SCARAVAGGI: ” SARO’ IO A GESTIRE IL PASSAGGIO CON IL NUOVO PRESIDENTE”

“Sono presidente dimissionario non dimissionato, per questo rimarrò in Fondazione fino a quando avverrà il passaggio di consegne con il mio successore”. E’ fermo nella sua convinzione Francesco Scaravaggi ad una settimana dalla bufera che ha sconvolto la Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo l’annuncio della dimissioni e tutto ciò che ne è seguito anche a mezzo stampa. “Non voglio lasciare vuoti, lo faccio per questo ente, convocherò il nuovo consiglio non appena sarà individuata la personalità che mi potrà sostituire” I tempi si allungheranno? “Credo di sì, ci vorrà un pò più del tempo che avevo previsto. Le mie dimissioni sono pronte ma sono nel cassetto, le rassegnerò non appena verrà nominato il nuovo presidente, in quel passaggio io ci sarò”. Abbiamo chiesto a Scaravaggi come sta vivendo a livello umano questo momento: “Sto molto bene, mio sento sereno e sollevato. Ogni azione che svolgo, fino alla fine, sarà per la Fondazione”.

 

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PORTA GALERA 3.0: IL COMUNE PUNTA SUL WELFARE, MA I DISAGI RIMANGONO

Alla fine del percorso la trasformazione del quartiere Roma dovrà essere visibile. Stefano Cugini assessore al welfare ha usato queste parole per descrivere il nuovo progetto Porta Galera 3.0. Una sfida su quattro ambiti di intervento: culturale, cura del quartiere, riqualificazione urbana/commerciale e sperimentazione basata sul walfare e sulla capacità di azioni concrete. Un esempio? Il minimarket di Pozzo uno dei principali snodi di spaccio oggi chiuso, presto avrà una nuova destinazione sociale, diventerà un presidio medico. 

Mentre si parla di innovazione e di città 3.0, alcuni disagi rimangono, causati spesso dalla mancanza di civiltà. A portare l’amministrazione con i piedi per terra ci ha pensato proprio una residente di via Pozzo dell’Associazione Giardini Margherita e Merluzzo: “se il minimarket ha chiuso – ha denunciato la donna – poco lontano sta aprendo un nuovo locale, una pizzeria da asporto. I clienti dopo aver bevuto bicchieri e bicchieri di birra usano come bagni i cassonetti e i muri delle nostre case”. “Non ci vogliamo nascondere dietro un dito – ha risposto l’assessore – purtroppo le regole ci sono e vanno rispettate, sarà nostro impegno garantire un presidio più costante”.

Con la precedente amministrazione ci aveva provato l’Agenzia di Sviluppo Quartiere Roma a cambiare il volto a questa parte di città. Tentativo fallito? “Il punto di partenza è diverso – ha detto Cugini – il nostro punto di partenza è sperimentare un nuovo welfare con le persone che vivono il quartiere”

NASCE CANTIERE PIACENZA, PER UNA CITTA’ DA COSTRUIRE

Un movimento civico come un cantiere. Gli ideatori hanno pensato proprio a questo per dare vita a Cantiere Piacenza, uno spazio in cui i gruppi consiliari Piacenza Viva e Sveglia vogliono progettare la città da ricostruire. Paolo Garetti (Sveglia) e Marco Colosimo (Piacenza Viva) sono i referenti del movimento; quattro i pilastri per una città rinnovata, sicurezza, territorio, innovazione e sviluppo. “Oggi partiamo ufficialmente con il nostro movimento che si rivolge a tutti, lontano dai partiti politici – ha spiegato Colosimo – perchè la città ha bisogno di idee, sviluppo e progettualità che vanno oltre i partiti”.

“Cantiere Piacenza vuole occuparsi di Piacenza sotto ogni aspetto – ha detto Garetti – dalla Fondazione all’informatizzazione della ztl, per una città più fruibile e a misura di cittadino”.

 

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FONDAZIONE, PARETI “22 EROGAZIONI BLOCCATE. COMPORTAMENTO LESIVO PER L’ENTE”

 

Il caos in Fondazione non accenna a placarsi; in una nota il consigliere di amministrazione Stefano Pareti scrive che “22 mandati di pagamento, già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo indicati per tale funzione”. In questo modo “il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano trascorsi più di 60 giorni dal recepimento de documenti giustificativi”. Una situazione prosegue Pareti che “non si è mai registrata nei 23 anni di attività della Fondazione e che nuoce alla reputazione della stessa”.

Di seguito la nota integrale di Stefano Pareti

“Nella guerriglia che da tempo alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano hanno ingaggiato contro il presidente Francesco Scaravaggi, risultano danneggiati anche alcuni beneficiari delle erogazioni. 22 mandati di pagamento relativi a delibere regolarmente approvate dal CdA,  già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo incaricati di tale funzione; e così il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano già trascorsi più di 60 giorni dal recepimento dei documenti giustificativi. Ciò che si sta verificando non si è mai registrato nei 23 anni di attività della Fondazione e questo comportamento è sicuramente lesivo della reputazione della Fondazione e nuoce gravemente alle attività di vari soggetti che operano nei settori di intervento dell’Ente. I mandati non sono stati perfezionati malgrado le diverse sollecitazioni del presidente Scaravaggi”.

Marco Colosimo, Piacenza Viva – Cantiere Piacenza “occorre un segnale di discontinuità e rinnovamento”. Ecco il testo della nota 

Essendo tra i promotori della richiesta di chiarimenti e conseguenti dimissioni nell’ambito del Cda, dopo aver apprezzato la scelta fatta dal presidente Scaravaggi, resto, e con me molti cittadini ,stupito da quanto quotidianamente apprendiamo dalla stampa sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano.Innanzitutto le dimissioni del Presidente Scaravaggi. Pur apprezzando il gesto e la manifesta intenzione di lasciare, pare che al momento tutto sia fermo in attesa di valutazioni.Il Vice Presidente dovrebbe convocare al più presto il consiglio generale, con all’ordine del giorno la ratifica delle dimissioni del presidente Scaravaggi e la conseguente dimissione del Cda. Apprezzabile poi, ma tardivo il passaggio sulla trasparenza. Trasparenza doveva già esserci, sempre e comunque. Non solo ora e con specifici riferimenti a fornitori-spese. Ma se trasparenza deve esserci, questa deve essere a 360°. Perché dunque non pubblicare su Internet anche il verbale delle varie sedute del Cda? O del “nuovo” comitato investimenti? Il rischio di paralisi è evidente alla luce anche delle dichiarazioni del Presidente Pareti, che denuncia le mancate 23 erogazioni già approvate dalla nostra Fondazione. Aspettiamo inoltre, risposte alle numerose e puntuali domande fatte, nessuno ha mai risposto e nessuno mai soprattutto ci ha contraddetto. Allarmanti inoltre le gravi dichiarazioni rese del Presidente Scaravaggi (ex?) che ci fanno domandare se non esistano i presupposti perché lui si rechi in procura. Per il bene di Piacenza, per il bene della Fondazione, diamo un forte segnale di discontinuità, rinnovamento, e “vera” trasparenza.

Fratelli d’Italia, la nota dei consiglieri Foti e Opizzi  
”Le rilevazioni del consigliere della Fondazione Stefano Pareti, persona di notorio equilibrio, aprono l’ennesimo inquietante squarcio sulla Fondazione, sempre più terreno di scontri personali, tali da pregiudicare l’interesse generale che la stessa deve perseguire”.Lo affermano Tommaso Foti ed Erika Opizzi, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia.           
“Se e’ vero che 22 erogazioni risultano da tempo bloccate dall’ostruzionismo di alcuni componenti ill consiglio d’amministrazione solo per fare dispetto al Presidente Scaravaggi – continua la nota – vuole dire che piu’ in basso di cosi la Fondazione non può scendere, a meno che non si sia interessati solo al suo affondamento.”                                            
”E’ ora che le istituzioni piacentine, soprattutto dopo queste rilevazioni, chiedano pubblicamente ai componenti del consiglio d’amministrazione di andarsene. Quello per cui Scaravaggi ha chiesto la revoca – concludono Foti e Opizzi – non e’ infatti più un organo di amministrazione, ma un covo in cui rancori e ambizioni smodate la  fanno da padrone, con buona pace delle  meritorie finalità che la Fondazione deve perseguire.” 
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MONACO TORNA ALLA PANCHINA DEL PIACENZA

Francesco Monaco torna a sedersi sulla panchina del Piacenza dove era arrivato nell’agosto del 201 in sostituzione di Massimo Cerri. La stagione si concluse con la retrocessione della squadra in Lega Pro seconda divisione e dopo il fallimento della società Monaco rimase svincolato. “Con Piacenza ho un debito di riconoscenza. Ci sono le basi per lavorare bene” ha detto l’allenatore.

 

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DOPO SCARAVAGGI, UNA FONDAZIONE DA RISCRIVERE

La fondazione del post Scaravaggi è da riscrivere. Una pagina che per essere riempita deve attenersi allo statuto ed alcuni vincolanti pareri come quello di Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie e dello studio legale Portale che ha seguito proprio la stesura dello statuto dell’ente di via Sant’Eufemia. Questi pronunciamenti segnano di fatto il binario su cui tracciare la futura Fondazione, quella da cui Francesco Scaravaggi ha rassegnato le dimissioni. Il consiglio di amministrazione, in questa fase, rimane in carica svolgendo l’ordinaria amministrazione, ha il dovere di convocare il prossimo consiglio generale nel quale dovranno essere presentate la o le candidature al ruolo di presidente. Il vice presidente vicario Beniamimo Anselmi, da noi interpellato, ha insistito sulla necessità di buon senso, trasparenza e prudenza in questa fase di transizione per la fondazione. “Bisogna agire nel segno della più ampia democrazia, è il senso delle sue parole. Pensare alla fondazione come ad una casa di vetro – spiega – ciò che accade deve essere a conoscenza di tutti, senza interessi personali, a partire dalle modalità di scelta dei fornitori e a chi si affidano i lavori”.

Tornando alle motivazioni che hanno portato alle dimissioni de presidente, Stefano Pareti, membro del cda, ripercorre gli ultimi mesi di gestione Scaravaggi. “La situazione di disagio del presidente – spiega – prosegue dal settembre scorso. Ha resistito, poi quando la misura è stata colma, ha preferito sottoporre al consiglio generale un’alternativa secca: o io o il cda. Il consiglio ha respinto la proposta”. 

IL GIOCO DELLO SCAMBIO LIBRI

Utilizzare la cultura e l’incontro per far rivivere luoghi, per certi aspetti, dimenticati. Libri all’aria aperta nasce sull’esempio di Berlino dove all’interno dei parchi cittadini avviene un vero e proprio scambio di libri. La luppoleria Parole di Birra, in collaborazione con l’associazione Shopping Area Quartiere Roma e l’Unione Commercianti, ha localizzato l’iniziativa. Luogo scelto i giardini Merluzzo dove da venerdì 20 giugno si potranno incontrare adulti, adolescenti e bambini per scambiarsi cultura. In che modo? Attraverso il mezzo più classico e intramontabile, il libro. Nei giardini verranno disposti cinque contenitori in legno per riporre i testi, forniti dalla Fabbrica dei Grilli, e darli in uso ai visitatori. In questo modo, oltre che ritrovare il piacere di un buon libro, ci si può riappropriare di un luogo spesso al centro di polemiche e dinamiche che poco hanno a che fare con la cultura. Il libro potrà essere scambiato, dedicato e inventato. L’iniziativa ricalca la filosofia del progetto Porta Galera 3.0 che verrà presentato nei prossimi giorni. Riempire spazi, farli rivivere, portare gente con attrazioni semplici ma di qualità. Le premesse sono buone, staremo a vedere.

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E-QBO DI ROMOLO STANCO IN PIAZZA CAVALLI

Finalmente dopo aver girato il mondo fino ad Abu Dhabi, E-Qbo fa tappa anche a Piacenza, la città dove è nato. Strano che non l’abbia ancora fatto. L’occasione sono il debutto dei venerdì piacentini edizione 2014 a partire da venerdì 20 giugno. Si tratta di un vero e proprio cubo i cui spazi interni saranno fruibili e visitabili. La struttura funziona come un accumulatore di energia fotovoltaica presentato nei mesi scorsi a Selinunte e,appunto, al summit World Future Energy di Abu Dhabi. L’ideatore, l’architetto piacentino Romolo Stanco, lo aveva descritto anche ai nostri microfoni, oltre che mostrarci, dettagliatamente, l’attività della start up T°Red.   e-qbofoto-11foto-10

LA NORMA ANTI CRITICA DEL PD APPRODA SU “LA REPUBBLICA”

Il regolamento del Pd di Piacenza sul divieto di critica attraverso i social arriva anche sulle colonne del quotidiano La Repubblica. “Vietato cinguettare e postarema anche rilasciare interviste, se prima non sarà stata chiesta idonea convocazione del circolo di riferimento” scrive l’autore dell’articolo Valerio Varesi. Un tentativo di lavare i panni sporchi in casa che si scontra con l’indomabile mondo della comunicazione di oggi, si legge nel pezzo. Il segretario Gianluigi Molinari, intervistato sull’argomento, cerca di disinnescare la miccia.”nessun dogma, accettiamo la discussione, ma vorremmo invitare gli iscritti a riportare la dialettica in seno agli organi di partito”. Sarà, ma questo bavaglio alle critiche ha il sapore del metodo grillino. Molinari risponde:”non abbiamo nessun intento epurativo, accettiamo la critica e la discussione anche se ammetto che la forma scritta del regolamento è un pò secca e perentoria. Se la formulazione della norma fosse troppo rigida – conclude – potremmo anche cambiarla, do la massima disponibilità”.

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FONDAZIONE, CHE FINE FARA’ IL CDA?

E’ un rebus, per ora, senza soluzioni quello della Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo le dimissioni del presidente Scaravaggi. Irrisolto perchè non c’è chiarezza su cosa avverrà nel prossimo futuro. Lo statuto prevede che il presidente rassegni ufficialmente le dimissioni presentandole al collegio sindacale, al vice presidente vicario Beniamino Anselmi e al consigliere più anziano Domenico Battaglia (rappresentante di Vigevano). Successivamente dovrebbero essere discusse in una seduta apposita del consiglio generale, dove non tutti i consiglieri potrebbero essere essere d’accordo con la decisione di Scaravaggi di lasciare l’ente di via Sant’Eufemia. E se così fosse cosa accadrebbe? Aleggia intorno a questa intricata vicenda parecchia incertezza, anche perchè non si è mai verificata una situazione simile. Appare chiaro che al centro di questa rottura ci sia il rapporto tra il presidente e il cda, almeno una parte, come ha dichiarato lo stesso Scaravaggi “venivo scavalcato nel ruolo di presidente, era un cda frutto di una scelta non completamente autonoma”. Parole che rimbombano oggi, dopo quello che è accaduto.

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