ALLUVIONE, COME E’ FUNZIONATA L’ALLERTA?

Come è funzionata l’allerta nella notte tra domenica e lunedì? E più in generale come e in che modo vengono diramate le comunicazioni ai sindaci e agli organi tecnici competenti da Prefettura e Protezione Civile? Partendo dalla diga Boschi il guardiano ha l’obbligo di allertare telefonicamente la Prefettura quando il rilascio supera i 100 metri cubi di acqua. Nella fattispecie, nelle notte tra domenica 13 e lunedì 14 intorno all’ 1 la diga Boschi rilasciava già 200 metri cubi di acqua. A questo punto la Prefettura ha contattato telefonicamente i primi cittadini delle zone interessate, i soggetti tecnici competenti, tra cui Aipo, Vigili del Fuoco, Bacino Tidone e Trebbia, Carabinieri e Questura. All’1.25 della notte la diga aveva già rilasciato 600 metri cubi di acqua, una situazione assolutamente eccezionale, come mostrano i dati stessi; da 200 a 600 metri cubi in meno di mezz’ora. Contestualmente alle telefonate partite dagli uffici della Prefettura, sono stati inviati anche i relativi fax. Dalle 3 la sala operativa della Prefettura era operativa, la prima riunione con i soggetti tecnici e i carabinieri è avvenute alle 4.

Per quanto riguarda la situazione del Nure e del Trebbia, la Regione Emilia Romagna ha diramato per prima, tra le 4 e le 5 la comunicazione di allerta ai sindaci delle zone interessate e ai soggetti tecnici competenti. La modalità di comunicazione, in questo caso, è doppia, via sms e via fax. Anche la Prefettura, dopo la Protezione Civile della Regione, ha allertato sindaci e soggetti tecnici competenti con le stesse modalità.

ALLUVIONE VOLONTARI

NEL BUIO DELL’ALLUVIONE, LA LUCE DEI VOLONTARI

Nel disastro dell’alluvione esiste anche un volto bello, quello dei volontari alcuni anche giovanissimi che hanno voluto essere presenti al richiamo del buon senso e della coscienza più che delle istituzioni. Studenti universitari ma anche lavoratori e pensionati che hanno imbracciato la vanga e calzato stivali di gomma e si sono messi in marcia per aiutare chi davvero in questo ha bisogno. Non è retorica, ma realtà. Sono arrivati anche da fuori provincia, anche da Milano. La rete di solidarietà che si sviluppa in situazioni come queste è davvero incredibile. Si sono diretti a Roncaglia e a Farini, un paese che questa alluvione ha reso irriconoscibile, devastato nell’intimo. Gli Alpini da tre giorni hanno allestito una vera e propria tenda sotto la quale servono il pranzo e la cena a chi non è rimasto nulla della propria casa, se non il ricordo sotterrato dal fango limaccioso.

Il comune di Piacenza ha disposto la chiusura della frazione di Roncaglia dalle 21 di sabato 19 alle 8 di domenica 20 per la pulitura delle strade con i mezzi di Iren. I residenti potranno parcheggiare auto ed eventuali altri mezzi nel parcheggio del Bar Capolinea (via Caorsana Fossadello 24), collegato all’abitato con un servizio di bus navetta in funzione dalle 16 alle 24 di sabato e dalle 6 alle 12 di domenica.

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TREBBIA E NURE ESONDATI: CASE E CASCINE ALLAGATE ANCHE IN PAESE

Dalla siccità agli allagamenti. Nel tempo di una notte. Così all’improvviso. Anche se saranno in tanti a dire che tutto era prevedibile, risultato di anni di interventi sbagliati, cementificazioni e costruzioni a ridosso degli alvei dei fiumi. Ma la cronaca di queste ore descrive una situazione allarmante, soprattutto in val Nure e val Trebbia, dove i torrenti sono esondati allagando strade e cascine, fino a lambire le case. Il coordinamento in capo alla Prefettura non ha escluso la possibilità di chiudere supporto ad altre province per gestire la situazione. Le condizioni più critiche si sono registrate in alta val Nure dove l’esondazione del torrente ha creato diversi allagamenti lasciando isolate alcune zone, ma anche in val Trebbia dove a Rivergaro il fiume ha completamente allagato il lungo Trebbia e le zone adiacenti. La situazione, dalle prime ora di questa mattina, è stata molto critica anche in pianura tra Pontenure e San Giorgio. Nella zona di Sant’Agata intere cascine agricole sono state allegate, così come a Pontenure in località San Giovanni, a poche centinaia di metri dall’ingresso del paese, l’acqua è arrivata fino alle abitazioni. Una situazione questa che non si era mai verificata, almeno negli ultimi 40 anni. Colpita duramente anche la zona industriale di Pontenure: Amada Schiavi e il magazzino di Upim sono allagate, così come il sottopasso dove questa mattina un’auto è rimasta bloccata. In campo i volontari della Protezione Civile, Polizia Municipale e responsabili dell’ufficio tecnico del Comune.

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