OSSERVATORIO ECONOMIA E LAVORO: PREOCCUPA LA CRISI DELLA MANIFATTURA. CRESCE IL LAVORO FEMMINILE AUTONOMO

E’ una fotografia in chiaroscuro quella che esce dal 15esimo osservatorio economia lavoro redatto da Ires Emilia Romagna per la Cgil di Piacenza che costituisce una sorta di cassetta degli attrezzi per le azioni da mettere in campo.
Demografia, ambiente, economia, lavoro, retribuzione e redditi sono i macro temi considerati per il periodo 2023 e per i primi sei mesi del 2024. I dati mostrano, per lo più, un sistema economico che, nel territorio di piacenza e provincia, tiene e l’occupazione è in recupero.

A preoccupare maggiormente è la manifattura, settore determinante per il nostro territorio, che si contrae per valore aggiunto e occupazione.

Rallenta il consumo di suolo, rispetto al 2022: 59,9 ettari in più contro i 155,8
dello scorso anno. Piacenza capoluogo detiene il 26%, aumentato di
1 punto percentuale dall’anno scorso ed è il terzo tra i comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna, dopo Bologna e Rimini.

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OSSERVATORIO ECONOMIA E LAVORO: PIACENZA PRIMATO IN REGIONE, NEL 2022, PER CONSUMOI DI SUOLO. BUSSACCHINI “DATO SU CUI LA POLITICA DEVE FERMASI E RIFLETTERE”

Non è un quadro incoraggiate quello che esce dal 14esimo Osservatorio Economia e Lavoro della provincia di Piacenza a cura dei ricercatori di Ires, che per la Cgil “rappresenta un momento di analisi e confronto imprescindibile per interpretare le mutazioni del contesto economico e sociale provinciale” spiega Ivo Bussacchini, segretario generale.

La popolazione della provincia di Piacenza continua ad invecchiare, la crescita è pertanto stabile, dal 1/01/2023 è aumentata dello0.1%; a Levante si registra pure un saldo negativo tra nascite e decessi. L’età media della popolazione è 47 anni, al più alta della regione. Le famiglie unipersonali sonio il 42% del totale.

La popolazione straniera è stabile: Piacenza continua ad essere quella con la maggiora incidenza in regione. Il comune di Castel San Giovanni ha un’incidenza del 24,21% sulla popolazione totale, per lo più dovuta alla presenza del settore logistico, dove trovano occupazione molti lavoratori stranieri.

Un altro capitolo considerato dai ricercatori Giuliano Guietti e Davide Dazzi è ambiente e territorio: sul fronte ambientale, Piacenza ha – tra le province emiliano-romagnole – il primato, nel 2022, per l’aumento del consumo di suolo in valori assoluti: 129 ha, pari ad oltre un quinto dell’aumento totale regionale. Un aumento concentrato in modo particolare nel comune capoluogo, con la percentuale che arriva al 25,3% di suolo consumato, che pone Piacenza al terzo posto dopo Bologna e Rimini. “Questo è un dato su cui la politica deve fare una riflessione – ha detto il segretario Bussacchini – proprio in questi giorni in cui la Provincia ha presentato il PTAV: quali nuovo insediamenti sono necessari? Noi crediamo che sia il caso di investire maggiormente sulla manifattura. Utilizzeremo i dati emersi dalla ricerca per presentare, entro 60 giorni, le nostre osservazioni”.

Per quanto riguarda i settori di economia e produzione si rileva un andamento dissimile: nel 2020 il calo è stato minore rispetto alla regione, ma la ripresa negli anni 2021/22 è stata più lenta. Il settore maggiormente in crescita quello dei servizi, in calo l’industria (-2.4%). Anche le esportazioni hanno un segno per lo più negativo, in particolare elettronica e abbigliamento. Più decisa invece la ripresa nel 2023.

In base agli ultimi dati disponibili di Prometeia (ottobre 2023), alla crescita del numero di occupati (teste) a Piacenza pari all’1% nel 2022 corrisponde una crescita della quantità di lavoro espressa in Ula pari al 2,2%. Dopo la flessione occupazionale del 2020 e 2021, la ripresa del mercato del lavoro ha impattato più in termini di quantità di lavoro, e quindi presumibilmente di saturazione ed intensificazione del lavoro, che di numero di occupati. I dati per i prossimi 3 anni (2023-2025), invece, vedono una dinamica della quantità di lavoro più allineata al numero di occupati evidenziando come l’aumento della quantità di lavoro sarà proporzionalmente accompagnato da una occupazione incrementale.

La crescita occupazionale è principalmente trainata dall’occupazione dipendente (+2,3%), maschile (+2%) e manifatturiera (+6%). La ripresa del sistema economico sembra avere prodotto un aumento importante dell’offerta di lavoro non assorbita, però, totalmente dalla domanda di lavoro. Il tasso di disoccupazione nel 2022 a Piacenza, infatti, continua ad alzarsi arrivando al 6,5%, di cui 8,5% femminile. Inoltre, i dati relativi all’area di disagio occupazionale (17,2% degli occupati) – che raccoglie principalmente contratti a termine e part time involontari – e alla disoccupazione sostanziale (con un tasso dell’8,3%) – un calcolo della disoccupazione che tiene conto anche delle forze lavoro potenziali – dipingono un mercato del lavoro ben più critico di quello disegnato dai dati ufficiali.

A Piacenza nel 2022 si registra una retribuzione media per lavoratore dipendente pari a 23.418 euro all’anno, ossia un livello retributivo più basso delle altre province emiliane e del livello medio regionale (-4,8%). Continua a persistere un differenziale retributivo di genere del -31,9% spiegato sia dal minor numero di giornate retribuite (-6,6%) ma soprattutto dalla minor retribuzione giornaliera (-27%).

In media, la retribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri a Piacenza nel 2022 è pari a 17.358 euro per gli uomini e 13.267 euro per le donne, il -34,5% in meno, ossia un differenziale al di sopra del gender gap per la totalità del lavoro dipendente (-31,9%). In generale, la retribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri è il – 25,2% in meno rispetto alla media della totalità dei lavoratori dipendenti a Piacenza nel 2022.

I dati sulle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2021 mostrano per Piacenza un reddito complessivo medio di 24.114 euro, ovvero un valore al di sotto della media regionale pari a 24.790 euro. Per quanto riguarda le tipologie di reddito dichiarato, nel 2021 a Piacenza, come nel resto dell’Emilia-Romagna, la larga parte del reddito complessivo (83,4% a fronte dell’82,8% della regione) deriva da reddito da lavoro dipendente (53,9%) e dalle pensioni (29,6%).

 

A PIACENZA PERSI QUASI TREMILA POSTI DI LAVORO, L’INDAGINE DELLA CGIL

E’ una Piacenza a tinte molto fosche quella che esce dall’undicesima edizione dell’Osservatorio Economia e Lavoro della Cgil curato da Davide Dazzi. Una fotografia cupa a partire dalla demografia: solo tra marzo e giugno 2020 a Piacenza ci sono stati 2481 decessi, vittime del Covid, + 109% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel periodo 2011 2020 Piacenza perde lo 0.7% della popolazione, creando una sorta di staticità demografica. A crescere è la popolazione over 55, perde l’8.3% la fascia 35-54 e cresce la fascia over 75. Aumentano le famiglie formate da un solo componente spesso over 75, questo impone un ripensamento del welfare. Cresce la percentuale di stranieri; oltre 20% nel 2020 rispetto a dieci anni fa.

Economia: Piacenza ha un ritardo strutturale, già i segnali erano evidenti nel 2019. Tutte le province dell’Emilia Romagna hanno recuperato il livello pre crisi 2007, tranne Piacenza e Ferrara.

Lavoro: a Piacenza la retribuzione è la più bassa in totale della regione, -5.7%. La più bassa anche se si confrontano solo donne o solo uomini. Tra marzo e maggio si sono persi quasi 3000 posti di lavoro a tempo determinato, soprattutto nel commercio e ristorazione. Le partite iva crollano del -27.4% tra gennaio e giugno.

Ambiente: il consumo di suolo è più contenuto (7,7%) rispetto alla media regionale (8,9%). Migliora la posizione di Piacenza se si considera il consumo di
risorse e soprattutto la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda la qualità ambientale Piacenza è in condizioni di debolezza.