BARDASI, AUSL: “LA DIREZIONE E’ STATA SEMPRE PRESENTE. AVVIATA INDAGINE INTERNA, NON SONO ESCLUSI ALTRI PROVVEDIMENTI”

E’ evidentemente provata la direttrice generale Paola Bardasi, dopo il ciclone che si è abbattuto sull’ospedale di Piacenza a seguito dell’arresto del medico primario. Si è presentata alla stampa affiancata dal direttore assistenziale Andrea Contini e dal direttore amministrativo Marco Chiari. E prima di tutto, ci ha tenuto a precisare il ruolo della direzione in questa tristissima vicenda: ovvero l’accompagnamento nei confronti delle dottoressa che ha avito il coraggio di denunciare la violenza, oltre che la presenza costante in reparto e la volontà di esserci in collaborazione con gli inquirenti. Una specificazione che spesso è uscita nel corso dell’incontro con la stampa, come a voler prendere le distanze da quel clima omertoso che pareva esserci in reparto, come ha riportato la Questura.

Solo una professionista ha raccolto le forze e ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine; eppure la Questura parla di altre dottoresse e infermiere che dietro la porta dello studio del primario avrebbero subito violenze e vessazioni.

Il medico arrestato è stato licenziato e il reparto è stato affidato ad interim al dottor Giuseppe Marchesi che ha già avuto modo di incontrare il personale sanitario.
Sono incominciate proprio in queste ore gli accertamenti interni da parte della direzione sanitaria, prima – precisa la dg – ci si è affidati completamente alle autorità competenti. Non è quindi escluso che nelle prossime ore vengano emessi provvedimenti anche nei confronti di altri professionisti.

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“LE LAVORATRICI NON SIANO PIU’ RICATTABILI. SERVE UNA SVOLTA ETICA E POLITICA”. IL COMMENTO DI APP, AVS E PRC rve una svolta etica e politica.”

ApP, AVS e PRC esprimono sdegno, rabbia e dolore di fronte a quanto emerso ieri dalla cronaca cittadina: l’arresto di un primario dell’Ospedale di Piacenza per 32 episodi accertati di violenza sessuale, commessi – secondo le accuse – approfittando del proprio ruolo di potere su dottoresse e infermiere.
Questa vicenda non è un “caso isolato”. È il frutto marcio di un sistema in cui la gerarchia si trasforma in abuso, il potere si traveste da prestigio, e le donne continuano a essere esposte a forme di ricatto, molestie e intimidazioni. Un sistema in cui, troppo spesso, chi ha potere conosce le regole per proteggersi, mentre chi lo subisce è costretta a difendersi, giustificarsi, pagare il prezzo del coraggio. Chiediamo che la città intera, a partire dalle istituzioni e dai vertici dell’Ausl, reagisca con fermezza, trasparenza e rispetto per chi ha denunciato. Non bastano asettici e generici comunicati di collaborazione alle autorità. Ci mancherebbe altro! Chiediamo soprattutto che si apra una riflessione collettiva: quante lavoratrici vivono oggi sotto ricatto nei luoghi in cui dovrebbero essere sicure? Quanti ambienti professionali sono ancora modellati da logiche patriarcali, dove il silenzio è premiato e la denuncia punita?

Prendiamone atto, prevale ancora una visione maschilista della società, per cui tante donne non si espongono per la vergogna di confessare pubblicamente e in famiglia gli abusi subiti. È il paradosso del senso di umiliazione che, nella vittima, prevale sul dovere di denunciare la violenza. Siamo un po’ tutti responsabili se in mezzo a noi vivono persone adulte, istruite e competenti a cui è mancato il coraggio di far subito fronte comune e ribellarsi.
Insieme proponiamo:
– una più capillare pubblicizzazione dello strumento di “Segnalazione condotte illecite (whistleblowing)” già a disposizione di dipendenti, collaboratori e di chiunque svolge, ha svolto o dovrà svolgere un’attività lavorativa o professionale in favore dell’Azienda Usl di Piacenza;
– ⁠l’immediata costituzione di uno sportello indipendente per l’ascolto e la tutela delle lavoratrici del comparto sanitario;
– ⁠la revisione delle procedure di valutazione dei dirigenti, con particolare attenzione individuare indicatori più stringenti per garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi;

La nostra vicinanza va alle vittime di questa scioccante vicenda e ai loro affetti, oltre alla famiglia della persona arrestata, a sua volta vittima, travolta da un dramma umano difficile da immaginare.
Non accetteremo che questa storia venga archiviata come l’ennesima anomalia. È ora di spezzare il silenzio, cambiare le regole per difendere davvero chi lavora, cura e denuncia.

DIREZIONE AUSL SU PRIMARIO ARRESTATO: “OGNI ATTO CONTRO LA DIGNITÀ DI CHI LAVORA E’ INACCETTABILE. SE NECESSARIO CI COSTITUIREMO PARTE CIVILE”

In riferimento all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Piacenza nei confronti di un medico in servizio presso l’ospedale di Piacenza, la Direzione dell’Azienda Usl di Piacenza esprime piena fiducia nel lavoro della Magistratura.

La direzione aziendale ha sempre collaborato con le autorità competenti, attivandosi per fornire ogni elemento utile a ricostruire i fatti. Su indicazione della Procura, abbiamo agevolato in ogni modo il lavoro degli inquirenti, garantendo condizioni ottimali per lo svolgimento delle indagini.
Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alle vittime. Il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione: ogni atto che possa ledere la dignità, la libertà o la sicurezza di chi lavora o si cura nelle nostre strutture è inaccettabile.
La direzione aziendale è impegnata a completare, con la massima celerità, tutte le azioni necessarie a tutela delle persone coinvolte e ad adottare i provvedimenti previsti nei confronti del medico indagato, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Laddove sarà opportuno e necessario, ci costituiremo parte civile.
Ribadiamo il nostro impegno a garantire un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e professionale, in cui ogni operatore sanitario possa svolgere il proprio ruolo serenamente e con dignità. Continueremo a collaborare con le autorità in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.

GIOCO D’AZZARDO: IN UN ANNO 165 PAZIENTI PRESSO L’AUSL. ECCO IL PROGETTO ICEBERG

Nel 2023, nella provincia di Piacenza, sono stati puntati sul gioco d’azzardo circa 630 milioni di euro, con una perdita di 110 milioni. Questo dato è in linea con il trend di crescita rilevato a livello regionale, dove nello stesso periodo sono stati giocati oltre 9 miliardi e mezzo di euro, con una perdita di circa un miliardo e mezzo.
Il disturbo da gioco d’azzardo è una dipendenza in crescita e in evoluzione, una patologia sempre più diffusa che colpisce non solo la persona, ma l’intero nucleo familiare, con conseguenze economiche, sociali e di salute fisica e psicologica.

Il quadro di Piacenza
Lo scorso anno, l’Ausl, attraverso il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il disturbo da gioco d’azzardo, guidato da Maurizio Avanzi, ha preso in carico 165 pazienti, di cui 141 uomini e 24 donne. Queste persone hanno chiesto aiuto, riconoscendo il problema e scegliendo di trovare una soluzione. Tuttavia, rappresentano solo una piccola parte di una realtà molto più ampia: la punta di un iceberg, con un sommerso ben più vasto, sia in termini di persone malate che non cercano aiuto, sia di familiari e amici coinvolti.
Far emergere questo sommerso è il cuore del progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato in co-progettazione tra Ausl di Piacenza, Fondazione La Ricerca e la cooperativa L’Arco, impegnati nella lotta contro una problematica che affligge sempre più la nostra comunità. Il progetto è stato presentato dal direttore delle Attività socio-sanitarieEleonora Corsalini affiancata dai direttori di distretto Anna Maria Andena, Evelina Cattadorie Giuseppe Magistrali e Maurizio Avanzi, responsabile del percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il disturbo da gioco d’azzardo, con Enrico Corti, presidente Fondazione La Ricerca, Fausta Fagnoni, responsabile di progetto Iceberg e Stefano Sandalo, direttore della cooperativa L’Arco.
“Il disturbo da gioco d’azzardo è stato incluso nei Livelli essenziali di assistenza nel 2017, riconoscendo ufficialmente la sua rilevanza sanitaria e sociale – ha sottolineato il direttore delle Attività socio-sanitarie Corsalini – Piacenza è stata una tra le prime realtà in Regione a dotarsi di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale già nel 2018 coordinato dal dottor Avanzi. Siamo pertanto molto sensibili e attenti al tema che affrontiamo con un sistema di rete con Terzo settore e associazioni per supportare sia i malati, sia i famigliari e amici che subiscono le conseguenze del gioco d’azzardo passivo”.
“L’Azienda Usl di Piacenza è articolata con tre ambulatori dedicati dislogati a Piacenza, Borgonovo e Cortemaggiore – ha aggiunto il dottor Avanzi – che  ci forniscono un punto di vista privilegiato rispetto al disturbo da gioco d’azzardo in tutte le sue forme. Nel 2024, come detto, l’Azienda Usl di Piacenza, ha preso in carico 165 pazienti, il 70% di questi casi è legato all’uso di slot machine, ma si registra una crescita costante nel gioco d’azzardo online. La pandemia di Covid-19 nel 2020 – 2021 ha, infatti, ne ha modificato le dinamiche, spingendo molti verso le piattaforme online, aumentando sia il tempo dedicato, poiché è a disposizione 24 ore su 24, sia la diversificazione del pubblico coinvolto con pochissimo o nessun limite nell’investimento del denaro. Negli anni la percentuale di persone che hanno chiesto aiuto per questa problematica è passata dal 4% del complesso delle persone prese in carico dall’Ausl nel 2020, al 16% nel 2022, fino al 20% nel 2023. Su questo fronte è utile segnalare che on line è facile trovare un filmato di autoesclusione dal gioco d’azzardo online che può essere un supporto per chi vive questo problema”.
Il progetto Iceberg
Un malato, però, non è mai solo. Dietro di lui si snodano rapporti familiari e di amicizia che vengono pesantemente colpiti. Proprio alla rete familiare della persona malata si rivolge il progetto Iceberg presentato nei suoi dettagli daEnrico Corti, presidente Fondazione La Ricerca, Fausta Fagnoni, responsabile di progetto Iceberg e Stefano Sandalo, direttore della cooperativa L’Arco.
 “Il nome Iceberg, scelto da un gruppo di cittadini e volontari, riflette la natura nascosta e insidiosa del gioco d’azzardo patologico – ha evidenziato Corti – Come un iceberg, il fenomeno mostra solo una piccola parte visibile, mentre la maggior parte dei danni rimane sommersa, causando gravi problemi personali, familiari e sociali. Il gioco d’azzardo, infatti, compromette il funzionamento psicologico, le relazioni familiari, la capacità economica, l’attività lavorativa e le relazioni amicali delle persone coinvolte. Per questo siamo profondamente convinti che servano azioni concrete anche da parte della politica per monitorare e arginare i danni che ne derivano”.
Al direttore de L’Arco è spettato entrare nel dettaglio del progetto a partire dai in diversi ambiti di intervento in cui si articola. “Spazi ascolto, tutor dell’indebitamento, sensibilizzazione della comunità, percorsi formativi per operatori sociali, sanitari, educatori e insegnanti, interventi nelle scuole. Oltre alla presa in carico dei familiari, il senso del progetto Iceberg si sviluppa nelle azioni di sensibilizzazione della cittadinanza, delle associazioni, degli enti e istituzioni del territorio con l’obiettivo di far conoscere il fenomeno Gap, ovvero gioco d’azzardo patologico, e i rischi collegati e svilupparne la consapevolezza. In questi giorni, inoltre, è partita la campagna di sensibilizzazione “La pulce nell’orecchio”, che utilizza l’immagine di una pulce per instillare il dubbio di fronte a comportamenti a rischio legati al gioco d’azzardo. La campagna fornisce numeri di telefono e contatti email a cui rivolgersi per chiedere aiuto. L’illustrazione della pulce è stata realizzata dall’illustratrice piacentina Alessandra Santelli”.
 

AGGRESSIONE AL PERSONALE SANITARIO: IL CONSIGLIO ESPRIME SOLIDARIETA’ E VICINANZA. LUNEDI’ 24 AUDIZIONE DEL DIRETTORE GENERALE BARDASI

E’ stata caldeggiata più volte, nel corso della seduta del consiglio comunale, la convocazione di una seduta ad hoc alla presenza del direttore generale dell’Ausl Paola Bardasi per parlare della condizione della sanità piacentina, del clima che si respira in corsia, del percorso che la direzione sta tracciando. Anche la sindaca Tarasconi ha ammesso l’utilità e la necessità di questo momento. La seduta è stata convocata per lunedì 24 marzo alla presenza, appunto, del dg di Asl Paola Bardasi.

La richiesta è stata avanzata dapprima dai consiglieri Cugini e Barbieri in merito alle difficoltà, segnalate da alcune utenti, di accedere al consultorio; la capogruppo Barbieri è andata oltre citando alcuni dati “in regione, il nostro ospedale è il fanalino di coda per quanto riguarda la qualità delle cure. Perché molti medici stanno abbandonando l’ospedale per trasferirsi in altre strutture? Perché altri vanno in pensione prima del tempo? Il clima tra operatori sanitari è incandescente” conclude Barbieri.

Sempre sul tema sanità anche la risoluzione approvata all’unanimità sulle aggressione nei confronti del personale sanitario, un fenomeno sempre più un crescita, a livello nazionale così come locale. “I dati sono allarmanti – ha detto la consigliera Gloria Zanardi firmataria della risoluzione – nel 2024 le aggressioni sono aumentate dell’11,7%. Per questo è indispensabile che vengano installati e mantenuti i sistemi di allarme, video registrazione e vigilanza. Ritengo che anche l’amministrazione debba dare un segnale di solidarietà e vicinanza al personale vittima di queste azioni di violenza; la risoluzione va proprio in questa direzione”.

“L’aggressività verso chi cura è un atto oltremodo scellerato – ha risposto l’assessore al welfare Nicoletta Corvi – oltre alla giornata nazionale istituita nel 2020 (in piena epoca Covid), abbiamo già istituito attività di sopralluogo immediato dove è avvenuta l’aggressione. Sono stati 15 i sopralluoghi nel 2023, una ventina quelli nel 2024”,

OLTRE IL 60% DEI RAGAZZI RICERCA ON LINE INFORMAZIONI SULLA SESSUALITA’. L’ESPERIENZA DI S.O.S. CHE DIVENTERA’ UNA PUBBLICAZIONE

Oltre il 60 per cento degli adolescenti ricerca in rete informazione sulla sessualità. Un dato che fa riflettere e che non rassicura. Gli operatori dello Spazio Giovani che fa capo all’Ausl di Piacenza, già 15 anni fa, hanno intrapreso un percorso dedicato a sessualità ed affettività rivolto proprio ai più giovani tra i 14 e i 19 anni.
Allora si chiamava SOS, silenzio ora sesso, che divenne il titolo di uno spettacolo teatrale, poi si evolse in Sento ovvero Sono e a breve diventerà Sentirsi Osservarsi Scoprirsi grazie ad una pubblicazione che verrà diffusa, dove sono state riportate testimonianze, esperienze, domande raccolte in questi anni grazie ai peer educator che hanno agganciato i coetanei.

Nel tempo le domande si ripetono, i bisogni insomma sono per lo più gli stessi, quello che è cambiato è il linguaggio oggi permeato dai social e da tutto quello che gli sta attorno. Difficile è coinvolgere in questo contesto gli adulti di riferimento, identificati come la famiglia, insegnanti ed educatori. Nel corso dei 15 anni il progetto ha coinvolto tra i 200 e i 300 ragazzi ogni anno.

https://fb.watch/xQ4y3Jit4E/

BARDASI IN CONSIGLIO COMUNALE “LA CARENZA DI PERSONALE NELL’EMERGENZA URGENZA NON SI RISOLVERA’ NEI PROSSIMI SETTE ANNI”

I nuovi servizi sanitari dovranno essere ripensate in base alle necessità della popolazione che continua ad invecchiare a fronte di una natalità che continua a diminuire. E’ cominciata da questa premessa l’audizione della direttrice generale dell’Ausl Paola Bardasi all’interno della seduta del consiglio comunale nel quale ha illustrato gli obiettivi di mandato dell’azienda usl di Piacenza.

“L’Ausl di Piacenza è quella con più bassa densità abitativa – ha detto Bardasi – e la seconda per indice di vecchiaia con un notevole incremento dei malati cronici e pluripatologici. La spesa per la sanità italiana è ben al di sotto della adeguatezza, 7.3% ben al di sotto anche della Spagna dove la spesa è del 78%. Come facciamo a garantire i servizi nonostante le risorse insufficienti? Grazie al personale – ha detto Bardasi – tra il 2019 e il 2020 il personale è incrementato del 4.2% di medici, 5.8% infermieri, 18% operatori socio assistenziali. Tra il 2015 e 2021 l’azienda, a livello regionale, ha assunto 6mila nuove unità di personale, per lo più di assistenza.

L’ausl di Piacenza tra il 2019-2022 ha assunto 361 nuove unità di personale, in particolare infermieristico assistenziale. Nella classifica dei LEA (livelli essenziali di assistenza) l’Ausl di Piacenza nel 2019 è alla prima posizione in tutte e tre le aree (ospedaliera, territoriale e prevenzione).

Siamo in una fase di passaggio – ha proseguito Bardasi – di forte fragilità del territorio causa Covid, ma abbiamo sviluppato una grande capacità di rimodulazione”.

Per quanto riguarda gli accessi ai servizi la direttrice generale ha ribadito che l’azienda piacentina è una delle più performanti della regione e riguardo al sovraffollamento del pronto soccorso ha motivato che questo dipende “dall’incremento stagionale degli accessi dovuto al picco anticipato dell’influenza, dalla fase endemica post Covid per il quale proseguono gli accessi e i ricoveri e dalla tematica out – put dimissioni dal ps”.

Sul tema del personale carente nell’area emergenza urgenza Bardasi ha confermato che “è un problema di cui non c’è soluzione neppure nei prossimi sette anni. Non c’è attrattività. Solo il % dei neo laureati sceglie questa specializzazione; in tre anni a Piacenza si sono persi otto professionisti. Per questo la regione, a breve, provvederà ad incrementare le retribuzioni del compenso, oltre a promuovere bandi di concorso e convezioni con gli specializzandi.

Sui tempi di attesa abbiamo raggiunto un discreto valore di performance, così come sul recupero degli interventi chirurgici oncologici, in parte sospesi nel periodo Covid, il target era 80%, abbiamo raggiunto il 94%. Criticità invece sugli interventi di media-bassa gravità, per cui i tempi si allungano”. Confermato il mutuo acceso per la Pet di 3.557.000 euro.

COME AFFRONTARE LO STRESS DA POST PANDEMIA: I CONSIGLI DEGLI PSICOLOGI EPE

Si chiama Equipe Psicologica per l’Emergenza: si tratta di un servizio promosso dall’Asl di Piacenza che si avvale della preziosa collaborazione degli psicologici dell’ospedale che offriranno indicazioni su come affrontare lo stress post pandemia. Sono partiti dalle testimonianze di chi ha vissuto la malattia; dai pazienti e dal personale sanitario.

La pandemia è anche un trauma psicologico, per questo è a disposizione un numero di telefono 3497217345, a cui risponderà un’équipe di psicoterapeuti ti risponde e aiuta ad affrontare il tuo stress e quello di familiari o amici.

BALDINO: “NON SIAMO A CONTAGIO ZERO. GRANDE ATTENZIONE ALLA SORVEGLIANZA SANITARIA. AZIENDA PRONTA AD AFFRONTARE UNA NUOVA ONDATA”

“Non siamo a contagio zero, decidendo di uscire dal lockdown corriamo un rischio necessario, per cui occorre rispettare in modo ferreo tutte le regole”. E’ il messaggio del direttore generale Luca Baldino che, a pochi giorni dall’ingresso nella Fase 2, si rivolge con un lungo intervento direttamente ai piacentini ripercorrendo, dati alla mano gli ultimi due mesi. Dai 140 accessi al pronto soccorso dell’inizio di marzo, fino al calo che si è registrato nelle ultime settimane; dallo sforzo di triplicare i posti letto necessari per le terapie intensive che sono arrivati a 152 pazienti ricoverati, all’ultimo dato che vede i guariti superare il numero dei casi attivi.

“L’azienda – sottolinea Baldino – è pronta ad affrontare la Fase 2 così come un’eventuale nuova ondata. Grande importanza al tema della sorveglianza sanitaria che deve avvenire attraverso i medici di medicina generale, le USCA e il dipartimento di prevenzione”. Un messaggio chiaro e forte infine rivolto ai cittadini: rispetto delle regole e dei comportamenti corretti.

BALDINO, AUSL: “DOVREMO RIPENSARE UNA NUOVA NORMALITA’ “. A BREVE LA MAPPATURA DEI CONTAGI PER LE POSITIVITA’

“Mollare ora sarebbe una follia”. Sono le parole del direttore generale dell’Asl di Piacenza Luca Baldino per commentare i dati confortanti che riguardano la nostra provincia. Il numero dei decessi non si è ancora azzerato, ma è sceso e di molto il numero dei contagi. Segno che le misure di restrizione stanno funzionando limitando al minimo i contatti sociali. Proprio per questo farsi abbagliare dallo spiraglio di positività “vorrebbe dire mollare al 41 esimo km di una maratona” per citare la metafora di Baldino.

Fare previsioni di quando l’emergenza finirà non è possibile, una cosa invece è certa, cioè che dovremo imparare a convivere con il virus per questo “dovremo ripensare ad una nuova normalità per il tempo a venire” ha detto il direttore generale annunciando che passata l’emergenza si procederà con una mappatura del territorio di Piacenza e provincia per capire la positività effettiva della popolazione, alla ricerca di chi ha sviluppato gli anticorpi al virus in modo asintomatico, in previsione ad una nuova ondata.

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