita-lavoro, con una forte preferenza per l’autonomia professionale. Emerge un tasso di giovani inattivi che conta la presenza di circa 1.800 persone sul territorio comunale, ma resta comunque tra i più bassi in Italia. Intorno al 40% del campione dichiara di voler lasciare Piacenza nei prossimi anni alla ricerca di maggiori opportunità, anche se il giudizio in merito alle iniziative rivolte ai giovani a livello locale è molto positivo e traccia un trend in crescita negli anni.

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IL DIALOGO SPIRITUALE TRA SPADARO E PISTOLETTO: ARTE E RELIGIONE SI FONDONO PER CREARE QUALCOSA CHE NON ESISTEVA

Il maestro Michelangelo Pistoletto e il gesuita Antonio Spadaro in dialogo alla ricerca di qualcosa che ancora non esiste. Il libro Spiritualità, che pone questi due personaggi uno di fronte all’altro, cerca di fondere arte e religione per arrivare ad un’entità nuova e particolare capace di compensarsi l’una con l’altro, superando quel concetto per cui l’arte era a servizio della religione; concetto che con la modernità è stato ampiamente valicato.

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ANTONIO SCURATI E IL RITRATTO DI “M. ARCHETIPO DEL LEADER POPULISTA”

Lo ha accolto una piazza Cavalli gremita, attenta e silenziosa: Antonio Scurati ha chiuso la prima giornata del Festival del Pensare Contemporaneo rispondendo alle sollecitazione di Andrea Colamedici su M. Il figlio del secolo, il primo volume che gli è valso il premio Strega nel 2019, della saga di cinque volumi dedicati a Mussolini. “Nessuna comicità nella figura di Mussolini, questo porterebbe ad una sottovalutazione del suo ruolo storico. Il fascismo non è stata una commedia, ma una tragedia che ha steso la sua scia di sangue sulla storia dell’Italia fino ai giorni nostri. M inoltre non è stata una figura ridicola e insignificante, io dico che purtroppo è stato uno dei personaggi più lungimiranti e abili del suo tempo: ad esempio le sue intuizioni sul rapporto con le masse, che sono ancora valide oggi”.

Poi una lunga riflessione rispetto al corpo posto al centro che rappresenta “anche un abbassamento del livello della comunicazione, il messaggio passa così da pancia a pancia e non più da testa a testa. Non passa più attraverso il ragionamento ma a dominare sono le vibrazioni di tipo corporale. Le conseguenze sono disastrose, all’epoca di M l’offerta del proprio corpo al popolo significa la sua trasformazione in una massa di succubi in grado solo di venerare il capo, oppure di scannarlo e distruggerlo. Esattamente come poi è andata la storia”.

Un altro tema affrontato quello del tradimento e della vergogna come elementi costitutivi del fascismo “i miei libri sono contro lo stereotipo che i fascisti sono sempre gli altri. “Il mio lavoro si sforza di respingere questa interpretazione farlocca per cercare di fare i conti fino in fondo con il fascismo, cosa che non è mai successa realmente nel nostro paese e lo dimostrano gli eventi politici degli ultimi anni. Gli italiani i conti col fascismo non li hanno fatti fino in fondo”.

“Il fascismo è stata un’invenzione italiana che si è poi propagata nel mondo, noi italiani siamo stati fascisti e lo siamo stati in tanti. Allora ho scelto di raccontare questa storia italiana e il suo lato oscuro. Ho ribaltato la prospettiva raccontando da antifascista il fascismo dall’interno. M fu un maestro di menzogne dal primo all’ultimo giorno. A partire dalla questione della violenza”.

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BIANCONI, BAUSTELLE: “NELLA MUSICA NON C’E’ PIU’ DEMOCRAZIA. LA COLPA E’ DEGLI ARTISTI”

Si sono alternati sul palco di piazza Cavalli tra talk e musica, le cantautrici e i cantautori più influenti del panorama musicale del momento che hanno raccontato come, attraverso le parole delle canzoni, ci si può esporre e svelare. Tra brani storici e ultimi singoli si sono esibiti Francesco Bianconi dei Baustelle, Anna Castiglia, Emma Nolde, Giulia Mei, N.A.I.P. e NAYT.

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