“CITTADINANZA E SENSO DI APPARTENENZA PER FAR SENTIRE I GIOVANI PARTE DI UNA COMUNITA’ “. IL RICHIAMO DEL VESCOVO CEVOLOTTO

Cittadinanza e senso di appartenenza: sono i concetti attorno a cui il Vescovo, mons. Adriano Cevolotto, ha sviluppato la sua omelia nella celebrazione del santo patrono. Ad ascoltarlo nelle prime panche le autorità cittadine, sindaca, prefetto, questore, comandante dei carabinieri e polizia locale.
Parole pesate e pensate per portare una riflessione serie a ciò che sta accadendo in città nelle ultime settimane. Chi ha ascoltato non ha potuto non pensare ai fatti di violenza che si sono verificati nei giorni scorsi. Anche la Diocesi, in questo contesto, è chiamata a portare il suo contributo; lo farà nei prossimi giorni con il tavolo in prefettura allargato allargato alla politica, diocesi e comunità islamica. Non è un caso che oggi, nella basilica di Sant’Antonino, in prima fila, accanto alle autorità, sedessero anche i rappresentanti delle altre professioni religiose.
Quella che è la posizione della diocesi, il vescovo l’ha in parte anticipata nel giorno del patrono: partendo proprio dal recente referendum sulla cittadinanza che, la di là del risultato politico, ha un forte valore dal punto di vista del riconoscimento dei diritti civili unito ai doveri.

E’ una sfida primaria quella di far sentire i più giovani parte di una storia, di una tradizione, non ospiti. Cevolotto ha parlato di azioni educative al centro delle quali deve esserci il senso di appartenenza al tempo e al luogo i cui si vive.
E poi il linguaggio, “deve essere superato il Noi e il Voi, perché i giovani sono di chi li accoglie”; “a quelli che manifestano disagio – ha detto – dobbiamo fare intravedere un futuro sociale e professionale che si distacchi dalla marginalità”.

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“LA QUESTIONE EDUCATIVA E’ SAPERE INTERCETTARE L’ATTESA”. IL CONVEGNO DEDICATO A DON GIORGIO BOSINI

Sui giovani e sulla questione educativa don Giorgio Bosini fu certamente profetico. Scriveva di emergenza quasi con fastidio perché sperava così in un impegno maggiore e in una capacità di leggere più chiaramente i bisogni da parte degli adulti. Non andò così 15 anni fa, e la situazione oggi non è cambiata, anzi.
Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato da La Ricerca, in occasione dei 45 anni di fondazione del Centro di Solidarietà fondato proprio da don Giorgio a cui hanno partecipato anche il pedagogista Ivo Lizzola, Ordinario di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità, del conflitto e della mediazione presso l’Università di Bergamo, e il presidente nazionale della Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) Luciano Squillaci.

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GIOVANI-LAVORO, REPETTI: “OGGI SONO I CANDIDATI A SCEGLIERE L’AZIENDA”. E’ LA GRANDE SFIDA DELL’IMPRESA

L’approccio dei giovani al mondo del lavoro è certamente cambiato, così come si è profondamente modificata negli anni la ricerca del lavoro. Lo dimostrano proprio le ricerche condotte sui ragazzi diplomati e laureati; uno di questi lo studio del professor Daniele Marini dell’università di Padova: se per la generazione degli attuali 35/40enni lavorare significava fatica, necessità e pure soddisfazione, oggi il lavoro è visto come una scelta di vita che si deve equilibrare con la sfera privata. Questo cambiamento costituisce una nuova sfida anche per l’impresa. Ne abbiamo parlato con Cristina Repetti, consigliera di Confindustria con delega all’Education e responsabile risorse umane di TGR.

 

YOUTHBANK, LA BANCA DEI GIOVANI, ARRIVA A PIACENZA

Sarà la prima banca dei giovani di Piacenza. Il progetto YouthBank sbarca anche in città con il bando aperto, fino al 22 settembre, ai giovani tra 16 e 25 anni.

Per avviare il progetto la Fondazione di Piacenza e Vigevano mette a disposizione 30mila euro, somma che potrà essere incrementata attraverso iniziative di crowdfunding messe in campo proprio dai ragazzi. YouthBank è una banca, appunto, formata da giovani under 25, nata per sostenere progetti ideati e gestiti da coetanei, per coinvolgere i più giovani nei processi di autonomia decisionale, partecipazione e imprenditorialità.

INTERVISTE, FOCUS, MAPPATURA DEI LUOGHI: ECCO L’INDAGINE SUI GIOVANI PIACENTINI

Interviste, focus, mappatura dei luoghi e incontri, con l’obiettivo dichiarato di stanare gli invisibili. Sono le basi da cui muove l’indagine conoscitiva sulla condizione giovanile a Piacenza, promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con Ires Emilia Romagna.

Il comune è coinvolto con gli assessorati alla politiche giovanili, welfare, scuola e sport in modo da poter realizzare una fotografia il più possibile aderente alla realtà, perché solo così si intercetteranno i bisogni più autentici.

Il target sono i ragazzi tra 14 e 29 anni, una forbice molto ampia che certamente ha bisogni diversificati. Le interviste e i focus servono proprio a restringere il campo, mettendo da parte etichette e pregiudizi a favore dell’ascolto. Sono coinvolti nell’indagine molti enti del terzio settore che operano da anni sul territorio, tra cui ausl e ufficio scolastico.