SEI DOMANDE DEI SINDACATI AI CANDIDATI PIACENTINI: “TEMI CRUCIALI PER LA TENUTA SOCIALE”

Potere d’acquisto, occupazione, energia, demografia, sanità e clima: sono i temi cruciali con cui la politica si deve misurare, a rischio c’è la tenuta dell’intero paese. Ancora di più, oggi, a poche settimane dal voto politico.

Cgil Cisl e Uil hanno elaborato sei domande proprio relative a queste tematiche rivolte ai candidati e alle candidate che aspirano ad un seggio nei collegi che riguardano il territorio piacentino. Domande chiare su temi di vitale importanza nate dagli iscritti ai sindacati confederali, che rappresentano un quarto degli elettori. Esiste la concreta possibilità che in piazza scendano anche gli imprenditori non solo i lavoratori, in quello che si preannuncia uno degli autunni più caldi degli ultimi decenni.

CANDIDATI +EUROPA: “NOI LA VERA FORZA EUROPEISTA”

Anna Maria Corazza imprenditrice, Nicoletta Parisi docente universitaria e Luca Amadasi professionista del marketing: sono i candidati di +Europa alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Faro del programma la fortissima vocazione europeista e atlantista con un  richiamo costante a quella che viene definita l’agenda Draghi. Priorità del partito di Emma Bonino l’attuazione del Pnrr, l’autonomia nella produzione di gas con i rigassificatori e il lavoro per le nuove generazioni.

AI GIOVANI DELLA CONSULTA NEGATO IL CONFRONTO COI CANDIDATI

I confronti tra candidati alla carica di sindaco sono ormai all’ordine del giorno, a richiederli e organizzarli sono associazioni di categoria, enti, semplici associazioni. Lo fanno perché, giustamente, vogliono sondare il terreno, capire e perché no “scommettere” sulla partita. Ci sta, ognuno fa il suo mestiere.

Dall’altra parte, quella dei candidati, guai a tirarsi indietro: tutti e sei, quasi sempre al completo, schierati e pronti alle domande che spaziano dalla sostenibilità, alla logistica, dalla cultura, al commercio. Un modo, anche per loro, di illustrare il programma, seppur in tempi contingentati.

Capita poi che siano gli studenti, i più giovani insomma, la futura classe dirigente, a chiedere ed organizzare un confronto tra candidati. La Consulta degli Studenti, l’organismo che riunisce due studenti per ogni scuola superiore della città, si è attrezzata per ottenere i documenti necessari e l’ok dello spazio. Avevano deciso per l’arena Daturi, all’aperto, a due passi dal centro, all’ombra di Palazzo Farnese. Anche i candidati avevano confermato la loro presenza, tutti e sei.

Ieri, un laconico comunicato dell’Ufficio Scolastico Provinciale comunica che il confronto è stata annullato per motivi logistico – organizzativi.  Questione di spazi? Si sarebbe potuto chiedere al Comune un luogo alternativo, non sarebbe stato difficile trovarlo.

Dispiace che siano proprio i ragazzi a dover rinunciare ad una richiesta legittima, nel pieno del diritto di sapere chi e cosa andranno a votare. A loro, i più disinteressati, se vogliamo categorizzare, è stato negato il diritto di porre di incontrare e porre domande ai candidati, di domandare sul futuro, di lanciare idee e spunti di riflessione.

Poi sono gli adulti a lamentarsi dei più giovani. Stavolta non abbiamo dato un buon esempio.

 

AMMINISTRATIVE 2022: CON SFORZA IL QUADRO SI COMPLETA

Anche Corrado Sforza Fogliani è sceso in campo. I candidati sindaco sono pronti per la campagna elettorale in vista del  12 giugno. Lo scacchiere è completo e, già alla partenza, la posizione delle pedine ci dicono molto. Si aspettava la mossa dei Liberali per cercare di capire che piega potesse prendere la partita. Ora è chiaro che la frattura con il centrodestra della candidata Barbieri a trazione Lega-FdI è del tutto conclamata e insanabile. I punti di rottura sarebbero la Fondazione Teatri (per Sforza un’ entità “carrozzone”), il nodo tasse e il discorso legato alla cultura come rilancio per la città. Così l’avvocato, banchiere con la passione per la politica, ha deciso di candidare se stesso (glielo hanno chiesto per acclamazione ha dichiarato) alla poltrona più importante del consiglio comunale. In comune Sforza ci arriva 30 anni fa, la prima volta nel 1964, ma mai nel ruolo di candidato sindaco. In questa tornata la decisione di staccarsi dal centrodestra e correre come portacolori dei Liberali, affiancati da La Buona Destra di Michele Giardino, Officina delle Idee di Enrico Carini, Piacenza al Centro di Filiberto Putzu, Rinascimento di Sgarbi rappresentata da Mauro Saccardi e Marco Elisj. Tra loro, in particolare Putzu, Saccardi e Giardino, non hanno risparmiato negli ultimi anni forti critiche all’amministrazione Barbieri, nonostante nel 2017 facessero parte della coalizione a suo sostegno, Putzu fu anche assessore.

Sarà molto interessante capire cosa faranno i Liberali in caso di ballottaggio. Certo molto dipenderà da chi andrà alla sfida a due. Potrebbe apparentarsi o più velatamente dare indicazione agli elettori.

Con la rottura dei Liberali si è riproposto quello che è accaduto anche nel centrosinistra: dopo il cammino comune incominciato l’anno scorso, la decisione del PD si uscire e di abbandonare il progetto della sinistra unita che ha portato a due candidati: Katia Tarasconi per centro-centro sinistra a trazione Pd, con Emilia Romagna Coraggiosa, Piacenza Oltre, Azione e la civica a sostegno della candidata sindaca e Stefano Cugini per il centro sinistra con Alternativa per Piacenza sostenuto dall’omonima lista civica ApP (con alcuni esponenti locali di +Europa), Movimento 5 Stelle, Europa Verde, @sinistra.

Ai quattro candidati sindaco si aggiungono i due che rappresentano l’area No Vax e No Green Pass: Samanta Favari (3V) e Maurizio Botti (Piacenza Rinasce).

ELEZIONI COMUNALI: QUANTI CANDIDATI IN CAMPO?

Lo scacchiere politico piacentino dovrebbe chiarirsi entro questa settimana, al termine della quale, probabilmente, si avrà un quadro chiaro delle coalizioni guidate dai rispettivi candidati per la corsa a palazzo Mercanti. Sì, perché il tempo stringe, le elezioni sono davvero dietro l’angolo. I tre mesi che separano dal voto saranno fondamentali per spiegare i programmi e farsi conoscere ancora di più dai cittadini. La vera sfida sarà quella di portare a votare le persone, fortemente scoraggiate e demotivate dall’inchiesta giudiziaria che ha colpito il territorio piacentino in modo trasversale.

Per ora, confermati, ci sono il sindaco uscente Patrizia Barbieri e Stefano Cugini. La prima, benché lo slogan sia “Piacenza è il mio partito” e abbia sottolineato, anche ai nostri microfoni, la forte appartenenza civica, è appoggiata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Effettivamente non ci sono solo i partiti: una civica a suo sostegno, in cui starebbero gli assessori fedelissimi Sgorbati e Papamarenghi, pare ormai certa, oltre che Liberi di Massimo Trespidi. Qui ci sarebbero ancora alcuni aspetti da chiarire che non  riguardano il sostegno (quello è confermato), piuttosto riguardo la modalità: se comparire come lista autonoma Liberi o come lista civica collegata a Barbieri. Nei prossimi giorni dovrebbe risolversi anche questo aspetto che, in termini formali, non è da poco.

Sempre in casa centro destra c’è da sciogliere il nodo dei Liberali: a carte scoperte ora Levoni, Sforza &C e devono decidere se sostenere la ricandidatura del sindaco o se staccarsi dalla maggioranza della quale oggi fanno parte (almeno sulla carta) e correre insieme al cosiddetto terzo polo composto da Buona Destra, che ieri ha definito il programma elettorale, Officina delle Idee che fa capo a Massimo Polledri insieme a Mauro Saccardi e Filiberto Putzu con Piacenza al Centro, tutti aspramente critici verso l’amministrazione Barbieri. Resterebbe poi la scelta del candidato.

Dall’altra parte, il primo a scendere in campo, è stato Stefano Cugini, ex capogruppo dem, oggi portacolori di Alternativa per Piacenza, il gruppo nato oltre un anno fa con l’obiettivo di riunire tutte le anime della sinistra piacentina. Due mesi fa la rotta si è persa causa scelta del candidato sindaco. Il PD è uscito dal gruppo insieme a Art.1, PSI e Piacenza Più. Sono rimasti i fondatori di ApP, Cugini, Sergio Dagnino e Luigi Rabuffi, con loro cittadini e rappresentanti del mondo ambientalista.

Nel Partito Democratico sono ore decisive: dopo l’arresto di Massimo Castelli, che il PD aveva designato come candidato, sono ricominciati i contatti per un candidato civico, ma pare senza risultato. Si è messa a disposizione, nelle ultime ore, per spirito di servizio la consigliera regionale Katia Tarasconi; potrebbe essere lei a togliere il PD dalla situazione a dir poco intricata in cui versa da alcune settimane. Potrebbe essere ancora lei infatti la figura adatta ad intercettare quella parte di elettori moderati che non si sente rappresentata appieno da ApP.

E’ questione di ore insomma, per vedere quanti saranno i candidati (4 o 5?) che si affronteranno in questa breve ma, c’è da giurarci, intensa campagna elettorale.

POLITICHE 2018: TRA I PIACENTINI ESCLUSI ECCELLENTI E NOMI INATTESI

I giochi sono fatti, o quasi, non senza lasciare frizioni e amarezza da parte di chi ha visto dissolversi la possibilità di candidarsi per le elezioni politiche. Quasi tutti i partiti hanno utilizzato praticamente l’intero tempo a disposizione per presentare i nomi di chi correrà alla prossime politiche del 4 marzo. Dalle indiscrezioni che sono trapelate nelle ultime settimane la schiera di politici piacentini in lizza per Camera e Senato era apparsa più folta di quella che in realtà si è rivelata: abbastanza certi fin da subito Paola De Micheli (Pd) e Pier Luigi Bersani (Liberi e Uguali) nel proporzionale; nel collegio uninominale alla Camera Tommaso Foti (FdI), Patrizia Calza (PD-centrosinistra), Filippo Ghigini (M5S), Francesco Cacciatore (LeU), Oreste Bocchi (Forza Nuova), Stefania Sartori (Potere al Popolo); nel collegio uninominale al Senato Pietro Pisani (Lega), Paola Gazzolo (PD-centrosinistra), Pierluigi Baronio (M5S), Alessandro Ghisoni (LeU), Pietro Zoncati (Forza Nuova), Roberta Marchelli (Potere al Popolo).

Non sono mancati i delusi soprattutto in casa Forza Italia che non ha alcun piacentino, ma anche nella Lega dove Cavalli, Polledri e Stragliati erano dati per favoriti. Nel Movimento 5 Stelle nessuna possibilità né per Andrea Gabbiani né per Mirta Quagliaroli; nel Pd grande escluso Roberto Reggi che sulla pagina Facebook ha scritto di avere rinunciato “per servire lo Stato”.  Anche Massimo Trespidi ha dichiarato di aver rinunciato alla proposta di candidarsi in Noi per l’Italia per dedicarsi al gruppo Liberi; è stato invece candidato Romano Tribi al secondo posto del collegio proporzionale del Senato.

 

BOTTI: “IL PD TORNI IN SINTONIA CON LA CITTA’ “

Paolo Botti, ex segretario PD, ex segretario Cgil, torna alla politica attiva dopo alcuni anni. Rientra nella rosa di nomi che la segreteria regionale sceglierà in vista delle politiche del 4 marzo. L’auspicio di Botti è che “il Partito Democratico torni in sintonia con la gente e che l’ambiente sia una delle priorità”.