POMODORO: IL MINISTRO MARTINA LANCIA LA SETTIMA MONDIALE DELL’ORO ROSSO

L’Expo di Milano punta su Piacenza e lo fa attraverso la settimana mondiale del pomodoro. Ritardi nella costruzione dei padiglioni a parte, bandi per il camouflage a parte, Piacenza è riuscita ad entrare all’esposizione universale con il suo oro rosso e grazie all’impegno degli operatori economici locali che stanno lavorando a questo progetto da mesi. La settimana del pomodoro comincerà la terza di giugno, settimana nella quale tradizionalmente prende il via la campagna di raccolta. Sarà una vetrina importante per il nostro territorio e per i produttori locali che ha visto la partecipazione, per la presentazione, del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.

E in merito alla polemica sulla sponsorizzazione di Expo da parte di aziende come Coca Cola e Mc Donald’s, il Ministro non ha dubbi: “Il tema non è la sponsorizzazione ma la partecipazione – ha detto il Ministro Martina – sono contento che grandi imprese, anche distanti da noi, abbiano pensato di partecipare ad Expo. Vogliamo fare un’esposizione con tutti quelli che assomigliano a noi o per vedere tutto ciò che accade intorno a noi e discutere di modelli diversi? Io sono per questa seconda visione”.

Tra le iniziative che si alterneranno nella settimana nella quale un po tutti i giorni ci sarà un focus sul pomodoro, il 21 giugno è in programma una sorpresa particolare, rivelata dal sottosegretario Paola De Micheli: “abbiamo deciso di battere il guinness dei primati battendo il record della pizza più lunga del mondo che realizzeremo lungo il chilometro e mezzo del Decumano di Expo”.

[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/filmati/ministro martina.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/filmati/ministro martina.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/04/martina-de-micheli.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]

DOSSIER MAL’ARIA: D’INQUINAMENTO SI MUORE, ANCHE A PIACENZA

È un bilancio pesante quello che evidenzia la Campagna Mal’aria di Legambiente per l’inverno appena trascorso. E quel che è ancora più grave è che ogni anno questa fotografia si ripete. I primi tre mesi del 2015 hanno registrato 32 sforamenti rispetto al limite massimo consentito dalla legge di 35 nell’arco dell’intero anno. Respirare polveri fini fa male alla salute,  lo sanno tutti, ma nonostante questo il quadro è allarmante.  Un’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su otto città campione italiane ha rilevato conseguenze dell’inquinamento in 3500 decessi ogni anno, 4600 ricoveri. Per quanto riguarda Piacenza ogni anno muoiono oltre 50 persone per effetto  dell’inquinamento.

La centralina di via Giordani ha rilevato, a febbraio,due picchi giornalieri preoccupanti: 112 e 121 microgrammi per metro cubo circa due volte e mezzo il limite di 50. Situazione altrettanto preoccupante alla centralina del parco di Montecucco dove i dati delle pm2,5 hanno registrato 52 superamenti della soglia di 25 microgrammi con picchi arrivati fino a 98 microgrammi, 4 volte superiore ai 25.

Che fare allora per cercare di porre una soluzione a questa condizione cronica? La condizioni climatiche giocano un ruolo fondamentale ma non ci si può certamente basare sull’andamento meteo per scongiurare il rischio sforamento; a Piacenza le fonti principali di inquinamento sono il traffico veicolare,  le industrie e il riscaldamento. Tra l’altro il Pianodell’aria Integrato Regionale impegna ed obbliga i comuni ad adottare misure molto precise ed ambiziose che dovranno essere applicate entro il 2020, tra queste l’aumento delle piste ciclabili, la riduzione del traffico veicolare,  più aree pedonali  l’estensione della ztl a tutto il centro storico, l’aumento del trasporto pubblico su gomma del 10% e su ferro del 20%. Anche Piacenza nel nuovo Psc dovrà inserire questi parametri,  ma in che modo? Evidentemente trasformando e rivedendo il tessuto urbano della città,  ripensandola, verrebbe da dire quasi rivoltandola come un calzino. Legambiente propone alcune idee,  applicate in numerose città europee,   come il potenziamento del trasporto pubblico locale veloce e competitivo, l’utilizzo di parcheggi scambiatori in prossimità del centro, mobilità alternativa agevolata, car shering, car pooling, l’uso della bicicletta e lo stop ai parcheggi selvaggi a ridosso del centro.

[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/filmati/malaria legambiente.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/filmati/malaria legambiente.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/04/malaria.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]

PUNTARE SULL’EXPORT PER RILANCIARE IL SISTEMA PRODUTTIVO

Agroalimentare, oil & gas, meccanica e infrastrutture. Le quattro filiere produttive cardine del nostro territorio che possono e devono trovare possibilità di sviluppo nell’export, non solo in Europa, dove è più semplice esportare, ma anche e soprattutto in quei paesi emergenti, nei quali la lingua e le leggi sono differenti. Roberto Luongo, Direttore Generale dell’Ice, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane ha incontrato a Piacenza i principali esponenti del tessuto economico piacentino all’estero. Una possibilità per le imprese di scoprire opportunità di sviluppo in mercati più o meno conosciuti grazie all’assistenza che agenzie come Ice offrono.

[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/Luongo.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/filmati/Luongo.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/04/LUONGO2.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]

AUTISMO, IL MODELLO DI PORDENONE FA SCUOLA

Il modello di Pordenone fa scuola. La Fondazione bambini e autismo onlus nata nel 1998, in concomitanza della Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo, racconta in tutta italia l’esperienza portata avanti in questi anni per sensibilizzare l’opinione pubblica, e aiutare famiglie e operatori. Dall’autismo non si guarisce ma il disturbo neorobiologico può evolversi positivamente solo se viene adeguatamente e costantemente seguito, e sono gli esempi a dimostrarlo. “L’evoluzione – conferma Cinzia Ruffin Presidente e Direttore Scientifico della Fondazione – è determinata dalla qualità della presa in carico”. La Fondazione ha centri dislocati nelle province di Pordenone e di Parma, un servizio diagnostico riabilitativo a cui si rivolgono famiglie da tutta italia e un servizio formativo consulenziale specializzato. Il tratto distintivo, che fa della Fondazione un modello è l’aver realizzato non un singolo servizio, bensì una rete di servizi sperimentali in grado di prendere in carico le persone in modo completo con percorsi individuali. Rendere attivo il ragazzo autistico, valorizzare le sue attitudini è un modo per renderlo consapevole ed orgoglioso delle sue capacità. All’interno della fondazione i ragazzi hanno imparato a creare mosaici, quadri di valore che vengono venduti al pubblico.

[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/filmati/convegno autismo.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/filmati/convegno autismo.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/04/autismo-conv..jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]

ASP, PARLA UN LAVORATORE: “PROBLEMI ORGANIZZATIVI NELLA GESTIONE MISTA”

Problemi organizzativi di gestione, mancanza effettiva di confronto tra i lavoratori sulle problematiche di una doppia gestione. E’ quanto emerge dalla testimonianza di un lavoratore dipendente di una delle cooperative che gestiva i servizi all’interno della Casa per Anziani Vittorio Emanuele, dopo l’ok del consiglio comunale alla delibera di reinternalizzazione dei servizi all’interno della struttura di via Campagna finora gestita per metà dalle cooperative Aurora Domus e Coopselios e per il resto dall’Asp (azienda servizi alla persona). Una gestione mista pubblico-privato, che vedeva impegnati un’ottantina di dipendenti delle cooperative da una parte e altrettanti dipendenti pubblici dall’altra, senza che ci fossero però – come spiega la nostra fonte che preferisce la strada dell’anonimato – “reali momenti di confronto tra lavoratori delle cooperative e dipendenti pubblici sulle problematiche inerenti la doppia gestione che rimaneva, di fatto, separata”. Una vera e propria guerra fredda, consumatasi giorno dopo giorno e che ha inciso pesantemente sulla qualità della gestione dell’ospizio. “Già dal giugno 2014 – racconta il nostro testimone – ci trovammo a dover fronteggiare il problema della mancanza di materiali necessari per assistere i ricoverati. Un accordo prevedeva che dopo sessanta giorni dall’inizio della gestione delle cooperative i materiali di Asp sarebbero stati ritirati e sostituiti con altri di proprietà delle cooperative. Ma di fatto le cooperative si limitarono ad utilizzare gli ausili in uso ai degenti, ovvero le carrozzine su cui erano materialmente seduti, mentre le attrezzature di proprietà dell’ente vennero deposte in un sgabuzzino chiuso a chiave. Il problema era però quello di riuscire a gestire le esigenze dei nuovi ingressi perché non c’era margine di manovra. Faceva rabbia sapere di tanta attrezzatura chiusa a prendere polvere e per questo, in momenti di emergenza, trovavamo il modo di accedere allo sgabuzzino per recuperare il necessario”. Ad emergere è una radicale differenza di priorità nell’offerta del sevizio di assistenza: “La cooperativa puntava su un servizio essenziale, cercando di rimanere sul minimo indispensabile. Ma anche se ci sono state mancanze sul piano organizzativo, forse dovute all’assenza di una fase di passaggio di consegne, è innegabile che queste siano state aggravate dalla guerra interna con l’ente che spesso metteva i bastoni tra le ruote, anche se non conosco i motivi a monte di questa faida interna. Tra i dipendenti della cooperativa non c’erano sentori sull’ipotesi che il bando potesse non venire rinnovato, ma c’era la sensazione che le soluzioni proposte per migliorare quello che non funzionava non venissero prese in considerazione dai dirigenti della cooperativa”. Altro aspetto determinante riguardava poi la mancanza di esperienza degli stessi coordinatori assunti dalla cooperativa: “Sono stati assunti ad hoc, non erano già personale della cooperativa. E non è facile gestire una situazione inedita per persone senza esperienza specifica nel settore”.

rp_Vittorio-Emanuele-300x169-300x169.jpg

L’AUTISMO CHE NON ESCLUDE SOCIALMENTE, SE NE PARLA A TUTTO TONDO

Fare semplicemente la mamma non basta. Quando si ha un figlio che rifiuta il gioco, la comunicazione, che evita di guardarti negli occhi, occorre dare molto di più che amore. Quando si ha un figlio autistico bisogna pianificarne l’apprendimento, seguire ogni momento della sua crescita, solo così potrà migliorare nella patologia. Dall’autismo non si guarisce, non è una malattia ma un disturbo neurobiologico, che può evolversi positivamente solo attraverso un percorso educativo serio e gestito da professionisti. Abbiamo raccolto le testimonianza di due mamme, Maria Grazia e Nicoletta, che 12 anni fa hanno fondato l’associazione Oltre l’Autismo.

Piacenza, Expo 2015 e il Po. Qualcuno ha mai pensato di metterli insieme? Si dice che Piacenza è una città fluviale, ma cosa si è fatto negli anni in questa direzione? Giampietro Comolli, imprenditore piacentino ideatore del progetto internazionale UnPoXExpo2015 ha realizzato un’idea che vede il golf protagonista lungo il fiume Po. Piacenza? Ha preferito fare il grande investimento su Milano.

Sicurezza, cittadini esasperati dai furti, cittadini ormai stanchi. I sindaci hanno fatto quadrato e si sono riunti a Castel San Giovanni elaborando un documento da inoltrare al premier Renzi e al ministro Alfano. All’interno richieste precise: sblocco del patto di stabilità, ampliamento dei poteri riconosciuti ai sindaci, certezza della pena, coinvolgimento dei primi cittadini ai tavoli per la sicurezza della prefettura e maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio

[videojs mp4=”http://www.zero523.tv/atuttotondo/puntata16.mp4″ webm=”http://www.zero523.tv/atuttotondo/puntata16.webm” poster=”http://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2015/01/logo1.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”alignleft” controls=”true” muted=”false”][/videojs]

SINDACI E SICUREZZA: “ABBIAMO LE MANI LEGATE, LO STATO CI AIUTI”

La sicurezza non ha colore politico, ma è un valore primario da tutelare. Lo ha ribadito il sindaco di Castel San Giovanni Lucia Fontana, nell’incontro con i colleghi primi cittadini della provincia. Un momento richiesto ed atteso perchè sul tema della sicurezza mai come oggi il livello di tensione e preoccupazione dei cittadini sta crescendo. Per parte loro i sindaci dicono di fare tutto il possibile per quanto gli è concesso: installazione di telecamere, reti di controllo del vicinato, potenziamento dei controlli, ma non basta. Il grido di aiuto è rivolto, ancora una volta allo Stato centrale. Il documento indirizzato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro Alfano, al presidente della Regione Bonaccini riassume una serie di richieste che vanno dall’allentamento del patto di stabilità, all’ampliamento dei poteri riconosciuti ai sindaci in materia di sicurezza, dalla garanzia della certezza della pena alla valorizzazione dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza che prevedano il coinvolgimento dei sindaci, fino ad una coordinata e maggiore presenza delle forze dell’ordine in città e nei comuni. Una richiesta quest’ultima inviata direttamente al Ministero dal Prefetto Anna Palombi la quale ha annunciato, a breve, la visita del sottosegretario Filippo Bubbico.

sicurezza castello4sicurezza castello2

GESTIONE DEL VITTORIO EMANUELE IN MANO AD ASP. MA TRA UN ANNO?

Alla fine la giunta ha raggiunto l’obiettivo, tutto sommato con un dissenso interno limitate. La reinternalizzazione della gestione dei 108 posti della casa per anziani Vittorio Emanuele è passata con 16 voti favorevoli, 13 contrari. Della maggioranza hanno votato contro il consigliere Stefano Perrucci, che aveva espresso la sua contrarietà anche nel corso del suo intervento, e i Moderati Roberto Colla e Lucia Rocchi. Giovanni Botti (PdL) non ha partecipato al voto, contrari i consiglieri di centro destra e Movimento 5 Stelle. Nella sostanza cosa è cambiato? La gestione dei posti passerà alla Asp ma tra un anno, in base ai risultati economici ottenuti, l’amministrazione valuterà le possibilità future, forme societarie e ipotetiche nuove esternalizzazioni. Un anno di prova dunque? Pare di sì, un anno nel quale di valuterà la gestione pubblica grazie alla quale si dovrebbe ottenere un risparmio di 300 mila euro. Poca cosa però se si pensa che il debito è di 1 milione 600 mila euro. Gli emendamenti presentati dal consigliere Daniel Negri sono stati tutti approvati e vanno nella direzione di chiedere una verifica puntuale e contabile del servizio, senza escludere l’ipotesi di tornare a nuove gestioni miste.

rp_Vittorio-Emanuele-300x169.jpg

COMOLLI: “PER 40 ANNI E’ MANCATA LA CULTURA DEL PO”

Il Po, Expo 2015 e Piacenza. Ci siamo chiesti come e se questi tre elementi mischiati tra loro, abbiano prodotto una equilibrata composizione. O se, meglio, qualcuno abbia mai provato a metterli insieme. Quale miglior occasione sarebbe stata l’esposizione universale per dare concretezza all’idea di cui si parla da decenni, ovvero di Piacenza come città fluviale, mai davvero realizzata? In altre parole, i piacentini hanno messo al centro il grande fiume in vista di Expo? “Il Po è stato dimenticato da 30, 40 anni – risponde con sicurezza Giampietro Comolli imprenditore piacentino, autore del progetto UnPOxExPO2015 – Piacenza ha guardato a sud, est, ovest, dimenticando la parte nord. Riprendere il Po come attrazione e riferimento potrebbe creare elementi naturali che identifichino Piacenza con il fiume”.

Comolli ci aveva provato nel 2010 con un’idea, oggi realizzata con successo, da Cuneo a Venezia, senza però passare per Piacenza. “Avevo parlato del mio progetto con l’allora presidente della Provincia Trespidi, Piacenza poteva essere una delle 10, 12 città realtà da valorizzare lungo il fiume”. Il progetto proseguì ma la nostra città ne rimase fuori. “Si è preferito investire e puntare su Milano”. Investire su Milano, questo è il punto. Piacenza e i soggetti sorti per promuoverla in vista dell’esposizione universale hanno investito sul cuore nevralgico dell’evento. E se la prospettiva si fosse ribaltata? Se si fosse investito su quello che Piacenza già possiede, piccoli grandi gioielli come l’Ecce Homo di Antonello da Messina, il Tondo di Botticelli, i Codici Miniati del Duomo e il Fegato Etrusco? Il tutto all’interno di una location prestigiosa come Palazzo Gotico e una buona campagna di comunicazione.  A corollario, pacchetti turistici completi, ideali per il turista moderno, che vuole essere dinamico, desideroso di conoscere e scoprire. In questo contesto una parte importante sarebbe stata dedicata al turismo fluviale inteso come intervento su ciò che sta attorno al fiume: i piccoli manufatti richiedono una costante e costosa manutenzione, perchè ad ogni piena l’arredo urbano subisce pesanti danneggiamenti. Meglio sarebbe puntare su tecnologia e naturalità. “Occorrono interventi più soft, leggeri – spiega Comolli – manutenzione e tanta pulizia dove poter inserire, ad esempio, aree gioco per i bambini, come la gran parte della città che si affacciano sui fiumi”.

Proprio sul Po Comolli ha presentato il suo progetto dedicato ad un circuito del golf che si svolgerà sui green lungo il fiume Po, da Cuneo a Venezia, durante Expo Milano. Il golf è il primo sport praticato in America e conta più di 7 milioni appassionati in Europa. Sta crescendo anche in Asia e in Italia conta più di 100 mila iscritti. Molti dei 20 milioni visitatori di Expo sono stranieri e vorranno trascorrere qualche giornata fuori-Expo. Il golf rappresenta un fattore attrattivo, soprattutto se legato al gusto e all’offerta culturale dei territori.

Il servizio completo con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

Comolli

MARIA GRAZIA: “L’AUTISMO NON ESCLUDA SOCIALMENTE I NOSTRI FIGLI”

Maria Grazia e Nicoletta sono mamme. Mamme di Luca 15 anni e Michele 22. Maria Grazia e Nicoletta, insieme ad altre famiglie, hanno fondato 12 anni fa, l’associazione Oltre l’Autismo che oggi raccoglie 57 bambini-ragazzi da 4 a 30 anni. Insieme ai loro figli, oggi poco più che adolescenti, agli altri genitori e alle professionalità che ruotano attorno all’associazione, cercano di offrire a questi ragazzi un futuro migliore, tra mille difficoltà, tra la scarsa conoscenza di questa patologia e l’impreparazione che si ha nell’affrontarla; perchè dall’autismo non si guarisce ma si può migliorare tantissimo la qualità di vita se si fanno percorsi strutturati con persone competenti e professionali.

Per fare progressi in questa patologia occorre pianificare l’apprendimento, a casa così come a scuola, perche quando si esce dal contesto familiare e i figli crescono le difficoltà aumentano. Il vero e concreto rischio è quello dell’esclusione sociale. I bambini e i ragazzi, così come gli adulti autistici più o meno gravi, hanno bisogno di seguire un percorso educativo comportamentale individuale. Il metodo Aba, analisi del comportamento applicato, è, ad oggi, uno dei più validi perchè accompagna il ragazzo in ogni fase della giornata. Costruire degli spazi ad hoc per questi ragazzi, farli sentire come a casa in un ambiente accogliente e familiare, fa bene al loro apprendimento, accantona ansia e preoccupazione. L’associazione Oltre l’Autismo si trova in un locale che il comune ha concesso in comodato d’uso. Ma i bisogni e le necessità sono tantissime, non si può fare finta che il problema non esista e negare a questi ragazzi la possibilità di vivere dignitosamente nonostante la malattia.

In occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, l’associazione Oltre l’Autismo in collaborazione con Opera Pia Alberoni , hanno organizzato Work in progress 2015 “Noi adolescenti e adulti” alla ricerca di un ruolo sociale tra abilitazione e percorsi lavorativi. Il convegno si terrà venerdì 10 aprile dalle 9,00 alla Sala Arazzi del Collegio Alberoni.

Il servizio completo con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

oltre l'autismo