VACCINI ANTI COVID: AUMEMTANO DI 5 VOLTE GLI ITALIANI CHE HANNO PAURA. L’INDAGINE DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA

Sono aumentati di 5 volte gli italiani che temono effetti avversi del vaccino anti Covid, più di una persona su tre è impaurita. Non è per nulla confortante il risultato dell’indagine condotta EngageMinds HUB, Centro di ricerca dell’università Cattolica, campus di Cremona: il 37% degli italiani teme un effetto negativo del vaccino, mentre lo scorso maggio erano il 7%. Negli
ultimi mesi è diminuita la percentuale degli italiani fiduciosi nella capacità del vaccino anti- Covid-19 di risolvere la situazione di emergenza (diminuita dal 64% di maggio al 59% di oggi). Solo 4 italiani su 10 oggi dichiarano di sentirsi più ottimisti e più sicuri grazie alla campagna vaccinale in corso. Molti, infatti, sono ancora le persone che si dichiarano spaventate e fataliste per la pandemia ed esprimono scetticismo per i continui rallentamenti e ostacoli nel percorso vaccinale, tanto che il 46% degli italiani pensa di rimandare l’adesione al vaccino, fino a quando non sarà disponibile un vaccino
ritenuto “migliore”.

L’indagine è parte di un Monitor continuativo sui consumi alimentari e sull’engagement nella salute che rientra nelle attività del progetto CRAFT (CRemona Agri-Food Technologies) e di IRCAF (Centro di riferimento Agro-Alimentare Romeo ed Enrica Invernizzi). È stata condotta su un campione di oltre 5000 italiani, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione.

A condizionare fortemente la preoccupazione è stata la recente vicenda AstraZeneca, conferma la professoressa Guendalina Graffigna, Ordinario di Psicologia dei consumi e della salute all’Università Cattolica e direttrice dell’EngageMinds Hub: “«Se in termini generali gli Italiani mostrano una buona attitudine verso la proposta vaccinale,  sul piano comportamentale l’evento legato al vaccino AstraZeneca sembra aver complicato il processo decisionale degli Italiani: a farsi strada in ben il 46% del campione (e la percentuale
rimane costante anche tra i “pro vax”) è l’idea di procrastinare l’adesione alla campagna vaccinale sino a quando non sarà disponibile un vaccino ritenuto “migliore”. Inoltre, il 30% ritiene che ci siano vaccini di “serie A” e vaccini di “serie B”, e mostra perplessità sul piano vaccinale basato su AstraZeneca”.

“Oggi più che mai – prosegue la professoressa –  vediamo gli effetti e i sintomi non tanto delle reazioni di allarme dovute alle notizie degli eventi avversi presunti del vaccino AstraZeneca, bensì di una progressiva lacerazione della relazione di fiducia tra cittadini, scienza e istituzioni sanitarie».

“LE CITTA’ DI FIUME”: PIACENZA E ALTRE SEI PROVINCE A CONFRONTO SUL PO

Piacenza insieme a Lodi, Alessandria, Mantova, Pavia e Cremona si confronteranno sulle strategie di rilancio del grande fiume e come valorizzare  i progetti ad esso collegati. Uno scambio di esperienze e un confronto in cui ognuno ha da imparare qualcosa dall’altro. L’appuntamento è per sabato 13 giugno dalle 9.30 alle 13 alla Società Canottieri Vittorino da Feltre. L’evento “Città di fiume” è organizzato dall’Ordine degli Architetti delle sei città che si affacciano sull’asse medio del Po. “Ogni città porterà la propria testimonianza – spiega l’architetto Giuseppe Baracchi Presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza – Alessandria, ad esempio, del suo rapporto con il Panaro, Mantova con il Mincio, Lodi con l’Adda. Il Consorzio di Bonifica traccerà per Piacenza ciò che è ed è stato per noi il Po, tracciando una disamina molto attenta”. Un convegno che porterà a riflettere ciò che solo 40 anni fa il Po rappresentava per i piacentini. “Il contatto tra il Po e la città si è disperso negli anni – ha spiegato Baracchi – renderlo balneare non è più possibile, ma il suo recupero da un punto di vista turistico è possibile”.

le città del fiume