FRANCESCA BOCCA-ALDAQRE: “VI SPIEGO L’ISLAM ATTRAVERSO GOETHE”

Ci vuole prima di tutto cultura per non avere paura. Nel libro “Sotto il suo passo nascono i fiori” ed. La nave di Teseo di Francesca Bocca – Aldaqre e Pietrangelo Buttafuoco, si racconta l’Islam attraverso Goethe.
Un lavoro frutto di una ricerca attenta e accurata per descrivere quell’orizzonte di pace verso cui il poeta tedesco si orientò.
 

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A TUTTO TONDO LA CHIESA DEL PRETE DEGLI ULTIMI

La sua visione di chiesa è aperta, accogliente e di aiuto a chi ha bisogno. Don Giuseppe Sbuttoni, parroco di Mortizza, è molto più che il prete pizzaiolo che anche la stampa nazionale ha messo in risalto. Quello delle pizze della domenica sera è una trovata originale per raccogliere qualche offerta. L’opera di don Sbuttoni è cominciata negli anni 80 quando era la droga a distruggere intere famiglie, oggi ci si rivolge alle nuove povertà. Oltre un centinaio le donne che don giuseppe, insieme ai parrocchiani, ha tolto dalla strada in questi anni. Donne che oggi hanno una famiglia e figli che studiano con profitto.

La figura e il ruolo della donna nella religione islamica. Una tematica fortemente attuale che emerge in ogni dibattito dove si parla di Islam, differenze, confronti tra religioni e integrazione. Abbiamo chiesto ad un giovane uomo musulmano, responsabile del centro islamico di Piacenza, come l’islam considera la donna.

Casino Mandelli è pronto ad ospitare il Tecnopolo di Piacenza. La storica villa del 700 sarà la casa della ricerca industriale avanzata piacentina. All’interno troveranno spazio RSE, il laboratorio Musp. Il cuore del complesso è il capannone da 1000 metri quadrati con un tetto fotovoltaico da 50 KW. Il tutto per un investimento importante di 8 milioni 300 mila euro che il presidente della Regione Bonaccini giustifica ai nostri microfoni.

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ATTENTATO DI PARIGI, IL TERRORE CHE COLPISCE IL CUORE DELL’EUROPA

L’Europa si è svegliata sotto attacco. I quattro attentati di Parigi hanno fatto ripiombare nel terrore tutta Europa e il pensiero inevitabilmente torna a poco meno di un anno fa quando nel mirino dell’Isis finirono i giornalisti del settimanale Charlie Ebdo. Si colpi’ la libertà di stampa, oggi la società civile, la gente comune e il potere rappresentato dal presidente Hollande.

Il giorno dopo la strage, nel quale il numero delle vittime aumenta di ora in ora fino ad arrivare ad  oltre 100 e altrettanti feriti gravi,

tante domande non trovano risposta di fronte all’assurdità di una violenza inaudito che consapevolmente vuole portare la morte in nome di un Dio. In tanti lo hanno scritto e detto fin da subito; quello di Parigi e’ l’11 settembre dell’Europa. E se esiste un Islam che con tutto questo non ha nulla a che fare, e ne siamo convinti, che disprezza la mattanza prodotta in quel teatro nel cuore di Parigi, questo è il momento per una presa di distanza vera, plateale, autentica.

Un primo segnale sarebbe significativo arrivasse proprio dai giovani; la Comunità Giovani Musulmani di Piacenza che oggi e domani si riunisce in ritiro spirituale al centro culturale islamico della Caorsana ha aperto la due giorni con una preghiera per i morti nell’attacco terroristico. Questo il testo della preghiera:

“Viviamo con i francesi questo tragico momento e porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai cari delle vittime. Come giovani e come musulmani ci addolora vedere così tanta violenza, a Parigi come in ogni altro paese. Il terrore non conosce religione né nazionalità, non guarda all’età né al sesso. Chi commette orrori simili deve pagare e noi, come giovani musulmani di Piacenza, ci auguriamo che questo avvenga il prima possibile e che non si ripeta ancora, mai più!

Siamo speranzosi tra l’altro, che avvenimenti come questi non siano causa di odio tra popoli o religioni. Non esiste religione che ordini il terrore anzi, come ci viene insegnato dal Nobile Corano: Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. (Sura 5; 32).”

Un uomo ferito soccorso fuori dal Bataclan, Parigi, 13 novembre 2015.  (Thierry Chesnot/Getty Images)

 

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ALLAM:”NON RINUNCIO A CRITICARE L’ISLAM”

Pacato nei modi ma forte nel criticare ogni forma di degenerazione religiosa. Magdi Cristiano Allam arrivato a Piacenza su invito di “No Reds”, “Club Forza Silvio” e Forza Italia, non ha mancato di ribadire la sua posizione nei confronti dell’Islam spesso criticata proprio dagli stessi musulmani. Con lui siamo partiti delle polemiche nate dalla distribuzione del suo ultimo libro “Non perdiamo la testa, il dovere di difenderci dalla violenza dell’Islam” in allegato al quotidiano Il Giornale. Il tema affrontato è il fondamentalismo islamico sfociato nella costituzione dello stato dell’Isis tra Siria e Iraq. Le critiche mosse ad Allam riguardano la foto scelta per la distribuzione del libro, ovvero la decapitazione del giornalista americano James Foley. “C’è tanta ipocrisia – ha risposto Allam – quella foto da settimana è sulle prime pagine dei quotidiani e dei tg di tutto il mondo. Non capisco questa ossessione a focalizzarsi su aspetti così irrilevanti”. Nella lunga intervista che vi proponiamo, il giornalista approfondisce l’argomento Isis, un luogo ben definito tra Siria e Iraq finanziariamente autonomo, che rappresenta il culmine del radicalismo islamico dove prevalgono le logiche del terrorismo islamico.

“Ho in corso una battaglia con l’Ordine dei Giornalisti  che mi accusa di islamofobia – ha detto – ma non è un reato, è uno psico reato. Il nostro codice non prevede questo reato. Io sono contro l’Islam che non è una religione positiva – ha detto Allam – tutti i musulmani vanno rispettati ma io non rinuncio a criticare l’Islam perchè sono contro”. Allam è cauto anche sulla presa di distanza dalle forme di terrorismo da parte dei musulmani, come è accaduto qualche settimana a Milano dove un gruppo di giovani ha bruciato la bandiera nera dell’Isis. “Ben vengano le prese di distanza, ma spesso sono gruppi numericamente piccoli. Attenzione a non strumentalizzare queste manifestazioni di integrazione per avere in cambio dalle amministrazioni spazi o moschee”. E ancora:”Non siamo la terra di nessuno, ci sono le regole dello Stato; tutti coloro che risiedono sul territorio devono concepire il vincolo di cittadinanza come un principio”.
 
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