APP: “LA SINDACA DIA AL CONSIGLIO COMUNALE E AI CONSIGLIERI IL RUOLO CHE MERITANO”

Alternativa per Piacenza già nel 2023 levò forte la propria voce a difesa delle prerogative del Consiglio Comunale e del ruolo fondamentale dei Consiglieri eletti. Esprimemmo sin da allora la nostra forte preoccupazione sullo svilimento dell’organo centrale di amministrazione e governo della città, appunto il Consiglio Comunale, le cui avvisaglie si erano intraviste già dalla seduta di insediamento del nuovo Consiglio Comunale, dove la doverosa e rispettosa forma istituzionale era stata bollata come inutile “Liturgia” da parte del primo cittadino.

Attraverso l’intervento dei nostri Consiglieri, si è più volte ricordato che il Consiglio Comunale non è un organo al servizio dell’esecutivo, bensì un organo dotato di totale autonomia, con prerogative e regole di funzionamento consolidate e modificabili solo dallo stesso.
Evidentemente gli ultimi avvenimenti su Piazza Cittadella hanno preoccupato anche alcuni Consiglieri di maggioranza che, meglio tardi che mai, si accorgono della poca considerazione che questa Amministrazione riserva anche a loro oltre che a quelli di minoranza.
Purtroppo, oggi ci si accorge, colpevolmente, dell’opera di “disintermediazione” nei rapporti con i cittadini, che la Sindaca in primis ma in realtà tutta la propria giunta ha rivendicato sin dall’inizio del proprio mandato.
È storia di questa Amministrazione anticipare temi e decisioni della Giunta alla stampa e ai cittadini senza che vengano preventivamente sottoposti all’attenzione e al dibattimento in Consiglio Comunale, così come sono purtroppo evidenti agli occhi di tutti i silenzi e le omissioni che più volte sono state frapposte alle domande dei Consiglieri e che poi trovavano il loro seguito sulle notizie di cronaca. Beh, inutile dire che lo avevamo denunciato, inascoltati, in epoca non sospetta e al di fuori di qualunque polemica su situazioni contingenti.

Bene, comunque, che oggi qualche voce di fastidio si levi anche dai banchi della maggioranza. Voci che ci auguriamo non rimangano solo semplici distinguo ma impegno a pretendere che al Consiglio Comunale e ai suoi membri venga finalmente ridato il ruolo che gli spetta.
Anche perché, i fatti lo dimostrano una volta di più, la linea della donna/uomo soli al comando lede il rapporto dei cittadini con la politica, rischiando di far passare quel che si crede decisionismo come nient’altro che arroganza. È ora che la politica, quella bella, fatta di confronto, discussione e trasparenza torni a farla da padrona.
Per il bene dei partiti, dei cittadini e di Piacenza tutta.
Visto anche il prossimo appuntamento elettorale, ce lo auguriamo di cuore.

 

RABUFFI APP, SU CASO VEZZULLI: “OGNI EURO DEI PIACENTINI ANDREBBE SPESO CON PARSIMONIA, IL CONTRARIO DI QUANTO STA AVVENENDO CON QUESTA VERTENZA”

Il consigliere comunale di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi interviene su caso Vezzulli, in particolare dopo l’ultima sentenza del 4 agosto in cui il Tar di Parma ha accolto il ricorso dell’avvocatessa.

Ho atteso qualche giorno nel commentare la notizia relativa alla sentenza del TAR Emilia-Romagna n. 348/2025 del 4 agosto scorso “Avv. Vezzulli vs. Comune di Piacenza” (o viceversa), per evitare dichiarazioni “di pancia”, notoriamente avventate. Oggi, con serenità, desidero esprimere – come rappresentante di una forza politica (Alternativa per Piacenza) che crede fermamente nel rispetto delle Istituzioni e dei lavoratori – il fastidio assoluto per quanto sta avvenendo. In particolare, per il comportamento del Comune di Piacenza.
Ma facciamo un pò d’ordine…
Il resoconto (tralasciando tutto il pregresso) ci riporta al 14 luglio scorso, quando il Consiglio Comunale è stato chiamato a votare l’ennesimo debito fuori bilancio riguardante la “vertenza” Vezzulli.
Un debito di € 7.299,36 derivante dalla sentenza del TAR di Parma n. 106/2025 (pubblicata il 14/03/2025) che sul tema “Avvocatura” ha condannato il Comune di Piacenza al pagamento delle spese di lite a favore della ricorrente.
Come noto, sull’argomento “Avvocatura” sono sempre stato molto critico. Lo sono da quando il Comune di Piacenza ha deciso (questa è una mia sensazione) di individuare nella storica Dirigente Coordinatrice dell’Avvocatura Comunale, Avv. Elena Vezzulli, il “capro espiatorio” di tutti i mali del mondo. E ciò, per strana coincidenza, proprio a valle della scoperta della fidejussione falsa prodotta a copertura dei canoni dei parcheggi di superficie. Con il Consiglio Comunale, e in particolare la Commissione Consiliare n. 5, trasformati in un ring dialettico, dove i “colpi bassi” fra le parti non sono certo mancati. Nell’ambito di questo scontro le mie critiche hanno sempre riguardato – in particolare – l’aspetto economico. Più puntualmente: il dispendio di risorse comunali sperperate per sostenere tesi difficilmente comprensibili. Risorse comunali che naturalmente provengono dalle tasche dei piacentini. E quindi, anche dalle mie. Non solo. Ancor più fastidioso e inaccettabile, mi è apparso il comportamento del Comune di Piacenza nel momento in cui l’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (UNAEP) ha preventivamente messo in guardia l’Amministrazione dagli errori che la stessa si accingeva a compiere, facendo leva sul buon senso istituzionale.

ALLERT e “buon senso” colpevolmente ignorati.
Il finale della vicenda processuale si è quindi tradotto in una sentenza del TAR contro il Comune di Piacenza che ha avuto un’ampia eco nazionale. Sentenza pubblicata – quale importante fonte giurisprudenziale – sui principali canali informativi giuridici.
Sentenza che – a detta di UNAEP – “restituisce dignità e giustizia riconoscendo i principi cardine dell’intera categoria degli avvocati dipendenti”.
Nonostante la evidente “batosta” il Comune di Piacenza ha insistito deliberando in “men che non si dica” di proporre appello al Consiglio di Stato (con Delibera di Giunta n. 70 del 01/04/2025), così prevedendo una nuova spesa per gli incarichi esterni di difesa pari a € 31.783,39 oltre a € 975,00 di
contributo unificato.
Peccato che in attesa dell’appello, la vicenda ha avuto nuovi sviluppi. E li ha avuti perché – se sbagliare è umano e perseverare è diabolico – continuare a insistere nell’errore è masochistico.
E così, a fronte di scelte organizzative difficilmente comprensibili da parte del Comune di Piacenza, il 4 agosto scorso il TAR Emilia-Romagna, con sentenza n. 348/2025, ha NUOVAMENTE dato ragione all’Avv. Vezzulli (e torto al Comune), per di più utilizzando – nella prosa utilizzata – termini davvero pesantissimi. Veri e propri macigni.
Il Collegio giudicante ha infatti dichiarato espressamente che “… gli atti censurati, … sono elusivi di quanto disposto nella sentenza di questa Sezione n. 106/2025, e ciò in quanto, pur provvedendo formalmente a dare esecuzione alle statuizioni della sentenza, in realtà l’Amministrazione ha perseguito l’obiettivo di aggirarle dal punto di vista sostanziale ed è in tal modo giunta
surrettiziamente allo stesso esito già ritenuto illegittimo.”

Scontata la condanna del Comune, che pertanto viene obbligato dalla sentenza a provvedere in tempi brevi ad adottare le misure organizzative necessarie a garantire autonomia e indipendenza all’Avvocatura civica, nel rispetto di quanto statuito dalla precedente pronuncia n. 106/2025 e di
quanto ribadito nell’ultima sentenza. Con l’aggravante che la nomina di un Commissario “ad acta”, in caso di eventuale inerzia dell’Amministrazione, viene prevista espressamente dal Collegio giudicante su rituale richiesta della ricorrente.

Non vado oltre. La sentenza è pubblica e chiunque può leggerla.
E’ chiaro che molto probabilmente il comportamento del Comune comporterà, vista la durezza della sentenza, ulteriori costi a carico dei piacentini, in quanto la decisione sulle spese di lite resta riservata alla sentenza definitiva, che seguirà. Auguriamoci almeno che il Comune ammetta i propri errori e non ricerchi, testardamente, un ulteriore appello in Consiglio di Stato risparmiandoci un ulteriore salasso. Salasso che si aggiungerebbe ai tanti soldi già spesi e a quelli che si spenderanno per la difesa dell’Ente nelle cause collaterali e, presumibilmente, per l’eventuale risarcimento dei danni professionali, morali, materiali, di immagine, etc… che saranno definiti prossimamente a favore della ricorrente.
Chiudo qui la puntata di oggi.
Spero proprio, da piacentino e da rappresentante delle Istituzioni, che questa Amministrazione cominci davvero a fare politica a favore dei piacentini e non continui a perseverare, per partitopreso, nei costosi errori.
A meno che, chi siede sulle poltrone più ricche di Palazzo Mercanti, non decida di pagare di tasca propria.
Ma questo, mi sarà detto, non rientra tra le possibili opzioni…

“ESCALATION DI VIOLENZA E VENDETTA DESTINATA A FINIRE IN TRAGEDIA. QUESTA DERIVA VA FERMATA”

Alternativa per Piacenza denuncia la brutale aggressione di mercoledì scorso a danno di alcuni giovani cittadini. Come riportano le cronache, un gruppo di persone, vestite di nero come fossero in divisa, ha assalito due ragazzi stranieri, spedendoli all’ospedale.. Un episodio grave, un’aggressione organizzata che ricorda le squadracce fasciste, purtroppo nel solco delle sempre più frequenti manifestazioni di intolleranza e vandalismo. I social sono un proliferare di volgarità xenofobe e nostalgiche; su muri, monumenti, panchine compaiono svastiche e scritte ingiuriose. È una deriva che va fermata, prima che ogni pretesto sia valido per applicare la legge della strada, in una escalation di violenza e vendetta destinata a finire in tragedia. Sostituirsi alle forze dell’ordine, pretendendo di imporre il decoro e il rispetto delle regole a cinghiate, significa confondere il patriottismo con la delinquenza spiccia. Farsi giustizia da soli, in una società civile, è da criminali, da qualunque parte la si veda.

Esiste un problema sicurezza, il degrado è diffuso. La responsabilità coinvolge però cittadini di ogni specie. Discriminare addossando colpe è parte del problema, benzina gettata sul fuoco. Se il nemico per qualcuno resta “lo straniero” o “il diverso”, noi allora siamo diversi e stranieri, non ci riconosciamo in questa sottocultura fascista e razzista, che la nostra Costituzione relega all’abominio.

L’antifascismo è oggi un dovere ancora più forte, che sarebbe in capo, di fronte a episodi di così chiara matrice, anche a quei politici locali che strizzano l’occhio a certi ambienti. È il tempo di prendere distanze in modo chiaro, il tempo della responsabilità e della fermezza, prima che ci scappi il morto. In un mondo che sembra andare a pezzi, difendere la democrazia, la pace sociale e la sicurezza di tutte e tutti – a partire dalle persone più vulnerabili – è oggi un dovere che deve unire oltre ogni appartenenza.

SI INFIAMMA IL DIBATTITO SU CITTADELLA. CENTRO DESTRA “LA PIAZZA E’ DISTRUTTA”, APP “

Il cantiere è fermo da mesi e le reazioni della politica infiammano il dibattito intorno a piazza Cittadella. Il tema è uno di quelli che viene sempre fuori; che siano le comunicazione in consiglio oppure le interrogazioni dei consiglieri, ma ci sono periodi in cui si affaccia prepotentemente nel dibattito pubblico. Come in questo caso. Le parole della sindaca al quotidiano Libertà che ha definito lo stallo “inaccettabile” confermando di essere arrivati ad un bivio a causa dei troppi e, forse ingiustificati, ritardi, hanno scatenato le opposizioni.
Primi i gruppi di centro destra, Fratelli d’Italia, civica Barbieri Liberi e Lega, che definiscono “sorprendenti” le dichiarazioni della prima cittadina: “due erano i momenti in cui procedere alla risoluzione del contratto: quando emerse la falsa fideiussione e quando il concessionario non depositò, entro certi tempi, la famosa bancabilità”.
Ma c’è di più, fanno notare: “già l’amministrazione Barbieri, il 13 giugno 2022, pochi giorni prima dell’insediamento della nuova giunta di centro sinistra, aveva emesso una formale notifica dell’avvio della procedura di risoluzione per inadempimento contrattuale, frutto – si legge nella nota – di un approfondito lavoro tecnico e politico condotto dal tavolo interassessorile, coordinato dall’Avvocato Vezzulli e dall’allora Vicesindaco Elena Baio”. Perché l’archiviazione di quel percorso, si chiedono i capigruppo di centro destra? E l’affondo finale: “il Sindaco ha compreso solo ora il rischio di arrivare alle elezioni del 2027 con una Piazza Cittadella devastata e cerca tardivamente di correre ai ripari. Ma è troppo tardi: la piazza è distrutta, le attività commerciali sono allo stremo, i residenti esasperati, il centro storico impoverito”.

Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia parla di “amministrazione senza visione”, Ammettere il fallimento non è una resa: è un atto di responsabilità verso la città. Chi si candida a governare deve saper prestare ascolto e non ignorare allarmi importanti come quelli ricevuti su Piazza Cittadella”.

Ha un tono diverso il comunicato stampa di Alternativa per Piacenza che, si rivolge anche ai colleghi di opposizione, ribadendo la contrarietà, fin dal principio al progetto del parcheggio interrato, evidenziandone da subito le innumerevoli criticità, attraverso conferenze stampa e interventi in consiglio comunale. “Non sorprende – si legge – che la questione di Piazza Cittadella da tempo scateni, chi da destra, cerca di utilizzare la vicenda per i propri fini politici in vista delle prossime elezioni amministrative. Fa parte di un certo modo di far politica che non appartiene ad Alternativa per Piacenza. continueremo ad agire nell’ambito Istituzionale come fatto sino ad ora, auspicando maggiore ascolto su una partita la cui soluzione appare ancor più complessa di prima e che rischia di lasciare in eredità alla città un’area ulteriormente compromessa. E conclude “È il momento di farsi trovare pronti, iniziando a valutare soluzioni alternative e veramente condivise per una volta con la città, evitando di dover pagare un prezzo ancor più alto di quello già pagato”.

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APP, AVS, PRC SU INCHIESTA AUSL: “SUBITO LA CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE 5”

Alternativa per Piacenza, insieme a Alleanza Verdi e Sinistra e Rifondazione Comunista, interviene sull’inchiesta che coinvolge l’Ausl e chiede che venga convocata la Commissione consiliare 5.

Subito la convocazione della Commissione 5 “Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità”: il Consiglio Comunale venga informato sull’inchiesta che coinvolge i vertici dell’AUSL locale”

Alla luce dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge i vertici dell’Azienda Sanitaria Locale, riteniamo di estrema urgenza la convocazione immediata della Commissione 5 “Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità” del Consiglio Comunale di Piacenza.
È necessario aprire uno spazio di maggiore confronto sulla situazione nella quale attualmente versa la gestione della nostra Azienda Sanitaria Locale e il suo sistema di controllo. Ciò non solo in seguito ai più recenti fatti che l’hanno coinvolta, ma soprattutto in vista della costruzione del Nuovo Ospedale attraverso un partenariato pubblico-privato, che in assenza di un robusto sistema di controllo interno potrebbe esporre ad ulteriori criticità. Un’opera che, ricordiamo, prevede un investimento complessivo superiore ai 300 milioni di euro..

Riteniamo che, in questo difficile e critico momento, il Consiglio Comunale abbia il dovere, oltre che il diritto, di essere coinvolto in ogni fase dell’iter con tempestività e che un confronto nel merito delle decisioni sia non più rimandabile.
Vorremmo evitare il ripetersi di situazioni che hanno visto il nostro Consigliere Luigi Rabuffi di fatto costretto ad abbandonare la Presidenza della Commissione 5 ad Agosto 2023, in aperta polemica con l’Amministrazione, a poche ore di distanza dal voto del Consiglio comunale sul piano di riequilibrio di piazza Cittadella laddove era stato impedita la convocazione e calendarizzazione della Commissione stessa.

La guida della Commissione è oggi presieduta da esponenti dell’opposizione di destra ma l’operato degli ultimi mesi risulta quanto meno discutibile, e soprattutto non ha prodotto alcun passo avanti concreto né sul piano della sua efficacia né su quello del controllo democratico delle scelte strategiche.

Per questo motivo chiediamo con urgenza al Presidente del Consiglio Comunale e alla nuova Presidenza della Commissione 5 di procedere immediatamente alla convocazione di una seduta straordinaria aperta, nella quale si definisca un percorso condiviso per ristabilire il pieno esercizio del ruolo di controllo dei consiglieri comunali, e dunque dei cittadini da essi rappresentati, sulle principali scelte strategiche per la città.

PANCHINA ARCOBALENO “CANCELLATA” A CALENDASCO. ARCIGAY: “IL PIACENZA PRIDE SIA ANCORA PIU’ GRANDE”

La panchina arcobaleno inaugurata solo pochi giorni fa a Calendasco è stata “cancellata” dei suoi colori e oggi appare grigia. Un simbolo di inclusione e rispetto per i diritti civili è stato deturpato.

Davide Bastoni, presidente Arcigay Piacenza Lambda, ricorda che “la panchina è stata messa solo pochi giorni fa con iscritta una frase, anch’essa cancellata, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro l’omobitransfobia”. Anche Vladimir Luxuria, madrina del Pride in programma il 24 maggio, commenta: “Non resteremo in panchina spettatori dell’omofobia, è necessaria una mobilitazione”. Da Arcigay arriva l’appello a tutti i partiti piacentini di prendere le distanze da questi gravi attacchi.

La Cgil di Piacenza condanna con fermezza la “cancellazione” della panchina arcobaleno da parte di ignoti. Un simbolo di inclusione, rispetto e diritti civili collocato nei giardini di via Anguissola a Calendasco solo pochi giorni fa da Arcigay in collaborazione con l’amministrazione comunale. “Un gesto grave, che non può essere derubricato a una bravata: così si cancella un messaggio di pace, convivenza e uguaglianza. In un tempo in cui le discriminazioni verso le persone LGBTQIA+ sono tutt’altro che superate – dice Bussacchini – e anzi, in molti contesti alimentate da un clima di odio e regressione culturale – è inaccettabile che a qualcuno venga in mente di togliere l’arcobaleno simbolo di accoglienza e rispetto nella diversità”.

Anche Alternativa per Piacenza “condanna con forza il gesto vandalico e omotransfobico che ha avuto come obiettivo la “panchina arcobaleno”.
Disgusta che un semplice simbolo della libertà di amare e di essere pienamente sé stessi e di riconoscimento della piena dignità di tutte le persone, possa essere stata oggetto di un atto vigliacco e di violenza quale la cancellazione dei colori dell’arcobaleno e la scritta vergognosa apparsa al suo posto. Un atto di violenza proprio perché rivolto, a pochi giorni dall’inaugurazione della stessa e al Pride di sabato, contro tutti coloro che si battono e credono che una società civile si misuri anche dalla capacità di garantire piena dignità e diritti a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento di genere. Si è voluto scientemente colpire un messaggio di inclusione, rispetto, ascolto e lotta contro ogni discriminazione”
Alternativa per Piacenza a questa deriva omotranfobica della società non intende sottomettersi ed anche per questo aderisce ancor più convintamente al Pride di sabato 24 maggio ed invita tutta la cittadinanza a fare altrettanto per rimarcare sempre più il proprio rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione.

Anche da ApP così come dalla Cgil arriva l’invito ad aderire ancora più convintamente al Pride di sabato 24 maggio per “rimarcare sempre più il proprio rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione”.

 

“LE LAVORATRICI NON SIANO PIU’ RICATTABILI. SERVE UNA SVOLTA ETICA E POLITICA”. IL COMMENTO DI APP, AVS E PRC rve una svolta etica e politica.”

ApP, AVS e PRC esprimono sdegno, rabbia e dolore di fronte a quanto emerso ieri dalla cronaca cittadina: l’arresto di un primario dell’Ospedale di Piacenza per 32 episodi accertati di violenza sessuale, commessi – secondo le accuse – approfittando del proprio ruolo di potere su dottoresse e infermiere.
Questa vicenda non è un “caso isolato”. È il frutto marcio di un sistema in cui la gerarchia si trasforma in abuso, il potere si traveste da prestigio, e le donne continuano a essere esposte a forme di ricatto, molestie e intimidazioni. Un sistema in cui, troppo spesso, chi ha potere conosce le regole per proteggersi, mentre chi lo subisce è costretta a difendersi, giustificarsi, pagare il prezzo del coraggio. Chiediamo che la città intera, a partire dalle istituzioni e dai vertici dell’Ausl, reagisca con fermezza, trasparenza e rispetto per chi ha denunciato. Non bastano asettici e generici comunicati di collaborazione alle autorità. Ci mancherebbe altro! Chiediamo soprattutto che si apra una riflessione collettiva: quante lavoratrici vivono oggi sotto ricatto nei luoghi in cui dovrebbero essere sicure? Quanti ambienti professionali sono ancora modellati da logiche patriarcali, dove il silenzio è premiato e la denuncia punita?

Prendiamone atto, prevale ancora una visione maschilista della società, per cui tante donne non si espongono per la vergogna di confessare pubblicamente e in famiglia gli abusi subiti. È il paradosso del senso di umiliazione che, nella vittima, prevale sul dovere di denunciare la violenza. Siamo un po’ tutti responsabili se in mezzo a noi vivono persone adulte, istruite e competenti a cui è mancato il coraggio di far subito fronte comune e ribellarsi.
Insieme proponiamo:
– una più capillare pubblicizzazione dello strumento di “Segnalazione condotte illecite (whistleblowing)” già a disposizione di dipendenti, collaboratori e di chiunque svolge, ha svolto o dovrà svolgere un’attività lavorativa o professionale in favore dell’Azienda Usl di Piacenza;
– ⁠l’immediata costituzione di uno sportello indipendente per l’ascolto e la tutela delle lavoratrici del comparto sanitario;
– ⁠la revisione delle procedure di valutazione dei dirigenti, con particolare attenzione individuare indicatori più stringenti per garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi;

La nostra vicinanza va alle vittime di questa scioccante vicenda e ai loro affetti, oltre alla famiglia della persona arrestata, a sua volta vittima, travolta da un dramma umano difficile da immaginare.
Non accetteremo che questa storia venga archiviata come l’ennesima anomalia. È ora di spezzare il silenzio, cambiare le regole per difendere davvero chi lavora, cura e denuncia.

PIAZZA CITTADELLA, ALTERNATIVA PER PIACENZA: “NOI DA SEMPRE CRITICI SUL RAPPORTO TRA AMMINISTRAZIONE E CONCESSIONARIO”

Anche Alternativa per Piacenza interviene sulle ultime vicende del cantiere di piazza Cittadella, evidenziando da sempre forti perplessità, al di là dell’opportunità politica dell’opera, proprio sulla forma di rapporto tra amministrazione e concessionario.

Alternativa per Piacenza, che ha da sempre evidenziato le tante perplessità sulla gestione da parte del Comune del rapporto con il concessionario (Piacenza Parcheggi), si è scontrata con un muro di gomma impenetrabile. I nostri rilievi, al di là della critica politica sull’opportunità di realizzare il parcheggio, erano soprattutto focalizzati sulla forma del rapporto che addiviene sostanza nella gestione di queste opere pubbliche. Basti ricordare le nostre denunce sui ritardi nei pagamenti dei canoni dovuti da parte del concessionario, sulle pratiche portate in Consiglio in fretta e furia che hanno impedito un necessario ed approfondito confronto e che, di converso, hanno portato alle dimissioni per protesta del nostro Consigliere Luigi Rabuffi dalla Presidenza della commissione sulla legalità e antimafia, le condizioni economiche modificate con rincari in toto a carico dei cittadini, la fideiussione falsa, la bancabilità non dimostrata e per ultimo le demolizioni iniziati in fretta e furia. Resta poi quanto meno discutibile l’affermazione del Comune che definisce rispettate le date del cronoprogramma del progetto a fronte di un fermo cantiere che si trascina da oltre 40 giorni. Ci domandiamo quindi se e quando il cantiere riprenderà le attività.

Lunedì scorso poi ennesimo colpo di scena, con la notizia di un possibile avvio di indagini che potrebbero portare a un interdittiva antimafia. Abbiamo letto, come tutti, la nota prefettizia conseguente, che solo ai distratti potrebbe apparire una smentita, mentre in realtà è l’ammissione del lavoro interforze antimafia in essere per attenzionare, tra gli altri, il cantiere di Cittadella. “Allo stato” la società concessionaria non risulta destinataria di alcun provvedimento interdittivo. Allo stato, appunto. Alternativa per Piacenza non tifa certo perché le cose prendano una brutta piega. Speriamo, per il bene di Piacenza, che si chiarisca al più presto tutto ciò che deve essere chiarito. A prescindere, quello a cui stiamo assistendo dimostra ancora una volta che agire d’imperio su temi di questa importanza, che si trascinano da almeno due decenni, espone poi a situazioni difficili da spiegare e gestire seguendo un filo logico sufficiente a essere presi sul serio.

SENSO UNICO NEL PRIMO TRATTO DEL CORSO: LA GIUNTA STA VALUTANDO. PASSA LA MOZIONE DI APP

Ha ricevuto parere favorevole dell’assessore Bongiorni e il voto favorevole da parte della maggioranza la mozione, presentata da Alternativa per Piacenza ormai 30 mesi fa, in merito alla viabilità sicura e mobilità dolce nel primo tratto del Corso, per intenderci dalla statua di Sant’Antonino al Dolmen.

L’attuale condizione del tratto oggi vede una pista monodirezionale molto ridotta “una fettuccia” l’ha definita il consigliere Rabuffi, particolarmente pericolosa per i ciclisti che devono fare i conti con i pedoni, le bici elettriche, i monopattini e i dehors delle attività commerciali. “Una scelta – ha spiegato il consigliere di ApP – al tempo dell’amministrazione Barbieri dopo un confronto con i commercianti della zona. Oggi la situazione è profondamente cambiata. Per questo chiediamo di ripristinare il senso unico per le auto (come istituì l’amministrazione Dosi) e una pista bidirezionale più sicura di quella attuale; oppure di creare due piste ciclabili monodirezionali oltre che rendere riservato a pedoni e ciclisti, quindi libero dalle auto, nei week end”.

Orientamento favorevole alla mozione da parte della giunta, espresso, come si diceva dall’assessore ai lavori pubblici Matteo Bongiorni “è in atto una valutazione che deve prendere in considerazione una serie di complessità proprie di quella zona, comprese le esigenze di residenti e attività commerciali. Siamo cercando di considerare anche vicolo Edilizia oltre che il tema degli autobus. Sono un sostenitore dei sensi unici – ha detto Bongiorni – questo è uno di quelli più controverso, ma non vorrei diventasse una contesa tra pro e contro”.

Anche la sindaca Tarasconi è intervenuta “quello in questione è un tratto pericoloso per le biciclette e complicato, ma non si può pensare di avere una pista a doppio senso, dehors e parcheggi senza l’introduzione del senso unico per le auto, da valutare se in entrata o in uscita”.

VERSO IL PIANO URBANISTICO GENERALE: APP AVVIA I TAVOLI DI LAVORO

Alternativa per Piacenza, mantenendo la promessa fatta a dicembre in sede di presentazione della nuova Segreteria, ha avviato i cantieri tematici “Lavoro”, “Inclusione”, “Ambiente”. L’idea è sempre la stessa: creare occasioni per stare insieme, soci e non, facendo politica dal basso. Abbiamo scelto argomenti su cui si possano sviluppare proposte da consegnare ai nostri consiglieri comunali ed elementi di possibile convergenza con l’Amministrazione, per indirizzi e azioni da inserire nello strumento urbanistico (PUG) in via di definizione.
Le recenti aperture della maggioranza, di cui una parte sembra davvero convinta del bisogno di una svolta radicale sui temi a noi cari, non ci lasciano indifferenti, tuttavia occorrerà verificare quanto siano effettive.
Ci sforziamo di cogliere anche piccoli segnali, dopo due anni di chiusura pressoché totale. D’altronde sul tavolo c’è il futuro della nostra città e delle generazioni che verranno.
Restiamo dell’idea che serva ricostruire un clima di maggior fiducia e rispetto tra cittadini e forze politiche di sinistra-centrosinistra, perché l’avanzata delle destre, sempre meno camuffate, è sotto gli occhi di tutti, confermata a ogni tornata elettorale. Guardare in casa nostra e farci un esame di coscienza collettivo è un dovere politico al quale non ci sottraiamo.
Invitiamo tutti i cittadini interessati a dar vita con noi ai cantieri di ApP, per provare insieme a mettere nero su bianco idee concrete per una visione ampia e davvero progressista di Piacenza. Non è richiesto alcun tesseramento, tantomeno contributi economici, basta la voglia di far politica insieme.
Per aderire o chiedere informazioni: alternativaperpiacenza@gmail.com