Il Comune di Piacenza si rivolge agli artisti piacentini in vista di Expo, mettendo a disposizione spazi esterni della città: viale Pubblico Passeggio e via Tramello e relativi bastioni, i parchi di Montecucco e della Galleana, la Cavallerizza, le piazzette Pescheria, Plebiscito, Bacciocchi, Barozzieri e piazzale Libertà. Obiettivo, promuovere l’arte e la cultura e abbellire alcuni spazi cittadini durante i sei mesi dell’esposizione universale. Gli artisti interessati ad esporre una propria installazione, edita o inedita, dovranno presentare la domanda, una scheda tecnica dell’opera d’arte e tutta la documentazione richiesta dall’avviso pubblicato sul sito web www.comune.piacenza.it, all’ufficio Protocollo del Comune di Piacenza in via Beverora 57, entro le ore 12 di venerdì 3 aprile. Una commissione valuterà le proposte pervenute, stabilirà l’abbinamento tra l’opera d’arte e la location, nonchè il calendario espositivo. Informazioni e chiarimenti in merito alle condizioni di partecipazione, ulteriori rispetto a quelli contenuti nell’avviso pubblicato sul sito internet del Comune di Piacenza, possono essere richiesti agli uffici Acquisti e Gare (tel 0523-492030) e Cultura, Musei e Turismo (0523-492653).
PIACENZA QUALE PROGETTUALITA’? BARACCHI LANCIA LA PROPOSTA
Progettualità slegata o figlia di una pianificazione ragionata? In altre parole, quando si approvano progetti come quello recente di via Conciliazione nel quale sorgeranno un supermercato a pochi metri da uno già esistente, una nuova palestre a pochi metri da una già funzionante h 24 e nuovo abitativo, sorgono della domande, per altro più che lecite. La sensazione, sulle prime, è che manchi una visione generale di progettualità. Solo una sensazione, perchè se esistono norme che permettono al privato di costruire è giusto che lo faccia; se a monte la procedura attuativa è stata rispettata e le legge applicata, quale è il problema? Vista così non fa una piega. Ma proviamo a fare un passo avanti: cosa serve davvero alla città? “Il vero problema è: dove vuole andare Piacenza? si domanda Giuseppe Baracchi, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza – cosa vogliamo fare e possiamo fare per dare alla città una visione legata e sensata nel suo sviluppo”.
Vent’anni fa attorno alla logistica si sono sviluppate le più grandi trasformazioni: oggi rincorrere quella progettualità non è più attuale. Non lo è neppure puntare sull’implementazione abitativa dal momento che gli studi ci confermano che Piacenza non è destinata a crescere numericamente. Di cosa allora ha bisogno la città? Dall’Ordine arriva una proposta, quella di sedersi intorno ad un tavolo per un incontro collegiale: architetti nel ruolo di collaboratori dell’amministrazione insieme ai cosiddetti stakeholder per dialogare su Piacenza, bisogni e necessità. “Mi piacerebbe, e qui lancio la proposta – spiega Baracchi – metterci intorno ad un tavolo e farci promotori di un incontro collegiale magari partendo proprio da quel manifesto Piacenza 2020, di cui sono una quindicina di proposte ne sono state realizzate forse solo un paio, perchè il mondo è cambiato da allora. Proposta concrete fattive, coinvolgendo anche i soggetti economici, Industriali, Camera di Commercio e poi i privati che vogliono investire”.
Altro capitolo Palazzo ex Enel intorno al quale si sono alzate alte barricate tra cittadini, associazioni da una parte ad amministrazione dall’altra. Baracchi si spinge ad un monito deciso verso la categoria che rappresenta. “E’ un richiamo che mi sento di fare al rispetto deontologico della professione – ha spiegato il presidente dell’Ordine – nei confronti di colleghi prima iscritti all’Ordine e oggi non più che garantiscono progettualità gratuite e partecipano e fanno proclami, criticando l’operato di un collega. Credo sia una mancanza di rispetto nei confronti di un tecnico, collega, progettista, come mettere in dubbio che abbia sviluppato male la propria attività. Il mio – continua Baracchi – è un richiamo ad un rispetto deontologico della professione, poi ognuno è libero di esprimere la propria opinione, nella massima libertà. Per chi invece è iscritto all’Ordine, mi sento di dire che ammiro molto la passione di questi colleghi che dimostrano nel perorare la causa di mettere in luce i reperti, ma se pensiamo di poter valorizzarli senza un costrutto più ampio, più condiviso, in modo da verificare ciò che esiste e metterlo a conoscenza di tutti, mi trovo in disaccordo”.
Il servizio con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo
VESCOVO AMBROSIO: “PAPA FRANCESCO HA APERTO LE FINESTRE DELLA CHIESA”
Papa Francesco ha sorpreso, un’altra volta. L’annuncio del Giubilieo straordinario dedicato alla misericordia che avrà inizio l’8 dicembre per concludersi il 20 novembre 2016, ha spiazzato. Giubileo sobrio, contenuto per realizzare una nuova tappa nella “missione della chiesa di portare a tutti la misericordia”. Una sorpresa fantasiosa una bella sorpresa, l’ha definita il Vescovo Gianni Ambrosio alla viglia di una settimana impegnativa che lo vedrà a Bruxelles relatore di un seminario sullo sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso e all’incontro con il presidente dell’Unione Europea Juncker. Certo Papa Francesco non è nuovo ad annunci spiazzanti; organizzativamente parlando un giubileo non è cosa da poco soprattutto dal punto di vista dell’ordine pubblico; prima c’erano state le affermazioni sulla maternità e paternità responsabili, il pugno in faccia a chi offende la madre, espressioni che vanno dritte al cuore, e poi quella chiesa nuova votata all’apertura dei divorziati e omosessuali tenuti spesso ai margini da una chiesa troppo conservatrice. “Mi viene in mente ciò che aveva detto Papa Giovanni XXIII – ricorda Mons. Ambrosio – quando si aprono le finestre, entra aria pulita ma il vento solleva le carte. Ed è verissimo. Ogni cambiamento produce contrarietà e difficoltà, nei fatti ci diciamo aperti alle novità ma nei fatti siamo conservatori”. Un’accelerata evidente quella di Papa Bergoglio che, come ogni novità, ha bisogno di essere metabolizzata in un ambiente dove hanno regnato sempre protocollo e ufficialità, come il vaticano. Ma sembra davvero arrivato il tempo del discernimento e dell’approfondimento.
Il servizio completo con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo
CONTRIBUTI REGIONALI ALLE TV, TRUFFA DA TRE MILIONI DI EURO
Contributi pubblici percepiti illegittimamente dal 2008 al 2013 maggiori rispetto a quelli spettanti per circa 700 mila euro. Oggi la Guardia di Finanza ha comunicato che la società proprietaria di Teleducato Parma, Teleducato Piacenza e canale All News avrebbe percepito indebitamente contributi statali pubblici per quasi 3 milioni di euro. Le indagini hanno fatto emergere che le autocertificazioni presentate dalle emittenti tv riportavano dati che non sarebbero stati veritieri relativamente al fatturato e al personale impiegato. Proprio sui dipendenti ci sarebbero state forti irregolarità: secondo le Fiamme Gialle la società avrebbe dichiarato di impiegare la maggior parte dei dipendenti in una singola emittente e non nelle altre due dove effettivamente lavoravano gli stessi giornalisti e altri lavoratori. Questo determinava una postazione nella graduatoria regionale a discapito delle altre emittenti. Le frequenze sono state sottoposte a sequestro.
ECCE HOMO, PERCHE’ NON TRASFERIRLO ALLA NUOVA GALLERIA DELL’ALBERONI?
La querelle sul mancato trasferimento dell’Ecce Homo dalla Galleria Alberoni al padiglione Italia di Expo 2015 occuperà ancora per molto tempo le prime pagine dei giornali; così almeno avrebbe promesso di andare in fondo a questa vicenda Vittorio Sgarbi, con la verve che gli propria. Piccata la replica del Collegio Alberoni. Ma polemiche a parte, andiamo oltre. Condividiamo e riproponiamo la proposta dell’architetto piacentino Matteo Faroldi che cerca di dare una risposta alla domanda: perchè non offrire visibilità all’opera di Antonello Da Messina, pur restando a Piacenza? Si potrebbe pensare di trasferire l’Ecce Homo dal Collegio alla Nuova Galleria riallestendo una delle sale perimetrali al grande salone degli arazzi. La Nuova Galleria progettata dall’architetto Vittorio Gandolfi, spiega Faroldi, è una “dependance” accessibile, senza barriere architettoniche ed è potenzialmente indipendente dal Collegio. Ha un’architettura sobria, pensata, elegante e funzionale dove hanno trovato degna ed importante collocazione gli arazzi ed altre collezioni. Un nuovo allestimento, scrive l’architetto piacentino, in una sala di dimensioni ridotte, in una zona del complesso dove il flusso turistico limiti il disturbo all’attività del Collegio, già dotati di atrio/biglietteria/book shop, con parcheggi nelle immediate vicinanze. Pensate solo alla sala degli arazzi come “sala d’attesa” per poter entrare nel nuovo “scrigno” dell’Ecce Homo. Dato che la sala è già dotata di moderne tecnologie insieme agli arazzi potrebbero essere proiettati in loop approfondimenti sull’opera in diverse lingue, anticipando al visitatore le nozioni e gli spunti critici per entrare preparato. Ci chiediamo: ci ha mai pensato qualcuno fino ad ora?
PIACENZA IN ARANCIONE CONTRO IL RAZZISMO
Il Comune di Piacenza si veste d’arancione in occasione della 11°edizione della Settimana di azione contro il razzismo. Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro il Razzismo, indetta dalle Nazioni Unite in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica: durante una pacifica manifestazione di protesta contro l’introduzione dell’Urban Areas Act, ovvero il provvedimento che imponeva ai cittadini neri di esibire uno speciale permesso nelle aree riservate ai bianchi, la polizia sudafricana aprì il fuoco sulla folla dei dimostranti, uccidendo 69 persone. Il comportamento della polizia venne denunciato da una speciale commissione d’inchiesta come eccessivo impiego della forza contro una folla disarmata e l’operato del Governo sudafricano venne ufficialmente condannato dalle Nazioni Unite. Si comincia mercoledì 18 marzo con il mediometraggio Zakaria, giovedì 18 la marcia contro i pregiudizi e sabato 21 dalle 13 pranzo insieme al kaprasquare, giochi per i più piccoli ai giardini Margherita e alle 17 il lancio dei palloncini contro il razzismo.
SINISTRA ALTERNATIVA, QUALE SPAZIO HA? NE PARLA HUMAN FACTOR
La domanda è: oggi si può pensare ad una sinistra alternativa? E soprattutto, aggiungiamo, quale spazio avrebbe nel panorama attuale? Massimi sistemi o concrete riflessioni? Si sono confrontati su queste tematiche esponenti del mondo politico e culturale piacentino, oltre le rispettive appartenenze politiche. Queste le mosse da cui è partito Human Factor, un pomeriggio di riflessione organizzato da sinistra ecologia e libertà. Politica economica, passando per il job act, ovvero quali effetti concreti avrà sul mercato del lavoro anche dopo il secondo anno quando termineranno gli incentivi per il datore di lavoro, ma anche ambiente e politiche per la salute. “Il jobs act crea sì nuovi posti di lavoro – ha spiegato Marco Mazzoli docente di Politica Economica all’Università di Genova – ma molte imprese dopo due anni dall’assunzione dei giovani, saranno incentivate a licenziarlo o semplicemente non rinnovargli il contratto, a favore dell’assunzione di altri. Con la norma attuale, alle imprese converrà interrompere il rapporto di lavoro prima che si estendano le tutele per il lavoratore”. Spazio anche per il tema dell’ambiente con il direttore di Arpa Piacenza Giuseppe Biasini, che da addetto ai lavori si è interrogato sulla possibilità di un modello di sviluppo che tenga conto delle limitate risorse a nostra disposizione. “L’inquinamento atmosferico – ha detto Biasini – è il fattore che ha le conseguenze peggiori sulla salute dei cittadini e la sua fonte principale è rappresentata dal trasporto su gomma. Anche se l’auto è innegabilmente uno strumento di libertà, occorre oggi che i cittadini, come stanno facendo, diano il loro contributo per garantire il benessere collettivo. La qualità dell’aria che respiriamo oggi è certamente migliore rispetto a quella di 20-30 anni fa, ma per avere miglioramenti significativi servono azioni diverse sul piano nazionale e internazionale”.
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CASTELL’ARQUATO: “I PROFUGHI NON LI VOGLIAMO”
Castell’Arquato ha detto no, non ospiterà i profughi in arrivo sul territorio piacentino. Un rifiuto portato avanti soprattutto dai Giovani Padani e dal consigliere di maggioranza Umberto Boselli. Si riapre, dopo alcuni mesi, il dibattito intorno all’ospitalità dei richiedenti asilo. I sindaci dei comuni non erano stati in grado trovare una posizione unitaria sul tema; al contrario si venne a creare una netta divisione tra i comuni amministrati dal centrosinistra e quelli portacolori del centrodestra. La palla passò nuovamente alla prefettura che, ad oggi, ha l’ultima parola su come e dove alloggiare i profughi. A Castell’Arquato sembra sia andata diversamente.
Ecco la nota diffusa dal Movimento Giovani Padani:
“A Castell’Arquato non arriverà nessun clandestino delle operazioni “Mare Nostrum” e “Triton” – esordisce il coordinatore provinciale MGP Luca Zandonella – e questo grazie al grande impegno e lavoro sottotraccia del consigliere comunale di maggioranza Umberto Boselli. La prefettura, infatti, voleva scavalcare la volontà popolare tramite un accordo con un privato, fregandosene del secco no ricevuto dal Comune. Da oltre due settimane però Boselli stava lavorando per trovare una soluzione per non farli arrivare, incontrando direttamente sia il privato che il comitato di cittadini che si opponeva all’arrivo. Grazie quindi alle molte pressioni ricevute e vedendo il malcontento dei cittadini di Castellarquato, il privato per fortuna ha cambiato idea. Ma questo non sarebbe stato possibile senza il continuo interesse e la perseveranza del nostro consigliere, che ha ottimamente rappresentato i Giovani Padani nelle istituzioni: questo è un chiaro caso di concretezza nel risolvere un potenziale problema, cioè il classico “passare dalle parole ai fatti”. I cittadini arquatesi ringraziano”. Sul tema interviene anche il consigliere regionale Matteo Rancan: “Come già successo nel mio paese, Cortemaggiore, grazie all’impegno della Lega Nord in amministrazione comunale i finti profughi non sono arrivati sul territorio. I comuni che stanno ospitando gli immigrati a nostre spese sono governati dalla sinistra, il PD insieme al prefetto si preoccupa di trovare alloggi a persone sbarcate ieri mattina, dimenticandosi che prima di loro ci sono tanti piacentini colpiti dalla crisi che godrebbero volentieri delle stesse condizioni riservate a loro. Visto che sono così generosi, perchè non li ospitano anche direttamente nelle stanze inutilizzate della prefettura e nelle sede del PD? Ricordo che tutto ciò ovviamente è possibile “grazie” agli ordini del governo Renzi, che sta permettendo una autentica invasione di massa; perfino il ministro spagnolo Fernandez Diaz ha lanciato l’allarme secondo il quale nel 2015 “in Italia sbarcheranno più di 200mila clandestini”: la Spagna difende giustamente i confini, la coppia Renzi-Alfano invece aiuta gli scafisti. La Lega Nord si continuerà ad opporre senza se e senza ma a questa gigantesca vergogna. A Castell’Arquato abbiamo dato una piccola dimostrazione di che pasta sono fatti i Giovani Padani”
PAGNONCELLI: “CITTADINI VERI ATTORI DEL CAMBIAMENTO”
Sostenere che investire sulla cultura è fondamentale per far ripartire il nostro paese è praticamente una banalità, il concetto, dunque, va ampliato. Il vero problema è far prendere consapevolezza del ruolo sociale e delle responsabilità del cambiamento di questo paese. Nando Pagnoncelli, CEO IPSOS Italia, ospite del Dies Academicus dell’Università Cattolica, ha allargato il discorso al ruolo individuale dei cittadini nel processo di trasformazione. “Occorre che i cittadini prendano coscienza del ruolo che hanno; a questo proposito la formazione finalizzata ad un lavoro è riduttivo per far ripartire l’Italia, le famiglie in questo assumono un ruolo fondamentale”. A Pagnoncelli che i sondaggi li fa di mestiere ed ha un quadro della situazione ben delineata, abbiamo chiesto l’indice di gradimento degli italiani verso le politiche della scuola dell’attuale governo. “Il gradimento è sempre rischioso perchè presuppone aspettative che se disattese, portano delusioni”.
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BUZZI UNICEM – CARBONEXT: DOVE E’ FINITA LA POLITICA? SE NE PARLA A TUTTO TONDO
Prima ancora che esplodesse sulla stampa la vicenda della Buzzi Unicem e del combustibile Carbonext erano già un caso. Un caso nel quale si intrecciano interessi economici e la salute dei cittadini. Da una parte ci sono le ragioni del cementificio, corredate da due conferenze dei servizi e da uno screening che confermerebbero la non pericolosità per la salute dell’utilizzo del combustibile, dall’altra la voce della gente, delle amministrazioni, peraltro divise a loro volta e dei medici che chiedono una valutazione dell’impatto sulla salute che potrebbe avere il Carbonext bruciato nel cementifico della val d’Arda. Ma il cammino sembra tortuoso e destinato ad arrestarsi.
Si chiamano celle aperte, spazi nei quali i detenuti sono liberi di nei corridoi della propria sezione. Come occupare questo tempo? L’ideale sarebbero percorsi strutturati che vanno dall’apprendimento di un mestiere alla scrittura, nella direzione di rielaborare l’esperienza della detenzione. Oggi al carcere delle Novate il vero problema non è più il sovraffollamento ma tenere occupati i detenuti. La rivista Sosta Forzata, che oggi rischia di essere sospesa nella pubblicazione, andava proprio in questa direzione.
Sentire parlare chi ha visto la morte accanto, giorno dopo giorno, fa sentire enormemente piccoli. Sentire il giornalista Domenico Quirico raccontare la sua esperienza nelle mani di jihadisti per 150 giorni, con estrema lucidità, fa capire, ancora di più, che la minaccia dell’isis rappresenta davvero il vero e unico male del mondo. Il Grande Califfato, il titolo del suo libro, è un progetto di espansione mondiale.
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