“SUL CASO MENU’ SONO MANCATI DIALOGO E CONFRONTO CON L’AMMINISTRAZIONE”

Chiedono un confronto con l’amministrazione perché credono fortemente nel valore educativo dell’alimentazione. Come loro la pensano in molti, perché in un paio di giorni hanno raccolto on line oltre 500 firme per un ritorno ad menù più sano. Non solo sano, anche vario, fatto di alimenti che magari a casa si consumano con minor frequenza. Insomma si sarebbero aspettati un cambiamento di menù, a seguito delle lamentele di alcuni genitori, più concertato.

 

GENITORI PER UN MENU’ SANO: IN DUE GIORNI RACCOLTE 500 FIRME

 

Oltre 500 firme raccolte in 48 ore. E’ il risultato della raccolta firme organizzata da un gruppo di genitori i cui figli usufruiscono delle mense comunali. Un appello per il ritorno ad un menù più sano, come si legge nella nota, dopo la recente modifica apportata dall’amministrazione in accordo con l’Ausl a seguito di alcune segnalazioni riportate da un altro gruppo di genitori.

“Siamo sorpresi e soddisfatti che un’iniziativa auto organizzata rispetto al tema dell’educazione alimentare abbia mosso così tante persone.
Speriamo che si possano ripensare le recenti scelte, che a nostro avviso rappresentano un evidente impoverimento rispetto all’educazione alimentare dei bambini, e avviare, da qui in futuro, un percorso ampio di confronto e di consapevolezza alimentare anche per i genitori”.
A scrivere è Patrizia Rancati, portavoce della raccolta firme “Genitori per un menù sano”, che ha dato il. via alla raccolta firma sia sul sito  change.org (https://chng.it/XDf5VnLZpb) sia in modo cartaceo in diverse strutture della città.

Alla base della raccolta firme, una lettera scritta all’amministrazione a cui i genitori vogliono chiedere un confronto, e non solo.
“Abbiamo capito che il tema dell’educazione alimentare è fondamentale e non può essere trattato dalla sola prospettiva di chi pensa che sia sufficiente qualsiasi tipo di piatto basta che venga consumato – prosegue Rancati – se offrissimo patatine e cioccolatini ai bambini i piatti sarebbero sicuramente vuoti, ma staremmo abdicando a un’educazione alimentare sana e consapevole, che si deve basare su altri principi tra cui la diversificazione, qualità e tipologia dei piatti. Senza dimenticare i temi sanitari di lungo periodo che queste scelte portano con sé: investire oggi su un cibo vario e sano significa risparmiare sulla sanità pubblica e sul benessere degli adulti di domani”.
“Lo abbiamo detto e lo ripetiamo – conclude Rancati – abbiamo vissuto questi cambiamenti come un correre dietro a pochi genitori e senza condivisione con gli altri. Siamo totalmente a disposizione di chiunque voglia confrontarsi. Questa vicenda dimostra, secondo noi, che tanto c’è da fare su un’alimentazione sana e consapevole, anche rispetto ai genitori: crediamo che campagne di sensibilizzazione sul tema e magari anche corsi con i genitori per imparare cos’è un’alimentazione corretta siano idee percorribili”.

“PORTARE LA SCIENZA IN CUCINA PER RILANCIARE LA RISTORAZIONE IN DIFFICOLTA’ “

La pandemia, con cui conviviamo da oltre un anno, ha stravolto abitudini e stili di vita segnando un prima e un dopo. Uno dei settori indiscutibilmente più colpiti è quello della ristorazione, collettiva e non solo. Per resistere si dovrà cambiare, ci si dovrà re- inventare con difficoltà dapprima ma sperimentando le abilità di nuove figure professionali formate grazie alla scienza.

Come? Lo abbiamo chiesto a Monica Maj, dietista e docente al master dell’Università Cattolica Food&Beverage

LA SFIDA DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA SANA E BUONA

Può una ristorazione collettiva essere oltre che sana e di qualità anche buona al gusto? Certo, esistono anche esempi virtuosi molti vicini a noi. Guardate

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MENU’ SPECIALE NELLE SCUOLE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

Anche il Comune di Piacenza celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione attraverso un menu speciale che ricordi i principi cardine su cui si fondano le scelte alimentari operate nella scelta degli alimenti da destinare alle preparazioni nelle mense cittadine, ovvero prodotti di filiera corta a km 0, biologici ed equo solidali. L’importanza, in una giornata come quella del 16 ottobre, di avere in mensa prodotti locali consente di sostanziare il concetto di vicinanza geografica tra produzione e consumo. Il “cibo locale” viene inteso come motore innovativo delle relazioni sociali e culturali, che contribuisce alla strategia di sviluppo dell’area, collega le aziende all’economia ed al sistema territoriale. Un menu così strutturato sostiene il territorio e l’agricoltura locale, le mense scolastiche diventano un’opportunità non solo per il benessere dei bambini e dei ragazzi, ma anche per promuovere nuova economia sul territorio con vantaggi per tutta la comunità. Le aziende agricole che mantengono efficiente il suolo contribuiscono dunque in maniera sostanziale alla sicurezza della casa comune e delle persone che vi abitano e vi lavorano. I prodotti locali sono latte, yogurt, carne bovina, pollo, passata di pomodoro e ricotta, biologici, grana padano, provolone e coppa dop, pane, pizza, carne suina, pomodori pelati, mozzarella, zucca, cipolle, patate, susine, verza, finocchi, mele e pere. Nelle mense delle scuole cittadine venerdì verranno serviti: risotto alla zucca bertina, crocchette primavera con patate di Mareto, verza, mele e pere. Tra l’altro quest’anno la giornata assume un aspetto ancora più importante perchè in concomitanza con l’Expo di Milano dove arriverà il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon che parteciperà ad una significativa cerimonia il cui tema sarà “Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale”.

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