DOPO REFERENDUM: COSA E’ SUCCESSO AL PD? A TUTTO TONDO

Cosa è accaduto al Partito Democratico e quali conseguenza la vittoria del No avrà sulla politica locale? Tanto per intenderci, la domanda è: come il Pd si sta preparando al voto amministrativo di primavera? Secondo Francesco Cacciatore, ex vice sindaco della giunta Reggi e della giunta Dosi prima del rimpasto, il Pd ha perso i riferimenti e soprattutto una classe dirigente capace, quel profilo e quelle priorità che un partito di sinistra deve esercitare per amministrare la città. Non è un quadro rassicurante quelle che esce dalle sue parole, al contrario un partito che ha smarrito la strada maestra e i principi ispiratori.

Cinque anni fa, in questo periodo, si era nel pieno della campagna elettorale per le primarie del Pd, oggi il nulla, e la vittoria del No ha evidentemente rallentato tutto questo. E’ la riflessione di Gianni D’amo, storico esponente della sinistra più indipendente piacentina, fondatore di Città Comune. Sarebbe disposto a rimettersi in gioco ancora una volta per Piacenza? Non in prima persona magari, ma per competenza, passione ed esperienza certamente sì.

Teatro come forma di educazione e momento di riflessione. Il progetto Prevenzione Teatro si regge proprio su questo: le compagnia Piacenza Kultur Dom e teatro La Pulce stanno portando in tutta Italia spettacoli, rivolti agli adolescenti, sull’abuso di alcool, droga e gioco d’azzardo, che costituisce la nuova frontiere delle dipendenze patologiche. 600 repliche per oltre 120 mila spettatori, sono i numeri del progetto che racconta, con ironia e provocazione, i rischi delle dipendenze.

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REFERENDUM: PIACENZA CAPITALE DEL “NO” IN REGIONE

Affluenza da record, seggi presi d’assalto e una lettura del voto senza di dubbio a favore del NO. Anche a Piacenza e provincia come in gran parte del resto d’Italia il voto del referendum costituzionale è senza equivoci: il disegno di legge Boschi non ha convinto gli italiani e per questo non diventerà legge. I numeri di casa nostra parlano chiaro: a Piacenza e provincia la riforma è stata bocciata da oltre il 57% dei votanti: 57,4%, ossia più di 88 mila voti. Affluenza mai così alta per una consultazione referendaria: a Piacenza ha votato il 72,88%, pressoché identico anche il dato che si riferisce a Piacenza e provincia. Nel comune capoluogo, il 54,82% si è espresso negativamente, il Si’ ha raggiunto il 42,60%. A livello nazionale il NO ha raggiunto il 60% dato che ha portato il premier Renzi alle dimissioni. Il No in provincia di Piacenza ha vinto con il 57,4 %, la percentuale più alta di tutta la Regione Emilia Romagna, dove ha prevalso di misura il Sì.
L’unico comune del piacentino dove ha vinto il SI’ è stato Cerignale con 61,54 %.

Il dato che fa riflettere in modo particolare è quello dell’affluenza e del risultato praticamente plebiscitario a favore del No:  quasi il 73% degli elettori si è recato alla urne, una percentuale altissima per una consultazione referendaria, dimostrazione forse che i piacentini hanno dato al voto un valore più politico che tecnico rispetto al quesito sulla scheda? E’ una domanda a cui la classe politica, non solo locale, dovrebbe dare una risposta. Perché si è arrivati a questa forte politicizzazione del voto? E questo, alla fine del conti, a chi ha giovato? Ricordiamo che il quesito sulla scheda: superamento del bicameralismo perfetto; riduzione del numero dei parlamentari; contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni; abolizione del CNEL; revisione del titolo V della parte II della Costituzione.

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