INFERMIERA ARRESTATA PER FINTI VACCINI, BALDINO :”È UNA FOLLIA, DI COVID SI MUORE”

“Pagare per ottenere una finta vaccinazione è pure follia, di Covid si muore, chi non si vaccina corre gli stessi rischi dell’anno scorso”. Così il direttore generale dell’Ausl Luca Baldino commenta l’arresto dell’infermiera accusata di aver eseguito finti vaccini all’interno dell’ hub vaccinale dell’Arsenale. L’indagine de8 carabinieri sotto la guida della Procura della Repubblica di Piacenza ha portato all’arresto di due persone: l’infermiera dipendente dell’Ausl è un suo collaboratore. L’accusa nei confronti della donna è di corruzione è falso in atto pubblico; avrebbe ricevuto 250 euro per il finto vaccino e 500 euro per un finto tampone positivo, entrambe le procedure al fine di ottenere il green pass.

Il direttore generale Baldino ha confermato che l’indagine è parità grazie ad una segnalazione di un parente di una persona ricoverata in terapia intensiva non vaccinato, banche’ il paziente sostenesse di esserlo. Da qui si è mossa la macchina che ha portato l’operatore sanitario a riferire quanto appreso al direttore generale che, a sua volta, si è rivolto alla Procura della Repubblica.
“Se da un lato il fatto è venuto alla luce, dall’altro- ha commentato Baldino – nulla toglie alla rabbia e all’amarezza per ciò che è accaduto. Una persona per soldi non può vanificare il lavoro onesto di migliaia di persone. Ora procederemo alla sospensione e poi al licenziamento dell’infermiera. L’azienda è costernata dall’ apprendere quanto accaduto”.

La donna avrebbe carpito la fiducia dei colleghi convincendoli a vaccinare lei stessa gli “amici no vax” che portava all’hub, una volta all’interno del box la vaccinazione non avveniva.  Tra l’altro l’infermiera non è no vax, questo da’ la conferma che abbia agito esclusivamente per denaro.

CASERMA SEQUESTRATA E MILITARI ARRESTATI. IL PROCURATORE “COMPORTAMENTI CRIMINALI”

Un altro primato di cui Piacenza avrebbe fatto volentieri a meno, impegnata a rialzarsi faticosamente dopo l’emergenza Covid che l’ha vista, purtroppo, combattere in prima linea.

Oggi un’altra batosta, un altro duro colpo, un boccone troppo amaro difficile da mandare giù. Una serie di reati gravissimi e odiosi che sarebbero stati ripetutamente perpetrati proprio da coloro che dovrebbero rappresentare giustizia ed equità, gli uomini dello Stato.

Con le accuse di spaccio, arresti illegali, estorsione e, addirittura in un caso, tortura, sono stati arrestati dieci carabinieri ed è stata posta sotto sequestro la caserma di via Caccialupo. Un provvedimento, quest’ultimo, unico in Italia, mai accaduto prima.

I provvedimenti di custodia cautelare nell’operazione sono in totale 22. Si tratta di un’inchiesta senza precedenti, condotta dalla Procura della Repubblica di Piacenza  negli ultimi sei mesi, che ha portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare per i militari della caserma piacentina.

Per i carabinieri coinvolti nell’inchiesta il Comando generale dell’Arma ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego”. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.

Sotto la lente della Guardia di Finanza sono finiti fatti che risalgono al 2017; tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri che, sfruttando la sua divisa, avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia. Il carabiniere li avrebbe agevolati nella compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione in cambio di un tornaconto economico.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di 12 soggetti, di cui 5 appartenenti all’Arma dei carabinieri mentre ai domiciliari sono finiti 5 persone, di cui 1 appartenente all’Arma. Si tratterebbe del comandante della stazione. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è scattato per 3 militari appartenenti all’Arma e per 1 appartenente al Corpo e l’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza per un Ufficiale dell’Arma.

”Tutti gli illeciti più gravi – ha detto  il procuratore capo Grazia Pradella – sono stati commessi nel lockdown, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti”, ha aggiunto Pradella, che in conferenza stampa ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.

(foto Ansa)