E’ MORTO PAPA FRANCESCO, “IL PONTEFICE CHE SI E’ DATO FINO ALLA FINE”

E’ morto Papa Francesco, si trovava a Roma, a Casa Santa Marta, dove era stato trasferito dopo il lungo ricovero al Gemelli. A dare la notizia della sua morte il cardinale Ferrell: “Alle 7.35 il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre”. Aveva 88 anni. Questo il messaggio:

“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre.

La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati.

Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Divenne pontefice il 13 marzo del 2013 e disse “Vocabor Franciscus”, Mi chiamerò Francesco; mai nessun pontefice aveva scelto il nome del Santo di Assisi. Un nome che connotò la sua presenza e vicinanza ai fragili e agli ultimi del mondo. Lui stesso, appena eletto, disse di “arrivare dalla fine del mondo”, quasi legittimato a rovesciare le prospettive. E così è stato; a cominciare dalla sua stessa figura. Resta a vivere negli appartamenti di Santa Marta, cancellando così l’immagine della suntuosità di San Pietro riservata ai pochi.

Il 16 febbraio il ricovero al Policlinico Gemelli di Roma per una grave forma di polmonite, a fatica si era ripreso ed era stato dimesso nei giorni scorsi. Da quei giorni terapie mirate per recuperare la piena funzionalità del respiro e della voce, e soprattutto pochi contatti per evitare di contrarre nuovi virus. Eppure nella giornata di Pasqua ieri Bergoglio ha incontrato il vicepresidente Usa Vance, poi, a sorpresa, si è affacciato su Piazza San Pietro per il tradizionale saluto Urbi et orbi, augurando «buona Pasqua» ai fedeli. Quindi un lungo giro in Papamobile. “Vivrò la Pasqua come posso” erano state le parole di papa Bergoglio qualche giorno fa, quasi come a giustificarsi coi fedeli se la sua presenza non sarebbe stata come lui avrebbe voluto.

Un Papa spinto dal desiderio costante di stare in mezzo alla gente, di stringere mani e di abbracciare bambini; come quando, poche settimane fa, scese in carrozzina alla basilica di Santa Maria Maggiore per visitare la Madonna Salus Populi Romani. E poi la visita ai detenuti di Regina Coeli, sia pure senza lavanda dei piedi, Giovedì Santo.

Il Papa “si è donato fino alla fine. Ora è il momento del silenzio, della preghiera, del ringraziamento”. Lo ha osservato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, dopo la notizia della morte del Papa, con voce commossa. Un padre “che ha aiutato tutti, non solo la Chiesa cattolica. Adesso silenzio e preghiera”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla di: «Grande dolore personale e grande vuoto, viene meno un punto di riferimento». La premier Giorgia Meloni: «Ci lascia un grande uomo e un grande pastore».

VIA CRUCIS, NUZZI: “QUANDO SI ROMPE UN TABU’ C’E’ SEMPRE CHI VIENE PUNITO”

Si definisce non un vaticanista, neppure uno che con il sacro fuoco contro gli ambienti papali. Semplicemente un giornalista che osserva e cerca di darsi una risposta rispetto ai cambiamenti epocali che stanno avvenendo in Vaticano. Gianluigi Nuzzi autore del libro Via Crucis sugli scandali e sullo sperpero di denaro, ha incontrato i lettori alla Fondazione nel corso di una serata organizzata dall’associazione Contro Corrente. Da quel 13 marzo 2013, dall’elezione cioè di papa Francesco alla guida della chiesa cattolica qualcosa è cambiato, qualcosa si è mosso, a partire non c’è dubbio, dall’immagine del Pontefice stesso che si sta spendendo per quella che lui stesso definisce “la cacciata dei faraoni dal tempio”.

Il servizio nella nuova puntata di A Tutto Tondo http://www.zerocinque23.com/attualita/6207/

Nuzzi

PROFUGHI, IL PAPA CHIAMA LE PARROCCHIE RISPONDONO

“Ogni parrocchia, ogni convento, ogni monastero ospiti una famiglia di profughi”è il nuovo appello appassionato che papa Francesco lancia alle diocesi d’Europa. Un impegno concreto, quello che ha chiesto il pontefice nel corso dell’Agelus, in vista del Giubileo. Un impegno che coinvolge il Vaticano, ma anche le chiese di provincia, le realtà più piccole, spesso le più attivamente impegnate sul campo. Anche le parrocchie piacentine si stanno organizzando e stanno pensando, come concretamente, possono rispondere all’appello del pontefice. La parrocchia di San Giuseppe Operaio, una volta riunito il consiglio pastorale e accolte le direttive che arriveranno dalla Diocesi e dalle istituzioni, si rimboccherà le maniche.

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VESCOVO AMBROSIO: “PAPA FRANCESCO HA APERTO LE FINESTRE DELLA CHIESA”

Papa Francesco ha sorpreso, un’altra volta. L’annuncio del Giubilieo straordinario dedicato alla misericordia che avrà inizio l’8 dicembre per concludersi il 20 novembre 2016, ha spiazzato. Giubileo sobrio, contenuto per realizzare una nuova tappa nella “missione della chiesa di portare a tutti la misericordia”. Una sorpresa fantasiosa una bella sorpresa, l’ha definita il Vescovo Gianni Ambrosio alla viglia di una settimana impegnativa che lo vedrà a Bruxelles relatore di un seminario sullo sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso e all’incontro con il presidente dell’Unione Europea Juncker. Certo Papa Francesco non è nuovo ad annunci spiazzanti; organizzativamente parlando un giubileo non è cosa da poco soprattutto dal punto di vista dell’ordine pubblico; prima c’erano state le affermazioni sulla maternità e paternità responsabili, il pugno in faccia a chi offende la madre, espressioni che vanno dritte al cuore, e poi quella chiesa nuova votata all’apertura dei divorziati e omosessuali tenuti spesso ai margini da una chiesa troppo conservatrice. “Mi viene in mente ciò che aveva detto Papa Giovanni XXIII – ricorda Mons. Ambrosio – quando si aprono le finestre, entra aria pulita ma il vento solleva le carte. Ed è verissimo. Ogni cambiamento produce contrarietà e difficoltà, nei fatti ci diciamo aperti alle novità ma nei fatti siamo conservatori”. Un’accelerata evidente quella di Papa Bergoglio che, come ogni novità, ha bisogno di essere metabolizzata in un ambiente dove hanno regnato sempre protocollo e ufficialità, come il vaticano. Ma sembra davvero arrivato il tempo del discernimento e dell’approfondimento.

Il servizio completo con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

VESCOVO

VALLISA: “SONO ANDATO ALL’INFERNO E SONO TORNATO” IL RACCONTO DELLA LIBERAZIONE A TUTTO TONDO

“Andare all’inferno e poi tornare ti fa scoprire aspetti nuovi della vita a cui prima non badavi”. Sono le parole di Marco Vallisa, ostaggio per quattro mesi in mano a rapitori senza scrupoli in Libia dove stava lavorando. Oggi, a due mesi dalla sua liberazione, Vallisa sta meglio, torna a parlare della sua esperienza con parole che fanno riflettere e mettono in discussione, ancor più in queste settimane tra la strage di Parigi e il rilascio di Greta e Vanessa, le due cooperanti italiane rapite in Siria. Eviterebbe banali strumentalizzazioni e andrebbe alla radice del problema, business e interessi economici.

Che fine ha fatto il tesoretto da 7 milioni di euro che aveva lasciato l’ex Presidente della Provincia Trespidi? E’ servito a non cadere sotto i colpi della Legge di Stabilità, ha dato, cioè, una boccata d’ossigeno agli amministratori della nuova Provincia che dovranno dare allo Stato 15 milioni di euro. E i cittadini chi li sente, le buche nelle strade, le scuole da sistemare? La riforma delle province fa acqua da tutte le parti e agli amministratori non resta che raschiare il fondo del barile.

Una frase che ha nettamente spiazzato il Vaticano. L’ultima dichiarazione di Papa Francesco che suona come un’esortazione rivolta ai cristiani che “non si riproducano come conigli” ha fatto il giro del mondo. Dietro alla semplicità di queste parole, sta il concetto di maternità e paternità responsabile. Abbiamo chiesto un commento a Don Giancarlo Conte, storico parroco della parrocchia di San Giuseppe Operaio

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“I CATTOLICI NON SI RIPRODUCANO COME CONIGLI”. DON CONTE: “PAPA FRANCESCO HA RAGIONE”

Francesco De Gregori lo cantava nel 1978 in una di quelle canzoni destinate a diventare icone della musica italiana. Chi avrebbe mai pensato che un’espressione così immediata come i cinque figli venuti al mondo come conigli potesse essere utilizzata anche da Papa Francesco per di più riferita ai cristiani. La frase “i cattolici non si riproducano come conigli” ha fatto il giro del mondo, i media l’hanno presa come manna dal cielo, anche se il Papa non è nuovo ad espressioni di questo tipo, schiettamente vere, immediatamente immaginabili. In realtà dietro c’è un discorso ben più profondo che una semplice similitudine, il concetto della paternità e della maternità responsabile a cui Papa Bergoglio faceva riferimento. Abbiamo chiesto un commento a Don Giancarlo Conte undicesimo di 14 figli, 84 anni, un uomo di chiesa con alle spalle 60 di sacerdozio, un traguardo che festeggerà a Roma celebrando, giovedì,  la messa in Santa Marta a fianco del Papa. Con Don Conte siamo tornati anche sulle frasi che Papa Bergoglio ha pronunciato qualche giorno fa, in viaggio verso Manila, commentando i tragici fatti di Parigi.

Il servizio completo con l’intervista a Don Conte nella nuova puntata di A Tutto Tondo, a partire da domani 

Udienza generale di Papa Francesco