La paralisi in cui è piombata la Fondazione di Piacenza e Vigevano arriva anche sulle colonne del Corriere della Sera. Nel pezzo si fa riferimento all’investimento da un milione di euro in una banca privata del Gibuti, alla manovra del parcheggio “per sbaglio” da 200 milioni di euro in Svizzera, e poi la vicenda dei milioni bruciati in una banca in crisi, il caso dei derivati compreso il famoso prestito fresh di Montepaschi. Insomma ce n’è in abbondanza, troppo forse, perchè il patrimonio della Fondazione, espressione di Comune, Provincia, Camera di Commercio, Diocesi, università e volontariato, dovrebbe essere utilizzato per azioni filantropiche, culturali, di sviluppo del territorio e amministrato con prudenza, come recita lo statuto dell’ente. A ripercorrere la storia della Fondazione viene da meravigliarsi. “Il bilancio – si legge – negli anni scorsi, si era caricato di derivati e titoli strutturati particolarmente complessi. Smontarli ha prodotto perdite e allungato scadenze, immobilizzando il patrimonio. Più di tutte – si legge – ha pesato la scelta nel 2008 di tornare ad investire in una banca: il 15% di Monte Parma che totalizzerà 180 milioni di perdite”. Mario Gerevini, autore del pezzo, si interroga anche sull’utilità e sulle conseguenze dell’investimento in Gibuti. 5mila chilometri di distanza tra lo stato africano e Piacenza, cosa c’entra? “I soldi – si legge nell’articolo – finirono in una holding lussemburghese e poi deviati in una banca di Gibuti. Un milione investito, un milione perso, azzerato nel 2011”. Venne giustificato come “operazione filantropica”. L’articolo ripercorre le tappe passando per l’elezione, a dir poco tribolata, di Francesco Scaravaggi, ingegnere fuori dai circuiti politici. Poi scoppia “il giallo del pacchetto di titoli da 200 milioni di euro prelevato dai conti bancari e parcheggiato in Svizzera”. Da lì il licenziamento dei dei direttore della Fondazione accusato di aver permesso l’operazione senza l’ok del consiglio. La situazione precipita perchè 5 consiglieri della Fondazione su 7 entrano in conflitto con il presidente, gli stessi 5 che lo stesso Scaravaggi aveva scelto come membri del cda. La storia arriva a poco più di un mese fa con le dimissioni del presidente praticamente sfiduciato da una parte dei consiglieri che lo avevano sostenuto nella sue elezione. Nell’ultimo periodo sindaco e presidente della Provincia hanno scelto il notaio Massimo Toscani come successore di Scaravaggi. Una figura che pare godere dell’appoggio trasversale di gran parte del consiglio. E il cda sarà azzerato? Quasi certamente non sarà lo stesso, quindi pare di capire che alcuni elementi verranno sostituiti. Ogni dubbio verrà svelato il 26 luglio, data in cui verrà convocato il consiglio generale per il passaggio ufficiale di consegne.
FONDAZIONE, NUOVO PRESIDENTE NEL CONSIGLIO DEL 26 LUGLIO
A meno di colpi di scena dell’ultimo minuto il nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano sarà il notaio Massimo Toscani. Per la sua nomina ufficiale bisogna però attendere ancora qualche giorno, il prossimo consiglio generale fissato per il 26 luglio in via Sant’Eufemia. Sarà in questa occasione che il nome di Toscani verrà presentato al presidente uscente Scaravaggi sottoscritto, pare, da 14 consiglieri. La figura di Toscani avrebbe catalizzato un gradimento trasversale tra i consiglieri, al contrario di quanto accadde per l’elezione di Scaravaggi. Anche il consiglio di amministrazione sarà in gran parte rinnovato nella sua composizione così come auspicato in più occasioni sia dalle istituzioni che dalla politica. Dovrebbe così terminare la pensante situazione di stallo che ha bloccato l’attività della Fondazione da circa un mese, da quel consiglio generale in cui Scaravaggi non ottenne la maggioranza dei voti dai suoi consiglieri, costringendolo, di fatto, alle dimissioni.
CASSA IN DEROGA, 664MILA ORE IN QUATTRO MESI
Da gennaio a maggio del 2014 sono state 664mila le ore di cassa integrazione in deroga nella provinciale di Piacenza. Numeri allarmanti che rischiano di peggiorare ulteriormente se gli ammortizzatori sociali non verranno rifinanziati. I 400 milioni di euro stanzizti poche ore fa dal ministro del Lavoro Poletti non è sufficiente per coprire l’intero anno. Dal 2009 a Piacenza sono state 4300 le persone coinvolte nella cassa in deroga con oltre 3 milioni di ore, al momento sono 1500. Questi dati sono stati forniti dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia. Per scongiurare il rischio che gli ammortizzatori si esauriscano, anche una delegazione di Cgil, Cisl Uil di Piacenza partecipera’ alla mobilitazione a Roma il 22 e 26 luglio. La Uil ha condotto uno studio “no Pil no job” dal quale risulta come, in sei anni di crisi, una persona su tre abbia conosciuto difficoltà a livello lavorativoed abbia usufruito degli ammortizzatori sociali. Da qui il tema di una riforma universale degli ammortizzatori, richiesta a gran voce dai sindacati, nel senso che tutti i lavoratori devono porterne godere. È curioso, e anche un po’ preoccupante, che negli ultimi anni siano diminuite le forme di flessibilità tradizionali (contratti a progetto, interinali ecc) a fronte di un aumento del 1812% dei voucher che comportano per le aziende costi bassissimi.
DANESI, LA CRISI DEL MATTONE PASSA ANCHE DA QUI
Dopo la sentenza del tribunale di Piacenza che di fatto ha decretato il fallimento della Rdb Terrecotte, un altro marchio storico, un tempo leader del settore manufatti e laterizi rischia di perdersi nella morsa della crisi del mattone. Stamattina alla Danesi di Lugagnano è stato proclamato uno sciopero di 8 ore con presidio dei lavoratori per denunciare una situazione che porta a pensare che non ci sia la volontà di salvare l’azienda. Ad agosto dell’anno scorso la Danesi ha avviato un procedimento di cassa integrazione ordinaria, a marzo la cassa è diventata straordinaria per un anno. E dopo quale futuro si paventa? C’è la possibilità di una ripresa della produzione? I 24 dipendenti se lo chiedono ma hanno il sentore che le risposte siano negative. A fine giugno doveva esserci un tavolo di confronto con dirigenza e istituzioni saltato all’ultimo minuto e rimandato a settembre. “Se le cose vanno avanti così – ha riferito Roberto Varani della Filcam Cisl – abbiamo poche speranze anche in questo incontro, i lavoratori si stanno dando da soli le risposte. Manca la volontà di ripartire da parte dell’azienda, abbassando la qualità del prodotto il mercato a cui ci si rivolge non è più quello di una volta. Con il presidio di oggi – continua – vogliamo sensibilizzare l’opione pubblica”. La Danesi ha uno stabilimento madre a Soncino che non ha mai subito interduzioni nella produzione, oltre che altri siti sparsi per l’Italia. La sensazione è che si voglia sacrificare lo stabilimento di Lugagnano, abbassare la qualità del prodotto per venderlo a prezzi più competitivi.
E-QBO, PERCHE’ NON PORTARLO A SPASSO PER PIACENZA?
Da Abu Dhabi a Selinunte fino a piazza Cavalli. E-Qbo dopo aver girato mezzo mondo è arrivato anche a Piacenza. Da un mese è il fulcro di decine di eventi e presentazioni che si stanno susseguendo e che si svolgono proprio all’interno del cubo che rimarrà installato fino a settembre. Sotto l’ombra di palazzo Gotico un oggetto così non si era mai visto; essenziale nelle linee senza ridondanza, lontano dello stile del palazzo che sta alle spalle ma, nello stesso tempo, perfettamente in armonia. Sta proprio qui la modernità di questo contenitore che sta diventando un luogo di studio, incontro e aggregazione, dove fare e raccontare innovazione ed esperienze. Perchè allora non portare a spasso il cubo per la città? Il suo inventore l’architetto Romolo Stanco, che insieme a cinque soci fa parte della start up T°Red, sta prendendo seriamente in considerazione questa idea. E-Qbo potrebbe diventare itinerante e ripopolare quei luoghi per certi aspetti dimenticati che hanno bisogno di aria nuova, ad esempio il lungo Po o il parco della Galleana.
FONDAZIONE, PER IL NUOVO PRESIDENTE QUESTIONE DI ORE
La Fondazione di Piacenza e Vigevano sarebbe vicina ad avere un nuovo presidente. L’uso del condizionale è d’obbligo in questa fase di transizione davvero delicata, ma sembra che sia davvero questione di ore. La persona designata a ricoprire questo ruolo avrebbe la maggioranza dei voti (quei 13 voti che mancarono a Francesco Scaravaggi), insomma ci sarebbe la certezza matematica. Entro il fine settimana le ultime formalità dovrebbero sciogliersi e si dovrebbe così svelare anche il nome del successore di Scaravaggi. Se così fosse i tempi sarebbero stati tuttavia minori di quanto in tanti prospettavano, compreso lo stesso presidente dimissionario.
NUOVO PRESIDENTE FONDAZIONE,DECISIVE LE PROSSIME ORE
Le prossime ore potrebbero essere decisive per designare il successore di Francesco Scaravaggi alla guida della Fondazione. Dopo il cda di ieri terminato a tarda sera nel quale il presidente si è trovato al tavolo con gli stessi consiglieri che, un mese fa, gli hanno negato la fiducia, oggi il tema e’ di nuovo trovare chi prenderà in mano la gestione dell’ente di via Sant’Eufemia. Il presidente Scaravaggi ha ribadito l’intenzione di lasciare nelle mani del suo successore una situazione al pari con l’ordinaria amministrazione in modo che possa avere un quadro preciso per valutare future mosse. Nelle prossime ore si susseguiranno alcuni tavoli di confronto con le istituzioni da cui potrebbe uscire il nuovo presidente con i famosi 13 voti di maggioranza necessari per essere eletti.
SANDVIK, “LICENZIATI PER TROPPA EFFICIENZA”
Da oggi i cancelli della Sandvik di San Polo si sono ufficialmente chiusi. È il bilancio del braccio di ferro tra azienda, istituzioni e sindacati dopo l’annuncio, lo scorso aprile, della chiusura dello stabilimento da parte della direzione. Su 57 lavoratori, 8 sono stati ricollocati, alcuni con profili allineati ai precedenti, altri in un contesto di vendita, altri specialisti di area. Per questi la sede principale sarebbe Milano; San Polo dovrebbe diventare la sede distaccata per 2, 3 persone, ma ad ora non è ancora operativa. Per i restanti lavoratori il futuro è la cassa integrazione, una decina ha fatto domanda per la mobilità. Altri, quelli prossimi alla pensione, hanno chiesto ed ottenuto incentivi all’esodo. Buoneuscite cospicue, che pero’ non pagano la delusione e l’amarezzadi aver perso il lavoro in un’azienda leader nel settore e in ottima salute. “Ci hanno licenziato per troppa efficienza” dice qualche lavoratore deluso e amareggiato per come si è conclusa la storia decennale della Sandvik.
EXPO 2015, PERCHÉ AFFIDARE AD UN SOLO SOGGETTO LA COMUNICAZIONE?
Perché affidare la parte che riguarda il marketing e la comunicazione legata ad Expo 2015 ad un’unica agenzia? È questo il tenore dell’interrogazione che i consiglieri comunali rivolgono a sindaco e giunta. in particolare si chiede al presidente di Ats Silvio Ferrari quali siano stati i requisiti per scegliere l’agenzia Bloomet (il nome non viene mai citato) come unica responsabile per i servizi di comunicazione e organizzazione, anziché favorire una rete di operatori piacentini, magari, con maggiore esperienza in questo settore che sineravresa disponibile fin dall’inizio dell’avventura in vista di Expo. Tra l’altro, nell’interrogazione si ribadisce che non tutti gli operatori si sono dimostrati favorevoli all’affidamento dell’incarico ad un unico soggeto di recente costituzione (fine 2012).
FONDAZIONE, SI STRINGE LA ROSA DEI NOMI PER LA PRESIDENZA
La parola d’ordine è trovare una soluzione ad un rebus che pare più complicato del previsto. In via Sant’Eufemia il nodo principale da sciogliere è il nuovo presidente che subentrera’ a Francesco Scaravaggi. Ma non è facile, perché oltre che un nome condiviso dovrà avere soprattutto i numeri per passare, quei 13 voti insomma che mancarono a Scaravaggi e lo portarono alle dimissioni. Nelle ultime ore il sindaco Dosi e il presidente Trespidi stanno sondando le disponibilità. Tra i nomi che circolano ci sono quelli dell’ex questore di Piacenza Michele Rosato e, nelle ultime ore, anche quello dell’avvocato Roberto Rovero. L’auspicio è che si arrivi presto ad una sintesi e ad un nome condiviso da sottoporre al consiglio generale. Nelle prossime, non è escluso, che venga richiesta la convocazione urgente di una nuova commissione comunale alla presenza dei consiglieri rappresentanti del comune in Fondazione, Montenz e Rabaiotti.