FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO: FORTE L’IMPEGNO NEL WELFARE

A poco più di anno dal cambio al vertice, è tempo di bilanci per la Fondazione di Piacenza e Vigevano sotto la guida del notaio Massimo Toscani. Il passo è cambiato rispetto al passato, e questo lo si è detto più volte. Presidente e cda si sono messi al lavoro, week end compresi, per incrementare il patrimonio dell’ente, che oggi può contare su una liquidità di quasi 349.893.760 euro grazie ad un incremento di oltre 3 milioni di euro, dovuto “al realizzo di plusvalenze e ad una politica di oculati investimenti” aveva riferito lo stesso Toscani. In questi mesi si è vista una Fondazione fortemente votata al welfare e al sociale: Insieme al prof. Giovanni Calza, membro del cda, si è lavorato al progetto Attesa Protetta, insieme al Comune e Consulta Diocesana per dare una risposta alle famiglie degli anziani in lista d’attesa per un posto in una casa protetta. E ancora, sempre con il Comune, si sta portando avanti la realizzazione di un ambulatorio medico aperto h 24 nella zona di via Pozzo in collaborazione con Emergency. Al vaglio c’è anche un progetto di assistenza per anziani che risiedono nella zona collinare e montana della provincia, per dare loro la possibilità di continuare a vivere in quei luoghi. “Stiamo lavorando moltissimo anche nel settore educazione, formazione e ricerca scientifica – ci conferma la prof.ssa Milena Tibaldi Montenz, membro dell’omonima commissione – l’importante è far capire ai cittadini che presentano i progetti che le ricadute devono essere percepite, positivamente, dall’intero territorio. Così come la Fondazione offre il suo contributo nella fase iniziale di start up, poi il progetto deve proseguire autonomamente.” Tornano le tematiche della progettualità a lungo termine e delle dispersione delle risorse; preferibile un investimento importante in termini economici che serva per il lancio di un progetto con ricadute positive, piuttosto che erogazioni minori ma con un impatto meno significativo sul territorio.

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POLIZIA PROVINCIALE, QUALE FUTURO?

Il corpo di Polizia Provinciale di Piacenza rischia di essere accorpato alla Polizia Municipale, se venisse approvato quello che per ora è solo un disegno di Legge regionale sulle nuove disposizione in materia di vigilanza ittico e venatoria. Questa operazione cancellerebbe decine di professionalità formate per le attività di vigilanza i materia di caccia, pesca; per i 18 agenti di polizia provinciale di Piacenza sarebbe essere catapultati in un altro mondo, in un altro mestiere. “In più sarebbe un controsenso rispetto all’inasprimento delle leggi sui reati ambientali di cui si vanta il Governo – spiega il commissario Luigi Rabuffi –  se non ci sono i poliziotti per applicarle queste leggi a cosa serve inasprirle?”. Inoltre l’attività di questo corpo di polizia si sviluppa su scala provinciale, con opera di assistenza sui territori della montagna “se dovessimo finire sotto i comuni chi si occuperebbe di questo? – si domanda Rabuffi – in provincia di Piacenza siamo 17 ma svolgiamo un’attività molto più ampia rispetto a quanti siamo grazie al supporto dei volontari, 500, che coordiniamo e formiamo sul territorio”. Nonostante tutto gli agenti in forza alla provincia di Piacenza sono ottimisti che il decreto venga modificato. A giorni ci sarà un incontro con i parlamentari piacentini per prendere atto della situazione a livello locale.

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IL TUMORE DIVENTA MALATTIA CRONICA

Il tumore è diventata una malattia cronica, ma si può guarire di più rispetto a qualche decennio fa. In Italia si sono registrati 366 mila nuovi casi nel 2014, circa 1000 nuovi pazienti al giorno. Una fotografia in linea con quanto emerge dai dati contenuti nel primo registro dei tumori di Piacenza e provincia presentato dall’azienda sanitaria locale nel corso di un convegno aperto alla città. Il periodo di osservazione e di andamento della malattia comprende gli anni dal 2006 al 2010; in questo range temporale si sono valutati prevalenza, incidenza, trend temporale, analisi geografica e analisi della sopravvivenza misurata a cinque anni dalla diagnosi. I casi sono stati 10.616 tra maschi e femmine, l’incidenza massima da 60 a 80 anni, ovvero con l’avanzare dell’età. Il tumore al polmone è la tipologia che ha colpito maggiormente a Piacenza e provincia. A seguire prostata, colon retto e stomaco per i maschi; mammella, colon retto, polmone e stomaco per le femmine. Il professor Luigi Cavanna,  oncologo e Responsabile clinico Registro tumori Piacenza, ha evidenziato come la tendenza dei prossimi anni veda un aumento dei tumori al polmone soprattutto nelle donne; la stessa tipologia di tumore che porta alla morte, sia per gli uomini che per le donne, se non individuata e diagnosticata in tempo. Tra i fattori di sopravvivenza infatti c’è la diagnosi precoce con gli screening, ma anche la ricerca e l’innovazione che comprendono il lavoro multidisciplinare e la presa in carico del paziente da parte di più professionisti. I casi aumentano ma la percentuale di sopravvivenza è più alta: si passa dal 39% negli anno ’90 al 57% negli anni 2004/007.   

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ALBERGO ROMA, DA OGGI SI CHIUDE L’ERA PRATI

Da oggi per  il Grande Albergo Roma si è chiuso un capitolo. Un capitolo durato 29 anni.  Il 30 giugno infatti è stato l’ultimo giorno di apertura al pubblico della struttura gestito da Elena e Piero Prati. L’hotel resterà chiuso per un paio di mesi, per riaprire a settembre sotto la nuova gestione del gruppo Incerti. Sulla pagina Facebook, i fratelli Prati hanno salutato virtualmente tutti gli amici augurando buon lavoro al nuovo gestore.  “Si chiude la ” ELPI ” che in una sigla pur cosi banale ( non sono altro che le prime due lettere di Elena e Piero) – scrive nel post Elena Prati – racchiude pero’ 20 e più anni di collaborazione, condivisione e lavoro svolto spesso in coppia senza litigi di sorta ma con grande passione.” Nelle ultime righe un augurio che suona come un  arrivederci della ELPI magari sotto un’altra forma. Dal punto di vista occupazionale 14 lavoratori su 25 verranno riassunti con le stesse precedenti mansioni; i restanti hanno trovato un accordo consensuale con la proprietà per sospendere il rapporto di lavoro. In questi due mesi la famiglia Incerti procederà ad alcuni interventi di manutenzione nelle parti comuni per proseguire in autunno nelle stanze, quando già l’albergo sarà regolarmente aperto al pubblico. 

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NASCE SO.PROS. SOCCORRITORI DI PROSSIMITA’

Si chiama So.Pros. ovvero Soccorritori di Prossimità. Croce Rossa e Polizia Municipale insieme per un servizio di controllo sul territorio, in particolare di quelle situazioni di maggiore disagio sociale, grazie al personale della Croce Rossa in stretta collaborazione con la Polizia Municipale. “Un progetto sperimentale – lo ha definito il sindaco Paolo Dosi – un’occasione per rafforzare la collaborazione tra Cri e Municipale nell’ottica di rafforzare la necessità di presidio e di presenza che ci chiedono i cittadini”. Il servizio non sostituisce il 118 “ma  vuole essere vicino ai cittadini – spiega Alessandro Guidotti commissario provinciale Croce Rossa –  in caso di emergenza potranno rispondere subito, per attivare il 118, aiutare emersione disagio sociale, potranno valutare casi di situazioni per intervenire in modo adeguato, per affrontare criticità devono fare rete. Daremo un ottimo servizio e maggior sicurezza. Sei giorni su sette per 12 ore diurne”. Gli operatori della Croce Rossa si affiancheranno al servizio di prossimità della Municipale che saranno in contatto diretto attraverso una radio per presidiare lo stesso quadrante con celerità e tempestività. Le zone presidiate saranno centro storico, Giardini Margherita e Merluzzo.

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QUANDO AI MIGRANTI SI OFFRE UNA POSSIBILITA’

Sonko e Alfa sono due dei venti ragazzi per lo più arrivati dalla Gambia a Piacenza nel novembre scorso. Sono una parte del nutrito gruppo che nell’autunno scorso è arrivata in città, da migrante. Oggi, grazie al percorso di formazione conseguito con la scuola edile, sostenuto dal Comune e dalla Prefettura, hanno un diploma da intonacatore e pittore. Un pezzo di carta, è vero, ma che significa molto. Significa la possibilità di andare alla ricerca di un lavoro, dopo sei mesi di permanenza in Italia, significa aver ottenuto una qualifica e un impegno portato avanti e concluso. Questi venti giovanissimi, tra i 18 e i 20 anni, che faticano a parlare in italiano, si sono impegnati nel rifacimento della facciata esterna dell’asilo nido della Besurica. “Sono molto contento di quello che ho fatto – dice a fatica Alfa che arriva dalla Gambia – mi sono trovato bene a Piacenza e non ho trovato difficoltà”. “Il percorso che portiamo avanti come Ente di formazione Scuola Edile – spiega il presidente Filippo Cella – è quello far fronte, insieme a Comune e Prefettura, all’emergenza profughi offrendo loro la possibilità di acquisire competenze specifiche per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro”. Il vice prefetto aggiunto Roberta De Francesco si è rivolta ai ragazzi: “tra di voi ci sono storia di sofferenza, molti di voi vogliono lasciare l’Italia per la Francia. Da oggi avete in mano un diploma che vale più del denaro, perchè vi da una qualifica, cercate di farne buon uso”. Questo percorso di formazione, iniziato quasi un anno fa dal comune di Ponte dell’Olio dove sono arrivati nell’agosto scorso 15 profughi, ha un senso soprattutto se finalizzato a rendere occupati questi giovani in azioni utili alla collettività e ad offrire loro le prime competenze di un mestiere.

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AMMINISTRAZIONE- POLIZIA MUNICIPALE, E’ ROTTURA

E’ diventata una prova di forza. Quella che si sta consumando tra il personale di Polizia Municipale del Diccap-Sulpl, Ugl e amministrazione comunale è una rottura che appare insanabile. Il coutdown per lo sciopero della municipale è partito e confermato per venerdì 3 e sabato 4 luglio. Ma se per la serata dei venerdì piacentini servono una decina di agenti, molti di più, circa una settantina, sono quelli che normalmente vengono impiegati, ogni anno, per la fiera del patrono. L’amministrazione sembra tranquilla; la fiera procederà regolarmente, in strada scenderanno gli agenti che non aderiscono allo sciopero e i dipendenti comunali che ne hanno i requisiti. “In più occasioni l’amministrazione avrebbe potuto mettersi nei nostri panni – si legge in una nota del Diccap-Sulpm – e cercare insieme ai lavoratori una soluzione, ma non lo hanno fatto. Pessimi interlocutori – si legge – a cui probabilmente è sfuggito un passaggio fondamentale, che ha fatto da collante:  il profondo malessere che da troppo tempo serpeggia tra i lavoratori che chiedono trasparenza, diritti e uguaglianza”.

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SAIPEM, LAVORATORI PREOCCUPATI: SITO VERSO LA CHIUSURA?

I lavoratori della Saipem vedono il loro futuro appeso ad un filo. Nonostante le rassicurazione da parte dell’azienda e della politica, la realtà sembra un’altra. I lavoratori della storica azienda di Cortemaggiore Eni, fondata nel ’49 da Enrico Mattei,  da settimane vedono container diretti verso la Romania carichi di materiale. Perchè questo trasferimento – si chiedono – se tutto va bene? Domanda più che lecita a cui nessuno, per ora, sa rispondere.Negli anni d’oro Saipem  è arrivata ad occupare oltre 120 lavoratori, di questi una settantina erano trasfertisti italiani ed internazionali. Ad oggi si sono ridotti a 6 italiani e 20 internazionali, i contratti interinali sono in scadenza e non verranno rinnovati. Starebbe proprio qui il nocciolo della questione: esternalizzare a trasfertisti stranieri anzichè italiani. “Nell’ultimo anno – ci dice un lavoratore con contratto in scadenza – le commesse sono arrivate con il contagocce e vediamo container carichi di merce diretti in Romania”.Si va dunque verso un progressivo svuotamento dello stabilimento magiostrino? “In un primo momento si parlava di settembre – ci racconta – poi abbiamo sentito parlare di marzo 2016. Stanno facendo spegnere la Saipem lentamente come una candela, portando al minimo i numeri dei dipendenti fissi, nove tra italiani e stranieri che verranno in qualche modo trasferiti nel nuovo sito”.

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TORNA IL RICHIAMO DEL TREBBIA E L’IMPEGNO DI SALVARE IL FIUME

Il Richiamo del Trebbia compie cinque anni. Fu il canoista Martino Frova a radunare alcuni amici e a proporre loro un viaggio nei meandri nascosti e incantati del fiume dalla confluenza con il Brugneto fino a Piacenza. In questi anni l’iniziativa è cresciuta e si è rimpita di nuovi significati. Quest’anno l’appuntamento è per il 4 e 5 luglio  nella splendida cornice dei Meandri di San Salvatore come negli ultimi due anni. L’evento, organizzato dall’Osservatorio permanente sulla Val Trebbia, affianca da sempre ad una serie di attività ricreative e di fruizione del fiume , un’attività di denuncia delle situazioni più delicate per il Trebbia con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni nella difesa di questo patrimonio ambientale. Quest’anno in particolare l’attenzione del Richiamo del Trebbia è puntata sulla minaccia che ancora grava sui meandri di San Salvatore, proprio in uno dei suoi punti più preziosi: il progetto di centrale idroelettrica che intende trasformare i meandri in un lago artificiale. In seguito al parere negativo dato al progetto da parte di tutti gli organi competenti, oltre che dei cittadini, e contro il quale sono state raccolte oltre 8000 firme ed ottenuto il No da parte di tutti i Consigli Comunali della Val Trebbia , del Consiglio Provinciale e Regionale, il progettista si è rivolto al Tribunale Superiore delle acque a Roma, un organo amministrativo che si occupa solo di questioni legate al regolamento delle acque, per impugnare la decisione. Ci sono state durante il 2014 diverse udienze ed a Maggio 2015 si è tenuta l’ultima udienza di precisazione delle conclusione ed ora si attende la sentenza del Tribunale, che potrebbe arrivare anche nel 2016.  “Se il Tribunale dovesse dare ragione al proponente – spiegano i referenti di Legambiente – si prospetterebbe l’incubo di una nuova istruttoria a Piacenza per un progetto che sarebbe devastante proprio per il punto più spettacolare della Valle e una nuova sicura battaglia a difesa del nostro fiume. La speranza è che il progetto sia definitivamente cassato e che mai più qualche speculatore delle cattive rinnovabili possa cercare di distruggere quello che , speriamo – concludono – nei prossimi anni diventi un sito riconosciuto dall’Unesco, come Patrimonio dell’Umanità”.

Per le due giornate saranno a disposizione dei partecipanti canoe, Mountain bike, lezioni di pesca, fotografia. Nella serata di sabato 4 luglio il borgo di San Salvatore si trasformerà in una festa rustica dal sapore antico.

Programma:

Sabato 4 luglio

• 9,00 a Coli -Val Trebbia Avventurosa-Trekking da Coli al Parco Avventura per adulti e ragazzi- info e tariffe Enrico.392 941801

• 14,30 a Marsaglia Canoa presso Sports in Open Space-discesa da Marsaglia a San Salvatore. Info Gabriella 3388236516-possibilità di affitto canoe
• 15,00 a San Salvatore- Mini stage fotografico presso il Surus Point
• 18,00 a San Salvatore-I Meandri di San Salvatore Patrimonio dell’Umanita’-Conferenza a cura del Prof.Giuseppe Marchetti Geologo
• 18,00\20,00 Laboratorio di tessitura collettiva di Serpica Naro
• dalle 19,00 buffet freddo e caldo, Polenta, salumi , piatti vegani ,dolci- aperitivo e cena nel borgo e musica popolare e folk francese dei Gataspus e Mano Libera-balli in piazzetta
• giocolieri “Danzando nel fuoco”, per il borgo

Domenica 5 luglio

• 08,45. trekking in mountain Bike -da piazza San Francesco a Bobbio,30 km per l’alta valle con l’ass.La Ciminiera.Info Bruno 3371096209
• 9,30 San Salvatore-Pesca a Spinning ed a Mosca nei Meandri-scuola di pesca sportiva con la Fipsas e Spinning Club-info Claudio 3358341061
• 8,45 Trekking da Brugnello, escursione guidata a cura di Trekking Colli Piacentini -durata 4 ore-prenotazione obbligatoria- Info margherita 3394187055.
• 10,00\13-San Salvatore-trekking acquatico nel Trebbia da San Salvatore a Brugnello

• 13,00 Break a San Salvatore, pranzo nel borgo-
• 14,30 San Salvatore,canoa per i piccoli-Canoa Club Bobbio-Bano 3274327524
• durante tutto il giorno musica per il Borgo con la FONC 15,00 San Salvatore

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GRANDE ALBERGO ROMA, LA STORIA CHE PASSA DI MANO

Si chiude una pagina e se ne riscrive un’altra. Una pagina bianca che si basa sul lavoro di decenni e che passa nella mani di un nuovo gestore. La fine della vertenza dell’albergo Roma entrerà a far parte della sua storia, insieme ai 29 anni di gestione dei fratelli Prati, Piero ed Elena. Oggi vedere  Prati accanto ad Emio Incerti, fa un certo effetto. Il testimone che passa di mano, il passaggio di un pezzo di vita per i fratelli Prati, quasi costretti a lasciare l’hotel per costi di gestione troppo alti in rapporto ai prezzi variabili, affitto, tasse, che a fine anno ammontano a svariate decine di migliaia di euro. Ma quest è un’altra storia, appunto. Quella nuova è che oggi la trattativa, condotta con discrezione dall’amministrazione, dai sindacati, dalla nuova e dalla vecchia proprietà ha portato i suoi frutti, nonostante molte volte si sia arrivati sul punto di far saltare il banco. Tutti i soggetti coinvolti si sono seduti per l’ultima volta attorno al tavolo alla presenza del vice sindaco Francesco Timpano e dell’assessore al commercio Katia Tarasconi. “La calma e il senso di responsabilità che hanno dimostrato i miei dipendenti, perchè tali sono ancora – ha detto Piero Prati – mi hanno scioccato. Avrebbero potuto scioperare e non lo hanno fatto, non mi aspettavo reagissero così, sono stati loro – ha concluso – ad aver raggiunto questo risultato”. A proposito di risultato: 14 dipendenti su 25 sono stati riassunti dalla famiglia Incerti, con le stesse mansioni, seppur con alcune rinunce. I restanti hanno deciso, consensualmente con le parti, la risoluzione del contratto. Soddisfazione anche da parte della nuova proprietà: “quando abbiamo deciso di rilevare l’hotel, abbiamo scoperto che il Roma è l’Albergo di Piacenza – ha detto Emio Incerti – abbiamo voluto mantenere aperta la trattativa sindacale che ha espresso grande sinergia, utile per tutti a partire dalla rinunce che hanno fatto i lavoratori, che per noi sono stati il presupposto da cui ripartire con nuove assunzioni. A luglio e agosto la struttura sarò chiusa per permettere interventi nelle parti comuni, per essere pronti a settembre con la riapertura. Nel periodo invernale procederemo al maquillage delle singole stanze”. Fondamentale la cabina di regia e il ruolo svolto dall’amministrazione anche per la vecchia proprietà Cementirossi, rappresentata dal dott. Gallinari: “fin da subito la famiglia Vecchi, che rappresento – ha detto Gallinari – si è impegnata a far sì che l’albergo continuasse a vivere, facendo di tutto per portare a casa questo risultato per una sorta di debito di riconoscenza verso la città. E’ stato fondamentale – ha proseguito – la volontà di andare avanti e lo stimolo, dietro le quinte, dell’amministrazione è stata molto importante”. Unanime da parte dei sindacati il ringraziamento ai lavoratori che hanno firmato l’accordo senza eccezioni; “c’è stato un metodo condiviso – ha detto Fiorenzo Molinari Cgil – tutti hanno dato qualcosa, è stata davvero un’azione di squadra”. “I 14 lavoratori sono come una dote – ha sottolineato Francesca Benedetti Cisl – che offriamo al nuova gestione”. “Dai lavoratori c’è stata la più grande disponibilità nonostante i momenti di tensione della prima fase – ha detto Vincenzo Guerriero Uil – senza di loro tutto questo non ci sarebbe stato”.

albergo roma tavolo comune