“CELEBRARE LA MEMORIA E’ UN SENTIMENTO CIVILE, ENERGICO, IMPEGNATIVO”

Per Giorgio Boselli, Giulio Tinelli e Paolo Zucchi c’erano i figli e i pronipoti che, alla loro memoria, hanno ricevuto le medaglie d’onore. Sono stati internati e deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. La cerimonia di commemorazione si è svolta ai Giardini della Memoria, sullo Stradone Farnese, alla presenza di tanti giovani alunni e delle associazioni dei combattenti. Questa giornata è stata istituita molti anni dopo la fine della guerra quando le memorie vive di chi aveva vissuto questo dramma rischiavano di affievolirsi – ha detto il prefetto Daniela Lupo – la Shoah resta un male assoluto, la sua memoria e la conoscenza profonda di quello che accadde deve essere tenuta viva. Questa giornata è fatta allora per renderci vigili: quando certi morti vengono giustificati con pretesti cosa rimane del nostro essere uomini e donne? Celebrare la memoria è un sentimento civile, energico, impegnativo”.

“PARLIAMO DELLA SHOAH PER SCONFIGGERE STEREOTIPI E RIEVOCAZIONI PERICOLOSE”

Scongiurare in tutti i modi il pericolo dell’oblio è importante più che mai se al centro del dibattito ci sono le leggi razziali e la shoah.

“Le persone da anni dicono basta con gli ebrei, tra poco sui libri ci sarà una riga, poi neanche quella”. Sono le parole della senatrice Liliana Segre pronunciate qualche giorno fa a Milano per presentare le iniziative legate alla giornata della memoria.

Ecco allora che diventa fondamentale coinvolgere proprio i più giovani e farli riflettere su questo pezzo di storia drammatico le cui conseguenze, legate all’antisemitismo, sono presenti ancora oggi anche in Occidente.

“SIAMO QUI SIAMO VIVI”, LA SOLIDARIETA’ CHE HA SALVATO DALLA SHOAH

E’ un diario che, a tratti, assomiglia più ad un romanzo. Una storia vera, documentata e basata, appunto, su fatti veri. Il contesto è quello della milano del 1938, poco dopo la pubblicazione della leggi razziali. Alfredo Sarano, ebbe l’intuizione di nascondere le liste della comunità ebraica milanese, mettendo così in salvo molte famiglie dai rastrellamenti e fu, poi, salvato a sua volta, insieme alla moglie e alle figlie, grazie al coraggio di famiglie non ebree e alla sensibilità di un giovane ufficiale tedesco del cui gesto non si seppe più nulla per oltre 70 anni.

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