TREBBIA, PARADISO CHE PUO’ DIVENTARE BUSINESS

Se il Trebbia ambisce a diventare patrimonio dell’Unesco, perchè non dargliene l’opportunità offrendo servizi di qualità a quelle 20 mila persone che ogni week end estivo affollano il fiume da Bobbio a Ottone? Se lo chiede il sindaco di Cerignale Massimo Castelli che qualche settimana fa aveva rilanciato anche dalle colonne di Repubblica la sua proposta che fa discutere. “Si tratterebbe di legittimare quello che già avviene normalmente oggi, ma contro la legge – spiega Castelli – oggi sul Trebbia non si possono fare barbecue, non si può campeggiare, le auto parcheggiate sulla 45 sono in multa, allora perchè non contribuire a rendere regolare tutto questo, offrendo dei servizi agli utenti”. Perchè allora non istituire un ticket grazie al quale poter dotare il Trebbia di infrastrutture leggere che non impattino con l’ambiente, percorsi attrezzati di trekking, a piedi o in mountain bike, area pic nic, area campeggi, bagni chimici o pubblici, che siano. Insomma in una parola offrire servizi. Regolarizzare per rendere attrattivo il fiume da un punto di vista turistico ed avere così anche un ritorno economico per la montagna che di turismo vive. Un paradiso che può diventare anche business. Che male ci sarebbe? “Per la montagna il turismo è vitale, in questo si favorirebbe non solo il turismo mordi e fuggi del sabato e della domenica, ma sarebbe più strutturato. Esempi di questo tipo accanto a noi ce ne sono parecchi, ad esempio in Croazia dove c’è un parco naturale, dotato di sentieri attrezzati, bagni, per cui si paga un biglietto all’ingresso”. Il tavolo del Trebbia, attorno al quale si siedono tutti i soggetti coinvolti in questa partita, potrebbe diventare il luogo adatto per progettare e formulare proposte di questo tipo.

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“IL PARADISO DEL TREBBIA CHE DIVENTA BUSINESS”

La proposta di un ticket sulle acque del Trebbia arriva anche sulle colonne del quotidiano La Repubblica. Il giornalista Jenner Meletti ha incontrato il sindaco di Cerignale Massimo Castelli che ha spiegato la proposta di istituire “un tavolo per la Trebbia”. 20mila persone al giorno che non arrivano solo dalla provincia di Piacenza, ma anche è sopratutto da Milano, Pavia e Cremona, basta dare un occhio alla Statale 45 da Rivergaro ad Ottone per vedere migliaia di auto parcheggiate ai cigli della strada. E allora se la crisi spinge a rinunciare al mare e a scegliere le acque verdi e azzurre del Trebbia, perché non far pagare un biglietto? “M non un ticket per chi si tuffa in acqua- chiarisce Castelli – ma un biglietto per chi usa servizi che solo con quel contributo prossiamo costruire”. Insomma creare un’area attrezzata con servizi, parcheggi, gabinetti è quant’altro. “Questo nostro paradiso – ha spiegato Castelli- deve diventare anche business. Si potrebbero organizzare parcheggi a pagamento, camping, centri ristoro”. Ma la proposta appena fa già discutere.

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