EX ACNA, BONGIORNI: “L’AREA E’ INQUINATA, IL TAGLIO DEGLI ALBERI E’ STATO NECESSARIO”

L’Ex Acna è un’area inquinata che deve essere bonificata. E’ la premessa fondamentale su cui si basa l’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco Matteo Bongiorni nell’inquadrare le dinamiche specifiche che accompagnano, per l’appunto, un intervento di bonifica. Ed è anche la necessaria premessa che il vicesindaco utilizza per rispondere al malcontento dei residenti e di alcune associazioni rispetto al taglio degli alberi e degli arbusti.

“Si tratta di dinamiche nelle quali – precisa – non si può confondere la volontà di un’Amministrazione comunale con i vincoli e le possibilità di azione che un intervento di bonifica consente. E’ necessario tener presente – aggiunge Bongiorni – che ci si sta occupando di un sito attualmente inquinato per contaminazione di suolo da sostanze chimiche e che, attraverso la sua piena messa in sicurezza e riqualificazione, lo si intende riportare in funzionalità e fruizione pubblica”.

E’ un’opera importante sia per complessità sia per valore; un’opera che, oltre al Comune – in qualità di soggetto attuatore esterno -, coinvolge enti sovraordinati quali Arpae per competenza, la Regione Emilia-Romagna come soggetto attuatore e il Ministero che eroga il finanziamento PNRR. Nell’area in oggetto, il progetto prevede sia scavi sia la messa in sicurezza permanente che viene realizzata con posa di tessuto non tessuto e riporto di terreno vegetale sovrastante, per tutta l’area senza soluzione di continuità. Progetto che viene collaudato alla quota di scavo e alla quota di riporto, e che è soggetto a tre livelli di approvazione da parte degli enti sopra citati.

“Il progetto di bonifica iniziale non contemplava alcuna possibilità di mantenimento di alcun tipo di vegetazione – spiega l’assessore – La qual cosa era stata peraltro chiarita anche in occasione dell’assemblea pubblica tenutasi sul tema nel marzo scorso. Come ulteriore approfondimento, la ditta esecutrice ha prodotto uno studio relativo alle alberature presenti nell’area finalizzato ad analizzare la possibilità del mantenimento in loco di alcune essenze. Una possibilità che naturalmente sarebbe stata preferibile”.

Bongiorni prosegue: “L’ipotesi di conservazione si è rivelata però impraticabile a causa delle prescrizioni stesse della bonifica che, visto l’obbligo di non generare discontinuità tramite posa del tessuto sottostante e di uno stato sovrastante di circa 60 centimetri di terreno, avrebbe provocato in adiacenza agli alberi un alto rischio di insorgenza di patologie compromettendone lo stato di salute e accelerandone i problemi di stabilità.”

Per poter mantenere la vegetazione si sono anche valutate altre soluzioni tecniche, in modo da isolare l’area interessata dagli alberi non ricoprendone il colletto e rispettandone l’apparato radicale. Tale soluzione avrebbe comunque contravvenuto alla continuità di bonifica dell’intera area, nonché previsto a protezione una trincea o cerchiature di cemento alte 70-80 cm e con necessità di fondazione, e con conseguente rischio per l’apparato radicale e creazione di una zona interclusa a livello inferiore.

Una questione tecnica, dunque, che si intreccia però con la questione amministrativa. E lo spiega ancora Matteo Bongiorni: “Tale iniziativa, rappresentando una discontinuità nella messa in sicurezza permanente, avrebbe comportato una richiesta di variante sostanziale agli enti sovraordinati, con necessaria sospensione e notevole ritardo delle opere. Peraltro senza la certezza che tale richiesta fosse accolta, vista la predominanza e priorità della bonifica rispetto a ogni altro aspetto. Compresa la conservazione degli alberi”.

C’è un esempio recente che chiarisce come, spesso, certe scelte vengano determinate da priorità chiare e precise che scavalcano le varie sensibilità: la bonifica bellica che si è conclusa da poco presso il parco della Galleana. In quel caso, per esigenze realizzative, si è dovuti intervenire necessariamente e massivamente su tutta vegetazione nel tempo cresciuta in loco. Non c’era altra possibilità, e di conseguenza si è proceduto in quel senso. Alla Galleana, come anche all’ex Acna, si procederà con nuove piantumazioni.

EX ACNA: CONSEGNATA L’AREA, AL VIA LE OPERAZIONI DI BONIFICA. BONGIORNI: “MASSIMA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA AMBIENTALE”

E’ partita la fase realizzativa della bonifica dell’area ex Acna: un intervento lungamente atteso, dopo anni di complessità, cui oggi si dà attuazione in virtù del lavoro di diverse Amministrazioni ed Enti. Con la consegna effettiva, i lavori sono stati affidati al raggruppamento di imprese BSA Srl e Furia Srl (aggiudicatasi l’appalto), per un intervento di bonifica del sito finanziato, per circa 10 milioni di euro, con i fondi della Missione 2 PNRR del programma UE Next Generation EU destinati alla “Bonifica dei siti orfani”, ovvero aree dismesse e contaminate da rigenerare.

Nelle prime settimane di attività, le ditte incaricate procederanno con le operazioni propedeutiche alla bonifica vera e propria, a cominciare dai monitoraggi ambientali: “Una componente fondamentale – spiega il vice sindaco Matteo Bongiorni – necessaria per garantire il controllo costante sugli effetti del cantiere, evitare un impatto negativo in termini di aumento delle polveri sospese, vibrazioni, rumore generato e mantenere costantemente controllata la qualità delle acque sotterranee. Proprio questa settimana, infatti, si sta effettuando l’installazione delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e delle emissioni acustiche, mentre in seguito saranno predisposte le procedure per la misurazione delle vibrazioni e le analisi idriche: avere a disposizione tutti i parametri come riferimento iniziale significa poter mappare l’evolversi del cantiere passo dopo passo, tenendo sotto osservazione ogni eventuale variazione dovuta alle operazioni in corso”. Successivamente, comincerà la preparazione delle aree di scavo, con la pulizia dai rifiuti abbandonati e la rimozione della vegetazione arbustiva spontanea, recintando infine la zona oggetto dei lavori.

“Un intervento certo non banale – rimarca l’assessore – che ovviamente genererà qualche impatto sul comparto circostante. Siamo infatti ben consapevoli sia dell’importanza della realizzazione di questo progetto, sia del valore che potrà avere per la città, così come manteniamo attenzione prioritaria agli aspetti più delicati, legati innanzitutto alla sicurezza ambientale e ci contesto su cui si sta lavorando in questi giorni. Ritengo quindi doveroso ringraziare tutti coloro che sono coinvolti sotto il profilo delle competenze e delle professionalità: il risultato che otterremo è frutto della collaborazione tra diversi Enti e settori del nostro Comune, il cui impegno congiunto è mirato a trovare le soluzioni operative più consone sia per le attività proprie di bonifica e di monitoraggio sia, ad esempio, per i risvolti viabilistici”.

A questo proposito, si rende necessaria una modifica della viabilità su via Cantarana, consentendo inoltre l’utilizzo temporaneo di una corsia del tratto ciclopedonale di via Maculani per il transito esclusivo dei mezzi di cantiere: “Una soluzione adottata – spiega Bongiorni – al fine di non gravare ulteriormente sul traffico allo snodo tra via Campagna e via XXI Aprile”.

I lavori di bonifica, con i relativi collaudi, termineranno entro marzo 2026, “ma il vero obiettivo – conclude il vice sindaco – è la successiva riqualificazione e restituzione dell’area alla città. Le opere di bonifica sono determinanti, ma l’attenzione è già rivolta anche al progetto di recupero funzionale che vedrà, tra i suoi elementi caratterizzanti, la parte prevalente del sito a verde e la realizzazione di un parcheggio per circa 300 posti auto. Un progetto anch’esso complesso e sul quale si tornerà a breve, anche alla luce dell’incontro pubblico che si è tenuto sul tema. L’elaborato deve infatti considerare sia le indicazioni della Soprintendenza, dovute al rispetto del vincolo sulle mura storiche, sia aspetti oggettivi legati, ad esempio, alle esigenze degli scavi per la bonifica stessa o ai livelli del suolo, relativamente al drenaggio delle acque piovane”.