SINDACA SU DIMISSIONI DI VENEZIANI: “HO PARLATO CON JACOPO. HO CAPITO E COMPRENDO LA SUA SCELTA”

“Ho parlato con Jacopo. E’ stata una conversazione amichevole come ne abbiamo avute tante, se non fosse stato per l’argomento di certo non facile da affrontare: le sue dimissioni da presidente della Ricci Oddi. Gli ho chiesto come mai non me ne avesse parlato prima di inviarle formalmente e la risposta che mi ha dato rivela una realtà più semplice di quella che forse in molti hanno immaginato: temeva che l’avrei convinto a non lasciare il suo incarico, perché sa quanto io ci tenga. E di certo ci avrei provato perché nutro una grande stima nei suoi confronti, come persona, come studioso e come divulgatore di successo.

Ascoltando le sue riflessioni ho però compreso le ragioni della sua scelta, che rispetto. Ragioni che si basano su dinamiche che a me per prima, ma direi a entrambi, non erano così chiare all’inizio di questa “avventura”. Jacopo ritiene di non avere nelle sue corde la capacità manageriale che invece ha scoperto come prioritariamente necessaria in questa delicata fase della Galleria Ricci Oddi recentemente diventata fondazione. Una trasformazione che abbiamo con impegno portato a termine proprio con l’intenzione di facilitare l’ingresso di finanziamenti privati che diano nuova linfa alla Galleria stessa. Perché il problema di questa grande istituzione piacentina è proprio questo: la mancanza di magnati che abbiano voglia di investire sul futuro del museo d’arte moderna più importante della città. La forma giuridica della fondazione di certo rende più agevole il percorso di chi abbia intenzione di investire nella Galleria, ma perché ciò avvenga è necessaria un’azione che probabilmente richiede competenze gestionali, amministrative, commerciali e politiche che Jacopo Veneziani non “sente” come sue. Lui è uno storico dell’arte. E che storico dell’arte, vien da dire! Il suo curriculum e la sua attività di divulgatore sui social e sulle tv nazionali parlano da sole, ma evidentemente non sono pienamente adatte alle esigenze attuali della Ricci Oddi.

Ho ritenuto che lo fossero ma ora, alla luce delle considerazioni che Jacopo ha condiviso con me, prendo atto che è forse necessario muoversi in una direzione diversa.

Una direzione che tuttavia non può ricalcare i modelli del passato, che speravamo di poter modificare in meglio; dev’essere una direzione che si basa su una presa di coscienza, seria e concreta, di cosa sia necessario affinché un museo del genere non solo resti in vita ma prosperi. E non possiamo certo basare le nostre strategie sul ritrovamento casuale di opere d’arte uniche al mondo, come è stato per il Klimt: un regalo inaspettato alla città. Dobbiamo essere consapevoli e guardare con onestà intellettuale la realtà dei fatti, ovvero che la Galleria Ricci Oddi non sembra essere al primo posto nella lista delle priorità dei piacentini, tranne quando si tratta di alimentare la polemica politica. Tant’è che, a parte qualche caso isolato, non si trovano magnati disposti a investire. Il contributo pubblico che il Comune dà al museo è cresciuto negli anni, anche sotto questa amministrazione, ma basta a malapena a tenere aperti i locali della Galleria (che andrebbero peraltro ristrutturati) e a pagare il poco personale che ci lavora. Serve altro, e per farlo servono figure con professionalità specifiche. E per potersene avvalere, servono fondi.

Se vogliamo che la Galleria Ricci Oddi esca dallo status di museo di provincia, può essere utile iniziare a pensare a un approccio come quello anglosassone che prevede strategie commerciali e di promozione tipiche di figure professionali specializzate. E tali figure, sia chiaro, non escludono la presenza di studiosi e storici dell’arte che si occupino delle collezioni, delle opere e di curare mostre ed eventi dal punto di vista artistico e storico. Ma di certo la parte artistica non può più vivere senza la parte di promozione. E la promozione, ormai è chiaro, richiede competenze ad hoc.

E’ un cane che si morde la coda: per attirare visitatori (Klimt a parte) serve promozione ma per fare promozione di qualità serve denaro e, prima ancora, servono personale e stanze museali consone, ristrutturate, perfette.

Sono riflessioni che sto condividendo dopo aver parlato con Jacopo dimissionario. Con il quale, ci tengo a ribadirlo, non ho mai avuto scontri. Tutt’altro: insieme abbiamo sempre ragionato con entusiasmo su come poter rendere più attraente la nostra splendida Galleria, su che iniziative si potessero mettere in campo. E contemporaneamente, insieme al Cda, si è lavorato duramente per il passaggio a Fondazione, che ha richiesto – come accennavo ieri – tempo ed energie.

E’ un peccato che Jacopo lasci l’incarico, ne sono tutt’ora convinta. Ma comprendo le sue motivazioni. Ora tocca a noi, come amministrazione, pensare a come andare avanti, alle scelte da fare. Non ho risposte immediate perché la notizia delle dimissioni è ancora fresca, ma di certo ci muoveremo al meglio delle nostre possibilità per il futuro della Galleria Ricci Oddi”.

 

DIMISSIONI VENEZIANI, SINDACA: “GLI CHIEDERÒ DI RIPENSARCI E RESTARE ALLA RICCI ODDI”

La prima cittadina interviene con una nota riguardo alle dimissione dalla presidenza della Ricci Oddi di Jacopo Veneziani. “Gli chiederò di ritirare le dimissioni, resto convinta che sia la persona giusta al posto giusto. In questo anno e mezzo si è dovuto occupare più di burocrazia che di arte”.

Ecco la nota

”Ho appreso solo questa mattina della decisione di Jacopo Veneziani di lasciare l’incarico di presidente della Galleria Ricci Oddi. Non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi con lui sulla scelta che ha preso e che per lui, conoscendo la passione che mette nel suo lavoro, dev’essere stata tutt’altro che semplice. Al momento non posso fare altro che prenderne atto con rammarico e con assoluto rispetto. Rammarico perché ero e sono tuttora convinta che un professionista dell’arte del calibro di Jacopo Veneziani avrebbe potuto e possa ancora dare un contributo determinante alla Ricci Oddi e, di riflesso, a tutta Piacenza. E’ mia intenzione chiedergli di ripensare alla sua decisione. E spero vivamente che lo faccia e che rimanga alla presidenza della Galleria. Comprendo la difficoltà di un incarico che, in questo anno e mezzo, ha portato Jacopo a doversi occupare più di complesse questioni burocratiche che di arte, della sua promozione e divulgazione, ovvero di ciò per cui è tra i più qualificati nel panorama nazionale. Questioni burocratiche tra le quali ad esempio il passaggio della Galleria a Fondazione, ma non solo, che hanno occupato la gran parte delle energie e del tempo del Consiglio d’amministrazione da quando Veneziani ha assunto la presidenza. In poche parole, il lavoro vero e proprio per il quale vedevo e vedo in lui la persona giusta al posto giusto doveva ancora iniziare. Ed è per questo che, lo ribadisco, gli chiederò di annullare le sue dimissioni”.

RABUFFI SI DIMETTE DALLA COMMISSIONE LEGALITA’. “UNA FOGLIA DI FICO PER L’AMMINISTRAZIONE”

Ecco la firma delle dimissioni irrevocabili di Luigi Rabuffi da presidente della commissione 5, Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità.
Al centro c’è ancora una volta piazza Cittadella e il parcheggio.
L’ormai ex presidente Rabuffi aveva richiesto ufficialmente, carte alla mano, di poter audire in commissione 5 i componenti del tavolo tecnico, del direttore generale, dell’assessore competente e del concessionario. La risposta non è arrivata, se non per vie non ufficiali, proponendo di accorpare la seduta alle congiunte 1 e 2 della scorsa settimana.

CORRADO SFORZA FOGLIANI SI DIMETTE DAL CONSIGLIO COMUNALE E DAL CDA DELLA RICCI ODDI

L’avvocato Corrado Sforza Fogliani si è dimesso dal consiglio comunale e dal consiglio di amministrazione delle Ricci Oddi. Le dimissioni sono state ufficializzate oggi a Palazzo Mercanti, per motivi di salute.

Eletto nelle file dei Liberali Piacentini, lascerà il suo posto a Filiberto Putzu, la cui surroga avverrà nel prossimo consiglio comunale.

Per quanto riguarda la Ricci Oddi, Sforza era stato designato dall’accademia di San Luca, al suo posto entrerà Gottardo Pallastrelli.

GARETTI: “NON ERO LA PERSONA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO”

Paolo Garetti oggi è tornato a fare l’imprenditore. Per sedici mesi ha vestito, a tempo pieno, i panni di assessore ai lavori pubblici nella giunta Barbieri. “Non ero la persona giusta al posto giusto” nel commentare la scelta di dimettersi lo scorso ottobre. “Eppure mi sono sempre messo a disposizione ed mi sono rimboccato le maniche”. Forse troppo? viene da chiedersi.

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RABUFFI: “SINDACO ASCOLTI MENO GLI ALTRI E PIU’ SE STESSO”

La politica è fatta di coerenza, i rapporti personali vengono dopo. E’ la sostanza del commiato dell’ormai ex assessore all’Ambiente del Comune Luigi Rabuffi che, come aveva annunciato un mese fa, lascia l’incarico con la fine dell’anno con tanto di lettera di dimissione al protocollo di viale Beverora. Sono venuti meno i presupposti politici e programmatici tra il suo partito Rifondazione e il Pd a cui appartiene il resto della giunta sindaco compreso. “Il sindaco è una persona che stimo enormemente – ha detto Rabuffi – col quale avrò sempre un rapporto personale di stima e affetto. Non intendo nè attaccarlo nè accusarlo, se proprio gli devo muovere una critica direi che ascolta troppo gli altri e troppo poco se stesso e le emozioni, con cui si fanno le scelte giuste”. Una critica certo, anzi qualcosa di più. Parole che Rabuffi ha pronunciato con la sincerità e le gentilezza che gli sono proprie. La sostanza però rimbomba, eccome: il primo cittadino dovrebbe prendere decisioni in modo più autonomo, senza condizionamenti esterni, come invece pare che sia accaduto nell’affaire Rabuffi. Il PD avrebbe prevaricato su ogni altra decisione, compreso il rispetto del programma nel quale stavano scritti impegni come la costituzione del registro delle coppie di fatto, l’acqua pubblica, il consigliere dei migranti, oggi praticamente disattesi. La domanda è: gli elettori che tre anni fa hanno votato questo programma oggi come prenderanno questa frattura? Un rapporto logorato quello tra Rifondazione Pd che, per la verità, va avanti da parecchi mesi e che oggi ha raggiunto il culmine. “Poi – ha aggiunto Rabuffi – non ci dobbiamo sorprendere se l’astensionismo prevale sulla partecipazione” parole che ha pronunciato anche nella lunga intervista di bilancio nel puntata di A Tutto Tondo http://www.zerocinque23.com/?p=2129

Tra i provvedimenti di cui Rabuffi va fiero ci sono il regolamento sulla partecipazione attiva, sulla classificazione acustica, il regolamento per le attività temporanee (ad oggi 277), il percorso di monitoraggio dell’area ex Acna (vd. puntata di A Tutto Tondo), la valorizzazione del Po. Tra le delusioni una su tutte, non essere riuscito a migliorare le condizioni dei pendolari piacentini.

Dopo le festività tornerà al suo lavoro in Provincia, nella Polizia Provinciale, continuando a portare il suo contributo nel partito in vista, par di capire, della prossima competizione elettorale comunale.

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DIMISSIONI RABUFFI, UNA SCELTA POLITICA

“Il mio partito la legge in chiave politica, io da sindaco ne colgo più gli aspetti concreti e amministrativi”. E’ il pensiero del primo cittadino che riassume la vicenda legata al caso dell’uscita di Rifondazione della maggioranza e delle conseguenti dimissioni dell’assessore Luigi Rabuffi che rimarrà al suo posto fino alla fine dell’anno. Una scelta concordata tra sindaco e assessore per dare la possibilità al secondo di terminare alcune attività che sono in corso e al primo di trovare un nuovo assessore all’ambiente. Una scelta che forse gli amministratori dovranno spiegare agli elettori che tre anni fa avevano votato per la coalizione Sinistra per Piacenza, che oggi, di fatto, non esiste più. “E’ una storia che abbiamo vissuto anche con il Reggi bis; a metà mandato la maggioranza si sfilaccia, questa volta la novità è il passaggio di Rifondazione. Ho sempre cercato di distinguere l’azione amministrativa da quella politica, privilegiando da sindaco la competenza amministrativa, ma che questi due aspetti sono in forte connessione”.  Fin dall’inizio Dosi è detto disponibilissimo a ricucire lo strappo con Rifondazione, ma qualcosa è andato storto. I nodi stano arrivando al pettine, e sui temi, un tempo condivisi tra Pd e PRC, come acqua pubblica, Pertite, servizi alla persona, non c’è più una convergenza di vedute. “I tempi sono cambiati – ha detto Dosi – oggi ci troviamo ad affrontare temi completamente nuovi e a rapportarci con soggetti nuovi”. I nodi e le divergenza, insomma, vengono al pettine. I tempi sono cambiati certo, la contingenza detta altre priorità, ma il sindaco ha sempre manifestato forte apprezzamento per l’operato di Rabuffi, portacolori di Rifondazione. In questo caso lo strappo è politico. “Io amministrativamente ho fatto il possibile per recuperare il rapporto, il partito in questo caso ha esercitato un ruolo più politico nel rapporto”ha concluso il sindaco.

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STEFANO PARETI: “MI DIMETTERO’ SUBITO DOPO SCARAVAGGI”

“Ho legato le mie sorti a quelle del presidente. Non appena rassegnerà le sue dimissioni, io gli andrò dietro”. Sono più convinte che mai le parole di Stefano Pareti, membro del cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Lo abbiamo contattato per un commento sull’invito del vice Anselmi a dimettersi per dare un segnale di chiarezza. “Io l’ho sempre detto – continua – non appena Scaravaggi si dimetterà lo farò anch’io senza problemi”. Il presidente ha sempre confermato la sua volontà di lasciare l’ente non appena sarebbe subentrato il successore, oggi identificato nel notaio Massimo Toscani. E’ solo questione di ore, dunque. Anche se il 26 luglio inizialmente designato come la data per il consiglio generale potrebbe slittare a causa della mancata presenza al alcuni consiglieri.

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FONDAZIONE E’ CAOS, ANSELMI SI DIMETTE

L’articolo di Mario Gerevini sul Corriere della Sera di ieri ha scatenato reazioni a catena. La più eclatante le dimissioni del vice Beniamino Anselmi che nel lasciare invita il presidente Francesco Scaravaggi e il consigliere Stefano Pareti a fare altrettanto. Scaravaggi però aveva annunciato e confermato in più di un’occasione la volontà di dimettersi non appena sarebbe subentrato il suo successore che, a meno di colpi scena, sarà il notaio Massimo Toscani. Il suo nome dovrebbe essere ufficializzato nel consiglio generale del 26 luglio. Il pezzo del Corriere ripercorre in modo preciso gli ultimi investimenti della Fondazione, in particolare soffermandosi su quelli che hanno portato ad un impoverimento del patrimonio. Sullo sfondo lo statuto, secondo cui il patrimonio deve essere amministrato con prudenza. Le dimissioni annunciate di Anselmi a cosa porteranno? Il consiglio nel corso della prossima seduta ne prenderà atto e si proseguirà con la nomina del nuovo cda, che per altro da indiscrezioni, sembrava già diverso dal precedente? Certamente nulla fu più profetico del titolo del Corsera Fondazione di Piacenza nel caos, oggi, forse più di ieri.

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REGIONALI PD, CERCANO UN POSTO ANCHE I POLITICI PIACENTINI

Le dimissioni del presidente della Regione Vasco Errani, oltre ad ever messo in moto la macchina delle elezioni previste ad ottobre, stanno solleticando anche le ambizioni dei politici di casa nostra desiderosi di conquistare un posto nel consiglio regionale. Nell’ultimo numero del Corriere Padano si fanno i nomi di Alessandro Ghisoni, ex sindaco di Podenzano, Gianluigi Molinari, segretario del Pd, Francesco Cacciatore, e Katia Tarasconi, assessore al Commercio. Tutti esponenti del Pd locale certo, ma di correnti decisamente differenti, questo fa pensare che all’interno del partito si siano già innescate schermaglie e controversie.

 

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