Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi racconta, attraverso un’esperienza personale, il rapporto tra tempi di attesa ordinari e tempi di attesa in “attività libero professionale intramoenia” rispetto alle prestazioni sanitarie. Proprio in questo contesto la Corte dei Conti ha emesso una delibera in cui ha preso in esame la situazione della Azienda USL di Piacenza in merito all’attività libero professionale intramoenia negli enti sanitari (ALPI) – anno 2024.
“Dall’istruttoria – scrive Rabuffi – sono emersi, con possibilità per l’Azienda USL di formulare proprie eventuali osservazioni, sei profili di criticità, tra cui il mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il 2024 per i tempi di attesa, la mancata previsione dell’attività libero professionale intramoenia quale strumento eccezionale di governo delle liste di attesa
in caso di indisponibilità temporanea delle prestazioni e l’esistenza di due fattispecie di corruzione. La Corte ha bacchettato l’Azienda USL di Piacenza per visite ed esami diagnostici di “priorità D”: tempistica rispettata nel 85,37% dei casi; protesi anca (51% contro 85%), chirurgia generale (40% contro 75%).
Per contro, scopriamo dalla Relazione dei giudici contabili che nel 2024 a Piacenza sono state ben 69.346 le prestazioni eseguite in Attività Libero Professionale Intramuraria, in aumento rispetto al 2023 quando furono 64.748.
Rispetto al rapporto tra attività libero professionale intramoenia e liste dio attesa la Corte dei Conti ha raccomandato l’Ausl di Piacenza di adottare misure di potenziamento per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per i tempi
di attesa; di verificare che il ricorrere all’attività intramoenia non risiedano nella difficoltà dell’utenza a prenotare una visita tempestiva e comunque nei tempi della classe di priorità”.
Il consigliere Rabuffi prosegue la sua nota raccontando quanto gli è capitato nel corso di una visita chirurgica programmata presso l’ospedale di Piacenza, al termine della quale, il medico ha confermato la necessità di intervenire chirurgicamente. Ma quando? “La prima data utile l’operazione era il 15/10/2026. Fra 10 mesi. A Castelsangiovanni. Successivamente chiamavo il numero dedicato alla “libera professione” dove, i gentilissimi addetti, mi informavano che avrei potuto essere operato NON fra 10 mesi, NON fra 6 mesi, NON fra un mese bensì il prossimo 23 dicembre. Fra pochi giorni. Pagando 150 € anziché i 34 € della prestazione “ordinaria” programmata-
Fine della storia. Fine di una brutta storia…”
“E allora, da cittadino, da utente del SSN e da consigliere comunale che crede fortemente nella sanità pubblica e nel diritto di tutte le persone ad essere curate secondo principi di appropriatezza, equità e non discriminazione, dico che NON è giusto. Non è giusto per le tante persone in difficoltà, che stanno male, che soffrono fisicamente e che devono aspettare 10 mesi per tentare di risolvere il loro problema. E tutto ciò solo perché non si possono permettere una spesa di 150€, che non è tanto ma per tanti è troppo. Mi rivolgo quindi alla “buona politica” ma soprattutto alla nostra Regione e alla Direttrice Generale AUSL Bardasi, affinché si uniscano gli sforzi per fermare il declino del sistema sanitario pubblico, che è soprattutto un declino etico.
Ricordiamoci che su quella barca, che si chiama sanità pubblica, ci siamo tutti e se dovesse affondare saremmo, tutti, facile preda degli insaziabili pescecani che affollano il “ricco” mare della sanità…”


