ALLUVIONE, DOSI: “SIAMO CONSAPEVOLI DELLE NOSTRE CARENZE”

“E’ evidente che qualcosa non ha funzionato, ma questo non è il momento delle polemiche ma dell’emergenza”. E’ franco il sindaco Paolo Dosi nell’ammettere che qualcosa non ha funzionato come doveva nella gestione dell’emergenza nella frazione di Roncaglia. Gli abitanti non sono stati avvisati della piena che sarebbe arrivati, ma sono stati travolti dalle acque del Nure senza preavviso. Il tempo per lanciare l’allarme, in realtà, ci sarebbe stato, perchè dalla montagna sono trascorsa quattro ore prima che scendesse in pianura. Cosa non ha funzionato? Un gap di comunicazione? A dirlo dovranno essere gli stessi amministratori. Ma ora il primo cittadino vuole pensare all’emergenza, come è giusto che sia, nell’intento di togliere il fango e la melma da quella frazione che cerca di risollervarsi, ma a fatica. “E’ evidente che qualcosa non ha funzionato – ha detto Dosi – questo non significa non prendersi delle responsabilità, ma oggi non possiamo permetterci di guardare alle responsabilità altrui. Passata l’emergenza – prosegue il primo cittadino – faremo un sano esame di coscienza perchè siamo consapevoli delle nostre carenze”.

DOSI 1

SOTTOSCRIZIONI E RACCOLTE FONDI PER GLI ALLUVIONATI, SCATTA LA SOLIDARIETA’ CON CONCRETA

La solidarietà è partita. Istituzioni, associazioni, enti privati hanno attivato iniziative e raccolte di denaro per gli alluvionati. Dipendenti della Provincia e imprese devolveranno un’ora di lavoro ai territori colpiti; l’accordo è stato siglato dal presidente Rolleri, dal rappresentante ANCI Raffaele Veneziani, dai Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, CNA; Confcooperative, Legacoop, Unione Commercianti, Confapi, Libera Associazione Artigiani, Confagricoltura e Coldiretti. Anche la Croce Rossa ha attivato un conto corrente dedicato alla donazioni: Banca di Piacenza IBAN: IT 58 E 05156 12600 CC 00 000 37440, causale Offerta per popolazioni alluvionate del Nure e del Trebbia. Per i cittadini di Roncaglia, l’amministrazione ha messo a disposizione un account email emergenza.alluvione@comune.piacenzait. Questa casella di posta elettronica è riservata soprattutto a chi in questa fase vive il dramma del post alluvione, ma anche a chi avesse richieste da rivolgere al Comune. Della drammatica situazione in cui versa la nostra provincia è stato informato dal vescovo Ambrosio anche Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, che ha assicurato che la Conferenza Episcopale Italiana aiuterà i territori con l’8 per mille.

I consiglieri comunali Marco Colosimo e Paolo Garetti hanno inviato al sindaco Dosi una comunicazione in cui si chiede di “valutare tutte le vie possibili di finanzia pubblica  ordinaria e straordinaria affinché vengano esonerati dal pagamento dei tributi locali, almeno per l’anno in corso, coloro i quali dimostrino di aver subito danni al proprio patrimonio materiale ( immobili o cose)”.

roncaglia alluvione

RENZI: “EMILIANI PERSONE STRAORDINARIE”. CONFERMATO LO STATO DI EMERGENZA

È arrivato in auto blu poco prima delle 16.30 dopo aver sorvolato i luoghi colpiti dall’alluvione. Poi il Premier Matteo Renzi ha fatto tappa in Prefettura per un incontro con i sindaci dei comuni devastati dalle esondazioni del Nure e del Trebbia. Un incontro, della durata di un’ora scarsa, in cui Renzi ha confermato che il Governo dichiarerà lo stato di emergenza. “Gli emiliani sono persone straordinarie, maquesto non può essere un elemento di autoassoluzione da parte del Governo che farà la sua parte – ha detto -. Si è trattato di un evento straordinario che, secondo gli esperti, si ripete ogni 500 anni”. “Questo però – ribadisce – non ci deve assolvere dall’aver maggior cura dei nostri corsi d’acqua e del nostro territorio. Il Governo nelle prossime ore dichiarerà lo stato d’emergenza, giusto il tempo necessario per completare alcune verifiche tecniche. Il Governo farà la sua parte come in Veneto, ad esempio concedendo una deroga dal patto di stabilità per i Comuni colpiti. La mia è una presenza di solidarietà, di vicinanza, ma sono anche nelle condizioni di dimostrare che porteremo aiuti concreti. Lasciatemi dire che questo territorio è fatto di persone straordinarie e capaci in grado di affrontare al meglio questa situazione”. Non si sa ancora quale sarà l’impegno economico del governo perchè le stime dei danni sono ancora da quantificare, ma è stato comunque annunciato lo sblocco del patto di stabilità per i sindaci dei comuni alluvionati e il rinvio delle tasse per le imprese danneggiate. Le uniche cifre certe, per ora, sono quelli stanziate dalla regione, da 2 a 5 milioni di euro per rispondere alle prime emergenze.

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RONCAGLIA CHIUSA AL TRAFFICO PER LA PULITURA DELLE STRADE

Dalla tarda serata di sabato alle prime ore di domenica Roncaglia sarà chiusa al traffico per permettere ai mezzi di Iren di intervenire per la ripulitura delle strade. Lo ha annunciato il sindaco Dosi nell’intento di dare una parvenza di normalità alla frazione devastata dall’alluvione. I tecnici e gli operatori di Iren si comporteranno come e’ avvenuto nell’ottobre dello scorso anno a Parma quando il quartiere chiuso al traffico per la ripulitura delle strada dopo l’esondazione. Un centinaio gli addetti che prenderanno parte al l’operazione, in funzione saranno predisposti diversi mezzi tra cui bob cat, mezzi Iren con lance ad alta pressione e autobotti per il lavaggio delle strade. Verrà predisposta una navetta per depositare le auto dei residenti in un parcheggio della città. Anche il Comune di Piacenza ha aperto un conto corrente per l’emergenza alluvioni che ha coinvolto la frazione di Roncaglia e altre località del territorio piacentino.
Chiunque intenda contribuire a questa emergenza può donare il proprio contributo economico attraverso il conto corrente intestato al Comune di Piacenza, secondo le seguenti modalità. Per i soggetti privati, un bonifico bancario presso la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, sul conto con Iban IT18J0623012601000031286163. Per gli enti pubblici, invece, è necessario un accredito sulla contabilità speciale presso la Banca d’Italia – Servizio di Tesoreria, il cui Iban è il seguente: IT52P0100003245245300062378. In entrambi i casi, il versamento dovrà riportare la seguente causale: “Contributo alluvione settembre 2015.
Ogni singolo contributo verrà utilizzato per questa finalità e, sul sito del comune di Piacenza – conclude l’Amministrazione, nel ringraziare sin d’ora tutti coloro che vorranno partecipare con un gesto di solidarietà – sarà pubblicato il rendiconto dell’uso dei fondi raccolti.
L’Amministrazione comunale aderisce anche all’iniziativa della Provincia che ha aperto un proprio conto corrente, rivolto da una parte al mondo del lavoro attraverso le organizzazioni sindacali e di categoria, dall’altra ai privati cittadini attraverso la Croce Rossa Italiana e altre associazioni di volontariato.
Inoltre, coloro che intendessero svolgere attività di volontariato nella frazione di Roncaglia, possono presentarsi all’Info Point allestito dal Comune di Piacenza nei pressi del Voltone Decca, dove sarà possibile, comunicando su una bacheca o agli operatori presenti, la propria disponibilità, avere un contatto con i cittadini alluvionati che a loro volta, sulla stessa bacheca o rivolgendosi agli operatori, manifesteranno le loro necessità in merito alla richiesta di volontari. I cittadini che intendono svolgere attività di volontariato dovranno presentarsi attrezzati almeno di guanti e stivali. All’Info Point, inoltre, sono previsti controlli notturni da parte di guardie giurate, mentre le Forze dell’ordine presidiano in continuazione il territorio per evitare atti di sciacallaggio.

bettola alluvione 2

LEGAMBIENTE SU ALLUVIONE: LA PREVENZIONE DIVENTI UNA PRIORITÀ ASSOLUTA

Prevenzione, manutenzione del territorio e sicurezza idraulica: sono le priorità che Legambiente sottolinea dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio mezza provincia.

Ecco il testo della nota

Di fronte alla gravità di quanto accaduto in val Trebbia e Val Nure, alle vite drammaticamente spezzate e ai danni materiali subiti dalle attività imprenditoriali di due intere vallate non si può che condividere il pensiero del presidente dell’ordine dei Geologi della nostra regione che, in un comunicato martedi, ha usato, senza mezzi termini, il linguaggio della verità, senza cercare, aggiungiamo noi, incredibili quanto inutili capri espiatori, come ad esempio verdi ed ambientalisti accusati paradossalmente di impedire la pulizia dei fiumi dall’eccesso di alberi e ghiaia. Una scomoda verità quella che riguarda decenni di scorretta gestione del territorio da parte di generazioni di amministratori nazionali e locali, refrattari a qualunque azione che avesse a che fare con il concetto di prevenzione ed ordinaria manutenzione del territorio, ma ben più prodighi a rilasciare autorizzazioni in fascia fluviale. Quegli stessi amministratori sempre pronti a chiedere risarcimenti a pioggia sulle emergenze determinate dal dissesto da essi stessi provocato.
Non è più tempo di parole e interventi emergenziali ma di fatti perche d’ora in poi l’agenda non la daranno più i piani dei Comuni o della Regione ma i fenomeni metereologici prodotti dai cambiamenti climatici, come quello accaduto domenica notte, le valanghe d’acqua che dobbiamo prepararci a gestire sul nostro territorio reso fragile da decenni di errori e di irresponsabilità. E’ un tema complesso quello del dissesto, non liquidabile in poche battute, ma vogliamo provare a dare il nostro contributo, perche la conta assurda delle vittime e dei danni materiali si fermi qui
Tre sono le concause, strettamente congiunte che hanno determinato questo disastro, le stesse in tutta Italia: i cambiamenti climatici in corso che hanno variato fortemente il regime delle piogge con precipitazioni di intensità devastante che producono vere e proprie valanghe di acqua; una gestione dissennata degli ambiti fluviali, sempre più canalizzati e con velocità della corrente sempre maggiore e più impattante, contro sponde sempre meno mantenute e correttamente gestite; abbandono del territorio di montagna che significa anche abbandono della gestione del deflusso ordinato delle acque.
La legna che a seguito di questi eventi il fiume si trascina nella sua inarrestabile corsa è solo un effetto e non una causa!
Non è più tempo di emergenze nè di polemiche sterili ma di promuovere da subito e tutti insieme, abbandonando contrapposizioni inutili, un diverso approccio alla gestione del territorio dove ognuno si assuma le proprie responsabilità, agisca conoscendo le dinamiche fluviali e del territorio di montagna in una ottica di pianificazione di bacino. Un’ottima occasione è il Progetto di Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico del fiume Po, attualmente in fase di osservazioni. Sarebbe ora che le azioni previste da tale Piano fossero ben fatte conoscere ai Sindaci e che fossero finalmente attuate e non lasciate solo scritte sulla carte o chiuse in un cassetto.
Sarebbe anche ora verificare anche le responsabilità di chi avrebbe potuto o dovuto intervenire e si è invece astenuto, o scegliendo di dirottare le risorse pubbliche verso interventi di maggiore visibilità e di ritorno di immagine o scegliendo di chiudere entrambi gli occhi autorizzando opere inconciliabili con le norme e con il buonsenso.
A fronte di eventi atmosferici incontrollabili, e mai visti prima, occorrerà abituarsi all’idea di ridestinare al fiume gli spazi cementificati e occupati da anni di scorretta pianificazione nelle aree di fondovalle e di ripensare al contempo ad un sostegno vero e sostenibile del territorio della montagna e della sua popolazione residua che nonostante tutto resiste.
In un’ottica di questo genere vanno assolutamente ripensati gli spazi destinati a campeggi, campi sportivi, strade e costruzioni civili o produttive realizzate in alveo o in fascia di esondazione. Dovranno essere delocalizzati in ambiti più sicuri o, laddove è possibile e sostenibile, protetti da interventi di regimazione pensati per durare e non per essere ripetuti ogni due o tre anni, a tutto vantaggio delle imprese amiche ma danno delle tasche dei contribuenti.
Contro chi ci accusa di impedire di scavare gli alvei, di impedire la rimozione della legna, di contrastare le regimazioni con massicciate di cemento non abbiamo più fiato ed energia per rispondere. Rimandiamo a chi è davvero interessato alla sterminata documentazione prodotta dalle autorità scientifiche e dagli esperti del settore, che ci onoriamo di sostenere da decenni.
Da ora in avanti, la parola d’ordine dovrà diventare prevenzione, manutenzione del territorio e sicurezza idraulica; in pianura lo stop al consumo di suolo e alla cementificazione indiscriminata ed in montagna sostegno economico ai presidi sul territorio
Occorre altresì ripensare ai sistemi di allerta, alle procedure di rilascio dalle dighe, al sistema di protezione civile, al coordinamento tra amministrazioni e non meno importante, all’educazione alla gestione del rischio perchè le persone devono essere messe in condizione di sapere come comportarsi di fronte alle emergenze. La prevenzione deve diventare un abito culturale, prima ancora che un obbligo o un comodo alibi per la gestione delle emergenze.

bettola strada crollata

COLDIRETTI, ALLUVIONE: DANNI PER 4,7 MILIONI DI EURO

Ammontano a 4,7 milioni di euro i danni alle aziende agricole dell’alta Val Nure gravemente colpita dai fenomeni alluvionali dei giorni scorsi. Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza nel precisare che questo importo è destinato salire in quanto molti imprenditori agricoli si trovano ancora in una situazione di isolamento telefonico e di viabilità e non hanno ancora avuto modo di comunicare l’esatta entità dei danni. Si tratta di stalle allegate, campi scavati dall’acqua, pollai spazzati dalla furia del fiume, pozzi e fontane danneggiate e non più utilizzabili per il consumo domestico e per l’abbeveraggio degli animali, canali e strade interpoderali gravemente compromesse. Un danno diretto stimato per oltre 3,5 milioni di euro che si vanno a sommare a circa 1,2 milioni di euro di danni alle strutture aziendali. Non immediatamente quantificabili – fa sapere Coldiretti Piacenza – sono invece i danni indiretti legati alla viabilità ordinaria gravemente compromessa da frane e cedimenti. Quotidianamente, infatti sia sulle strade principali che su quelle secondarie, viaggiano circa 100 quintali di latte prodotti dalle stalle della montagna e migliaia di quintali di legname oltre al rifornimento di carburante e all’approvvigionamento di mangimi e foraggi per il bestiame. Particolare preoccupazione – continua Coldiretti – per la stabilità della cosiddetta “strada vecchia”, utilizzata ora come unico collegamento diretto per l’alta Valnure. “La strada, afferma Riccardo Piras, segretario di zona di Bettola, non sopporta da diversi anni il traffico ordinario e presenta movimenti franosi. La sicurezza potrebbe essere messa ulteriormente alla prova dal passaggio dei mezzi. Se anche questo collegamento dovesse presentare nei prossimi giorni cedimenti rischiamo di rimanere isolati.” “In questo momento, prosegue Piras, gli agricoltori della montagna insieme ad alcuni imprenditori di Coldiretti Giovani Impresa di tutta la provincia stanno coadiuvando le azioni di ripristino nel comune di Farini.”

anatre affogate alluvionegalline affogate alluvioneimprenditori agricoli al lavoro alluvione

DEVASTAZIONE E IMPOTENZA NEL DOPO ALLUVIONE

Disperazione e devastazione, ma nello stesso tempo anche tanta voglia di ricominciare. Lo si legge negli occhi della gente di chi da tre giorni vive nel fango nel disperato tentativo di riportare un sottile velo di normalità nella propria vita. Ma non è facile: non è facile perchè da qualunque parte ci si volti nulla è più come prima. Ovunque si vedono fango e melma, ogni luogo è pervaso da quell’odore stantio di terra bagnata che difficilmente se ne andrà. Le braccia spalano, ma non appena si finisce di pulire un angolo di cantina o garage, il fango trabocca dal lato opposto. Roncaglia è una frazione in ginocchio; a due giorni dal disastro la situazione è ancora molto critica, in alcune abitazioni manca addirittura l’energia elettrica. Da oggi è operativo il punto informativo allestito dal Comune di Piacenza per fornire chiarimenti e assistenza ai residenti nella frazione. All’altezza di Voltone Decca è stata collocata una casetta in legno dove un addetto dell’Amministrazione sarà presente ogni giorno dalle 8 alle 18, rispondendo al seguente numero telefonico di riferimento: 334-8864268Anche un operatore di Iren sarà presente sul posto, dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, il sabato e la domenica dalle 8.30 alle 12.30. Per il momento, il punto informativo sarà in funzione fino a mercoledì 23 settembre, dopo di che si valuteranno le esigenze contingenti. La priorità ora è far fronte all’emergenza, cercare di riportare normalità nella devastazione. Siamo d’accordo. Ma prima o poi sarà si comincerà a parlare anche di responsabilità. Anzi qualche cittadino lo ha già fatto anche ai nostri microfoni. Anche da fonti istituzionali sembrerebbe ci siano stati intoppi e ritardi sulla comunicazione dello stato d’allerta. La situazione forse non sarebbe cambiata considerata l’eccezionale quantità di acqua scesa in poche ore, ma probabilmente le conseguenze sarebbero state meno devastanti.

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L’APPELLO DEI CITTADINI ALLUVIONATI: “NON LASCIATECI SOLI”

A tre giorni dall’alluvione la situazione in val Nure e val Trebbia è ancora molto critica. Dagli stessi cittadini delle zone più colpite, Farini e Ferriere in alta val Nure, arriva un appello accorato di aiuto. Alcune frazioni sono completamente isolate, in altre manca l’acqua potabile e il fango copre ancora ogni cosa. Chi può porti pale, camioncini per il carico dei detriti che la piena ha portato con sè, ruspe per la pulitura del fango.

Intanto è confermata per la giornata di domani la visita del presidente Matteo Renzi che, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, incontrerà i sindaci dei comuni più colpiti in Prefettura.

bettola alluvione 2

ALLUVIONE IL GIORNO DOPO, BETTOLA UN PAESE IN GINOCCHIO

La provinciale accartocciata su se stessa resterà una delle immagini simbolo della spaventosa alluvione che ha messo in ginocchio mezza provincia. Dove c’era una strada, oggi si snoda il Nure, seguendo, guarda caso, un percorso che appare assolutamente naturale. La provinciale per Bettola all’altezza di Recesio crollata rimarrà uno dei simboli di questo disastro impressionante. Proprio Bettola e l’alta val Nure restano le zone più colpite: strade, vie di comunicazione saltate, infrastrutture completamente distrutte, tutto ciò che animava il lungo Nure è stato spazzato via; dal nuovissimo campo giochi per bambini, ai campi da tennis inaugurati due mesi fa, dal campo da calcio alla piscina gravemente compromessa, nulla di tutto questo oggi esiste più. “Al di delle strade – ha detto il sindaco Sandro Busca – a Bettola sono state distrutte tutte le principali infrastrutture, tutti gli impianti sportivi; dal campo di calcio della BF al campo giochi per i bambini, dai campi da tennis alla piscina”. Il giorno dopo il disastro la situazione è surreale; nell’aria vola il fango ormai seccato, la strada è ricoperta di una spessa di coltre di melma. Saracinesche abbassate, i pochi negozi aperti in piazza danno una parvenza di normalità che faticherà ad arrivare. Nei comuni della val Nure e dall’alta val Trebbia c’è tanto da fare; da rimboccarsi le maniche e lavorare, come stano facendo i cittadini, la protezione civile e i tanti volontari che da ieri all’alba sono al lavoro per ripulire cantina e garage. “Siamo qui dalle 4 di ieri mattina – ci spiega un giovane volontario del Gruppo Cinofili La Lupa – stiamo ripulendo cantine e seminterrati. Lo facciamo da volontari perchè siamo animati dal buon senso, come se fossimo una famiglia dove c’è bisogno di aiuto”. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha confermato che il Premier Matteo Renzi entro la settimana visiterà i luoghi del disastro, per rendersi conto della gravità della situazione e per approvare lo stato di calamità naturale. Intanto dalla Regione è stato confermato lo stanziamento dei 2 milioni di euro per far fronte all’emergenza e dei 200 milioni già a bilancio per l’intera Emilia Romagna. “Chiederemo che vengano fatti interventi di prevenzione su torrenti e affluenti che finiscono nel Nure – spiega Busca – se non si lavora sulla prevenzione questa cose possono riaccadere”. Il presidente della Provincia Francesco Rolleri ha assicurato che la situazione verrà riportata alla normalità nel minor tempo possibile, almeno per quanto riguarda il ripristino delle condizioni di sicurezza sulle strade principali e delle reti telematiche, Bettola, Farini, Ferriere e Coli sono isolate anche dal punto di vista della comunicazioni.

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