AD EXPO AL VIA LA SETTIMANA DEDICATA AL POMODORO

Sette giorni di i iniziative, eventi, incontri culturali e gastronomici incentrati sul pomodoro. Inizia oggi all’Exo la settimana dedicata all’oro rosso che culminerà sabato 20 con la creazione della pizza da record: un chilometro e mezzo di lunghezza, per per oltre 30 tranci, 5 tonnellate di peso, cotta grazie a 5 forni mobili su una gigantesca teglia collocata sul Decumano di Expo. “L’obiettivo è quello di promuovere il pomodoro – ha detto il Sottosegretario Paola De Micheli, presidente dell’associazione “Settimana Mondiale del Pomodoro” – nei confronti dei consumatori e dei visitatori di Expo, ma non solo. Gli eventi sono stati promossi dall’associazione composta dai distretti italiani del pomodoro che raccolgono produttori e trasformatori, di cui fanno parte tutti i pezzi della filiera produttiva. In calendario nel corso della Settimana Mondiale del Pomodoro ci sono esposizioni, convegni e workshop, ma anche percorsi degustativi ed eventi spettacolari rivolti al grande pubblico, in cui il tema del pomodoro sarà trattato sotto ogni aspetto: ecologico, agricolo, industriale, commerciale, ma anche nutrizionale, salutistico, gastronomico e ludico-culturale. La prima parte della settimana sarà riservata prevalentemente agli operatori del settore della produzione e della trasformazione, con conferenze in cui verranno affrontati tutti gli aspetti colturali, industriali ed anche socio-economici della filiera del pomodoro da industria, evidenziandone l’elevata sostenibilità generale, la storia e le innovazioni tecnologiche disponibili, ed infine, le strategie commerciali. L’intento è quello di arricchire il dibattito di spunti di riflessione interessanti per la diffusione della qualità organizzativa e produttiva della filiera del pomodoro “Made in Italy” nel mondo. La seconda parte della settimana sarà dedicata ad iniziative culturali e gastronomiche di maggiore impatto per il grande pubblico dei consumatori, con la realizzazione di eventi enogastronomici: chef di fama internazionale presenteranno piatti a base di pomodoro in un contesto di italianità ma anche di necessaria globalizzazione dei consumi.

pomodoro raccolta

BARACCHI: “RIPENSIAMO IL PO E LA CITTA’, GLI ARCHITETTI SCENDONO IN CAMPO”

Gli architetti di Piacenza scendono in campo per un Po più vivibile, diverso, a misura d’uomo. Il convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti Le città di fiume va proprio in questa direzione: “ascoltare dagli esempi di città a noi vicine, come Lodi, Cremona, Pavia, Alessandria, prendere spunto e possibilmente migliorare” spiega il presidente Giuseppe Baracchi. “Scambiarci opinioni con le città confinanti che hanno un rapporto diretto con il fiume e con l’acqua, è una possibilità che ci dobbiamo dare – spiega – noi architetti ci proponiamo con un ruolo collaborativo su come far vivere il paesaggio in senso più ampio. Oggi partiamo dal fiume e dal rapporto che Piacenza ha con il Po, un rapporto che nei decenni è fortemente cambiato. Nonostante questo dobbiamo riappropriarcene, non tanto per la balneabilità, quanto per viverlo, anche solo per il tempo libero e non solo il Po ma anche il Trebbia che oggi è molto vissuto e frequentato.

La mission dell’Ordine degli Architetti di Piacenza che conta 545 professionisti è proprio questa: rimettere la figura al centro della progettualità della città del futuro, partendo, nel caso del convegno, sul paesaggio e sul fiume. “Questo – conclude Baracchi – prevede una progettualità a monte, ovvero il rapporto tra la città e il suo fiume”.

Bersani Alice

“RITORNO ALLE ORIGINI”, IL CORTO DEDICATO AL POMODORO VA ALL’EXPO

Un prodotto narrativo per raccontare il pomodoro. Questo concetto viene espresso in Ritorno alle origini il cortometraggio prodotto da Cravedi Produzione Immagini con la regia di Andrea Canepari e il supporto tecnico di Massimo Albasi. Il corto di 11 minuti e mezzo verrà trasmesso in Piazzetta Piacenza nel corso della settimana del Pomodoro ad Expo dal 14 al 21 giugno. Un vero e proprio film che rientra nel progetto Pomd’oro, promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e da Ats. Pomd’oro si proponeva di sviluppare una narrazione della filiera del pomodoro e del territorio di appartenenza, prevedendo la realizzazione di un video promozionale documentario multimediale. La storia si sviluppa intorno a una giovane ragazza inglese figlia di emigrati che torna a scoprire le proprie origini. Nel suo viaggio in Italia conosce lo zio, i cugini e la sua grande famiglia che riscopre intorno alla tavola, l’occasione per valorizzare e le eccellenze del patrimonio enogastronomico, in primis il pomodoro non un prodotto del terreno ma del territorio. Intorno al film, doppiato anche in lingua inglese grazie al cugino che traduce in simultanea al padre ciò che dice la protagonista, sono ruotate 35 persone tra attori, tecnici e produttori. Anche le location non sono state scelte casualmente ma sono lo specchio di ciò che offre la nostra provincia: la cascina di Gragnanino di proprietà del prof. Domenico Ferrari e gli interni a palazzo Vignola di Fiorenzuola dell’ing. Scarabelli. “Un film nato per evocare un forte impatto emotivo ed emozionale – hanno detto il regista Andrea Canepari e il produttore Gianni Cravedi – realizzato in tempi record, meno di un mese, grazie alla professionalità di tutti coloro che vi hanno collaborato”.

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PALAZZO EX ENEL, COMITATO: “RESTANO RISPOSTE INEVASE”

Un passo avanti seppur piccolo c’è stato rispetto al passato, certo forse con un po di ritardo. E’ quanto sostengono i membri del comitato contro il cantiere di Palazzo ex Enel a pochi giorni dall’incontro a Bologna con il sovrintendente Luigi Malnati. Il passo avanti consiste nel piano di valorizzazione che la Sovrintendenza ha proposto all’amministrazione per la tutela del patrimonio archeologico con l’elaborazione di una carta delle potenzialità archeologiche, l’allestimento e apertura al pubblico delle sezioni dedicate all’Età del Ferro e periodo romano della città all’interno del Museo Archeologico, l’analisi non distruttiva, effettuata con georadar e altri strumenti, di altri tratti di mura romane in una o più aree libere da edifici in modo da poter effettuare un intervento mirato in grado di fornire dati aggiornati e attendibili, alla luce delle moderne tecniche di scavo. Questo quanto riporta la nota della sovrintendenza, questo quanto concesso ai cittadini che, comunque non sono pienamente soddisfatti. “Non siamo del tutto soddisfatti – ha riferito l’architetto Manrico Bissi – perchè abbiamo chiesto di vedere il progetto tecnico e ci è stato detto che non è nella disponibilità della Sovrintendenza, allora abbiamo chiesto il verbale del sopralluogo del 2014, ci è stato risposto che non ve n’era copia”.

Il museo non si può fare, è la posizione della Sovrintendenza che apporta una serie di ragioni di conservazione, opportunità e utilità sostenendo che i dati di uno scavo effettuato con le tecniche di 34 anni fa sono scarsamente utilizzabili. “Non si può dire che non ci sono i soldi per portare alla luce questi reperti, quando non si fa neppure una stima di quanto costerebbe questa operazione – spiega Bissi – restano forti dubbi di carattere interpretativo”.

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EX ENEL, SOVRINTENDENZA: IL MUSEO NON S’HA DA FARE

Il museo non s’ha da fare, le procedure sono corrette. E’ la sintesi del parere espresso dal Sovrintendente Luigi Malnati che ha incontrato i rappresentanti del comitato contro il cantiere di Palazzo ex Enel. Malnati, si legge in una nota “ha chiarito l’assoluta trasparenza, coerenza e legittimità delle procedure seguite dalla Soprintendenza”. È stato spiegato che la trasformazione dei manufatti in sito musealizzato e fruibile dal pubblico non è praticabile per almeno tre ragioni di conservazione, utilità e opportunità. Ragioni che non convincono i membri del comitato che ricordano che “il proprietario acquistò l’area sapendo che vi era un vincolo di destinazione pubblica, che solo dopo subì una variazione a causa di un cambio di destinazione. I reperti erano stati accertati dalla Sovrintendenza di Bologna; il vincolo del 1981 prevedeva di lasciare coperti i reperti ma di mantenere la possibilità di lavorarvi”. Un risultato importante il comitato l’ha ottenuto: dare avvio all’istruttoria di vincolo per tutelare i beni in via definitiva. La Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna proporrà all’amministrazione di Piacenza un piano per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico strutturato su tre punti: 1) l’elaborazione di una carta delle potenzialità archeologiche (analoga a quella redatta a Modena o Cesena) in grado di mappare e valutare previsionalmente i depositi archeologici presenti in area urbana 2) l’allestimento e apertura al pubblico delle sezioni dedicate all’Età del Ferro e periodo romano della città all’interno del Museo Civico Archeologico, da troppi anni chiuse al pubblico non certo per volontà della Soprintendenza. 3) l’analisi non distruttiva, effettuata con georadar e altri strumenti, di altri tratti di mura romane in una o più aree libere da edifici in modo da poter effettuare un intervento mirato in grado di fornire dati aggiornati e attendibili, alla luce delle moderne tecniche di scavo

EX ENEL CANTIERE AEREO

LA PISTA CICLABILE IMPERCORRIBILE. IL DISAGIO DI PEDONI E CICLISTI

Una pista ciclabile che finisce nel nulla. E’ la denuncia del capogruppo di Forza Italia Lucia Girometta a seguito di segnalazioni e foto di alcuni residenti. Siamo nella zona di Sant’Antonio, nei pressi della rotonda della tangenziale sud e via Giucciardini. “Nelle vicinanze della rotatoria la ciclabile diventa praticamente impercorribile – si legge nella nota – per la vegetazione alta, per rottami sparsi ovunque e tombini incustoditi e senza protezione , oltre al fatto che la ciclabile, in quel tratto, è quasi inesistente. Credo che – scrive la Girometta – oltre alla pericolosità per l’incolumità dei ciclisti e dei pedoni, basterebbe poco per bonificare lo spazio, con taglio dell’erba e la messa in sicurezza dei pericoli. Pertanto, come lamentato da chi mi ha messo a conoscenza di detti disagi, l’Amministrazione Comunale non potrebbe porre in atto la sistemazione della ciclabile e la messa in sicurezza della zona in argomento?”

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“PER NON DARGLIELA VINTA” LA STORIA DI GIULIA UCCISA DAL MARITO

Per non dargliela vinta l’ha ammazzata, fraccassandole la testa a sassate. Per non darla vinta, un’altra volta, all’assassino della figlia, Giovanna Ferrari ha scritto un libro dedicandolo a Giulia, ma anche a tutte quelle donne vittime di una violenza cieca, criminale e tremendamente lucida. Giulia e Marco, la coppia perfetta. Belli, giovani, economicamente indipendenti, che dopo cinque anni di fidanzamento, decidono di sposarsi e mettere su famiglia. Tutto normale, ma solo all’apparenza, perchè qualcosa non va come deve andare. Il figlio tanto desiderato e cercato non arriva e manda la coppia in crisi. Fino a portare Marco, il classico bravo ragazzo cresciuto in parrocchia, ad uccidere Giulia, sua moglie, a soli 30 anni, inscenando un suicidio. Era l’11 febbraio del 2009, oggi dopo la condanna a 19 anni di carcere all’assassino, mamma Giovanna ha il bisogno di raccontare alle persone come sono andate le cose, lo ha fatto anche in tv su Rai Tre nel format Amore Criminale. Giovanna vuole urlare compostamente al mondo che la sua Giulia è stata uccisa due volte. Questa mamma forte e coraggiosa ha raccontato la sua storia anche in una serata organizzata dalla sezione del Pd locale di Ponte dell’Olio. Una piaga sociale quella del femminicidio che non accenna a placarsi: in un anno in Emilia Romangna 3298 donne si sono rivolte al coordinamento dei centri antiviolenza; a Piacenza il Telefono Rosa nel 2014 ha raccolto 430 chiamate, di cui 37 arrivate da vicini di casa, e preso in carico 236 donne.

Il servizio con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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NO AL CARBONEXT, LA PROTESTA ARRIVA IN PROVINCIA. CONSEGNATE 6MILA FIRME

Non sono affatto tranquilli cittadini, comitati, associazioni ambientalisti sulla qualità dell’aria in val d’arda. A preoccuparli è il progetto del cementificio Buzzi Unicem che ha chiesto di bruciare il combustibile speciale Css. Dopo la marcia del mille a Lugagnano, è stata la volta di un sit-in di protesta sotto la sede della Provincia mentre all’interno era in corso la Conferenza dei Servizi sta proprio qui il nodo: tra i punti all’ordine del giorno è stato richiesto da parte dei comuni di Castell’Arquato e Morfasso di essere ammessi alla Conferenza dei Servizi, così come è avvenuto per Lugagnano. Una partecipazione a pieno titolo, insomma, al pari del comune di Vernasca, ad oggi l’unica amministrazione a poter esprimere un parere in Conferenza.

Il progetto del Carbonext, secondo comitati e associazioni, sarebbe peggiorativo dal punto di vista ambientale e sanitario, andrebbe ad aumentare il traffico pesante dei camion e rischierebbe di trasformare il cementificio in un inceneritore. Considerazioni supportate da studi e approfondimenti redatti e consegnati nei tempi stabiliti all’amministrazione provinciale che ha valutato nel corso dell’assemblea. Una situazione che preoccupa fortemente anche i genitori dei bambini che frequentano la scuola di Vernasca, che non escludono la possibilità di trasferire i figli anche fuori provincia.

Legambiente, comitati e cittadini stanno col fiato sul collo delle istituzioni, dalle quali si aspettano risposte che, a loro dire, non arrivano, come ad esempio la Valutazione di Impatto sulla Salute. Il sit-in è stata l’occasione ufficiale per consegnare nella mani della vice presidente della provincia Patrizia Calza le oltre 5600 firme raccolte con la richiesta di non autorizzare la richiesta della Buzzi Unicem ad utilizzare il Carbonext.

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POLIZIA MUNICIPALE – COMUNE: IL BRACCIO DI FERRO CONTINUA

Una timida apertura, ma nulla di più. Così i referenti del sindacato Diccap_Sulpl hanno definito l’incontro che si è svolto in Prefettura con l’intento, da parte dell’amministrazione, di far rientrare lo sciopero del 4 luglio. Mobilitazione che, al momento, viene confermata. “Non abbiamo più avuto la sensazione di scontrarci contro un muro di gomma – si legge nella nota – ma la strada da percorrere è tutta in salita”. Per come stanno le cose, è impensabile la revoca dello sciopero , il braccio di ferro, dunque, prosegue. L’ultima decisione, fa sapere la segretaria del Sulpl, la prenderanno gli agenti della Municipale, nel corso di una nuova assemblea che verrà convocata a breve. L’auspicio del Diccap_Sulpl è che vi prendano parte tutte le sigle sindacali. Nella nota si ringrazia il comandante Poma per la l’opera di mediazione.

pol municipale

ALBERGO ROMA, ARRIVANO GLI INCERTI. RIAPERTURA A SETTEMBRE

L’Albergo Roma resterà chiuso un paio di mesi per riaprire a settembre. O almeno queste sembrano le intenzioni dei nuovi gestori. L’incontro di oggi tra amministrazione e sindacato sul futuro della struttura ha segnato una svolta. Per la prima volta si è fatto il nome di coloro che dovrebbero gestire l’albergo a partire dall’autunno. Si tratta della famiglia Incerti, ad un passo dalla firma dell’accordo. Di origine parmense, gli Incerti proprietari di sette alberghi in Emilia Romagna, hanno manifestato un forte interesse nei riguardi della struttura. “Siamo ad un chilometro dal traguardo – ha detto Fiorenzo Molinari della Cgil – ora si tratta di capire che tipo di organizzazione del lavoro la nuova gestione vorrà adottare”. L’obiettivo dei sindacati è quello di mantenere intatta la forza lavoro che ad oggi comprende 25 dipendenti. Da qui alla fine dell’estate si cercherà la soluzione ottimale salvaguardando i posti lavoro, magari ricorrendo nei casi specifici, al prepensionamento di alcuni. Nel frattempo l’albergo verrà sottoposto a lavori di manutenzione e tinteggiatura. I prossimi incontri in calendario sono il 24 giugno in Provincia e il 25 in Comune.

albergo roma