“LA QUESTIONE EDUCATIVA E’ SAPERE INTERCETTARE L’ATTESA”. IL CONVEGNO DEDICATO A DON GIORGIO BOSINI

Sui giovani e sulla questione educativa don Giorgio Bosini fu certamente profetico. Scriveva di emergenza quasi con fastidio perché sperava così in un impegno maggiore e in una capacità di leggere più chiaramente i bisogni da parte degli adulti. Non andò così 15 anni fa, e la situazione oggi non è cambiata, anzi.
Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato da La Ricerca, in occasione dei 45 anni di fondazione del Centro di Solidarietà fondato proprio da don Giorgio a cui hanno partecipato anche il pedagogista Ivo Lizzola, Ordinario di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità, del conflitto e della mediazione presso l’Università di Bergamo, e il presidente nazionale della Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) Luciano Squillaci.

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“I BAMBINI, LE VITTIME MAGGIORI DELLA PANDEMIA”

“I bambini rischiano di essere le vittime maggiori nel lungo termine” lo diceva un anno fa il segretario generale dell’Onu nel presentare il rapporto “L’impatto del covid 19 sull’infanzia”.

Oggi ad un anno di distanza, pur nella penuria di dati ufficiali, la percezione è proprio questa: una forte sfida educativa e sociale con cui fanno i conti ogni giorno bambini, ragazzi, famiglie e insegnanti, che non viene annoverata nel lungo elenco di dati giornalmente presentati per l’andamento della pandemia. Ne abbiamo parlato con il prof. Pier Paolo Triani, docente di pedagogia all’università Cattolica di Piacenza.