Filippo Arcelloni lavora nella cultura da oltre trent’anni; gli abbiamo chiesto quali sono le aspettative per questo 2024 appena iniziato. La criticità da risolvere sono parecchie, a partire dalla mancanza di spazi di cui soffrono alcune realtà locali. Ma ciò che più affligge chi fa cultura a Piacenza è la difficoltà nel reperire i fondi e fare rete “esistono monoliti intoccabili che lavorano su un proprio binario. La Fondazione Teatri ha, nel suo statuto, l’obbligo di lavorare con tutte le realtà locali, ma questo non avviene”.
“PIACENZA? AH SI’LA CITTA’ DELLA SIGNORA DI KLIMT”. PERCHE’ OGGI QUESTO NON ACCADE?
A Piacenza le salite al Guercino e al Pordenone fanno il boom e il Forte di Bard si crogiola degli oltre 11mila visitatori, in poco più di un mese, arrivati in val d’Aosta per ammirare il Ritratto di Signora. Ora, non vogliamo fare paragoni, anche se un pò ci stanno. Le salite alle cupole della Cattedrale e di Santa Maria di Campagna, ribattezzate Mirabili prospettive, sono visitabili con un unico biglietto che comprende visite guidate per arrivare ad ammirare da vicino i capolavori del Guercino e del Pordenone, grazie ad un accordo tra Comune, Diocesi e banca di Piacenza. “In quattro giorni – riporta una nota dell’amministrazione – sono arrivati a Piacenza turisti da Roma, Siena, Milano, Modena e altre città italiane”.
“Decine di visitatori al giorno per tutte queste prime quattro giornate di apertura delle salite – prosegue il comunicato – con una concentrazione di turisti provenienti da fuori città il 30 dicembre e il primo dell’anno, mentre il 6 gennaio – giorno dell’Epifania – e il 7 gennaio i visitatori sono stati più che altro piacentini”.
Bene, ci mancherebbe altro! E’ inevitabile però segnalare che, non tanto distante da Piacenza, il Ritratto di Signora che proprio a Piacenza appartiene, sta facendo registrare migliaia di visitatori, dal primo dicembre al 7 gennaio circa 11mila. L’opera di Klimt è stata prestata dalla Galleria Ricci Oddi al Forte di Bard fino al 10 marzo. Vien da chiedersi perché. Per puntare all’effetto boomerang, ovvero riportare visitatori a Piacenza? Gli stessi che hanno visto il Ritratto torneranno in città per una visita alla galleria o a Palazzo Farnese? Forse sì. Ma la domanda è perché non puntare di più, o quasi tutto, su quest’opera? Piacenza dovrebbe “parlare la lingua” del Ritratto, essere identificata per quello, per arrivare a dire “Piacenza? ah sì, la città della Signora di Klimt”. Finora, a parte la mostra dopo il ritrovamento, pare non sia accaduto.
L’ex assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, sul profilo Facebook, si lascia andare ad uno sfogo rivolgendo un’aspra critica all’amministrazione. “Mentre a Piacenza si dormono sonni profondi da un anno e mezzo a questa parte, altrove non hanno nessun problema a godere dei benefici che può generare il patrimonio artistico piacentino se adeguatamente valorizzato: per ora, per come sfruttato, non sta dando di certo alcun beneficio alla città di Piacenza”. E ancora “Questa è la certificazione inconfutabile del fatto che le attuali politiche culturali di certo non valorizzano e promuovono Piacenza né tantomeno generano beneficio economico per tutto l’ampio indotto che avevamo saputo coinvolgere nel 2022. Cosa cambierà dopo questo ennesimo schiaffo a Piacenza? Probabilmente nulla” conclude il post.
Certamente la politica gioca il suo ruolo, ma è altrettanto vero che pare mancare quella spinta ad approfittare di ciò che già esiste. Intorno all’opera di Klimt si potrebbe/dovrebbe giocare l’intera promozione di Piacenza: dalla cultura, al commercio, ai gadget, alla ristorazione, ai tour. La Ricci Oddi dovrebbe avere un ruolo ben diverso in questa città, non potrebbe essere certamente l’unica, ma una delle più importanti. E invece …
“BIANCO SILENZIO”: LA SICUREZZA SUL LAVORO PRESENTATO ALLE SCUOLE CON UNO SPETTACOLO
Bianco silenzio: si chiama così lo spettacolo che i Manicomics teatro proporranno agli studenti delle scuole superiori della città e della provincia.
Uno spettacolo sul diritto a lavorare sicuri; un tema si cui Confindustria Piacenza ha puntato moltissimo in questo mandato, partendo proprio da chi un lavoro non ce l’ha ancora ma sta studiando per formarsi e per averlo.
L’evento, realizzato grazie a Teco srl, si svolgerà dal 18 al 24 gennaio presso l’Open Space 360 di via Scalabrini, il 30 gennaio al teatro Verdi di Castel San Giovanni e il 6 febbraio al Verdi di Fiorenzuola.
PASSA IL PROGETTO BARABASCA-CARECO. “CONSUMO DI SUOLO, PROCESSO IRREVERSIBILE”
Quasi 240 mila metri quadrati di terreno agricolo, tre capannoni dedicati allo stoccaggio e al movimento merci, con una stima di circa 1000 camion in più al giorno in entrata e in uscita dall’area. Sono i numeri della delibera, approvata in consiglio comunale, dell’area denominata Barabarasca-Careco, tra i comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore. All’esterno del palazzo comunale, durate la seduta di pochi giorni fa, il sit in di cittadini e Legambiente per lanciare ancora una volta un grido d’allarme sui rischi del consumo di suolo votato alla logistica, alla qualità del lavoro e alle conseguenze sull’ambiente.
Da sempre fortemente contrari al progetto, che ha visto un’accelerazione dal 2021 con un accordo d programma dai comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore, il gruppo consiliare di minoranza Cambiamo Fiorenzuola: a preoccupare fortemente l’aspetto occupazionale (non si sa chi arriverà e quali tipologie di lavoro) e quello delle compensazioni.
Legambiente non esista a definire quello che si sta verificando da anni sulla nostra provincia un processo irreversibile che nemmeno la legge regionale del 2017 contro il consumo di suolo ha potuto evitare.
CASO VANNACCI: “MAI MI SOGNEREI DI AGGREDIRE UNA PERSONA SE HA IDEALI DIVERSI DAI MIEI”
Intorno al grave e increscioso episodio che si è consumato la settimana scorsa, all’esterno del teatro President, in occasione della presentazione del libro del generale Vannacci (https://fb.watch/pd4YLUH7ZR/), chi era presente sente la necessità di raccontare come è andata e di denunciare, senza se e senza ma, la violenza che si è consumata all’esterno. Quella che pubblichiamo qui sotto è firmata da una ragazza di 16 anni che frequenta il Liceo Artistico di Piacenza, insieme ad alcuni amici era presente alla manifestazione autorizzata organizzata dal Collettivo Contro Tendenza e R-Esisto.
Ecco il testo
Sono una studentessa di 16 anni del Liceo Cassinari. Scrivo questa lettera perché anche io ero presente alla contestazione di Vannacci e voglio raccontare la verità su quello che è successo a me e ai miei compagni durante quella sera dove uno di noi è stato colpito in faccia da una cinghiata.
Sono andata alla contestazione perché ho ritenuto giusto esprimere il mio dissenso all’iniziativa di aprire le porte di Piacenza a un uomo che ha scritto un libro molto controverso, un uomo che dice che “il pianeta è fascista perché si salva da solo”, cosa che in quanto attivista di Fridays For Future a Piacenza e referente nazionale del movimento mi ha colpito molto e non in senso positivo, che dice “cari omosessuali, normali non siete, fatevene una ragione” o ancora dichiara che i femminicidi non andrebbero chiamati così perché se viene ucciso un commerciante non lo chiamiamo commercianticidio.
Io e i miei compagni quella sera ci siamo incontrati in un bar poco distante dal President per mangiare qualcosa prima della manifestazione pacifica (che, ci tengo a specificare, era una manifestazione autorizzata ovviamente) e poi in circa una dozzina ci siamo incamminati verso il luogo della contestazione. Mentre stavamo ancora camminando per raggiungere il posto prestabilito, all’angolo tra la Santissima Trinità e il President, dal nulla sono sbucati sei fascisti, che hanno urlato contro di noi mentre si sfilavano le cinte dai pantaloni. Appena questi soggetti hanno iniziato a colpirci senza badare a niente e nessuno, due miei compagni più grandi mi hanno presa e messa dietro di loro per proteggermi, spostandomi in fondo al gruppo e mostrando grande coraggio, mentre davanti succedeva il pandemonio. Calci, pugni, cinghiate e alcuni ragazzi sono stati anche lanciati contro macchine parcheggiate li di fianco, e nel mentre noi urlavamo per far smettere quegli uomini. Per fortuna, gli aggressori sembravano visibilmente alterati da droghe e alcol e soltanto in quattro contro uno, cifra della loro vigliaccheria, sono riusciti a far del male a un signore, mentre per il resto i nostri compagni più grandi li hanno costretti a una fuga precipitosa quando si sono resi conto che in parità numerica non sarebbero riusciti a cavarsela. Certo, con tutte quelle cinghie che roteavano è un miracolo che nessun altro si sia fatto male!
Dopo poco è uscito il primo articolo online dove non si parlava però di un’aggressione a sangue freddo, ma di una rissa. Sui social poi hanno iniziato ad accusarci di “essercela cercata”, perché evidentemente secondo loro era normale che le persone andate per manifestare venissero aggredite. Persone che, per la precisione, stavano ancora camminando per andare al posto scelto per la contestazione, non avevamo neppure ancora iniziato a manifestare!
Questi uomini che ci hanno aggrediti erano li apposta per farci male, ci hanno teso un agguato bello e buono, noi eravamo indifesi, loro erano armati e hanno fatto del male a molti miei compagni tanto che uno di loro, a causa della cinghiata in faccia, si è ritrovato a concludere la serata in ospedale. In uno stato dove la libertà di pensiero e di opinione dovrebbero essere tra i diritti più importanti, questi uomini che ci hanno aggredito pensavano di farci stare zitti facendoci paura, proprio come ha fatto il fascismo in Italia: teneva le persone sotto controllo intimidendole e incutendo timore tra la gente. Però io non ho paura, so di essere nel giusto, perché una violenza del genere, totalmente ingiustificata, è da punire e noi non abbiamo fatto niente per meritarla se non camminare per strada. Sui social si è parlato anche di una provocazione da parte nostra, ma camminare in un gruppo di amici per strada significa forse provocare? E alle provocazioni, anche se poi effettivamente non ci sono state, è forse giusto rispondere con la violenza?
Ho solo 16 anni ma non mi sognerei mai in tutta la mia vita di aggredire una persona fisicamente, anche se i suoi ideali non corrispondessero ai miei. Il fatto che poi queste persone siano le stesse che da vent’anni vengono riconosciute perché compiono atti di violenza in città e nonostante ciò siano ancora libere di circolare indisturbate forse dovrebbe farci interrogare sul perché questi gesti siano sempre rimasti impuniti.
“LE ISTITUZIONI PIACENTINE SI UNISCANO PER VERDI. SU EX ALBERGO SAN MARCO URGE INCONTRO TRA COMUNE E AUSL”
Una lettera rivolta alle istituzioni locali per sollecitare “ad agire in funzione di coerenti iniziative riguardanti gli indiscutibili legami del maestro Giuseppe Verdi con il territorio piacentino”.
Comincia così la nota indirizzata in particolare all’amministrazione comunale, firmata da Stefano Pareti per il Comitato Ex Albergo san Marco, Pietro Chiappelloni per la Sezione piacentina di Italia Nostra, Gian Pietro Bisagni e Franco Sprega per Terre Traverse, Marco Corradi autore del volume Verdi non è di Parma e Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano.
Ecco il testo:
Pensiamo che Enti Locali, Banche, Camera di Commercio unificata, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, unitamente a club di servizio e associazioni quali l’Unione Industriali e Confapi Industria, possano individuare una vocazione aggiuntiva a favore del nostro territorio, per investire sul futuro in campi spesso trascurati ma che possono favorire uno sviluppo che ci compete.
Quello che proponiamo è un passaggio fondamentale perché senza questo coinvolgimento saremo destinati a una sconfitta, e riteniamo che si possano cogliere i vantaggi economici, culturali e sociali che potrebbero derivare al territorio dalla nostra proposta.
L’esempio della vicina Parma è categorico. In quella città e nella sua provincia sono i negozi, gli alberghi, i ristoranti, gli enti locali e le associazioni culturali che “vendono” Verdi e la sua musica. Tutta la comunità ne è consapevole, ed è proprio questo che manca al territorio piacentino. C’è a Parma una mobilitazione generale che a Piacenza deve ancora essere avviata. La nostra comunità si deve organizzare per rispondere alle attese dei turisti, valorizzando i lasciti verdiani finora trascurati o ignorati. Si tratta di operare un imprescindibile salto di qualità.
Il Maestro Giuseppe Verdi può far crescere Piacenza e la sua provincia, perché musica e cultura possono costituire un’opportunità importante quanto i settori tradizionali, spesso in affanno.
L’industria turistica comporta non la trasformazione radicale del territorio, tale da non renderlo più riconoscibile, ma consente invece un suo pieno e permanente riconoscimento e arricchimento. Il “prodotto” verdiano della nostra terra è un bene che, per essere goduto, richiede che la materia prima, che ha concorso a crearlo e a dargli valore, venga attentamente tutelata. Il paesaggio e il territorio non debbono essere sfruttati, ma vanno conservati, migliorati e arricchiti. E ciò vale per Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, per l’ospedale dello stesso comune voluto e finanziato da Verdi, per le terre che sono state parte delle aziende agricole del Maestro e anche per l’ex Albergo san Marco a Piacenza, destinabile in gran parte a museo dedicato a Giuseppe Verdi, nonché per ogni altro lascito verdiano.
Chiediamo alle istituzioni locali piacentine di aderire tutte assieme a questo progetto che potrà essere occasione di sviluppo e collaborazione, tale da riscoprire aspetti inediti della vita del Maestro e da attirare turisti e visitatori.
In proposito, gli scriventi ritengono che per la situazione di stallo in cui versa l’edificio dell’ex albergo San Marco sia urgente un incontro formale tra il comune di Piacenza e l’AUSL di Piacenza, per verificare ogni possibile soluzione anche amministrativa riguardante il fabbricato.
Inoltre, si condivide lo sforzo compiuto dal ministro Sangiuliano per villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, e si apprezza l’idea annunciata alla stampa della procedura di esproprio per pubblica utilità, nonché quella di una Fondazione per la gestione del fabbricato e dei preziosi arredi in esso contenuti.
Infine circa l’Ospedale di Villanova ci si augura che, oltre al materiale della cappella interna, venga salvaguardata la Stanza di Verdi in essa contenuta grazie all’impegno delle Verdissime.com che ne furono le generose artefici.
In conclusione, gli scriventi ritengono che il comune di Piacenza possa assumere un ruolo-guida in questa impresa e chiedono alla sindaca Katia Tarasconi un incontro per meglio articolare la portata della proposta cui dare attuazione.
TARASCONI: “UN ANNO INTENSO, APPASSIONANTE E COMPLESSO”. SU PIAZZA CITTADELLA C’E’ LA FIRMA DELL’ADDENDUM
Intenso, appassionante, complesso. Così la sindaca Katia Tarasconi ha definito l’anno che sta per concludersi, l’anno che porta a 17 i mesi in carica della sua amministrazione alla guida della città.
Intenso perché le partite calda certamente non sono mancate: dal cambio area del nuovo ospedale, all’unico accordo operativo rimasto in piedi quello dell’ex Camuzzi, all’area ex Manifattura Tabacchi e al delicatissimo progetto di riqualificazione di piazza Cittadella, compreso l’abbattimento del mercato ortofrutticolo e il trasferimento nelle ex scuderia di Maria Luigia.
Proprio su piazza Cittadella è arrivata, in queste ore, l’attesa firma dell’addendum.
Grande enfasi è stata posta al capitolo riguardante la riorganizzazione dell’ente: un’operazione epocale per il comune di Piacenza, l’ha definita la prima cittadina, attorniata dalla squadra di assessori al completo, unico assente giustificato per malattia l’assessore Matteo Bongiorni.
150 nuove assunzioni, apertura di nuovi sportelli, riorganizzazione delle sedi, progressioni verticali e orizzontali, 10 nuovi agenti di polizia municipale e 7 ispettori.
Accento anche sui cantieri aperti per il miglioramento degli spazi scolastici, 30 posti in più nei nidi comunali a fronte di due strutture in meno, attenzione al welfare con percorsi individualizzati per giovani disabili, e poi la valorizzazione del territorio che per il 2024 significa soprattutto partenza del Tour del France il primo luglio.
Si percepisce nelle parole della sindaca un instancabile desiderio di portare a casa il risultato, sempre e comunque. Bene certo, ma forse non in tutto e per tutto passa questo positivo messaggio alla città.
Poi ci sono i temi ambientali, croce e delizia di questa amministrazione: più volte spiccate sensibilità della maggioranza non hanno mancato di mostrare disappunto nella discussione di alcuni provvedimenti come la perequazione del consumo di suolo al 3 per cento. “Se tutti fossimo d’accordo su tutto, forse non riusciremmo ad avere un altro punto di vista necessario per governare” ha risposto Tarasconi. Compito di una buona amministrazione è poi quello di mettere a valore tutti i contributi e le sensibilità, aggiungiamo noi.
BILANCIO: APP LASCIA L’AULA. “LASCIAMO QUESTO TEATRINO A CHI ANCORA LO TOLLERA”
Un gesto politicamente rumoroso, per risalire dopo aver toccato il fondo durante la scorsa seduta di consiglio per l’approvazione del bilancio. Sono state queste le premesse che hanno portato i consiglieri di Alternativa per Piacenza Cugini e Rabuffi a presentare una mozione d’ordine per il ripristino del voto elettronico per tutte le votazioni, la presentazione degli atti e la risposta dell’assessore, al bando qualunque ostruzionismo insomma per un ritorno ad una dignitosa normalità. La proposta, formulata ad inizio seduta, ha avuto il voto favorevole solo dei due consiglieri proponenti e l’astensione dei consiglieri Ferri Pd e Pagani Piacenza Oltre.
A proposta bocciata, i consiglieri hanno lasciato l’aula
EFFETTO VANNACCI: CONTESTAZIONE E UN FERITO ALL’ESTERNO. “CONTENTO DI ESSERE DIVISIVO”
Tensione alle stelle. Mentre il generale Roberto Vannacci fa il suo ingresso al cinema President, fuori è pura contestazione. È il collettivo Contro Tendenza e R-Esisto, in modo del tutto lecito e autorizzato, ad accendere la protesta contro l’arrivo del generale e delle tesi proposte nel libro Il mondo al contrario, 230 mila copie vendute da agosto.
La situazione si fa tesa, ancora di più, quando nei pressi del parcheggio della Santissima Trinità, uno dei contestatori del collettivo, che stava raggiungendo il gruppo è stato aggredito e colpito, pare con una cinghia, da alcuni sostenitori del generale, probabilmente ultras. La polizia è al lavoro per l’identificazione dell’aggressore. Intanto la gente ha continuato a defluire e in pochi minuti ha riempito il teatro.
DISCUSSIONE BILANCIO IN CONSIGLIO: DOVE E’ FINITO IL SENSO DEL LIMITE?
Più che una maratona è stato un continuo start and stop. Scoraggiante e deprimente per chi assistito, ma neppure troppo edificante per i protagonisti stessi. Le prime tre ore abbondanti di consiglio comunale sono trascorse tra lunghe sospensioni, convocazione lampo dei capigruppo per sbrigliare una empasse difficile da districare si manca la volontà. Questo è quello che è emerso, mancanza di volontà a trovare una via che potesse portare fruttuosamente a discutere i 370 emendamenti presentati. In verità il primo stop è arrivato addirittura per gli ordini del giorno; secondo Fratelli d’Italia ci sarebbe stato un accordi secondo cui la maggioranza avrebbe ritirato gli emendamenti per dare spazio alla minoranza. Così non è stato: la consigliera Pagani (Pc Oltre) ha chiesto la parola per esporre un odg. E via con la prima sospensione durata quasi un’ora. La ripresa dei lavori ha visto i consiglieri di maggioranza prendere la parole per ritirare i proprio ordini del giorno.
Ma la nave si è incagliata di nuovo su un odg presentato dal consigliere Domeneghetti di FdI riguardante l’aumento dell’addizionale Irpef deciso l’anno scorso dalla giunta. La discussione si è inceppata sull’impegno ad istituire una commissione speciale per indagare l’aspetto della pressione fiscale, ma dall’altra parte la sindaca ripeteva di aver promesso uno specifico esame della questione all’interno della commissione bilancio. Altro stop: via vai di consiglieri in piedi al tavolo della giunta, compreso il direttore generale Canessa, a discutere per trovare una quadra. Un clima reso teso da un ostruzionismo portato all’esasperazione da Fratelli d’Italia (firmatario di 253 emendamenti) che ha fatto sbottare qualche consigliere della stessa opposizione.
Poi la discussione è ripresa con gli emendamenti: a fine seduta ne sono stati discussi 81 e approvati 27, tuttavia non è stato un bello spettacolo. E ci permettiamo di dire che neppure la maggioranza ne è uscita troppo bene, tesa a trovare a tutti i costi un accordo con i “capricci” della minoranza. E domani è la volta della seduta ad oltranza. Cambierà il clima?