O si riapre un dialogo con il Governo sull’articolo 18 oppure i sindacati sono pronti alla mobilitazione totale. Lo ha ribadito Gianna Fracassi della segreteria nazionale della Cgil nel corso della suo intervento all’assemblea pubblica alla Camera del Lavoro alla presenza dei colleghi di Cisl e Uil. All’incontro doveva partecipare il leader della Cgil Susanna Camusso che ha dato forfait per impegni nazionali e Annamaria Furlan che in queste ore ha raccolto l’eredità di Bonanni che ha lasciato la segretaria della Cisl pochi giorni fa. Al centro dell’incontro il fisco e le pensioni per chiedere al Governo di riaprire un’agenda seria e chiara che tuteli i lavoratori sui questi due fronti. Poi il dibattuto tema dell’articolo 18 e delle sue modifiche proposte a livello centrale, tre le principali quella di rendere il contratto di lavoro a tutele crescenti ma senza diritto di reintegro se non per discriminazione, proposta a cui sindacati e minoranza Pd si stanno opponendo strenuamente. “Sull’articolo 18 siamo stati molto chiari – precisa Fracassi – noi abbiamo disponibilità a discutere se si parla di estensione delle tutele e soprattutto se si fa un’operazione che vada a ridurre le tante forme di precariato, perchè crediamo che questo sia il reale problema del nostro paese. Se invece si pensa di fare un’operazione che, al contrario, riduce le tutele, su questo non possiamo essere d’accordo perchè riteniamo che l’articolo 18 sia un principio di civiltà che nel nostro paese debba essere assolutamente salvaguardato”.
FONDAZIONE, MOLINARI INCOMPATIBILE? SI ATTENDE LA RISPOSTA UFFICIALE
Lo studio Ciampoli avrebbe dato il suo parere, anche se manca ancora l’ufficialità: Giuseppino Molinari sarebbe incompatibile alla carica di presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’uso del condizionale è d’obbligo perchè non vi è ancora la conferma ufficiale. Lo studio notarile, a cui l’ente di via Sant’Eufemia ha affidato l’incarico in sostituzione dello studio Portale impegnato all’estero, lo avrebbe stabilito in base ad una attenta valutazione della carta delle Fondazioni di Acri (Associazioni di Fondazioni e Casse di Risparmio). La risposta sarebbe al paragrafo 7 Incompatibilità e Ineleggibilità; nella fattispecie risultano incompatibili amministratori di enti, istituti o aziende soggetti a vigilanza da parte della regione, del comune, della provincia, o degli stessi organismi sovvenzionati in modo continuativo. Di quest’ultimo caso farebbe parte la galleria Ricci Oddi di cui Molinari è presidente.
Il parere tecnico era stato chiesto proprio per offrire al parlamentino che venerdì si riunirà in consiglio la possibilità di avere un quadro complessivo della situazione più chiaro e di potersi così pronunciare in modo più consapevole.
BORGO FAXHALL, NON SI PUO’ PIU’ ASPETTARE
Tre obiettivi: soddisfare le esigenze commerciali, dei pendolari e dare una risposta al tema della razionalizzazione degli spazi comunali. Sono le linee che hanno portato l’amministrazione ad elaborare e presentare il progetto di riqualificazione di Borgo Faxhall. Un progetto a cui si lavora da anni, anzi decenni, forse troppi, che ha subito stop forzati a causa di convenzioni che non hanno portato ai risultati attesi. Non si poteva più aspettare, ci sono interessi troppo importanti concentrati in quella zona, primi fra tutti il rilancio del commercio oggi in una situazione drammatica, ma anche le esigenze dei pendolari e dei fruitori dei mezzi pubblici. In 15 anni di vita, il centro commerciale Borgo Faxhall ha visto abbassarsi una trentina di serrande, oggi molti negozi all’interno della galleria sono sfitti e i cittadini non vedono quel luogo come il luogo dove fare acquisti, condizionati da ciò che accade all’esterno.
Nel nuovo comparto presentato dall’assessore Bisotti sorgerà la nuova autostazione per gli autobus, al posto del parcheggio da 190 posti del centro commerciale. L’amministrazione ha in programma di farne uno nuovo nella zona accanto alla chiesa di Torricelle. Il Berzolla che fine farà? É un edificio sotto tutela della Sovrintendenza che il Comune spera di ottenere e di ragionare insieme ai cittadini per un suo futuro utilizzo. La partita del Piano Caricatore invece dovrebbe concludersi il 16 ottobre quando sindaco e assessore andranno al Ministero della Difesa per definire la cessione. Il discorso economico finanziario è più complesso, semplificando è accaduto questo: il debito di Coemi, la società che nel 96 aveva firmato la convenzione con il comune, è di 4,5 milioni di euro. Coemi ha chiesto di arrivare ad una soluzione che, pur riconoscendo il debito, si trasformasse in un altro tipo di proposta. L’amministrazione ha così scelto di liquidare e riconoscere la compensazione di questo debito in cambio di 3300 metri quadrati di spazi in cui verranno collocati gli uffici comunali. Il concetto è: Coemi non ha realizzato le opere concordate ma ha offerto spazi dove troveranno casa gli uffici del comune. Tutto questo complesso, autostazione, parcheggio, opere viabilistiche annesse e verde, verranno realizzate attraverso la vendita degli edifici comunali di via Scalabrini e via Verdi. E i cittadini come vedono il progetto? Molto scetticismo tra i rappresentanti delle associazioni ma anche tra gli abitanti di una zona che ricordano tristemente come recitava lo slogan di una ventina di anni fa: “borgo faxhall il pezzo di città che mancava”.
FONDAZIONE VERSO IL CONSIGLIO DELLA SVOLTA
Mancano tre giorni al consiglio, che per molti, sarà quello della svolta. Un consiglio generale dal quale uscirà il nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Gli uffici di via Sant’Eufemia sono ancora in attesa del parere tecnico sulla incompatibilità o meno del candidato Giuseppino Molinari, atteso a giorni. A formularlo non sarà lo studio Portale perchè impegnato all’estero ma uno team di professionisti analogo sempre di Milano maggiormente specializzato in diritto amministrativo. Venerdì mattina dunque, anche sulla base di questo parere, il parlamentino composto dai 25 consiglieri sarà chiamato al voto. Sulla carta Toscani è appoggiato da 13 consiglieri, Molinari da 6, come avevano comunicato gli stessi candidati in due note distinte. Gli unici a non esporsi pubblicamente nè a favore dell’uno nè dell’altro sono stati i 5 rappresentanti vigevanesi, che hanno dichiarato di non voler essere l’ago della bilancia come accadde invece un anno e mezzo fa con l’elezione di Francesco Scavaraggi. E’ presumibile quindi che non partecipino alla prima votazione che richiede al candidato presidente la maggioranza dei 2/3 per essere eletto, ma dalla seconda che richiede la metà più uno dei voti. Per non essere determinanti i consiglieri di Vigevano potrebbero partecipare alla seconda votazione, se dalla prima sarà già chiara una maggioranza a favore di uno o dell’altro candidato. Nel caso questo non avvenisse neppure alla terza votazione (per cui sono necessari sempre la metà più uno dei voti) si potrebbe profilare l’ipotesi del commissariamento.
MENSE SCOLASTICHE, E’ UN REBUS UNIRE QUALITA’ E GRADIMENTO
Conciliare l’aspetto nutrizionale con il gradimento dei palati più sopraffini, bambini e ragazzini. Non è facile. E spesso alcune scelte rischiano di essere fraintese. L’amministrazione, da qualche settimana, è al centro di un dibattito per il taglio della merenda pomeridiana alla scuola dell’infanzia. Ma non solo; ad una settimana dall’avvio dell’anno scolastico alcuni genitori hanno puntato il dito sul menù servito, che avrebbe favorito troppo i carboidrati a scapito delle proteine. Sindaco, assessore all’Infanzia, ausl e dietista hanno incontrato genitori e stampa per fare un pò di chiarezza. Partendo proprio dall’esigenza di razionalizzazione: Piacenza si colloca al 33° posto della classifica sui tagli ai trasferimenti da parte dello Stato, diminuiti negli ultimi quattro anni del 52%, ovvero 13 milioni di euro complessivi. Per questo anno scolastico la spesa prevista per la ristorazione è di oltre 4 milioni 900mila euro, a fronte di introiti per 3 milioni 530mila euro ripianata dalle risorse derivanti dalla fiscalità generale. L’amministrazione ha deciso di non intervenire sulle tariffe mantenendole invariate ma di effettuare alcuni interventi di razionalizzazione. Come la scelta di togliere la merenda del pomeriggio nelle scuole materne, dovuta sia al fatto che l’orario di distribuzione è a ridosso del sonnellino pomeridiano e soprattutto perchè quasi il 50% non viene consumato e quindi gettato. I menù sono passati da sei a quattro per semplificare la gestione delle forniture, la somministrazione del bis è stata eliminata e la quantità di alimenti prevista dalla tabella dietetica viene servita immediatamente per intero. L’obiettivo è garantire la qualità e il livello nutrizionale, facendo i conti con il gradimento e con il budget a disposizione. Confermata la pasta biologica, quella di “Libera Terra” servita due volte al mese, le banane da commercio equo e solidale, oltre che un’ampia gamma di prodotti da agricoltura biologica e di a chilometro zero. Per l’anno 2012/2013 il tasso di morosità è stato del 13% sfiorando i 400mila euro. “Nonostante ciò – ha detto l’assessore Piroli – non lasceremo neppure un bambino senza pasto, è una scelta di questa amministrazione”.
CONVEGNO CONFEDILIZIA IN DIRETTA STREAMING
E’ visibile anche in diretta streaming all’indirizzo confedilizia.zero523.tv il convegno dei legali di Confedilizia. Un importante momento di aggiornamento per tutti gli addetti ai lavori che, come ogni anno, si svolge alla sede della Veggioletta della Banca di Piacenza. La parte pubblica riguarda la contabilità condominiale e la revisione del rendiconto condominiale. Oltre alla presenza dell’avvocato Corrado Sforza Fogliani, Presidente nazionale di Confedilizia, si alterneranno al tavolo dei relatori il viceministro dell’Economia Enrico Morando, alla Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini e il vicepresidente della Camera Maurizio Gasparri.
FONDAZIONE, L’OPPOSIZIONE PROPONE TRE ALTERNATIVE A TOSCANI E MOLINARI
Giacomo Vaciago, Ettore Gotti Tedeschi e Corrado Sforza Fogliani. Sono le personalità che secondo l’opposizione in consiglio comunale potrebbero
ricoprire la carica di Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La commissione consiliare 1, riunita per dibattere ancora una volta sul tema, non è certamente partita con le migliori premesse; accanto al presidente Perrucci non vi era alcun rappresentante della Fondazione. Non ha partecipato il presidente in regime di prorogatio Scaravaggi “per ragioni di opportunità”, non lo ha fatto neppure il vice Anselmi orma ex, ma soprattutto l’assenza più evidente è stata quella del sindaco Dosi, come ha sottolineato nel suo intervento il consigliere Marco Colosimo. “Rammarico per la mancata partecipazione del sindaco – ha detto il consigliere di Piacenza Viva – che si è dimostrato non adatto ad amministrare la città”. Il leitmotiv dei consiglieri è stato “cosa ci stiamo a fare oggi qui, dal momento che non c’è nulla di nuovo e soprattutto non ci sono gli interlocutori richiesti?” Il consigliere della Lega Polledri si è scagliato contro la scelta di Toscani sostenuto dal Comune. “Che competenze finanziarie può avere questa figura? proponiamo un’alternativa alta, noi lo abbiamo fatto. Che fine ha fatto l’iter che la commissione si era data?” ha concluso Polledri. Gugliemo Zucconi ha preso le difese del primo cittadino: “non vi potete appigliare alla Fondazione per attaccare il sindaco. Su questo fronte non abbiamo potere”.
VIAGGIO AL CAMPO NOMADE DI TORRE DELLA RAZZA
E’ un gruppo di 120 persone tutte di etnia sinti, tra cui una trentina di bambini. Vivono a cinque chilometri dalla città, tra autostrada e alta velocità. In via Torre della Razza si trova il campo nomade di Piacenza. Il nostro viaggio comincia proprio da qui per capire cosa fanno gli uomini e le donne del campo, qual è il rapporto tra vicini di roulotte, e come vengono coordinate le attività che il comune ha affidato alla cooperativa L’Arco che, essendosi aggiudicata il bando per i prossimi due anni, ha a disposizione quasi 200 mila euro per le attività interne.
Elvis Ferrari è il presidente dell’associazione Sinti e Rom insieme di Piacenza; in pratica è il portavoce del campo, il punto di riferimento, colui che organizza ogni estate il raduno dei pastori evangelici. Rispetto al passato qualcosa è cambiato, ci dice, nel 2008 è stato costituto un tavolo tra comune e campo che oggi, lentamente e con fatica, ha fatto sì che 13 sinti si occupino della manutenzione ordinaria del campo.
La gran parte degli uomini continua a dedicarsi alla rivendita del ferro per 15 centesimi al quintale. Alcune donne si sono offerte per il servizio di car pooling accompagnando a scuola i bambini utilizzando la propria auto. Questo ha portato ad un risparmio di 40 mila euro del servizio scuolabus a fronte del solo rimborso benzina.
La cooperativa L’Arco si è inserita in questa realtà da diversi anni investendo le risorse economiche in una serie di progetti volti a conoscere meglio la cultura sinta e l’affinamento delle competenze professionali. E’ attivo un servizio di segretariato sociale, uno sportello che fornisce informazioni per facilitare il raccordo tra gli abitanti del campo e gli uffci sul territorio nel settore sanitario, scolastico, abitativo. La mediazione scolastica invece si rivolge alle famiglie che necessitano di un supporto nel rapportarsi con le istituzioni scolastiche, il tutoring familiare per sostenere i sinti che hanno bisogno di sostegno dal punto di vista dell’organizzazione familiare o nel passaggio ad altre residenze, 7 famiglie oggi vivono in alloggi popolari. Da settembre dell’anno scorso è attivo il servizio di car pooling e di coordinamento di un gruppo di residenti per realizzare piccoli lavori di manutenzione, cura del verde, piccole riparazioni, pulizie e sgomberi.
CONSULTA SCUOLA:”TOGLIERE LA MERENDA DECISIONE AFFRETTATA E INADATTA”
Per la Consulta Servizi Educativi, scuola, formazione e giovani la scelta di togliere le merendine dalle scuole materna è “inadatta e affrettata”. La nota redatta dalla Consulta è critica verso la scelta dell’amministrazione sia perchè non sarebbe stata condivisa pienamente e discussa sia perche verrebbe meno ad alcuni principi cardine come l’importanza di una “corretta alimentazione per determinare un soddisfacente stato di salute e benessere soprattutto tra i bambini in età prescolare”.
Qui sotto il testo integrale:
Con la presente, la Consulta servizi educativi, scuola, formazione, giovani, trasmette parere riguardante la recente scelta di togliere la merenda in alcune scuole per l’infanzia, soluzione che è parsa immediatamente inadatta e affrettata, tanto che non ha stimolato, da parte dell’amministrazione, la richiesta di un parere, anche puramente rappresentativo, delle Consulte cittadine, la cui funzionalità dovrebbe esprimere, quanto più pienamente possibile, una costruzione partecipata delle scelte operative della città, anche laddove insistono i tagli.
In tal senso, e ravvisando una certa insoddisfazione, per le aspettative di partecipazione, in questo caso lasciate inattese, le seguenti considerazioni, rappresentano un parere spontaneo, con il desiderio che le posizioni dell’amministrazione siano riviste, o perlomeno valutate più esplicitamente con le rappresentanze delle Consulte cittadine.
Il ruolo dell’alimentazione, per un’educazione civica
Una corretta alimentazione è fondamentale per determinare un soddisfacente stato di salute e di benessere. L’educazione alimentare rappresenta lo strumento più efficace che permette di ottenere comportamenti alimentari corretti e indurre scelte consapevoli. Questo è vero quando le strategie vengono messe in atto a partire dalla prima infanzia. E’ questa una fascia di età particolarmente importante, perchè sono proprio i bambini in età prescolare, i soggetti fisicamente più vulnerabili ed esposti a potenziali rischi provocati da una alimentazione quantitativamente e qualitativamente non adeguata. In quest’ottica, assume particolare importanza, il momento della ristorazione scolastica che con il suo duplice obiettivo, nutrizionale ed educativo riveste un ruolo primario per la salute e il benessere fisico dei bambini. Una corretta ed equilibrata alimentazione costituisce, infatti, per i bambini, un indispensabile presupposto per uno sviluppo psico-fisico ottimale. Cardiopatie, obesità, diabete, sono alcune delle conseguenze di una scorretta alimentazione cui possono incorrere i nostri bambini una volta raggiunta l’età adulta.
Secondo la definizione proposta dall’OMS e dalla FAO: l’educazione alimentare è il processo informativo ed educativo, per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari, l’eliminazione di comportamenti non soddisfacenti, l’utilizzazione di manipolazioni più igieniche degli alimenti e un efficiente utilizzo delle risorse alimentari. L’alimentarsi non è soltanto l’espressione del bisogno di nutrirsi, ma anche il risultato di determinanti psicologiche, sociali, culturali,che insieme concorrono a formare l’atteggiamento alimentare.
Sono sempre più numerose le iniziative promosse da comuni ed enti locali sull’educazione alimentare nelle scuole, tema che sta avendo grande diffusione, a partire dalla scuola primaria, fino alla scuola superiore.
Per Expo 2015, l’Italia sarà capofila di un grande piano internazionale che ci permetterà di lasciare un’eredità culturale fondamentale, dando ai nostri bambini gli strumenti adatti per approfondire lo stretto legame che esiste tra cibo e ambiente. L’educazione alimentare è una vera e propria educazione civica.
Alla luce di queste premesse ci chiediamo come sia possibile che lo stesso Assessore Piroli (Assessore all’Istruzione) possa aver pensato di risparmiare denaro pubblico ai danni dei bambini?
Come sempre, con la certezza di avere fatto scelta gradita, relazionando un parere non richiesto, e tuttavia fondamentale, per i futuri rapporti consultivi e propositivi, e pur comprendendo gli sforzi dell’amministrazione e la forte risposta mediatica cui certe scelte vanno incontro, la Consulta servizi educativi, scuola, formazione, giovani ringrazia anticipatamente per l’attenzione che sarà posta al caso, e porge cordiali saluti.
per il comitato esecutivo della Consulta
Nicolò Morelli
MOLINARI: “VOLTIAMO PAGINA TUTTI INSIEME”
Di seguito le linee programmatiche del candidato Giuseppino Molinari. Anche per il presidente della Ricci Oddi è importante una svolta, un cambiamento rispetto al passato; fondamentale puntare sui giovani e sullo sviluppo del territorio. E propone una vision di futuro per la “ri-Fondazione”.
Di seguito la nota integrale
La mia candidatura e LA PROPOSTA che mi permetto sottoporre al Consiglio Generale sono finalizzati a mettere in campo un progetto che non vuole contrapporsi ad altre candidature né creare dannose spaccature, ma che intende arricchire il quadro d’insieme e consentire al Consiglio Generale una valutazione e una scelta più aperta e consapevole.
Una candidatura spontanea, totalmente libera da vincoli o condizionamenti e non subordinata ad accordi, patteggiamenti e interessi di parte e quindi tale da assicurare un profilo di garanzia. Le considerazioni che seguono sono il frutto di una esperienza di vita e di lavoro vissuta nel mondo universitario e nella sua complessa gestione sia economico-finanziaria che gestionale e organizzativa, a Piacenza e in altre importanti realtà del Paese (Università Cattolica di Milano-Roma-Piacenza-Brescia, Università degli Studi di Padova, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Pavia), nella scuola e nella Galleria Ricci Oddi (pertanto nei primi tre settori rilevanti per la Fondazione) e con particolare sensibilità al sociale (i restanti due settori rilevanti) e mi consentono di ritenere bello e possibile mettere esperienze e professionalità al servizio della comunità, cercando di migliorare l’esistente, con grande umiltà, ma anche con la necessaria determinazione.
“Voltiamo pagina tutti insieme”
Non è uno slogan né un programma, ma un metodo di lavoro
Non si tratta infatti di perpetuare una analisi e un giudizio solo critico sul passato, perchè insistere su ulteriori discussioni rischia di fomentare una conflittualità con ripercussioni molto negative di credibilità e di immagine della Fondazione e di diventare un esercizio improduttivo e sterile quanto alla vita della Fondazione. Soffermarsi solo o troppo sul passato è un segno di decadentismo. Il nostro dovere è di guardare al futuro e di ripartire con passione ed entusiasmo per lo sviluppo della Fondazione
Voltare pagina non significa ignorare o ripudiare il passato e il presente, che devono essere visti da chi ha responsabilità nella Fondazione con rispetto per le cose positive realizzate, trasformando invece gli errori in opportunità per le scelte future
Il nostro segno distintivo dovrà esprimere: la positività, l’unità e l’unitarietà, il senso e l’orgoglio di appartenenza, l’orgoglio di essere chiamati a svolgere un servizio positivo e utile al territorio (Piacenza e Vigevano)
“il futuro è nelle nostre mani”
Ciascuno ricopre un ruolo di responsabilità nella Fondazione
Le responsabilità sono diverse e chiaramente definite dallo Statuto cui, in attesa di eventuali modifiche, occorre richiamarsi con rispetto e coerenza
Sulla base delle esperienze recenti, probabilmente occorre una riflessione “comune e condivisa” sulla definizione dei ruoli, delle competenze e delle responsabilità sulla base delle parole contenute nello Statuto
Ciò sarà possibile se ciascuno saprà far prevalere gli interessi della Fondazione e non quelli, ipotetici ma sempre in agguato, di gruppi contrapposti, schieramenti basati su logiche di potere, di interessi personali, di alleanze trasversali e improprie frutto di intrecci di pressione o di esercizio del potere come proprietà privata
I veri e unici portatori di interesse per la Fondazione sono le persone dei territori di Piacenza e Vigevano
Il futuro della Fondazione non teme errori o difficoltà se alla base dei nostri comportamenti prevale lo spirito di servizio nei confronti della Fondazione e dunque della Società
“vision per la ri-Fondazione”
la Fondazione è patrimonio di tutti e deve essere finalizzata al bene comune, in particolare –senza escludere gli altri settori rilevanti- al sostegno delle persone e delle famiglie deboli, che vivono situazioni drammatiche di povertà, di isolamento, di sofferenza e delle associazioni e istituzioni che lavorano per alleviare il disagio vissuto
La Fondazione non è fine a se stessa e le persone che la rappresentano devono sentire su di sé il carico di questa missione, come finalità primaria e prioritaria. Fatte queste doverose premesse fondative, cercherò di tracciare qualche proposta sulle linee programmatiche che si rivolgono sia a Piacenza che a Vigevano, anche se ritengo che il programma più articolato dovrà essere elaborato dal Presidente sulla base delle indicazioni che verranno espresse dai Consiglieri (del Consiglio generale e del Consiglio di amministrazione) e quindi sottoposto come proposta all’approvazione degli Organi competenti.
Obiettivi strategici
1. rispetto rigoroso dell’art. 7 e seguenti (Titolo II) in merito ai criteri dettati per la conservazione del valore, l’amministrazione, la gestione e gli investimenti del patrimonio – l’economicità della gestione – la destinazione del proprio reddito
2. investimenti: per quanto riguarda gli immobili, mi propongo di partire da una analisi e una valutazione della situazione attuale alla luce del dettato statutario, in particolare dell’art. 7, comma 4. La definizione delle strategie future per una gestione oculata dei beni immobili dovrà tenere conto innanzitutto delle finalità, delle priorità e dei vincoli dettati dall’art. 7, commi 1 e 2 dello Statuto, ma anche delle priorità che il Consiglio deciderà di scegliere sulla destinazione del patrimonio e sull’impiego del reddito
3. gestione finanziaria: il principio basilare su cui fondare le scelte della Fondazione sarà la tutela e la conservazione del patrimonio (-di cui va fatta una verifica rigorosa e professionale sulla reale consistenza-), attraverso una oculata e prudente gestione degli investimenti finanziari, alla ricerca di rendimenti il più elevati possibile -al fine di ottenere un reddito che consenta erogazioni elevate-, ma riducendo al minimo i rischi connessi
4. erogazioni: le erogazioni dovranno rispettare i criteri e le modalità che il Consiglio generale vorrà approvare nell’individuazione e nella selezione dei progetti presentati, possibilmente evitando le erogazioni a pioggia, ma privilegiando quelle rivolte direttamente alle istituzioni aventi quegli specifici scopi, onde evitare dispersione delle sia pur scarse risorse. Nel rispetto dell’art. 3 dello Statuto e tenuto conto sia della rilevante riduzione delle risorse disponibili sia della situazione generale del Paese che si rispecchia anche nei territori di Piacenza e Vigevano, mi impegno a sottoporre al Consiglio generale la proposta di privilegiare, nella destinazione del reddito, il welfare nelle sue varie articolazioni con particolare attenzione ai settori più deboli e bisognosi: povertà, anziani, bambini, famiglie. Essi costituiscono l’anello debole della catena, troppo spesso sono emarginati e a tutte queste tipologie va riservata una solidarietà concreta e non ideologica e una attenzione vigile e capace di riconoscere e intercettare le criticità vissute e i veri bisogni sociali
5. conseguentemente si dovrà effettuare una valutazione delle priorità dei settori ammessi e dei settori rilevanti, sulla base delle disponibilità esistenti, avendo presente che il sostegno dei settori deve essere orientato allo sviluppo del territorio (art. 7, comma 2). Questo principio deve saper coniugare le priorità di cui al precedente punto 4 con il sostegno degli altri settori rilevanti: istruzione, ricerca, cultura, con una impostazione che favorisca e incentivi obiettivi comuni e sinergici, privilegiando le eccellenze e i progetti strategici e innovativi per il rilancio del territorio
6. In questa ottica potrà essere valutata, accanto alle finalità e agli obiettivi di cui ai punti 4 e 5, la possibilità di incentivare e sostenere iniziative strutturali (start up, avvio di nuove attività) che garantiscano nuovo lavoro a giovani, disoccupati, famiglie in difficoltà
7. razionalizzazione dei rapporti con gli Enti e le Istituzioni pubbliche locali, attraverso piano e modalità di erogazioni condivisi sulla base delle priorità concordate e secondo il principio della sussidiarietà Al fine di garantire la realizzazione degli obiettivi strategici una particolare attenzione va dedicata agli aspetti metodologici e organizzativi, che ritengo possano essere impostati secondo i seguenti punti di attenzione
obiettivi di metodo
8. definizione “condivisa” delle responsabilità della Governance, in modo da evitare duplicazioni, sovrapposizioni, scarico di responsabilità con conseguente inefficienza nella catena decisionale. Sulla base di queste linee e nel rispetto di questi criteri verrà fatta la scelta del componenti il Consiglio di amministrazione, che dovrà essere costituito prevalentemente da personalità eminenti e di alto profilo, che rispecchi tutte le istanze e rispetti tutti gli orientamenti mediante una composizione integrata e aperta a tutti)
9. riflessione e conseguente emanazione di poche ma chiare regole e indicazioni fondative su indirizzo, procedure, controlli, soprattutto con riferimento alle materie sensibili: investimenti ed erogazioni
10. valorizzazione degli Organi, attraverso una filosofia improntata al coinvolgimento nelle scelte, alla partecipazione, alla responsabilizzazione
11. revisione dell’assetto organizzativo, che deve essere snello e corto, con attribuzione chiara delle responsabilità in relazione agli obiettivi assegnati e ai risultati che devono essere valutati con indicatori misurabili e il più possibile oggettivi
12. messa in cantiere del processo di elaborazione delle proposte da sottoporre agli organi: input interni e/o esterni, elaborazione di proposte, preparazione degli argomenti da mettere in discussione, attraverso un processo maieutico e di coinvolgimento che eviti il rischio dell’improvvisazione
13. revisione dello Statuto, che risale alla prima metà degli anni 2000 e che, sulla base dell’esperienza, richiede qualche opportuna integrazione o modifica
14. elaborazione di un Codice etico che, anche se da solo non risolve i problemi che possono insorgere dal comportamento dei singoli, deve diventare un punto di riferimento e di impegno comportamentale
15. valutazione circa l’istituzione di Commissioni istruttorie e/o Gruppi di lavoro consultivi sui principali argomenti e temi di gestione
16. garanzia di trasparenza e di partecipazione, pur nella salvaguardia dell’autonomia programmatica e decisionale degli Organi della Fondazione, sia nella definizione delle strategie sia nelle modalità di gestione sia nelle scelte che riguardano gli investimenti e le erogazioni. Dovrà quindi essere programmato un percorso di ascolto e confronto dei singoli, delle Istituzioni locali e religiose e delle organizzazioni sociali, imprenditoriali, sindacali, culturali, il cui apporto propositivo costituirà un contributo importante per il momento decisionale finale che compete responsabilmente alla Fondazione.
Le riflessioni di cui sopra costituiscono una presentazione sintetica che non vuole prevaricare le competenze del Consiglio generale e del Consiglio di amministrazione, ai quali compete la definizione delle linee strategiche e di indirizzo generale. A seguito dell’auspicata approvazione di queste indicazioni generali, verranno poi declinati in maniera più analitica e dettagliata i singoli punti.
Se la presente proposta verrà condivisa, mi impegno a un comportamento coerente con questa impostazione (perseguire il bene comune come un buon padre di famiglia senza intenti o metodi speculativi), con la necessaria flessibilità nel metodo ma con altrettanto rigore nella salvaguardia dei valori etici e dei principi fondanti.
Il metodo di lavoro e di relazione saranno improntate al dialogo e all’ascolto, pur garantendo le necessarie assunzioni di responsabilità per una conduzione efficace della Fondazione, in uno sforzo permanente di sintesi, di mediazione e di coordinamento. In questa ottica mi sembra opportuno dedicare una iniziale e adeguata attenzione agli amici che rappresentano il territorio di Vigevano e alle esigenze del loro territorio sia a livello di investimenti che di erogazione.
Il successo della Fondazione passa attraverso la coesione e l’unitarietà delle scelte e dei comportamenti, lo slancio e l’entusiasmo che ciascuno saprà trasmettere agli altri e che consentirà a tutta la squadra di superare qualsiasi divergenza e contrapposizione attraverso un rapporto sereno e leale, improntato all’ascolto e al dialogo costante. Mi permetto soltanto di chiedere a ciascuno di saper spersonalizzare le proprie singole e legittime visioni in una armonica composizione di finalità e di risultati per diventare vera comunità di intenti e di persone: solo così credo che si potrà recuperare la credibilità e l’immagine della Fondazione nei confronti dei nostri principali interlocutori e ridare slancio a una Istituzione storica e fondamentale per il sostegno e lo sviluppo della vita sociale di Piacenza e Vigevano.