PIACENZA SI FERMA PER DIRE BASTA ALLE ARMI

Le campane hanno suonato alle 11.30 per invitare i cittadini a fermarsi per qualche minuto per dire basta alle guerra e basta alle armi. L’invito è stato rivolto alla città e non solo da Europe for Peace e da una trentina di associazioni che hanno aderito. Legambiente ha letto alcune poesie e ha esposto bandiere della pace e drappi bianchi per sensibilizzare la città al tema della pace.

Anche l’assessore alla Partecipazione Serena Groppelli e la presidente del consiglio comunale Paola Gazzolo hanno partecipato al flash mob sostenuto da numerose realtà sul territorio. “Anche in rappresentanza dei colleghi – sottolineano, tenendo tra le mani un simbolico drappo bianco – abbiamo sospeso per qualche minuto le attività in corso scendendo in piazza, davanti al Municipio, per rimarcare l’adesione dell’Amministrazione comunale al messaggio di pace e solidarietà di cui la nostra comunità si fa oggi portavoce. Non possiamo dare interruzione a servizi di pubblica utilità, ma idealmente il Comune di Piacenza condivide e supporta appieno un’iniziativa collettiva che esprime la sensibilità e l’impegno unanime non solo nel dire no alla guerra e alla violenza, ma anche nel dare un segnale di vicinanza, speranza e incoraggiamento alle popolazioni che subiscono la brutalità e la devastazione del conflitto. Questa è l’occasione in cui ciascuno di noi può dare il proprio contributo contro l’indifferenza, riaffermando l’universalità di valori che ci
uniscono nel nostro essere umani”.

L’UNICA VITTORIA E ‘ LA PACE. VENERDI’ LA TAVOLA ROTONDA

Sono oltre 30 le realtà locali che per conto di Europe for peace hanno organizzato la tavola rotonda L’unica vittoria è la Pace , in programma venerdì 31 marzo alle 18 alla sala Arazzi del collegio Alberoni.
Parteciperà olter all’amministrazione, la diocesi con vescovo Cevolotto, Marco Tarquino direttore dell’Avvenire, Laila Simoncelli della comunità papa Giovanni XXIII, la scrittrice Chiara Ingrao e Gianmarco Sicuro, inviato RAI.
Al centro del dibattito come arrivare a rendere la pace l’unica vera protagonista, non solo in merito al conflitto che russo ucraino, ma anche rispetto alla altre decine e decine di guerra che si stanno consumando per il mondo.

PIACENZA PER LA PACE: “LA DISTRUZIONE PORTA SOLO DISTRUZIONE”

Al grido “fermiamo la guerra in Ucraina” Piacenza si è mobilitata per la Pace nel corteo che si è snodato dai giardini Margherita fino in piazza Cavalli. Circa 250 le persone che hanno partecipato, tra associazioni, movimenti e sindacati ad un anno esatto dall’invasione russa in Ucraina. In corteo tante fiaccole, bandiere arcobaleno e striscioni inneggianti a fermare la guerra. “La distruzione porta solo distruzione – ha detto Mario Idda, direttore della Caritas – è ora di fermarci e parlare di pace, perché queste atrocità devono finire. Al di là o meno dell’invio di armi, per noi al centro ci sono le persone e, proprio in loro difesa, tutto questo deve finire al più presto. Mai ci saremmo immaginati, dopo un anno esatto, di essere qui”.

“FERMIAMO LA GUERRA CON IL DIALOGO”: VENERDI’ FIACCOLATA PER LA PACE

La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno: sarà con grido che il corteo si snoderà per la città venerdì 24 febbraio a partire dalle 18. Partenza dai giardini Margherita, lato monumento Garibaldi, piazza Duomo, piazza Sant’antonino fino in piazza Cavalli.

Oltre 30 associazioni, sigle sigle sindacali e tanti piacentini hanno dato una mano ad organizzare la fiaccolata accogliendo l’invito di Europe For Peace di mobilitare le città italiane ed europee per chiedere il cessate il fuoco, dialogo e trattativa di pace.

“PIACENZA PER LA PACE” IN CORTEO PER DIRE STOP ALLE GUERRE

Inviando armi non si arriva alla pace, sì ai negoziati. Tante bandiere arcobaleno hanno sfilato nel corteo Piacenza per la Pace organizzato per la vie del centro.

La manifestazione indetta a livello nazionale, a Roma si svolgerà il 5 novembre, è stata organizzata per esprimere un netto no ai conflitti, primo fra tutti quello in Ucraina.

Queste le realtà promotrici dell’evento a Piacenza: Acli, Anpi, Arci, Associazione Arcangelo Dimaggio, Attac, Avé, Cgil, Centro Antiviolenza donne, Cisl, Collettivo Permanente Piacenza, Comunità Islamica di Piacenza, CPP,Fabbrica e Nuvole, Fiorenzuola Oltre i confini, Gap, Lab. Pop. Cult. Art., Legambiente, Mce, Mondo Aperto, Progetto Mondo Mlal, Punto Incontro – Don Eliseo Segalini – Servizio Diocesano Cultura – Lavoro ,  Rete Radié Resch, Unicef, Volontari Emergency.

SABATO 22 PIACENZA E’ IN MARCIA PER LA PACE

La coalizione Europa for Peace, formata dalle principali reti per la pace, torna in tutte le piazze d’Italia per chiedere concreti percorsi di pace in Ucraina e in tutti gli altri conflitti del mondo.
Anche a Piacenza l’appello è stato accolto e decine di associazioni di diverso tipo ed estrazione si sono mobilitate e stanno organizzando la manifestazione “Piacenza in marcia per la Pace” che si terrà Sabato 22 ottobre alle 16.15 davanti ai giardini della stazione dove partirà il corteo che si concluderà in Piazza Cavalli. L’adesione è libera ma non sono ammesse bandiere o simboli di partito.

La associazioni promotrici sentono forte la responsabilità di scendere in piazza perché la minaccia nucleare incombe sul mondo. “È responsabilità e dovere degli stati – si legge nella nota- fermare questa follia. L’umanità e il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali,
ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali
più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta”.
Le associazioni promotrici condannano l’aggressione russa, rispettano la resistenza ucraina e si impegnano a sostenere ed aiutare il popolo ucraino, a fianco delle vittime.

“E’ necessario che il nostro Paese, l’Europa, le Nazioni Unite – scrivono nella nota – operino attivamente per favorire il negoziato avviando un percorso per una Conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza
condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.