LE STORIE DEI BIMBI PREMATURI SCRITTE DALLE MAMME

Sono stati 150 nel 2019 i bimbi nati prematuri nel reparto di Pediatria dell’ospedale, neonati che hanno bisogno di cure particolari perché sono nati prima del termine.

Le statistiche indicano che oggi un bambino su 10 nasce in questa condizione. Più grave é la prematurità, maggiori sono le problematiche che il neonato dovrà affrontare: difficoltà respiratorie e di alimentazione, possibili complicanze cardiocircolatorie e cerebrali, infezioni e altre condizioni legate all’immaturità anatomica e funzionale dei vari organi. Il reparto piacentino accoglie i piccoli nati dalla 31esima settimana di gestazione, con un peso di almeno 1000 grammi.

Per celebrare questa giornata diamo voce alla mamme e ai papà di questi piccoli con i loro scritti. Eccone alcuni.

“Clara è nata il 04/06/2020 a 34 settimane. Pesava 1460
gr, ed è stata ricoverata 20 giorni in patologia neonatale.
Essere mamma ti cambia, esserlo di una bambina
prematura, ancora di più. Ti senti stanca, fragile, hai paura
di sbagliare, di non essere all’altezza. Ti ripetevi come un
mantra che tu saresti stata in grado di gestire tutto, ma
arriva un momento in cui le tue convinzioni vacillano.
In molti descrivono i bambini prematuri come guerrieri.
Se devo dirla tutta non amo questa parola…Eppure la
prima volta che ho visto mia figlia, ho visto proprio una
guerriera. In mia figlia, ho trovato il coraggio e un pò
di sano ottimismo. La ringrazio, come ringrazio tutto il
personale della patologia neonatale di Piacenza, che per
un pò, si è preso cura di noi. Sentirsi ascoltati, sostenuti e
incoraggiati è importante. Grazie”.
Rossella, mamma di Clara 34 settimane.

“Vi racconto di un viaggio iniziato a dicembre 2016, da
un test di gravidanza positivo, la gioia e la curiosità di
vedere questo puntino dentro di me.
Alla visita scopro che non é un puntino, ma due puntini
che stanno crescendo dentro di me e che il viaggio che
devo intraprendere é più duro di ciò che mi aspettavo,
una gravidanza gemellare monocoriale, una gravidanza
a rischio, fatta di visite su visite.
Due femmine, dal momento che abbiamo saputo il
sesso non erano più feto A e feto B, ma Siria e Stella.
Tutto prosegue bene fino alla trentesima settimana,
poi Siria sembra non cresca più. Il ricovero, il panico, la
maturazione polmonare delle bimbe appena arrivata in
reparto, e dopo una settimana di monitoraggi e tracciati
hanno deciso che era ora. Cosi sono nate. Un cesareo ben
diverso dal parto in acqua tanto sognato da sempre, Siria
la prima a nascere non ha pianto ed é stata portata via,
Stella con una vocina flebile ha pianto, mi ha guardata, l’ho
baciata e l’hanno portata via. Mi hanno riportato indietro
Siria per farmi vedere che era ok. Erano belle? No. Erano
due mostriciattoli, grosse come una mano, non proprio
il genere di bambino che ti immagini quando scopri di
essere in attesa. Il giorno dopo, con tutti i dolori del caso,
mi sono alzata e ho fatto quel corridoio lunghissimo.
Non sentivo neanche il male dalla voglia di vederle che
avevo, ed é stato un colpo vederle lì dentro l’incubatrice,
quando tutte le altre mamme avevano i loro bimbi
vicini. La prima volta che le ho prese in braccio per
fare la marsupioterapia ed ogni volta che le guardavo
avevo sentimenti contrastanti, perché da una parte mi
esplodeva il cuore di gioia, dall’altra chiedevo loro scusa
per quello che dovevano passare, perché non ho potuto
tenerle più nella mia pancia. Abbiamo fatto due mesi di ricovero post nascita, in cui ci sono stati alti e bassi: trasfusioni, fili, suoni, aghi,
disinfettanti e il tiralatte.
Ma una cosa l’ho imparata da loro e da tutte le storie che
ho visto: Che questi bimbi sono leoni, nascono prima si,
ma hanno una forza sovraumana, tanto che a ripensarci
ora, mi vien da dire che la debole fossi io. Non é un
percorso facile per noi genitori, non é una cosa neanche
naturale… Ma quando trovi medici, infermieri e oss che
ti fanno sentire a casa, tutto diventa più facile. I momenti
di sconforto ci sono stati, ma ricordo ogni faccia amica
incontrata nel reparto di neonatologia.
I rapporti creati, con le mamme dei bimbi ricoverati con
Siria e Stella, sono legami fortissimi ancora adesso. Oggi
Siria e Stella hanno tre anni, sono bambine bellissime e
serene. Sulle braccia hanno ancora i segni delle flebo,
ma di quei mostriciattoli che erano nati a giugno 2017
non c’è più ombra, solo meraviglia. Anche quando tutto
sembra andare storto, é il momento in cui c’é la svolta e
si migliora. Un abbraccio a tutti i genitori dei bimbi nati “di fretta”, e
credeteci quando vi dicono che diventano bimbi come
tutti gli altri, io pensavo fosse impossibile, invece cosi è
stato”.
Sara, mamma di Siria e Stella, gemelle 32+2 settimane.

CUORE DI MAGLIA: L’ABBRACCIO CHE AVVOLGE I PREMATURI

Un caldo abbraccio che avvolge e dà sicurezza a chi lo riceve. In questo caso i neonati prematuri che all’ospedale di Piacenza sono circa 150 ogni anno. Ieri era la Giornata Internazionale del Prematuro, per questo l’associazione Cuore di Maglia ha donato al reparto di neonatologia copertine, sacchi nanna, cuffiette fatti a mano proprio per i bimbi ricoverati. Un gesto concreto per stare accanto ai neo genitori in un momento difficile, un abbraccio che idealmente scalda anche loro. 

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