ANAS: “IL PONTE PROVVISORIO SARA’ TIPO BAILEY”. MINISTRA DE MICHELI: “COMMISSARIO PER LA SS45”

Un mese per la progettazione e cinque per la realizzazione delle fondazioni; sono i tempi, dichiarati da Anas, per la costruzione del ponte provvisorio in località Lenzino.
“L’impalcato del ponte – si legge nella nota di Anas – sarà realizzato con elementi di acciaio modulare, tipo ponte bailey.. Le opere in elevazione (spalle e pile) saranno realizzate in calcestruzzo gettato in opera. La produzione, il montaggio e il varo dell’impalcato completeranno l’opera.
In merito alla tempistica, i tempi potranno essere ottimizzati e contratti sulla base di scelte operative e costruttive effettuate in fase di cantiere con l’appaltatore”. La maggiori difficoltà, secondo Anas, saranno determinate dalla stagione in cui si svolgeranno i lavori, ovvero quella invernale. Una volta completato il ponte provvisorio potranno transitare tutti i mezzi, tranne i
trasporti eccezionali. I costi verranno definiti a seguito delle scelte operative definitive.

“Ho proposto al presidente del Consiglio Conte di commissariare la Ss45”. La notizia arriva dalla ministra per le Infrastrutture Paola De Micheli che in mattinata ha effettuato un sopralluogo nella zona del ponte crollato. La scelta del commissario potrebbe velocizzare, ha detto Aldo Castellari di Anas, i tempi di realizzazione di un ponte provvisorio, opera che richiederà comunque 6 mesi di tempo e 2 milioni di euro di investimento.

UNA STATALE 45 “NUOVA” CON I 70 MILIONI DI EURO DEL PIANO SPECIALE

Un investimento da 70 milioni di euro in due anni l’ammodernamento della ss 45 ma anche per la messa in sicurezza dopo i danni dell’alluvione del settembre scorso; lo ha confermato il Ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio accompagnato dal presidente di Anas Gianni Vittorio Armani. Interventi fondamentali da anni richiesti dai sindaci del territorio per una strada di primaria importanza per l’alta val Trebbia ma anche di congiunzione tra due regioni, Emilia Romagna e Liguria. Due gli interventi in programma mirati al superamento definitivo delle criticità ormai permanenti legate alla conformazione del territorio e al tracciato. Il primo da 16 milioni di euro le cui procedure di appalto potranno essere avviate già nel 2016, il secondo da 54 milioni  per l’ammodernamento della sede stradale tra Cernusca e Rivergaro. 

Tra le priorità messe in luce dal Presidente della Provincia Rolleri in primo piano il tema del pendolarismo dei piacentini verso Milano esortando regione e governo a risolvere quelle problematiche da anni irrisolte; il completamento della tangenziale di San Polo-San Giorgio, il completamento della tangenziale di Piacenza e il collegamento alla via Emilia e all’A21; il tratto di Cis Padana che interessa la bassa Val d’Arda e i fondi messi a disposizione della provincia per i danni dell’alluvione, 5 milioni e mezzo di euro dei quali solo 1,4 milioni derivanti da contributi statali o regionali.

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CROLLO PONTE SUL PO: NESSUN COLPEVOLE

Una sentenza che lascia senza parole. Un’altra sentenza per cui nessuno, a quanto pare, ha responsabilità per quanto accaduto. Ma quando a crollare è l’intera campata di un ponte, si rimane senza fiato. Certo, occorre attendere le motivazioni, ma una prima certezza è che il Tribunale di Lodi ha assolto i cinque dirigenti ed ex dirigenti di Anas per disastro colposo, crollo e lesioni per ciò che accadde quel 30 aprile 2009 tra le 12.30 e le 13 tra San Rocco e Piacenza sul ponte del Po. Per i giudici “il fatto non sussiste”. Una sentenza che esclude anche l’ipotesi di incuria della struttura che nel corso del processo pare fosse emersa. Nessuno morì, praticamente un miracolo. I feriti invece, loro porteranno sul corpo i segni di quel terribile fatto per lungo tempo, mentalmente per tutta la vita. Quel giorno se lo ricordano tutti, ognuno di noi se ripensa a quel momento si ricorda esattamente cosa stava facendo e dove si trovava, come accade per quei fatti che segnano la vita delle persone. La stessa cosa che è accaduto per l’11 settembre, ma anche per il disastro del pendolino il 12 gennaio 1997, e per il C130 algerino che si schiantò su un campo alla Besurica, era il 13 agosto 2006. Il pubblico ministero aveva chiesto per gli imputati la condanna a due anni e mezzo, ma la sentenza di primo grado ha ribaltato pesantemente la prospettiva. Questi i fatti che, c’è da aspettarselo, faranno a cazzotti con la voce della gente.

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