RABUFFI, APP: “ALL’OPPOSIZIONE PORTEREMO UN PUNTO DI VISTA DIVERSO DALLA MAGGIORANZA”

Ora chi ha vinto le elezioni  dimostri di sapere governare, rendendo fatti le parole spese in campagna elettorale. E’ una chiamata alla concretezza quella che il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi rivolge alle neo sindaca Katia Tarasconi e alla sua futura squadra di governo. Passata la sbornia elettorale, scrive Rabuffi in una nota, ed è questo ormai il tempo, la necessità della nuova amministrazione è di affrontare sul serio i bisogni dei piacentini, anche dei tanti che hanno deciso di disertare le urne.

GIUNTA TARASCONI: SVOLTA, COMPENTENZA E VOLTI NUOVI. EQUAZIONE FATTIBILE?

La composizione della prossima giunta appassiona, non c’è che dire. Anche chi non è tra gli addetti ai lavori ma mastica un pò di politica. Perché dalla scelta delle donne e degli uomini che andranno a comporre il parlamentino di Palazzo Mercanti molto si capirà della direzione che la sindaca ha deciso di dare alla città. Sul tema la stessa Tarasconi ha, in ogni occasione, ribadito che sarà lei ad avere l’ultima parola e non sarà soggetta ad alcun condizionamento. Ha anche detto e ripetuto che sarà un giusto mix di competenze e capacità di comunicare con i cittadini. Non una giunta di tecnici insomma, ma neppure del tutto politica, pare di capire.

Da quello che trapela, sembra che la linea sia quella di introdurre volti nuovi affiancati dall’esperienza di chi in politica c’è da anni. Un esempio? Il giovane musicista Francesco Brianzi è uno dei nomi più insistenti per l’assessorato alla Cultura, forte delle 289 preferenze nella lista civica Tarasconi. A fargli da contrappeso, quanto ad esperienza, circolano i nomi di Renza Malchiodi che in questa campagna elettorale ha avuto un ruolo centrale, ma anche Tiziana Albasi, già assessore alla Cultura nella giunta Dosi, che potrebbe avere l’assessorato alla Scuola. Altro volto nuovo quello della fotografa Serena Groppelli, capolista di Piacenza Coraggiosa, che da giorni circola nel toto assessori. Insistente anche il nome di Cristian Fiazza, associato ad un assessorato di peso come Urbanistica. Pare che lo scoglio più alto per lui sia conciliare l’impegno amministrativo di giunta con la professione di avvocato; la sindaca ha più volte rimarcato che i suoi dovranno assessori a tempo pieno, per porre una prima differenza con la precedente amministrazione.

Anche Luigi Gazzola è tra i nomi più insistenti per l’assessorato al Bilancio, la stessa delega che aveva rivestito anche nella giunta Dosi. Spunta anche il nome dell’architetto Giuseppe Baracchi per l’assessorato all’Urbanistica e anche quello di Marco Bergonzi vicino alla parlamentare Paola De Micheli che non rientra tra i nomi più quotati in giunta, la sua è considerata una presenza determinante nell’asse Piacenza – Roma a trazione PD. Anche la sindaca sembra si terrà qualche delega, probabilmente quella alla Salute pubblica e al Commercio, per quest’ultima ha già avuto esperienza nella giunta Reggi e in parte della giunta Dosi.

Altro nodo da sciogliere è la presidenza del consiglio comunale: da decidere c’è se affidarla alla maggioranza, per cui la spunterebbe Paola Gazzolo, o all’opposizione, qui le indiscrezioni parlano dell’avvocato Sforza Fogliani.

Comunque sarà la squadra la sindaca Tarasconi, che in questi giorni sta lavorando a distanza perché ancora positiva al Covid, sa bene che quella della giunta è il primo banco di prova a cui l’attendono i cittadini. L’equazione in cui la svolta deve essere il risultato di competenza e volti nuovi con una forte presenza del Partito Democratico non sarà facilmente risolvibile.

 

PATRIZIA BARBIERI CONSEGNA IL COMUNE A KATIA TARASCONI

Giornata del passaggio di consegne ufficiale tra la sindaca uscente Patrizia Barbieri e la neo Katia Tarasconi.

Tarasconi interrogata sulla futura squadra di governo: “Sarà una giunta di persone competenti a capaci di rapportarsi con le persone”. Barbieri: “resterò all’opposizione. Nella campagna elettorale nessun errore”

UN GESTO CHE VA OLTRE IL RISULTATO: QUELL’UMANITA’ DI CUI SI E’ SENTITA LA MANCANZA

L’abbraccio tra quelle che fino a pochi minuti prima erano avversarie ha fatto il giro dei giornali e delle tv nazionali. C’era da immaginarlo, non solo per il gesto (un abbraccio concilia e scoglie le tensioni) ma anche per la sua autenticità.

Come altri colleghi, l’abbiamo vissuto in diretta, mentre la nuova sindaca Katia Tarasconi stava rilasciando le prime dichiarazioni a caldo della sua vittoria. Patrizia Barbieri, dal point distante pochi metri da piazza Cavalli, è arrivata facendosi largo tra la calca dei giornalisti e poi le due hanno fatto quello che per loro è stato più naturale, abbracciarsi. Poteva essere una stretta di mano,  invece si è andati oltre, un abbraccio commosso seguito da qualche secondo occhi negli occhi. Tutto profondamente umano e, per un attimo molto, rincuorante. Un pò come se l’onda d’urto di questo gentile si propagasse per molto tempo ancora. Ce n’è bisogno, sia per compensare gli attacchi (per la verità non molti) della campagna elettorale, sia per essere di buon auspicio per la nuova amministrazione.

Analizzare oggi la vittoria di Katia Tarasconi, chiara e netta ma non schiacciante rispetto alla uscente Patrizia Barbieri, è un esercizio che fanno in molti: la prima ha staccato la seconda di 2193 voti, Tarasconi ha incremento i consensi di 1100 preferenze rispetto al primo turno, Barbieri invece di voti ne ha persi 210. Da cosa è dipeso questo quadro? Dai consensi ottenuti da Tarasconi da una parte degli elettori di ApP e probabilmente da una parte dei Liberali che, un pò sorprendentemente, hanno preferito la candidata di centro sinistra a quella di centro destra. Rapporti logorati da tempo che bene non hanno fatto al centro destra che, seppur unito, non l’ha spuntata. Il dato è che una candidata rispetto all’altra ha saputo giocare bene le sue carte e avere maggiore consenso che tradotto significa più voti.

Tornando a quell’abbraccio, ha saputo attenuare il dibattito più acceso dell’analisi del voto e favorire quella più umana tra due donne che si guardano negli occhi, la parte più sana e rincuorante della notte del ballottaggio.

ECCO IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

Trentadue posti in consiglio comunale di cui venti spettano alla nuova maggioranza. Questa la composizione del nuovo consiglio comunale con Katia Tarasconi nuovo sindaco sostenuta da sei liste: Partito Democratico, civica, Coraggiosa, Piacenza Oltre, Azione, Pensionati Piacentini.

Per il PD entrano in consiglieri: Christian Fiazza, Stefano Perrucci, Paola De Micheli, Tiziana Albasi, Paola Gazzolo, Andrea Fossati, Sergio Ferri, Salvatore Scafuto.

Otto anche per la lista civica: Gianluca Bariola, Francesco Brianzi, Claudia Gnocchi, Francesco Casati, Sibilla Brusamonti, Mario Dadati, Luca Dallanegra, Angela Stefania Fugazza.

Due consiglieri per Coraggiosa: Serena Groppelli e Loris Infantino. Due anche per Piacenza Oltre: Caterina Pagani e Gianluca Ceccarelli.

Tra i banchi della minoranza insieme a Patrizia Barbieri ci saranno Massimo Trespidi, Jonathan Papamarenghi e Federica Sgorbati della lista civica. Tre consiglieri per FdI: Sara Soresi, Gloria Zanardi e Nicola Domeneghetti. Un solo consigliere per la Lega Luca Zandonella.

Gli altri seggi a disposizione saranno occupati da Stefano Cugini e Luigi Rabuffi per Alternativa per Piacenza e Corrado Sforza Fogliani per i Liberali Piacentini.

 

KATIA TARASCONI E’ LA NUOVA SINDACA DI PIACENZA. LA CITTA’ TORNA AL CENTRO SINISTRA

Prima di lei sono arrivati in piazza i sostenitori e chi ha vissuto insieme a lei questa lunga campagna elettorale. Il partito democratico in primis, poi i tanti civici imbarcati nell’avventura che insieme hanno intonato Bella Ciao

Katia Tarasconi ha aspettato lo spoglio della 108esima sezione, nel point di via Emilia Parmense, prima di esultare e gioire insieme ai suoi la vittoria che la vede nuova sindaca di piacenza con il 56,43 per cento pari a 16935 voti. patrizia barbieri si è fermata al 46,54 con 14742 voti. un distacco che si è mantenuto tale fin dalle prime dieci sezioni scrutinate e che ha portato il centro sinistra di nuovo alla guida della città. Molto bassa l’affluenza, ai minimi storici: 42,18 per cento, al primo turno aveva votato il 53 per cento.

L’arrivo in piazza esultante, quasi liberatorio dopo due mesi di campagna vissuti a mille, minuto per minuto, dove le tensioni tra candidati sono state tutto sommato poche, se non nelle ultime due settimane in vista del ballottaggio.

Tra il capannello di giornalisti si fa strada patrizia barbieri, arrivata dal suo point per complimentarsi con la nuova sindaca, un abbraccio sincero quasi commosso e poche parole per augurarle buon lavoro, promettendo di restare saldamente a capo dell’opposizione in consiglio comunale.

Già da domani, dopo i legittimi festeggiamenti, le pratiche per le dimissioni dal ruolo di consigliere in regione per tuffarsi appieno nella macchina amministrativa di palazzo Mercanti. Primo impegno incontrare tutti i dipendenti comunali.

BALLOTTAGGIO, CROLLA L’AFFLUENZA: ALLE 19 HA VOTATO IL 30% DEI PIACENTINI. AL PRIMO TURNO IL 38.5%

Crolla l’affluenza ai seggi: alle 19 ha votato solo il 30 per cento dei piacentino, il primo turno la percentuale era al 38.5.

Alle 12 di oggi l’affluenza ai seggi in occasione del ballottaggio è stata del 17,03 per cento in calo di tre punti percentuali rispetto al primo turno.
La prossima rilevazione dell’affluenza sarà alle 19. I seggi chiuderanno alle 23 e subito dopo inizierà lo spoglio.
Al termine si conoscerà il nome del nuovo sindaco di Piacenza.

VERSO IL BALLOTTAGGIO: IL MONDO COME NON TE LO ASPETTI

Meno due giorni al voto del ballottaggio. Una della due candidate, Katia Tarasconi o Patrizia Barbieri, guiderà Piacenza per i prossimi cinque anni, a dividerle 876 voti, che portano leggermente in avanti la candidata di centro sinistra rispetto a quella di centro destra.

Sono stati quindici giorni trascorsi in mezzo alla gente, tra i cittadini, tra tour, colazioni e banchetti ma anche tra contatti più o meno diretti o a suon di comunicati con gli “aghi della bilancia”: Stefano Cugini di ApP con il 10.7 per cento dei voti al primo turno e Corrado Sforza Fogliani dei Liberali Picentini con l’8.3.

Ma di fatto, dal 12 giugno poco è cambiato perché di apparentamenti formali non ce ne sono stati, anche se i due mondi si sono sempre parlati, anzi per anni hanno condiviso lo stesso cammino. Quello del centro sinistra di Katia Tarasconi con Stefano Cugini e quello di Patrizia Barbieri con Corrado Sforza Fogliani, i cui Liberali sono stati eletti nel 2017 nella maggioranza di centro destra. Rimettersi insieme, da entrambe le parti, non è stato possibile.

Ma le modalità sono state diverse: nel centro sinistra è stata ApP a chiedere l’apparentamento formale per avere la possibilità di entrare in consiglio comunale con un numero di consiglieri più rappresentativo; richiesta convintamente rifiutata da Tarasconi bollata con un “suicida” dal segretario del PD Berra, forse per la preoccupazione di essere definiti troppo a sinistra rispetto alla coalizione più moderata che ha sostenuto la candidata. Dall’altra parte invece è stata la coalizione di centro destra a chiedere ai Liberali un appoggio ufficiale. Nel ruolo di mediatore Tommaso Foti che tanto si è speso per far avvicinare le due parti, ormai sideralmente lontane più personalmente che politicamente, basti pensare al botta e risposta tra Barbieri e Sforza degli ultimi giorni. “Impossibile dialogare con chi non mi vuole parlare” dice lei, “Non le parlo perché non accetta di scrivere gli impegni che le chiediamo” dice lui. A marcare ancora di più le distanze il comunicato della sindaca di ieri “giochi di poteri e spartizioni che si stanno consumando sulla testa dei piacentini, orchestrati nelle cene non so quanto eleganti nei ristoranti cittadini o negli uffici di qualche istituto di periferia”, riferendosi alla famosa cena del “Twin Fish lo scorso novembre  tra Sforza, Tarasconi e Reggi e all’incontro, smentito da entrambe le parti, di Reggi e Sforza negli uffici della banca di Piacenza. Perché c’è chi è pronto a sottoscrivere che una parte degli elettori dei Liberali è decisa a votare la candidata di centro sinistra. Ufficialmente, è dovere di cronaca ribadirlo, la nota dei Liberali non offre indicazioni di voto ai propri elettori; la nota si intitola Nessuna (espressa) indicazione di voto. Come a dire “ognuno faccia quel che vuole”.

Nel centro sinistra la trattativa è stata forse più manifesta: la candidata Tarasconi, in un colloquio con Cugini, sfumata la possibilità di apparentamento, ha espresso, a tre giorni dal voto, la volontà di essere ospitata dall’assemblea plenaria di ApP per rispondere a quei punti del programma giudicati non sovrapponibili, in particolare sulle tematiche urbanistiche e ambientali. L’incontro, avvenuto in un clima di massimo ascolto e rispetto, ha portato anche Alternativa per Piacenza all’elaborazione di una nota rivolta agli elettori “Non un solo voto alla destra – si legge – Alternativa per Piacenza è stata chiara fin dal principio e non si è mai spostata dalla sua traiettoria” e ancora  “scegliamo di restare autonomi, per costruire la casa comune di una sinistra non settaria e pregiudiziale, inclusiva di ogni sensibilità, purché nel perimetro di una scelta di campo netta e senza posizioni ambigue. Autonomi non significa però equidistanti. Con questa consapevolezza, invitando a riscoprire il diritto di voto quale grande conquista democratica, ogni cittadino deciderà il da farsi in coscienza”.

Questo lo scenario che si presenta agli elettori, un pò della serie “il mondo come non te lo aspetti”. Ma tant’è, perché in politica spesso va così.

 

“ABBIAMO PAGATO LA CRISI DEI PARTITI E LA SCARSA PARTECIPAZIONE AL VOTO”

La delusione per il risultato personale e in particolare per quello del Movimento 5 Stelle è innegabile e con la consueta pacatezza che gli è propria, non la nasconde. Sergio Dagnino con 104 preferenze e un magro 2,06 per cento ottenuto dal Movimento 5 Stelle di cui era capolista all’interno della coalizione di Alternativa per Piacenza, restando così le cose, sarà fuori dal prossimo consiglio comunale, dopo 5 anni di strenua e preparata opposizione.

La crisi dei partiti si è fatta sentire eccome anche a Piacenza, Lega e Movimento in primis, ma Dagnino non pensava in modo così importante.

COMUNALI: A PIACENZA HA VOTATO IL 53% DEGLI ELETTORI. DALLE 14 AGGIORNAMENTO DATI IN TEMPO REALE

Il primo dato, decisamente poco confortante, è quello dell’affluenza: alle 23 di ieri sera aveva votato, a Piacenza, il 53,21 per cento dei votanti contro il 56,40 del 2017. In calo anche la percentuale di affluenza degli altri comuni: a Bettola ha votato il 57.38, Carpaneto 59.53, Monticelli il 52.11, Villanova il 58.90 per cento. Percentuali inferiori a cinque anni fa.

Un dato preoccupante che conferma, anche in questa tornata, la forte disaffezione dei cittadini al voto, nonostante si tratti del voto comunale, ovvero l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale.

Lo scrutinio comincerà alle 14 di oggi che seguiremo attraverso i seguenti link

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