Un altro esposto è stata presentato in procura per il caso piazza Cittadella. A presentarlo, questa volta, è stata la sezione locale di Italia Nostra, affinché si valuti se sussistano le condizioni per chiedere l’interdizione degli atti che consentono l’esecuzione dei lavori. Un esposto che arriva dopo la consegna delle aree da parte del comune al concessionario per l’avvio, entro un mese, del cantiere; ma anche e soprattutto, lamenta Italia Nostra, dopo una assenza totale di considerazione e dialogo da parte dell’amministrazione rispetto alle domande più volte poste.
In particolare ciò a cui si fa appello è l’articolo 10 comma 4 del decreto legislativo 42/2004, in quanto la piazza è considerata come bene culturale soggetto a vincolo e a tutela e come tale non può essere sottoposta a demolizione ma solo ad interventi conservativi.
“SOTTO PIAZZA CITTADELLA REPERTI MEDIEVALI E RINASCIMENTALI”. ECCO LE FOTO
Non è solo una questione ambientale; su piazza Cittadella pende anche una seria questione archeologica manifestata congiuntamente da Legambiente, Italia Nostra, FATE fondo ambiente e territorio e Laboratorio Popolare.
Attraverso un accesso agli atti presso la sovrintendenza archeologica, queste associazioni hanno reso pubblico la documentazione fotografica della società Malena snc del 2013 relativi ai lavori effettuati da IREN nella zona di piazza cittadella e nelle aree limitrofe. Dalle foto si rilevano lastricati di strade, muretti, archi, pavimentazioni a mattoni e a spina di pesce. Manufatti ancora ben conservati che riguardano gli scavi eseguiti ad una profondità di 2 metri e mezzo. Tutto questo si va ad aggiungere ai reperti di epoca romana rivenuti nei pressi della piazza tra cui i pavimenti in mosaico e laterizio e cocciopesto del cortile della scuola Mazzini oggi esposti a palazzo Farnese.
ITALIA NOSTRA: “SU PIAZZA CITTADELLA TRAFFICO MASSICCIO DI AUTO E BUS. DOVE STA LA RIQUALIFICAZIONE?”
EX CARMINE: IL SOPRALLUOGO NON CONVINCE ITALIA NOSTRA
Il tanto richiesto sopralluogo c’è stato ma non ha convinto; non ha convinto Italia Nostra che giudica il soppalco all’interno della chiesa dell’ex Carmine “un’intrusione”. Per l’amministrazione “è una questione di gusti”. E i lavori proseguono a ritmo serrato.
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BISOTTI SU PALAZZO EX ENEL: “OCCUPIAMOCI DELLE PRIORITA'”
“L’ amministrazione non si attende nulla rispetto alla pratica di palazzo ex Enel”. L’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti risponde così in merito al caso dei reperti del palazzo di viale Risorgimento sulla cui struttura i lavori di demolizione stanno procedendo a pieno ritmo per terminare con la ripresa dell’anno scolastico. Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo di ricerca Piacenza Romana invece qualcosa dalla Soprintendenza si aspettano, in particolare una risposta alla richiesta di sopralluogo avanzata nell’ultima lettera. “La Soprintendenza ai beni architettonici non è stata informata perchè non era richiesto il suo parere – ha spiegato Bisotti. Il progetto che riguardava il parcheggio nel secondo seminterrato, dove sono tutt’ora i reperti all’interno di una soletta di cemento, è stato accantonato nel 2009. Per questo non si è ritenuto di informarla, perchè nulla di sua competenza sarebbe stato toccato. Ho provveduto invece ad informare nel luglio scorso – prosegue l’assessore – la Soprintendenza per i beni artistici e paesaggistici dal momento che il progetto di ricostruzione del palazzo prevede l’utilizzo della pietra di Vicenza anzichè il cotto, ed abbiamo ottenuto l’ok”. Secondo l’assessore Bisotti quindi la Sovrintendenza non era al corrente dell’intervento semplicemente perchè non occorreva che lo fosse nel senso che il progetto, che originariamente prevedeva l’utilizzo del secondo seminterrato dove sono ricoverati i reperti, era stato accantonato nel 2009. “L’interesse per questi reperti – conclude Bisotti – si doveva manifestare nel 2010 cioè quando il consiglio comunale, in modo acceso e dibattuto, discusse e approvò il progetto attuale. Piacenza fa fatica a tutelare i beni che già possiede, occupiamoci delle priorità”.
FERRARI FAI:”PIACENZA NON HA UN MUSEO DEI REPERTI ROMANI”
Domenico Ferrari delegato del Fai di Piacenza è pessimista sull’esito del caso dei reperti di palazzo ex Enel. “Purtroppo ho l’impressione che i giochi siano fatti – ci dice – anche se spero che la richiesta delle associazioni di effettuare un sopralluogo da parte della Soprintendenza venga accolta.” Con il professor Ferrari abbiamo allargato il discorso sul tema della valorizzazione dei beni archeologici. “Piacenza è ancora più povera di reperti romani di quello che pensassi – spiega – nel senso che sono numericamente moltissimi ma non vengono resi visibili e portati alla luce. Questo è un vero peccato. Siamo stati la prima colonia di Roma insieme a Cremona, capitale dell’Emilia per quanto riguarda i resti romani, ma nulla o poco più è visibile. C’è molto di sepolto – continua – e quel poco che si vede è stato mal trattato. Con il Fai siamo riusciti a visitare i reperti romani sotto al palazzo di via Trebbiola rivenuti durante gli scavi, quelli al Monte di Pietà e al salone Santa Margherita della Fondazione. Ma a Piacenza – conclude Ferrari – non esiste un museo che li racchiude, sono nei magazzini e di certo non visibili”. Nel frattempo Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo Piacenza Romana sono in attesa di una riscontro delle Belle Arti per un sopralluogo sul cantiere.
PALAZZO EX ENEL, E’ SCONTRO SUI REPERTI
Il gruppo di ricerca Piacenza Romana, l’associazione Archistorica, Italia Nostra e Fai vogliono andare in fondo a quello che sta prendendo tutti i contorni di una scontro di posizioni. Da una parte le associazioni, dall’altra amministrazione, ditta esecutrice e progettista. Due posizione opposte che si sono venute a creare a seguito della risposta della Soprintendenza che sostiene di non essere stata informata sull’attuale progetto che prevede l’abbattimento di palazzo ex Enel entro il 15 settembre e la costruzione di una nuova struttura che non contempla la valorizzazione dei reperti sottostanti. Per questo con una lettera anche Archistorica e Piacenza Romana si sono unite alla richiesta di Italia Nostra chiedendo un sopralluogo delle Belle Arti scrivendo direttamente al Soprintendente Marco Edoardo Minoja e al funzionario competente per il comune di Piacenza Daniela Patrizia Locatelli. La missiva è stata indirizzata per conoscenza anche al sindaco Dosi e al Consiglio comunale. Una richiesta di sopralluogo motivata dalla difformità di argomentazioni sostenute fino ad oggi dall’amministrazione, dalla proprietà dell’immobile, dal progettista e le informazioni della Soprintendenza stessa.