“HANNOUN ACCUSATO SU DOCUMENTI FORNITI DA ISRAELE”. L’INTERVENTO DI ALCUNI SINDACATI E ASSOCIAZIONI

Di seguito la nota stampa firmata da Unione sindacale di Base USB, Sindacato generale di base SGB, Sindacato Intercategoriale Cobas SiCobas, Potere al Popolo!, Partito della Rifondazione Comunista – circolo di Piacenza, Laboratorio popolare della cultura e dell’arte, Collettivo Schiaffo, Resisto, Collettivo 26×1, ControTendenza, Una voce per Gaza in cui viene espressa la vicinanza nei confronti di Hannuon, presidente dell’Associazione Palestinese d’Italia, arrestato con l’accusa di finanziamento al movimento di Hamas.

“Esprimiamo la nostra solidarietà a Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia, e agli altri rappresentanti palestinesi arrestati nel nostro paese con la vergognosa accusa di terrorismo. Hannoun e gli altri arrestati hanno subito questo procedimento poiché accusati di aver finanziato il movimento politico Hamas con sette milioni di euro attraverso tre associazioni.

Un impianto accusatorio che si basa essenzialmente, come scritto dagli stessi inquirenti, sui documenti forniti da Israele. Una indagine basata su documenti forniti da uno stato accusato di genocidio dagli organismi internazionali e guidato da un premier condannato e ricercato come criminale di guerra è in partenza completamente squalificata.

Inoltre i finanziamenti che dall’Italia arrivavano in Palestina transitano ovviamente nelle mani di appartenenti alla resistenza palestinese ed al suo governo eletto a Gaza di cui fa parte movimento politico Hamas. Elezioni che sono riconosciute (e al tempo monitorate) dalle Nazioni Unite, ma non da Israele e Stati Uniti.

Il governo Meloni parla di sovranità, ma non si fa problemi a cederla facendo da scendiletto ad uno stato ed un governo genocida come quello israeliano per perseguitare chi vuole dare una solidarietà concreta e piena ad un popolo oppresso da decenni di occupazione.

Perché appare evidente come questo episodio sia l’ennesimo atto che ha come obiettivo quello di spaventare e criminalizzare chi in questi ultimi mesi del 2025 ha partecipato in prima persona alle mobilitazioni contro il genocidio in Palestina e per l’autodeterminazione del popolo palestinese le quali, partendo dagli scioperi che hanno portato in piazza milioni di lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine.

Noi invece siamo ancora qui a difendere i diritti inalienabili della popolazione palestinese e di chi lotta per la giustizia e l’autodeterminazione di quel popolo, perseguitato da più di mezzo secolo e per la rottura diplomatica, militare, economica, culturale e sportiva con lo stato genocida di Israele. Palestina libera! stop al genocidio!”

(foto LaPresse)

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