BELFORTI: “LE CRA SONO L’ULTIMO ANELLO DELLA CATENA. IO VIVO IN STRUTTURA DA OLTRE UN MESE”

Il dott. Vittoriano Belforti, direttore sanitario della Cra Vassalli Remondini di Castell’Arquato da metà gennaio, vive in struttura da oltre un mese per stare vicino agli ospiti e e agli operatori. Una scelta difficile ma indispensabile, ci ha detto. “Le case di riposo per anziani sono l’ultimo anello della catena, qui abbiamo soggetti deboli e fragili, per cui occorre la massima cura e disponibilità”. La cra ospita 75 anziani, dall’inizio dell’epidemia sono avvenuti 11 decessi.

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VASSALLI REMONDINI, IL DIRETTORE SANITARIO: “ABBIAMO ADOTTATO TUTTE LE DIRETTIVE DELL’ASL. IO VIVO QUI GIORNO E NOTTE”

Le case di riposo continuano ad essere nella bufera Covid 19; è accaduto così anche alla Vassalli Remondini di Castell’Arquato attorno alla quale si legge nella nota di Proges “a causa di notizie non veritiere o addirittura false e gravemente diffamatorie diffuse tramite la stampa dal presidente dell’Ipab Castellana, si è creata una situazione di grave turbamento sia negli ospiti che nelle famiglie che rischia di minare il rapporto di fiducia esistente nel personale sanitario della struttura. Su 95 ospiti presenti (75 nella CRA Vassalli e 20 nel Centro Belforti) nell’ultimo mese alla data del 9 aprile ne erano deceduti 11 e non 12 come affermato da Castellana: di questi 2 sono morti in ospedale e
in totale 3 con esito di tampone positivo e una con esito di tampone negativo”.

Questa la risposta del direttore sanitario Vittoriano Belforti che conferma di aver chiuso la struttura il 23 febbraio alla conferma del primo caso registrato nel lodigiano. “Abbiamo applicato al Vassalli Remondini le stesse procedure che abbiamo riservato alla struttura di Borgonovo, dove sono direttore sanitario, e dove non abbiamo registrato alcun caso Covid 19. Il
primo caso sospetto, con febbre lieve – prosegue Belforti – è stato registrato solo tredici giorni dopo la chiusura. Le procedure di emergenza sono scattate immediatamente e la paziente è stata trasferita in ospedale
(ad oggi si trova a Pontedellolio per la riabilitazione). Nel reparto in cui si trovava l’ospite, nessuno è mai risultato contagiato. Solo il 18 marzo, anche se in via preventiva avevamo già isolato i pazienti dei diversi nuclei della struttura, ci è giunta la conferma da Fiorenzuola della positività della paziente. Come da protocollo, abbiamo richiesto la possibilità di effettuare i tamponi, sia al
personale sanitario che ai pazienti. Solo il 10 di aprile, siamo riusciti ad ottenere 21 tamponi per gli ospiti che, ancora oggi, si trovano in isolamento preventivo e il cui esito è previsto per martedì. Sono stati giorni e settimane in cui tutti hanno fatto il possibile. Non ci siamo mai sentiti soli, né da
parte dell’Ente gestore Proges che ha fatto il possibile in una situazione oggettivamente al di fuori anche dello straordinario, che da parte di associazioni, della protezione civile e delle famiglie. Abbiamo navigato a vista, non ci sono ancora oggi protocolli di cura risolutivi ed efficaci. Proprio per
questo, abbiamo attuato nei confronti di ospiti che hanno patologie pregresse, una procedura di isolamento assoluto, nonostante l’assoluta mancanza di sintomi. E’ stato un lavoro titanico da parte di tutti che ha consentito alla struttura di contrastare sia la diffusione del virus che di tutelare i
livelli di sicurezza sanitaria della struttura. Vivo nella struttura da 33 giorni, dormo qui e non lascio mai soli i miei ospiti. Questo le famiglie lo sanno e conoscono la professionalità di chi lavora in questa struttura».

Anche l’ente gestore Proges prende, in modo duro, le distanze delle esternazioni del presidente dell’Ipab “Le misure che abbiamo adottato rispondono perfettamente alle direttive e le istruzioni emanate dalle Autorità competenti e sono state giudicate adeguate anche da un recente controllo eseguito da Ausl Piacenza. Nei giorni successivi,
nessuna osservazione o nota di dissenso è arrivato né dal presidente Castellana né dal Sindacato, tutti evidentemente concordi con quanto messo in atto”.

Il sindaco Giuseppe Bersani ribadisce apprezzamento e solidarietà a tutto il personale sanitario e non della struttura che, nell’emergenza “ha sempre lavorato con grande professionalità e dedizione nell’esclusivo interesse degli ospiti e delle loro famiglie».