PD, GOBBI SEGRETARIO IN PECTORE: “LA FORZA DEL PARTITO STA NEL TERRITORIO, ALTRIMENTI E’ UN COMITATO ELETTORALE”

Eccolo Massimiliano Gobbi, il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico. La vera e propria investitura si avrà nell’assembla del 20 giugno prossimo, quando verranno ratificati le elezioni nei ventotto circoli che si svolgeranno dal 15 maggio al 15 giugno. Ma nella sostanza nulla cambierà rispetto a oggi, perché Gobbi è il candidato unico alla carica di segretario che succedo così al triennio guidato da Carlo Berra. Un risultato, quello del candidato unitario, a cui si è giunti testardamente, come ha riferito Silvio Bisotti, anche lui ex segretario. Un obiettivo che nella direzione di non eliminare differenza o correnti che dir si voglia, ma che cerca invece di renderle potenzialità.

52 anni, di professione ingegnere elettronico, iscritto al pd dal 2022, segretario del circolo di Castel San Giovanni e Ziano, volto nuovo della politica quello di gobbi che ha definito la sua candidatura una ipoteca sul futuro del Partito Democratico. Fondamentale l’impegno sul e per il territorio, sottolineato anche dal segretario uscente Carlo Berra; ovvero rilanciare i circoli con l’intento di ritessere quelle relazioni e quei legami che oggi si sono allentati. Verranno nominati infatti dei referenti territoriali e tematici che faranno da ponte con la segreteria provinciale.

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PD VERSO LA TORTUOSA STRADA DEL CONGRESSO: E C’E’ CHI LANCIA UNA PROVOCAZIONE

Di solito il primo nome è il primo, appunto, ad essere bruciato. Succederà anche ad Infantino? Perché è proprio il capogruppo di Piacenza Coraggiosa, da poco iscritto al PD, ad essere stato individuato come il successore di Carlo Berra alla guida del Partito Democratico locale. L’intento sarebbe quello di proporre una candidatura unitaria che metta tutti d’accordo insomma. Le premesse però non paiono buone. A partire dal fatto che il nome arriva da uno sparuto gruppo di dirigenti, ma che certamente contano: onorevole De Micheli, sindaca Tarasconi, consigliere regionale Albasi e ex segretario Bisotti.

Eppure il nome non sembra entusiasmare altri se non i proponenti, per ragioni di correnti (Infantino rappresenta Coraggiosa la corrente che fa capo alla  segretaria Schlein); non è piaciuta nemmeno la modalità a cui si è arrivati a designare Infantino: un pranzo prima del consiglio comunale che qualche iscritto arriva a definire “cortocircuito che non fa bene a nessuno”. Dove stanno coinvolgimento e partecipazione? Ma anche idee e programmi che dovrebbero precedere il nome del candidato? Insomma questo non dovrebbe essere il risultato di una seria concertazione?

Il tema non è nuovo ma sempre porta con sé analisi, commenti e provocazioni. Come quella del capogruppo di Alternativa per Piacenza Stefano Cugini che in post sul profilo Facebook spariglia le carte suggerendo al PD di candidare l’amico Sergio Dagnino. Una provocazione, prima di tutto perché Dagnino non é iscritto al PD ma ad ApP (almeno ad oggi), che sottende un chiaro messaggio: l’identikit del candidato ideale. Appassionato di politica, da sempre di centrosinistra, coerente, con uno spiccato senso delle istituzioni. Come a dire che forse questo manca al Partito Democratico? E che la coerenza tra forma e sostanza dei suoi interlocutori è importante. E che dovrebbe esserla per tutti.

Se queste sono le prime mosse,  da qui al congresso di maggio, le sorprese non mancheranno e magari anche i colpi di scena.

BERRA: “UN CENTRO SINISTRA ESCLUSIVAMENTE PD E’ UN ERRORE CLAMOROSO. PER LE COMUNALI E’ NECESSARIO UN ALTRO REGISTRO”

Oltre all’innegabile soddisfazione per la netta vittoria del presidente De Pascale, occorre che a livello locale si facciano delle riflessioni. Perché se in regione il Partito Democratico sfiora il 43 per cento, non è così a livello provinciale, seppur il recupero nei confronti di Fratelli d’Italia, primo partito a Piacenza, è certamente significativo.
Con il 31 per cento in provincia e il 33 in città, il PD ha tuttavia raggiunto un buon risultato, certo fra luci e ombre, come sottolinea il segretario Berra. Fondamentale, da qui ai prossimi appuntamenti elettorali, sarà la coalizione che in queste elezioni ha dimostrato una certa debolezza rispetto al ruolo trainante dei democratici.

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