POLISPORTIVO: AGGIUDICATA LA CONCESSIONE. PUBBLICO E PRIVATO INVESTONO NELLA RIQUALIFICAZIONE

È stata firmata dal dirigente competente la determina che dispone l’aggiudicazione della concessione per la riqualificazione e la gestione del Polisportivo, uno degli interventi più rilevanti messi in campo dall’Amministrazione comunale negli ultimi anni sul fronte delle infrastrutture sportive e uno dei più rilevanti interventi di riqualificazione su scala nazionale.

La concessione è stata aggiudicata al Raggruppamento temporaneo di imprese costituendo formato da Glaukos Srl (mandataria), Costruzioni Iannini Srl e Ferrari Ing. Ferruccio Srl, al termine di una procedura impostata attraverso un partenariato pubblico-privato, strumento scelto dal Comune per affrontare un intervento complesso, garantendo al tempo stesso qualità progettuale, sostenibilità economica e controllo pubblico sugli obiettivi.

Il progetto si distingue per una ripartizione equilibrata degli investimenti. La quota a carico del soggetto privato ammonta a 11.617.261,63 euro, pari a circa il 51% dell’investimento complessivo, mentre il Comune di Piacenza investe 11.283.167,42 euro, corrispondenti a circa il 49%. Una proporzione che evidenzia in modo chiaro la capacità dell’ente di attivare risorse private significative senza arretrare sul ruolo pubblico di indirizzo e garanzia.

All’interno dell’investimento comunale, 1,5 milioni di euro provengono da un contributo della Regione Emilia-Romagna, mentre 8.305.437 euro sono finanziati tramite mutuo con l’Istituto per il Credito Sportivo. Sul contributo comunale il soggetto aggiudicatario ha inoltre offerto un ribasso dell’1,17%, che riduce l’importo complessivo a 9.690.713,38 euro.

«Con questa aggiudicazione – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – compiamo un passaggio decisivo per il futuro del Polisportivo e dello sport cittadino. È un’operazione importante, costruita con serietà e attenzione all’equilibrio tra risorse pubbliche e private, che ci consente di guardare alla riqualificazione dell’impianto con concretezza e responsabilità».

Sulla stessa linea l’assessore allo Sport Mario Dadati, che evidenzia come «il Polisportivo rappresenti un punto di riferimento per tante società sportive e per centinaia di atleti. Questo intervento consentirà di migliorare in modo significativo la qualità delle strutture e dei servizi, restituendo alla città un impianto all’altezza delle esigenze attuali e future».

“Si tratta di uno tra i più importanti interventi di riqualificazione urbana del nostro Paese – commenta Fabrizio Rampazzo, presidente di Glaukos SSD SRL – con una progettualità che propone un nuovo modello di impiantistica sportiva e un polo natatorio ad uso pubblico moderni e digitalizzati, sostenibili dal punto di vista gestionale e con ridotti consumi di Co2”.

L’obiettivo, condiviso con il Comune, è la realizzazione di un centro rivolto alla pratica di molteplici discipline sportive e acquatiche con particolare attenzione alle attività orientate al benessere delle persone, per un rinnovamento non soltanto degli impianti ma soprattutto del loro uso e gestione, con una sua piena integrazione nel contesto urbano e sociale. “In particolare – aggiunge Rampazzo – voglio citare il centro medico e riabilitativo, insieme alla scuola materna e social hub”.

Dal punto di vista della sostenibilità, il progetto sviluppato dall’advisor Blue Factory Srl Società Benefit e firmato da Sportium Srl, persegue obiettivi di minimizzazione dell’impatto ambientale e un aumento della superficie permeabile sull’intera area dell’intervento. “Il nuovo Polisportivo di Piacenza – conclude il presidente di Glaukos – sarà NZEB e sviluppato con l’obiettivo di ottenere il massimo comfort abitativo con il minor impiego di energia possibile, anche grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili e alla climatizzazione passiva”.

L’aggiudicazione segna dunque l’ingresso del progetto nella fase conclusiva dell’iter amministrativo, preludio ai passaggi successivi necessari all’avvio delle attività previste. Un intervento che si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione degli impianti sportivi cittadini, riconoscendo allo sport un ruolo centrale come fattore di benessere, inclusione e coesione sociale.

RABUFFI REPLICA ALL’AUSL SUL CASO DELLE LISTE DI ATTESE: “PIU’ COMPORTAMENTI COERENTI E MENO RISPOSTE PICCATE”

Pur non citandolo direttamente si è sentito tirato in causa, per cui ha ripercorso, nel dettaglio, come sono andati i fatti. Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi replica alla nota dell’Azienda Sanitaria Locale in merito ai tempi delle liste di attese rispetto alla libera professione. L’Ausl ha ribadito, nel comunicato, che “è fuorviante metterle sullo stesso piano poiché seguono due canali distinti”; il consigliere Rabuffi fa alcune precisazioni “per evitare che le circostanze che mi hanno visto “protagonista” siano da imputare (perché così non è) all’ordinarietà/normalità del Servizio Sanitario pubblico.
Un “servizio” essenziale finalizzato a tutelare la salute dei cittadini che, infatti, lo finanziano interamente. Un servizio che purtroppo vede la maggioranza degli operatori sacrificarsi tutti i giorni, fra mille difficoltà e senza particolari riconoscimenti (fatto salvo un modesto stipendio), e, per contro, permettere a un numero residuale di operatori di “implementare” legittimamente lo stipendio grazie all’attività intramuraria (€ 6.643.422,00 versati al personale nel 2024; € 6.222.232,00 versati al personale nel 2023).

Con riferimento al comunicato, la sensazione è che il richiamo alla delibera della Corte dei Conti non sia stato particolarmente gradito, ma non è certo colpa di chi lo richiama se la Corte ha rilevato – a carico dell’AUSL di Piacenza – 6 profili di criticità. Meglio sarebbe, soprattutto per i piacentini, trarne le giuste conseguenze e correre ai ripari.

Per quanto riguarda, strettamente, ciò che mi è accaduto, il caso vuole che il comunicato dell’AUSL arrivi proprio oggi, 23/12/2025, giorno in cui avrei potuto essere operato pagando 150 euro in “intramoenia” anziché aspettare il 15/10/2026 pagando 34 euro.

Non ho certo scelto io alcuna equipe medica con agenda autogestita – specifica Rabuffi -per fortuna nella mia vita non ho mai avuto bisogno di essere operato (a parte una banale appendicite, oltre 40 anni fa) e ciò mi ha di fatto impedito di conoscere/frequentare medici chirurghi.
Per me gli operatori del sistema sanitario nazionale sono tutti bravi. Uno vale l’altro (almeno fino a prova contraria). La differenza la fa, piuttosto, il tempo di attesa.
La prenotazione del mio “piccolo” intervento mi è stata stampata e fornita brevi manu dal medico che mi ha visitato.  Non avendo, il dottore, alcuna colpa, ne ho tranquillamente preso atto.
A fornirmi il numero dell’ufficio a cui mi sono rivolto per la “Libera professione” è stato il Centralino dell’Ausl che ho contattato il giorno 15 dicembre dopo essere rientrato dalla visita chirurgica. Se non lo sa il centralino, chi deve

A propormi la data della possibile operazione è stata la gentilissima persona che mi ha risposto al telefono, la stessa operatrice che mi ha comunicato, su mia esplicita richiesta, l’entità del costo dell’operazione, pari, appunto, a 150 euro.

Chiarito quanto sopra, sicuro di aver fatto – senza chiedere piaceri e/o raccomandazioni – quello che avrebbe fatto qualsiasi altro cittadino nella mia situazione, prendo serenamente atto della nota Ausl di Piacenza e confido davvero che la stessa – come affermato nel comunicato – sia pienamente consapevole del desiderio dei cittadini di ridurre il più possibile i tempi di attesa (e di sofferenza).
Mi aspetto quindi (insieme alla maggioranza dei piacentini e coerentemente con le raccomandazioni della Corte dei Conti) che siano adottati da parte della Regione e della Direzione aziendale comportamenti coerenti ed efficaci.
Non certo risposte “piccate” e fantasiose e neppure complicate arrampicate sugli specchi. Anche perché, come noto, ad arrampicarsi sugli specchi si rischia di cadere e magari farsi del male.

 

TARASCONI: “MAI STATA SOLA AL COMANDO. CREDO NELLA SQUADRA”. CITTADELLA: UNA SOCIETA’ INTERNAZIONALE SI OCCUPERA’ DELLA SUPERFICIE

Il 2026 sarà l’anno del consolidamento di tutti i progetti messi in campo da tre anni e mezzo a questa parte. È l’esordio della sindaca Tarasconi nel consueto incontro di natale con la stampa piacentina, in cui si traccia un bilancio di quanto fatto e gli obiettivi per l’anno che sta per cominciare. Una novità importante riguarda piazza Cittadella: a giorni verrà firmata la determina dirigenziale per l’affidamento diretto ad una realtà internazionale, per la fattibilità del soprasuolo. Massimo riserbo, almeno per il momento sull’identikit della società che si occuperà dei lavori.

L’immagine che la sindaca traccia della sua amministrazione è certamente improntata al dinamismo, “nella consapevolezza che servire la comunità – ha detto – comporta una grande responsabilità ma anche un privilegio sapendo che è un servizio pro tempore”.
Fare che non significa dirigismo estremo o donna sola al comando, accusa che le è stata fatta più volte anche da esponenti della stessa maggioranza. “Non sono mai stata sola al comando – ha replicato Tarasconi – credo nella squadra e nella comunità che decide insieme. Ma non si può rimanere inermi”.

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AUSL SU LISTE DI ATTESA E LIBERA PROFESSIONE: “FUORVIANTE METTERLE SULLO STESSO PIANO. SEGUONO DUE CANALI DISTINTI”

L’Ausl di Piacenza ci tiene a fare alcune precisazioni sul funzionamento del sistema delle liste di attesa. Pur non facendo esplicito riferimento, l’Azienda sanitaria locale si riferisce al caso sollevato dal consigliere comunale Luigi Rabuffi che, riportando un’esperienza personale, aveva denunciato come occorressero dieci mesi per una operazione chirurgica e pochi giorni se si fosse rivolto alla libera professione. Una situazione, per altro, rilevata ufficialmente anche dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, come ha fatto presente lo stesso Rabuffi.

Tuttavia l’Ausl specifica che “la gestione delle liste di attesa chirurgiche avviene secondo criteri uguali su tutto il territorio nazionale, definiti a livello ministeriale e applicati da Regioni e Aziende sanitarie. Queste regole prevedono che venga data priorità alle situazioni più gravi o che rischiano di peggiorare, mentre i casi meno urgenti vengono programmati in tempi più lunghi. Ogni paziente viene valutato dal punto di vista clinico e inserito in un percorso che tiene conto della gravità del problema, dell’impatto sulla qualità di vita e del tempo già trascorso in attesa. Il sistema sanitario di Piacenza opera nel pieno rispetto di questi criteri, con l’obiettivo di garantire cure tempestive a chi ne ha maggiore bisogno e, allo stesso tempo, assicurare equità di accesso a tutti i cittadini.

L’Azienda sanitaria di Piacenza – prosegue la nota – è pienamente consapevole del desiderio dei cittadini di ridurre il più possibile i tempi di attesa e lavora quotidianamente per migliorare l’organizzazione dei servizi e ampliare l’offerta di prestazioni. Allo stesso tempo, è corretto ricordare che, in base agli obiettivi assegnati dalla Regione Emilia-Romagna alle Aziende sanitarie, l’Ausl di Piacenza registra, in ambito chirurgico e in particolare nei casi più complessi di area oncologica e cardiovascolare, risultati tra i migliori a livello regionale. A questi si aggiunge il dato particolarmente significativo della capacità di recupero delle liste d’attesa, ossia dell’abbattimento dei pazienti non ancora operati nell’anno precedente, ambito nel quale l’Ausl di Piacenza si colloca ai vertici regionali.

Quanto alla libera professione, la normativa vigente riconosce ai professionisti la possibilità di svolgere attività libero-professionale all’interno delle strutture sanitarie, secondo regole precise e condivise. Si tratta di un’attività regolata in modo chiaro e riconosciuta come un diritto dei professionisti. L’attività serve anche per rendere l’Azienda sanitaria attrattiva e per evitare la perdita di medici e specialisti, che potrebbe avere conseguenze negative sulla qualità complessiva dei servizi offerti ai cittadini.

È pertanto fuorviante ricondurre la libera professione e le liste di attesa a un unico ambito. Si tratta di due canali distinti che convivono – specifica l’Azienda sanitaria locale- secondo regole chiare e condivise, e che rispondono a finalità diverse. Le liste di attesa della sanità pubblica seguono criteri di priorità clinica e percorsi organizzativi specifici, mentre la libera professione si basa su una scelta volontaria del cittadino e su un rapporto diretto con il professionista, senza interferire con l’accesso alle prestazioni del Servizio sanitario.

Con riferimento al caso specifico richiamato, l’intervento è stato valutato come ambulatoriale e privo di carattere di urgenza. Il paziente è stato regolarmente visitato e giudicato operabile senza necessità di trattamento prioritario. Trattandosi di una prestazione non urgente e non riconducibile ai percorsi programmati per gli interventi più complessi, l’inserimento in lista di attesa non avviene secondo criteri di priorità clinica, ma in base all’ordine temporale. Inoltre, il paziente ha scelto una equipe con una propria agenda autogestita, motivo per cui l’intervento è stato inserito nella lista di attesa dell’Unità operativa di riferimento. Qualora la prenotazione fosse stata effettuata tramite Cup, la prima data disponibile sarebbe stata il 9 luglio.

Si segnala infine che la Direzione aziendale ha già avviato un percorso di riorganizzazione e coordinamento delle liste di attesa per la chirurgia ambulatoriale, con l’obiettivo di creare una lista unica aziendale (prenotabile tramite Cup) che consenta un ulteriore efficientamento del percorso e garantisca massima trasparenza ed equità di accesso, migliorando i tempi di risposta ai cittadini.
Per quanto riguarda le osservazioni formulate dalla Corte dei conti, stimoli considerati molto importanti, si precisa che l’Ausl di Piacenza si è uniformata alle raccomandazioni rivolte dalla Corte a tutte le Aziende sanitarie, come risulta dai dati pubblicamente disponibili.

Il Servizio sanitario di Piacenza conferma il proprio impegno a garantire trasparenza, correttezza ed equità di accesso alle cure, nel rispetto delle regole nazionali e con l’obiettivo costante di migliorare la qualità dei servizi offerti alla comunità.

EX MANIFATTURA: L’AMMINISTRAZIONE RISPONDE ALLE SETTE DOMANDE DELLA CONSULTA E RIBATTE “PECCATO PARLARSI SOLO A MEZZO STAMPA. NOI SEMPRE APERTI AL DIALOGO”

Ecco le risposte dell’amministrazione alle sette domande della Consulta Ambiente e Territorio, pubblicate pochi giorni fa, relativamente al progetto di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi. A parlare, nella nota, è l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini confermando “la massima trasparenza e la disponibilità al dialogo che per noi continua a rappresentare una costante. In questi anni – prosegue l’assessora – abbiamo sempre accolto gli inviti della Consulta a partecipare a incontri di approfondimento sui più svariati temi, ma nel caso specifico non ci sono state inviate né le sette domande in questione né abbiamo ricevuto proposte di confronto diretto, cui certamente non ci saremmo sottratti. Ciò detto, ritenendo che sia utile fare ulteriore chiarezza per tutti i cittadini, ci adeguiamo alla modalità scelta dalle associazioni e replichiamo puntualmente anche attraverso gli organi di informazione”.

Quesito 1 – Accesso al social housing e ai redditi bassi

Il nuovo quartiere della ex Manifattura Tabacchi nasce per fornire una risposta mirata a un segmento – quello dell’edilizia residenziale sociale – che nell’offerta abitativa del territorio presentava, e tuttora presenta, la maggiore scopertura rispetto alle esigenze della nostra comunità. E’ una scelta che deriva dal percorso avviato nell’ambito del programma PINQuA (acronimo del Programma nazionale innovativo per la qualità dell’abitare, di cui gli alloggi Ers costituivano uno degli elementi cardine) e poi confluito – mantenendo determinati requisiti – nel PNRR.

L’emergenza dell’housing sociale è stata peraltro confermata dall’indagine dettagliata sul fabbisogno abitativo del territorio che il Centro studi Cresme ha condotto nel 2024. Nel contempo, la ricerca che Fondazione Itl ha portato avanti tra i lavoratori della logistica ha evidenziato che il problema di soluzioni abitative accessibili non si lega unicamente al valore Isee, ma alla natura stessa dei contratti di lavoro, spesso di breve durata, difficilmente compatibili con affitti più tradizionali di medio-lungo periodo.

Quesito 2 – Inserimento urbanistico e costruzioni in altezza

I requisiti che oggi definiscono la qualità urbana – contenimento energetico, superfici permeabili e dotazione adeguata di verde privato, funzionali a ridurre le isole di calore e migliorare il microclima – vanno oltre il legittimo gusto personale e la valutazione critica di un progetto architettonico, senza dimenticare che lo sviluppo in verticale riflette il principio cardine dello stop al consumo di suolo.

La rigenerazione di un’area industriale dismessa restituisce decoro, sicurezza, sostenibilità ambientale e sociale a un quartiere, l’Infrangibile, in cui il nuovo intervento urbanistico – frutto di un lavoro progettuale approfondito e affidato a uno team di professionisti di riconosciuta competenza – si inserisce nel pieno rispetto delle volumetrie, delle distanze, dei rapporti di luce e delle condizioni di vivibilità. Basti pensare a zone come Besurica, Baia del Re o Farnesiana per trovare realtà in cui convivono tipologie di edifici ben diverse tra loro: la città è un organismo complesso, in cui questa situazione rappresenta un modello di sviluppo tutt’altro che anomalo.

Quesito 3 – Localizzazione della nuova scuola media

La realizzazione della nuova scuola media è inserita nel progetto PINQuA finanziato dal Ministero dell’Interno nel rispetto dei criteri sulla dotazione di servizi pubblici per il nascente quartiere della ex Manifattura. Con le successive revisioni del progetto, tra il 2021-2022, la decisione è stata confermata in accordo con il Comune e l’Ufficio Scolastico Territoriale, per ridurre la congestione degli omologhi istituti di via Stradella e via Boscarelli. Una scelta urbanistica coerente con gli obiettivi di rigenerazione del comparto, di cui scuola e palestra rappresentano un elemento qualificante e un servizio collettivo di valore per l’Infrangibile e per la città tutta.

Quesito 4 – Superficie e progetto dell’area verde

E’ inevitabile che, nella fase attuale del cantiere, ponteggi, impalcature ed edifici in costruzione abbiano un impatto visivo preponderante, che sarà ben diverso nel momento in cui gli edifici saranno inseriti in un parco urbano oggi occupato – e non potrebbe essere altrimenti – da lavorazioni, materiali e attrezzature operative. La progettazione del verde potrà essere condivisa solo a conclusione dell’intervento edilizio in corso, ovviamente all’interno di un quadro già definito e vincolante: non potrà esserci alcuna riduzione del perimetro e della quantità di superfici permeabili, né delle aree alberate e pedonalizzate previste dal Masterplan, in piena rispondenza al disegno planivolumetrico complessivo presentato e approvato dal Consiglio comunale nell’ottobre 2024. Questo è il quadro strutturale di riferimento del progetto PINQuA-PNRR, senza alcuna variazione.

Quesito 5 – Dotazione di parcheggi

Il nuovo volto della ex Manifattura Tabacchi è espressione di un progetto unitario, che affronta in modo coordinato gli aspetti inerenti alla mobilità, agli spazi di sosta e alle infrastrutture, nel rispetto delle normative vigenti e con l’obiettivo di garantire un corretto funzionamento del comparto, così come la sua integrazione equilibrata nel contesto circostante.

La valutazione di impatto dell’insediamento, anche in relazione al numero di abitanti attesi, è stata oggetto di un confronto congiunto con tutti gli enti gestori assicurando nel contempo il coordinamento con il Servizio Viabilità comunale per la progettazione delle strade, degli accessi e dei percorsi interni all’area. In questo assetto complessivo si inseriscono i parcheggi interrati e in superficie, in linea con gli standard richiesti.

Quesito 6 – Mobilità ciclabile

Tutte le scelte progettuali sono coerenti con le indicazioni del Biciplan, del PUMS e del PUT, privilegiando una rete ciclabile continua e sicura. All’interno del nuovo quartiere della ex Manifattura è già stata realizzata una ciclabile in sede propria, che lo attraversa longitudinalmente e garantisce collegamenti sicuri con i dintorni.

Si prevede inoltre su strada Raffalda una ciclabile riservata su sede stradale, con la messa in sicurezza degli incroci su via XXIV Maggio, via Cella, via Stradella e strada Gragnana. Se via Montebello non consente, ad oggi, la realizzazione di una pista ciclabile dedicata, si individua la vicina via Tortona come “strada ciclabile” così definita dal Codice della strada.

Quesito 7 – Alberature e verde urbano

Il progetto dell’area Conad è antecedente alla stesura del nuovo Regolamento urbano del verde privato, basandosi invece sugli standard del Regolamento edilizio che quantificava le superfici verdi senza entrare nel merito degli aspetti qualitativi delle alberatura. Abbiamo comunque intrapreso, dall’inizio del nostro mandato, un proficuo dialogo in tal senso con il soggetto attuatore, che ha acconsentito a introdurre elementi migliorativi. Sono state condivise con apicoltori ed esperti le essenze da piantumare, per favorire i processi di impollinazione e biodiversità: di qui l’inserimento dell’acero negundo nelle aiuole tra i parcheggi e di lagestroemia lungo la curva di via Montebello. Inoltre, Conad ha accettato di raddoppiare il numero complessivo delle piante.

Questa esperienza conferma l’importanza di una regolamentazione più avanzata del verde privato e rafforza il percorso intrapreso dall’Amministrazione per elevare la qualità ambientale e paesaggistica degli interventi urbani, ben al di là dei livelli minimi prescritti per legge”.

PROVINCIA: 18 MILIONI DI INVESTIMENTI IN UN ANNO. TRA LE CRITICITA’ LE DIMISSIONI VOLONTARIE E IL NODO VIABILITA’. A MAGGIO IL “DOPO SILVA”

Investimenti per oltre 18 milioni di euro, in particolare nei settori scuole e strade, 60% in più rispetto allo scorso anno. La Provincia di Piacenza chiude l’anno con una cifra importante che conferma l’impegno dell’ente nella realizzazione dell’attività.
Anche se, a dire la verità, non tutte le partite sono chiuse: 21 milioni di euro per le opere di adeguamento antisismico, di cui 18 milioni di fondi PNRR e altri fondi, oltre che 3 milioni di risorse interne dell’ente; per il 2026 è prevista la nuova palestra a servizio delle scuole nella ex caserma dei Vigili del Fuoco di viale Dante, per cui sono stati messi a cantiere 10 milioni di euro; 5 per la palestra nell’ex Pontieri. Tra 2025 e 2026 sono state pianificate opere di edilizia scolastica per 39 milioni di euro.

Spinoso il capitolo viabilità, considerato che alcune strade interrotte in alta val d’Aveto e alta val Trebbia rendono di fatto alcuni comuni completamente isolati. Nel 2025, ricorda la presidente Monica Patelli nell’incontro con la stampa, si sono investiti 10,3 milioni di euro, nel 2026 programmati interventi per 3,7 a cui potranno aggiungere 3 milioni circa di finanziamenti in attesa dell’ok dal Ministero. Eppure le aspettative dei cittadini sono sovente più alte rispetto al risultato effettivo.

Le risorse insomma sono sempre meno rispetto alla effettive esigenze, e a pagarne le dirette conseguenze sono i comuni stessi che vedono nell’ente Provincia la prima interfaccia. Per questo l’amministrazione ha di recente scritto al Governo per chiedere il ripristino integrale dei tagli ai finanziamenti statali destinati alle province e la modifica delle condizioni di verifica.

Tra le criticità, sottolineate dal direttore generale Vittorio Silva, ci sono le 38 dimissioni volontarie verso altri enti, a fronte di 127 nuove assunzioni dal 2018. un’evidenza dovuta dalla difficoltà di trattenere il personale.
A proposito di nuove nomine, a breve, la presidente si troverà a dovere affidare l’incarico di direttore generale a colui o colei che subentrerà a Vittorio Silva, che dopo 40 anni in Provincia, andrà in pensione, dal primo maggio 2026.
Non sono previsti né bando né avviso pubblico, la nomina sarà fiduciaria da parte della presidente. Anche per Patelli, il 2026 sarà tempo di scelte se candidarsi o no ancora alla guida dell’ente di via Garibaldi, per cui occorrono almeno 18 mesi di mandato da sindaco, carica anch’essa in scadenza nel 2026.

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RABUFFI, APP: “DIECI MESI PER UNA OPERAZIONE CHIRURGICA. POCHI GIORNI CON LA LIBERA PROFESSIONE. REGIONE E AUSL SALVINO LA SANITA’ PUBBLICA DAL DECLINO”

Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi racconta, attraverso un’esperienza personale, il rapporto tra tempi di attesa ordinari e tempi di attesa in “attività libero professionale intramoenia” rispetto alle prestazioni sanitarie. Proprio in questo contesto la Corte dei Conti ha emesso una delibera in cui ha preso in esame la situazione della Azienda USL di Piacenza in merito all’attività libero professionale intramoenia negli enti sanitari (ALPI) – anno 2024.

“Dall’istruttoria – scrive Rabuffi – sono emersi, con possibilità per l’Azienda USL di formulare proprie eventuali osservazioni, sei profili di criticità, tra cui il mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il 2024 per i tempi di attesa, la mancata previsione dell’attività libero professionale intramoenia quale strumento eccezionale di governo delle liste di attesa
in caso di indisponibilità temporanea delle prestazioni e l’esistenza di due fattispecie di corruzione. La Corte ha bacchettato l’Azienda USL di Piacenza per visite ed esami diagnostici di “priorità D”: tempistica rispettata nel 85,37% dei casi; protesi anca (51% contro 85%), chirurgia generale (40% contro 75%).
Per contro, scopriamo dalla Relazione dei giudici contabili che nel 2024 a Piacenza sono state ben 69.346 le prestazioni eseguite in Attività Libero Professionale Intramuraria, in aumento rispetto al 2023 quando furono 64.748.

Rispetto al rapporto tra attività libero professionale intramoenia e liste dio attesa la Corte dei Conti ha raccomandato l’Ausl di Piacenza di adottare misure di potenziamento per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per i tempi
di attesa; di verificare che il ricorrere all’attività intramoenia non risiedano nella difficoltà dell’utenza a prenotare una visita tempestiva e comunque nei tempi della classe di priorità”.

Il consigliere Rabuffi prosegue la sua nota raccontando quanto gli è capitato nel corso di una visita chirurgica programmata presso l’ospedale di Piacenza, al termine della quale, il medico ha confermato la necessità di intervenire chirurgicamente. Ma quando? “La prima data utile l’operazione era il 15/10/2026. Fra 10 mesi. A Castelsangiovanni. Successivamente chiamavo il numero dedicato alla “libera professione” dove, i gentilissimi addetti, mi informavano che avrei potuto essere operato NON fra 10 mesi, NON fra 6 mesi, NON fra un mese bensì il prossimo 23 dicembre. Fra pochi giorni. Pagando 150 € anziché i 34 € della prestazione “ordinaria” programmata-
Fine della storia. Fine di una brutta storia…”

“E allora, da cittadino, da utente del SSN e da consigliere comunale che crede fortemente nella sanità pubblica e nel diritto di tutte le persone ad essere curate secondo principi di appropriatezza, equità e non discriminazione, dico che NON è giusto. Non è giusto per le tante persone in difficoltà, che stanno male, che soffrono fisicamente e che devono aspettare 10 mesi per tentare di risolvere il loro problema. E tutto ciò solo perché non si possono permettere una spesa di 150€, che non è tanto ma per tanti è troppo. Mi rivolgo quindi alla “buona politica” ma soprattutto alla nostra Regione e alla Direttrice Generale AUSL Bardasi, affinché si uniscano gli sforzi per fermare il declino del sistema sanitario pubblico, che è soprattutto un declino etico.
Ricordiamoci che su quella barca, che si chiama sanità pubblica, ci siamo tutti e se dovesse affondare saremmo, tutti, facile preda degli insaziabili pescecani che affollano il “ricco” mare della sanità…”

 

 

EX MANIFATTURA TABACCHI: LE SETTE DOMANDE DELLA CONSULTA AMBIENTE TERRITORIO ALL’AMMINISTRAZIONE

Sette domande, sette. Le rivolge la Consulta Ambiente e Territorio all’amministrazione comunale in merito al progetto di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, presentato sabato scorso alla città. Domande non nuove, per altro, che la Consulta aveva più volte rivolto agli amministratori durante gli incontri pubblici “senza aver avuto purtroppo risposte
adeguate” scrivono nella nota. Riportiamo qui le sette domande.

1) Preso atto del complesso intervento per 279 appartamenti previsti, di cui 143 in social housing (ad affitto calmierato), ci chiediamo per quale motivo le persone e le famiglie con ISEE inferiore a 17.000 non debbano avere la possibilità di accedere ai bandi. Se tutte le nuove costruzioni (ex Unicem, via
Risorgimento, ex Camuzzi di via Martiri della Resistenza, ecc.) escludono, di fatto, l’accesso ai lavoratori con bassi redditi, dove andranno ad abitare tutti i nuovi addetti, soprattutto del settore logistico, che sono vittime della scarsità di offerta abitativa, nonostante la grande disponibilità di alloggi vuoti e inutilizzati in città? Una reale strategia di “rigenerazione urbana” non dovrebbe prioritariamente rispondere a questa esigenza?
2) Considerata la necessità di costruire in altezza per “non consumare suolo” – e massimizzare la rendita immobiliare – perché non si è considerata la necessità di un corretto inserimento dell’intervento nel contesto morfologico urbanistico del quartiere? Anche un cappotto elegante ma dalle maniche troppo lunghe, non veste bene…
3) Ammesso che sia stata necessaria la costruzione di una nuova scuola media lì, anziché la ristrutturazione della scuola “Calvino” in via Stradella, affacciata al futuro Parco della Pertite, perché incastrarla in uno spazio così infelice, fra supermercato e condomini, sacrificando peraltro una parte di area verde?
4) L’area verde originalmente prevista era di 18.000 mq + 5.000 mq attualmente utilizzati dalla Folgore (Totale 23.000 mq). A seguito della delibera di Giunta comunale del 2017, un pezzo di area destinata ad “attrezzature di interesse comune” è stata trasformata in un campo da calcio, ad uso della società sportiva. Dei 18.000 mq rimanenti, 3.000 sono destinati a “giardino della scuola”. Nell’area residuale sono state contabilizzate anche le aiuole del comparto. Chiediamo quindi di poter finalmente conoscere il progetto definitivo del cosiddetto “parco” della Manifattura Tabacchi.
5) Chiediamo inoltre di sapere quanti posti auto sono disponibili, interrati e fuori terra, in tutto il nuovo comparto abitativo – esclusi quelli al servizio del supermercato – considerata la risaputa carenza di parcheggi in tutto il quartiere dell’Infrangibile e tenuto conto della presenza, nelle vicinanze, della Clinica Piacenza, secondo polo sanitario urbano dopo l’Ospedale Civile, praticamente privo di parcheggio.
6) Chiediamo per quale motivo, in occasione di un intervento di questa dimensione e impatto, non siano state previste piste ciclabili – con percorso dedicato e in sicurezza – lungo le strade trafficate di via Raffalda e via Montebello. Carenza davvero inspiegabile alla luce dell’urgenza di strumenti per la mobilità sostenibile emersa nel PUMS e nel PUT. Ancor di più inspiegabile in presenza di una nuova scuola media.
7) Chiediamo infine per quale motivo, a fronte delle indicazioni illustrate dall’Ordine degli Agronomi in Commissione Comunale, per un’adeguata progettazione delle nuove alberature in ambito urbano, siano stati collocati alberi – nell’area antistante al nuovo supermercato – in spazi davvero esigui e tali da provocarne il danneggiamento da parte delle auto in parcheggio, con prevedibile difficoltà di futura crescita sana.

PIACENZA A SEUL: COMUNE E CONFINDUSTRIA IN CERCA DI POTENZIALITA’ E SVILUPPO PER LE IMPRESE PIACENTINE

Il viaggio del Comune di Piacenza a Seul, organizzato in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata ai capolavori della Galleria Ricci Oddi, si è affiancato alla missione di Confindustria Piacenza, con la presenza di Giulia Silva, responsabile dell’area Internazionalizzazione di Confindustria Piacenza, arrivata direttamente da Piacenza per prendere parte a una serie di incontri in Corea del Sud.

Un percorso condiviso che ha affiancato alla dimensione culturale della missione anche un focus di natura economica e relazionale, con l’obiettivo di stringere contatti, fare rete e creare le condizioni per possibili sviluppi futuri a favore del tessuto imprenditoriale piacentino.

Nel corso del brevissimo soggiorno a Seul, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi e Giulia Silva di Confindustria Piacenza hanno avuto modo di incontrare i rappresentanti delle istituzioni italiane presenti in Corea del Sud, con momenti di confronto che hanno coinvolto l’Ambasciata d’Italia a Seul e l’Istituto Italiano di Cultura presente nella stessa capitale.

In particolare, all’arrivo in Corea del Sud la sindaca Tarasconi è stata accolta da Vincenzo Tamarindo, Capo Ufficio e Consigliere economico dell’Ambasciata d’Italia a Seul, che ha curato l’avvio dei primi contatti istituzionali già nella serata del giorno di arrivo della delegazione del Comune.

Per l’Ambasciata d’Italia a Seul è stato inoltre incontrato Andrea Ferrara, primo segretario e responsabile degli Affari consolari e cultura.

Per l’Istituto Italiano di Cultura di Seul il confronto ha coinvolto Erika Sfascìa, direttrice ad interim, addetto culturale dell’Ambasciata d’Italia in Corea del Sud e tra le relatrici alla cerimonia di inaugurazione della mostra “piacentina”al My Art Museum.

L’incontro con i rappresentanti della Camera di Commercio Italiana in Corea (ITCCK) si è invece svolto presso High Street Italia a Seul, alla presenza della sindaca Katia Tarasconi e di Giulia Silva di Confindustria Piacenza. Per ITCCK erano presenti il segretario generale Jacopo Giuman e il manager per il business e le relazioni pubbliche internazionali Niko Plumari.

«La straordinaria risposta registrata all’apertura della mostra dedicata ai tesori della Ricci Oddi – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – dimostra come la cultura sia uno strumento potente di relazione e dialogo internazionale. Ma questo viaggio è stato anche un’occasione concreta per avviare e rafforzare contatti istituzionali ed economici, mettendo Piacenza al centro di una rete di relazioni che può tradursi, nel tempo, in opportunità per il nostro territorio. Cultura, istituzioni e sistema produttivo possono e devono camminare insieme».

Durante l’incontro con la Camera di Commercio Italiana in Corea sono stati approfonditi i progetti già completati e quelli attualmente in corso, alcuni dei quali sviluppati in collaborazione con ICE e con l’Ambasciata d’Italia, in un contesto – quello coreano – che sta manifestando un interesse crescente verso il Made in Italy, in particolare nel settore dei beni di consumo, con una significativa accelerazione nell’ultimo anno.

Dal 2021 Seul ospita High Street Italia, vetrina commerciale e showroom dedicato ai prodotti italiani, che offre alle aziende del nostro Paese una piattaforma strutturata per presentare le proprie eccellenze al mercato coreano. Accanto ai beni di consumo, emergono inoltre interessanti prospettive nel settore della meccanica e della manifattura, ambito nel quale la Corea del Sud – spesso definita dagli stessi coreani come “l’Italia dell’Asia” – presenta affinità e standard qualitativi elevati, creando un terreno favorevole a possibili collaborazioni industriali.

«La presenza di Confindustria Piacenza in questa missione – evidenzia Giulia Silva – testimonia la volontà del territorio di muoversi in modo coeso, mettendo insieme dimensione istituzionale, culturale ed economica. Piacenza può essere meno conosciuta rispetto ad altri territori, ma esprime potenzialità importanti e un tessuto imprenditoriale di qualità. Presentarsi insieme agli interlocutori coreani rappresenta un valore aggiunto, perché comunica unità di intenti e capacità di azione coordinata».

«Questo approccio – prosegue Silva – è particolarmente apprezzato in un contesto come quello coreano, dove la solidità delle relazioni e l’affidabilità dei partner sono elementi centrali. Occasioni come questa, nate attorno a un grande evento culturale, permettono di costruire contatti e di gettare le basi per eventuali sviluppi imprenditoriali futuri, valorizzando le eccellenze del nostro territorio».

PIACENZA PROTAGONISTA A SEUL CON IL RITRATTO DI SIGNORA DI KLIMT. OLTRE 40MILA BIGLETTI IN PREVENDITA

«Essere a Seul oggi è un’occasione davvero straordinaria per Piacenza: questa mostra, con Klimt e gli altri capolavori della Ricci Oddi, porta il nome della nostra città, con la sua arte e la sua storia, nel cuore di una delle capitali più vive del mondo e sulla ribalta internazionale, consentendo di instaurare relazioni e collaborazioni particolarmente preziose sotto tutti i punti di vista».

Così ha dichiarato la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, al termine della cerimonia di inaugurazione della mostra “The Miracle of Klimt and Other Treasures from Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi”, ospitata al My Art Museum di Seul, uno dei principali musei d’arte contemporanea della Corea del Sud.

L’evento inaugurale, aperto dal direttore del My Art Museum Yi Taegun, ha registrato una partecipazione straordinaria, con oltre 300 presenze tra rappresentanti istituzionali, operatori culturali, collezionisti e stampa coreana e internazionale. Un momento di particolare rilievo per la città di Piacenza, presente in Corea del Sud con uno dei suoi patrimoni artistici e culturali più identitari: la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.

La mostra, che aprirà ufficialmente al pubblico dal 19 dicembre 2025 al 22 marzo 2026, presenta circa 70 opere della collezione piacentina e propone un ampio e articolato percorso nell’arte italiana tra Otto e Novecento. Fulcro dell’esposizione è il celebre Ritratto di signora di Gustav Klimt, capolavoro simbolo della Ricci Oddi, presentato per la prima volta al pubblico coreano e già al centro di una straordinaria attenzione mediatica.

A confermare l’eccezionale interesse suscitato dall’iniziativa, ancora prima dell’apertura ufficiale sono stati venduti oltre 40.000 biglietti in prevendita, un dato che testimonia il forte richiamo della mostra e l’attenzione del pubblico coreano verso la collezione piacentina.

Il progetto espositivo è curato da Lucia Pini, direttrice della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, che ha concepito un percorso scientifico rigoroso e accessibile, capace di restituire le linee portanti della collezione e di mettere in dialogo la pittura di figura e il paesaggio, offrendo una lettura ampia delle diverse scuole regionali italiane tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

«La mostra – spiega Lucia Pini – intende presentare al pubblico coreano una campionatura rappresentativa della collezione Ricci Oddi, rispettando le scelte e il gusto del suo fondatore e restituendo la complessità del panorama artistico italiano tra Otto e Novecento. Il Ritratto di signora di Klimt ne costituisce il fulcro, non solo per il suo valore assoluto, ma perché esemplifica in modo emblematico come un’opera possa attraversare il tempo, la storia e la geografia, stratificando significati e generando nuove letture».

L’operazione culturale è stata fortemente voluta anche dal presidente della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Massimo Toscani, nell’ambito di un percorso di valorizzazione e internazionalizzazione del museo. Il prestito delle opere al My Art Museum avviene sulla base di un accordo che prevede un corrispettivo economico complessivo di circa 220 mila euro per il periodo di esposizione, una risorsa significativa che contribuisce concretamente alla sostenibilità, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio museale piacentino.

«Questa mostra dimostra come anche una città di dimensioni contenute possa dialogare con i grandi circuiti culturali internazionali – ha aggiunto la sindaca Tarasconi – portando la propria identità, la propria storia e il proprio patrimonio artistico su palcoscenici di assoluto prestigio. Le oltre 40.000 prevendite e la forte attenzione dei media coreani confermano che la cultura può essere uno strumento potente per far conoscere Piacenza nel mondo».

L’inaugurazione ha già ottenuto un’ampia copertura da parte delle principali testate e portali culturali coreani, tra cui Seoul Shinmun, NEWSIS, Siminilbo, Arts n Culture, Cultura e beNews, con articoli e approfondimenti dedicati alla mostra e alla straordinaria storia del capolavoro di Klimt.

La mostra al My Art Museum, organizzata da MondoMostre, rappresenta così una tappa di grande valore simbolico e strategico per Piacenza, che attraverso la Galleria Ricci Oddi rafforza il proprio ruolo nel panorama culturale globale e consolida la propria presenza su uno dei palcoscenici internazionali più dinamici e attenti alla cultura contemporanea, rafforzando al contempo i rapporti culturali tra Italia e Corea del Sud.