PROFUGHI, LA PREFETTURA CONVOCA I SINDACI PER NUOVI ALLOGGI D’URGENZA

L’emergenza profughi non si sopisce, anzi torna a farsi sentire più forte che mai. Ad annunciare l’arrivo di nuovi stranieri sul nostro territorio è la Prefettura attraverso una nota nella quale si chiede alle Amministrazioni, alla Curia e alla Caritas di trovare un alloggio a 36 nuovi profughi. E aggiunge che se non si troveranno sistemazioni adeguate “trascorsi dieci giorni dal ricevimento della presente – si legge – questa Prefettura sarà costretta ad adottare provvedimenti d’urgenza mirati ad occupare strutture idonee a tale scopo”. “Pur nella consapevolezza che tale decisione comporta – prosegue – dal punto di vista dell’impatto sulla vita ordinaria delle istituzioni locali, non riesce possibile sottrarsi alle determinazioni già intraprese. Si confida pertanto nella collaborazione al fine di poter interessare chiunque avesse la disponibilità di strutture per l’accoglienza anche in numeri minimi di stranieri”. A questo proposito è stata convocato per giovedì 6 agosto un incontro urgente con 19 sindaci dei comuni del territorio: Borgonovo, Castelsangiovanni, Nibbiano, Ziano, Bobbio, Agazzano Gossolengo, Rottofreno, Sarmato, Caorso, Castelvetro, Cortemaggiore, Alseno, Cadeo, Fiorenzuola, Pontenure, Carpaneto, Podenzano, San Giorgio. Sono stati invitati a partecipare alla riunione il primo cittadino di Piacenza Paolo Dosi, il presidente della Provincia Francesco Rolleri e i rappresentanti  di Caritas e delle forze dell’Ordine.

prefettura piacenza

PENSIONI, ARRIVA IL RIMBORSO MA NON PER TUTTI

Nonostante gli uffici siano chiusi, si continua ad offrire assistenza ai pensionati che chiedono delucidazioni rispetto al mancato o presunto rimborso degli arretrati. Sono giorni di intenso lavoro per i sindacati dei pensionati impegnati a fornire assistenza tra chi ha o non ha ancora ricevuto il tanto agognato rimborso promesso dal Governo. La data sarebbe dovuta essere lunedì 3 agosto, ma pare che non a tutti sia arrivato. Certo è che non tutti i pensionati ne hanno diritto, ma solo coloro che nel 2012 hanno percepito una pensione lorda tra 1405,05 e 2810,10 euro e chi tra 1443 e 2886 euro (sempre lorda) nel 2013. I pensionati che hanno avuto importi inferiori non hanno diritto a nulla perché le loro pensioni non hanno subito il blocco. Lo stesso vale per gli importi superiori. Il governo Renzi ha stabilito la platea degli aventi diritto. Così è sceso a 2 miliardi di euro l’onere finanziario a carico dello Stato che sarebbe stato dieci volte superiore in caso di applicazione integrale della sentenza.  “Tra questi ci sono pensionati che hanno ricevuto il rimborso altri no – conferma Luigi Ferrari segretario generale FNP Cisl – proprio a loro dobbiamo ricalcolare le singole pensioni. A questo proposito i nostri legali hanno preparato delle lettere che i pensionati possono spedire con raccomandata A/R all’Inps nazionale in cui si contesta la norma. In più abbiamo intenzione di effettuare un ricorso pilota alla Corte Costituzionale mettendo in discussione la legge in toto”. Ad unificare le battaglie legali in preparazione è la convinzione che sia stata elusa la decisione della Consulta che impone la restituzione a tutti gli aventi diritto delle somme corrispondenti alla rivalutazione delle pensioni. Secondo i sindacati non si tratterebbe di bonus ma di “escamotage” cioè di una parziale restituzione del dovuto che riduce il potere di acquisto di larga fetta di popolazione.

bonus pensioni

UNIVERSITA’, TIMPANO: “CHI PUO’ DEVE SCEGLIERE”

Vita dura per le sede decentrate delle università, anche a Piacenza. Questo è un dato di fatto, al di là delle ultime dichiarazioni del presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti che ha paventato il rischio chiusura del Politecnico. Un dato di fatto dicevamo, perchè la legge di riforma della università ha fortemente penalizzato le sedi decentrate, quando fino a 15 anni fa, al contrario, le sedi centrali si allargavano ai territori vicini. Venendo alla situazione piacentina, negli ultimi anni le istituzioni, comune, provincia, camera di commercio e fondazione, hanno investito molto sul sistema universitario: Piacenza conta 4 università, centri di ricerca, 4500 studenti. “E’ importante mantenere il livello alto – ha detto il vicesindaco Francesco Timpano – ma anche difficile, perchè le condizioni sono oggettivamente cambiate”. L’amministrazione comunale, dal canto suo, non si tira certo indietro, puntando non solo al mantenimento del sistema universitario, ma anche al suo rilancio: ad esempio con il Collegio Morigi diventato sede del corso di Scienze Infermieristiche contribuendo così alla nascita della “cittadella degli studi” con il vicino ospedale; a breve si aprirà il cantiere al San Vicenzo che diventerà una residenza universitaria; il Tecnopolo a Casino Mandelli è praticamente pronto all’operatività. “La situazione è complicata – spiega Timpano – la Legge di riforma delle Università penalizza le sedi decentrate. Quindici anni fa, al contrario si favorivano le aperture, oggi il meccanismo non è più praticabile. Tutto è cambiato – prosegue – le Province guardano all’area vasta, le Camera di Commercio riformate, nel caso piacentino la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha vissuto un periodo non facile”. Lo stato di salute del sistema universitario è un tema estremamente importante nell’agenda delle istituzioni locali: nel febbraio scorso si è svolto un incontro proprio su questa tematica che si ripeterà anche a settembre, successivamente verranno coinvolte le università stesse. Il tema è ancora una volta quello di decidere su cosa puntare, per cosa e come fare brillare Piacenza. Il Comune la sua scelta l’ha già fatta, è quanto lascia intendere il vice sindaco Timpano, quando spiega che nel bilancio 2015 i contributi alle università, 230 mila euro circa, sono rimasti invariati, nonostante ci fossero da coprire 7 milioni di euro. “E’ una questione di scelte – conferma – ci dobbiamo sedere intorno ad un tavolo e decidere se andare avanti e come. E’ arrivato il momento delle scelte per la città”.

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CONTRO LA CHIUSURA DEGLI UFFICI POSTALI SCATTA LA PROPOSTA DEI SINDACI

La proposta verrà formalizzata a breve e necessità di risposte più che tempestive. Nel corso del vertice nella sede centrale delle Poste, i sindaci hanno fatto quadrato contro la chiusura degli 8 uffici postali periferici: Santimento, Biana, Settima, San Giuliano, Godi, Rezzano, Vicobarone e San Nazzaro. Ma contro la chiusura nulla si può fare perchè Poste Italiane ha deciso di ridimensionare gli uffici periferici, in Emilia Romagna sono 53 gli uffici destinati a chiudere. “Abbiamo registrato l’indisponibilità delle Poste a trattare – ha detto il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani, anche coordinatore provinciale di Anci – e quindi ci siamo chiesti come fare per garantire, in modo seppur essenziale, il servizio. Abbiamo chiesto di ridurre da 27 a 8 i giorni al mese di apertura degli uffici decentrati”. In sostanza si tratta di un giorno a settimana di apertura, ad eccezione dell’ufficio di San Nazzaro che resta aperto 6 giorni. “In questo modo – spiega Venaziani – verrebbe garantita l’azione sociale degli uffici postali, indispensabili soprattutto per gli anziani nel ritiro della pensione. Se Poste Italiane accetterà, per noi non sarebbe comunque una vittoria, ma almeno la soluzione meno penalizzante”. La proposta verrà inviata dal coordinatore provinciale Anci, Veneziani, a Poste e Agcom. La risposta dovrà arrivare giocoforza in tempi brevi, perchè la chiusura degli uffici è prevista per il 7 settembre. La decisione di Poste di ridurre su scala nazionale gli uffici decentrati non è riconducibile al pagamento degli affitti, bensì ad una ricollocazione più redditizia del personale.

ufficio postale

SINDACATO DI POLIZIA MUNICIPALE: “DAL SINDACO ANCORA SILENZIO”

Il sindacato Diccap Sulpl incalza il sindaco Dosi che continua a mantenere un basso profilo sulla questione sulle richieste della Polizia Municipale tra cui il festivo infrasettimanale, le visite mediche, la richiesta di una commissione medica e una più equa distribuzione degli straordinari. Il sindacato contesta fortemente l’atteggiamento del primo cittadino che “continua a non rispondere ai nostri accorati appelli e a trincerarsi dietro al muro del silenzio – si legge nella nota – Vogliamo ricordare al Sindaco che la prima autorità parte dal buon esempio e che rispondere è cortesia. Questa assurda politica della non risposta, dell’ignorare le richieste dei Lavoratori, del calpestare la loro dignità a chi gioverà? Ci sono forse in gioco intressi o logiche di partito? Chi può dirlo..” Nel testo si ricordano le richieste che hanno portato allo sciopero del 4 luglio scorso; quattro punti finora irrisolti, denuncia il sindacato, nonostante l’arrivo del nuovo comandante. “1. FESTIVO INFRASETTIMANALE: un Agente di Polizia Municipale in una giornata festiva infrasettimanale (come un Natale ad esempio) lavora per sei ore portando a casa 18 euro lordi, poichè l’Amministrazione, arbitrariamente, ha deciso di non riconoscee ai diversamente impiegati comunali in divisa il riposo compensativo che gli permettebbe di recuperare le sei ore che eccedono il normale orario di lavoro. Il negare questo diritto comporta anche una grave discriminazione rispetto ai normali impiegati comunali che in un giorno festivo infrasettimanale possono godersi la festività tra le mura domestiche con i propri familiari. 2. VISITE MEDICHE specifiche in relazione alla tipologia di lavoro svolto; poco ci importa sapere se abbiamo il colesterolo, sarebbe più importante per noi fare esami specifici dal momento che siamo quotidianamente esposti ad agenti patogeni ed inquinanti; 3. RICHIESTA DI UNA COMMISSIONE MEDICA al fine di effettuare una REVISIONE DEI CERTIFICATI MEDICI in essere, poichè e per il blocco delle assunzioni e per la mancata riorganizzazione del Comando e delle sue “risorse umane”, il personale destinato al servizio esterno è sempre più ridotto e sempre più gravato di compiti; abbiamo bisogno di personale idoneo fisicamente (eccezion fatta ovviamente per chi ha svolto un congruo numero di anni in servizio esterno, poichè bisogna pur tener conto del fatto che il nostro è un lavoro usurante), a svolgere il lavoro di Polizia di Prossimità al cittadino, per cui è stato assunto. 4. EQUA DISTRIBUZIONE DEGLI STRAORDINARI, ad oggi riservati solo a pochi eletti.  Questi sono solo alcuni dei punti che il 3 e 4 luglio hanno portato il 70% degli appartenenti al Corpo a scioperare. Un’Amministrazione questa che anche dinanzi ad un tentativo di conciliazione fatto da due nostre colleghe perchè hanno ritenuto ingiusta la votazione in pagella loro attribuita, ha lasciato decorrere i 30 giorni canonici senza neanche rispondere, forse per paura di presentarsi davanti a un organo terzo e super partes?”. Il sindacato commenta anche l’ipotesi di spostare il Comdando di via Rogerio a Borgo Faxhall: ” a noi viene da sorridere, ovvio che si tratta di un sorriso amaro – si legge nella nota – sono i soliti “corsi e ricorsi storici” di vichiana memoria: già in novembre 2014 il centrosinistra propose di dislocare la Municipale in quella zona per combattere il degrado, ma per fortuna il centrodestra si oppose. Il gravoso problema della sicurezza che attanaglia Piacenza non si risolve certo continuando a far traslocare la Municipale da una parte all’altra. Speriamo che anche questa volta qualcuno si opporrà a tale scelta e che venga proposta una sede consona e funzionale per il Comando, magari anche con un’idonea rimessa per i veicoli. Probabilmente, ciclicamente, si parla di questi argomenti per sollevare polveroni e distogliere l’attenzione dei cittadini da quelli che sono i reali problemi della Municipale; anche cambiando le sedi fisiche, i problemi del Corpo permangono, anzi si aggravano. Per concludere, tra gli altri argomenti estivi di cronaca rosa, abbiamo letto che il 31 agosto e il 1 settembre la Giunta Dosi andrà in ritiro a Strela di Compiano, in un agriturismo… magari verremo a fare un giro anche noi Dott. Dosi, potrebbe essere quella la sede per discutere serenamente con Lei e la sua Giunta dei problemi dei Suoi Dipendenti della Polizia Municipale!”

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GIROMETTA: “RITIRO NEL PARMENSE? PERCHE’ NON SCEGLIERE LA NOSTRA PROVINCIA?”

Perchè un ritiro tra i colli parmensi e non su quelli piacentini? Se lo chiede, attraverso una interrogazione urgente la capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Lucia Girometta. Nell’interrogazione si fa riferimento alla scelta operata dalla giunta di compiere il tradizionale ritiro di fine estate, dal 31 agosto al 1 settembre, a Strela di Compiano un borgo sull’Appennino al confine tra il versante parmense e quello piacentino. “In un periodo in cui tutti i Sindaci del territorio della Provincia di Piacenza si affannano per promuovere, nell’ambito di Expo e non, il nostro territorio e i prodotti tipici locali – si legge nell’interrogazione di Girometta – è alquanto imbarazzante rendersi conto che i nostri amministratori non hanno ritenuto che vi fossero mete adeguate nel piacentino per il loro tradizionale incontro settembrino”. “Chiedo – prosegue il testo – se le spese sostenute per il ritiro presso Strela di Compiano verranno sostenute dal Comune di Piacenza e, in caso di risposta positiva, a quanto ammontano, se non era più opportuno, viste le suggestive locations che offrono le valli della Provincia di Piacenza, pensare di valorizzare un luogo nel nostro territorio, se, in considerazione anche della tanto sponsorizzata Piazzetta Piacenza ad Expo, gli Amministratori si sono dimenticati che le nostre Aziende avrebbero preferito la promozione dei Nostri Prodotti !!!”

STRELA DI COMPIANO

FUORISALONE EXPO 2015, E’ TEMPO DI PRIMI BILANCI

E’ tempo di primi bilanci per le iniziative a corollario di Expo. Uno di questi è il progetto UnPOxExPO2015 partito alla fine di aprile. Nei primi 90-100 giorni l’andamento è positivo, seppur inferiore alle aspettative, soprattutto per quanto riguarda i pacchetti turistici “chiavi in mano”. Molto meglio  i flussi del fai-da-te e web, buono il passa-parola fra i primi arrivi e arrivi seguenti. Molto bene la presenza e arrivi dall’estero, soprattutto dall’Europa, in particolare est e ovest. Inferiore al previsto fin  ad ora gli arrivi dell’estremo nord Europa, nord America e sud Asia. Bene paesi dell’est Europa. I vari sondaggi effettuati dall’Osservatorio Economico del Paesaggio Fluviale, soprattutto sui comportamenti e sulle destinazioni dei visitatori italiani e stranieri, confermano un successo di affluenza, seppur con alcune criticità di offerta riscontrate nei territori rivieraschi al fiume Po non abituati al turismo e al flusso crescente di visitatori. In sostanza non tutte le zone rivierasche sono preparate alla presenza di flussi individuali significativi. Poche le strutture in grado di rispondere a richieste di comitive e gruppi.  Bene l’accoglienza collettiva sulle imbarcazioni e motonavi già esistenti. Molta carenza nella capacità di accogliere il turista straniero, di riconoscere abitudini e necessità; criticità sono state riscontrate anche nella segnaletica e cartellonistica che conduca verso il fiume Po da diversi accessi, parcheggi non segnalati,  assenza di connessione web e banda larga.  Vincono i grandi eventi sul fiume e nelle grandi città collegate al fiume, le escursioni non tradizionali e dedicate a una identità storica e culturale del territorio, piacciono molto i borghi non scontati e fuori mano. L’ultimo sondaggio dell’Osservatorio Paesaggio Economico del Po rileva, soprattutto nelle piccole città tra cui Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, la necessità di puntare su programmi e proposte via web, investire in motori di ricerca e compagnie trasporti e su attrattive fuori dai soliti schemi autoreferenziali, locali, differenziati per top-spender, low cost e soggiorni di massimo 48 ore, per big-inquirer, big-eatwell, verso una proposta cioè più variegata e di livello più alto.  Fra chi va ad Expo e chi frequenta i fuorisalone la spesa media giornaliera varia da 30 a 150 euro, con punte di 450 euro/persona, evidentemente con destinazioni e interessi diversi, anche lungo il PO.

un po per expo fuorisalone

START UP PIACENTINE SI PRESENTANO A MILANO EXPO 2015

Le start up piacentine si raccontano. Anche quest’anno Comune e Piacenza Expo offrono la possibilità agli startupper piacentini di esporre la propria idea d’impresa. L’anno scorso la location era il E-QBO in piazza Cavalli, quest’anno si è deciso di cogliere l’opportunità della partecipazione di Piacenza ad Expo 2015. La cornice sarà Piazzetta Piacenza a Milano Expo. Una vetrina decisamente importante e prestigiosa, a due passi dal Padiglione Italia nel cuore del Cardo, nella quale le start up avranno la possibilità di presentare un elevator pitch che verrà video-ripreso e promosso sfruttando gli strumenti comunicativi di Piacenza Expo. Le videoriprese saranno messe a disposizione dei partecipanti che potranno usufruirne per far conoscere le proprie iniziative d’impresa sfruttando i propri canali comunicazionali. Fino al 25 agosto è possibile presentare le manifestazioni di interesse. Possono presentare domanda startup costituite dopo il 1° Gennaio 2012 con almeno un’unità operativa localizzata sul territorio della Provincia di Piacenza il cui referente del team sia residente e/o domiciliato nel territorio della Provincia di Piacenza; aspiranti imprenditori (individualmente o in team) residenti e/o domiciliati sul territorio della provincia di Piacenza e che intendano avviare lo sviluppo di prodotti/servizi su tale territorio. Tutte le informazioni di partecipazione sul sito del Comune: http://www.comune.piacenza.it/temi/expo2015/opportunita/start-up

logo expo piacenza

COMUNITA’ PER MINORI, TRA PREGIUDIZI E FALSI MITI

A Piacenza esistono piccole ma fondamentali realtà educative, formate da giovani professionisti che hanno come obiettivo l’accoglienza di minori in difficoltà. Piccoli mondi, piccole comunità organizzate proprio come una famiglia, con gli stessi ritmi e gli stessi orari. Strutture che accolgono adolescenti a cui, per un determinato periodo, la famiglia di appartenenza non è in grado di badare. La comunità per minori K² è una di queste. Nata nel febbraio del 2014, può ospitare fino a otto minori e contare sulla professionalità e sulla competenza di sette educatori, una coordinatrice e una quindicina di preziosi volontari. Le fondatrici di K² sono tre giovani professioniste, Alessandra Tibollo, Paola Gemmi e Chiara Migliorini, che partendo dell’esperienza di Kairos servizi educativi, si sono specializzate sui minori per aprire la comunità K². Oggi ospita sette minori, ma in quasi due anni di attività di ragazzi ne sono passati tanti, con alle spalle le problematiche più disparate, dalle precarie condizioni socio economiche della famiglia, a problemi di dipendenze dei genitori. “Le comunità – spiega la coordinatrice Alessandra Tibollo – sono un periodo nella vita di un ragazzi, un accompagnamento. Non vogliono e non devono essere nè una soluzione permanente, nè la panacea di tutti i mali”. Nonostante il fondamentale contributo, attorno alle comunità che accolgono dai minori stranieri non accompagnati, che arrivano sul territorio quasi per caso, ai casi di allontanamento dalla famiglia per problematiche gravi, gravitano alcuni pregiudizi da sfatare. “L’intento della comunità è dare sollievo alla famiglia, darle il giusto tempo per risolvere i problemi. Ci sono innumerevoli studi che confermano che togliere il minore ad una situazione di difficoltà familiare è l’unico modo per risolvere il problema”. L’allontanamento temporaneo dal nucleo familiare che soffre di gravi problematiche, è l’unico modo per cercare di dare al minore il giusto equilibrio, di mantenere inalterate le abitudini, di tutelarlo anche e soprattutto da un punto di vista educativo. “Non siamo in collisione con la famiglia – spiega Tibollo – anzi siamo in costante contatto ed abbiamo instaurato un clima di fiducia reciproca. La comunità va considerata alla stregua di qualunque altro servizio in campo educativo”. Il modello educativo a cui si ispira la comunità, da cui è scaturita anche una pubblicazione, si concentra prima sulla conoscenza individuale del ragazzo, successivamente su un progetto educativo personalizzato, e infine sul gruppo in cui il minore è inserito. Lorenzo Saltarelli, operatore professionale della struttura, è entusiasta del suo lavoro: “a me piace vedere i cambiamenti dei ragazzi – ci ha detto – è il bello di questo lavoro; quando entri dal cancello non sai cosa ti aspetti e nel corso della loro permanenza c’è uno scambio reciproco che arricchisce sia loro che noi operatori”. Organizzativamente la comunità si regge sul lavoro degli operatori, con un rapporto di un educatore per quattro ragazzi. “Dobbiamo garantire un’assistenza puntuale h 24, 365 giorni all’anno. Qui non si chiude mai – spiega Chiara Migliorini – per cui il rapporto è di un operatore ogni quattro ragazzi, di notte ne resta solo uno, mentre un secondo è sempre reperibile”.

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ASL: “ENTRO L’ANNO IL 90% DELLE VISITE ENTRO 30 GIORNI”

L’obiettivo è garantire antro la fine dell’anno, almeno il 90 per cento delle prime visite entro 30 giorni dalla richiesta e delle prestazioni strumentali entro 60 giorni. Obiettivo minimo, hanno spiegato direttore generale Luca Baldino e direttore sanitario Guido Pedrazzini dell’Asl di Piacenza, che rientra nel piano regionale per ridurre le liste d’attesa. A livello regionale, il piano ha messo a disposizione 10 milioni di euro, di questi oltre 800 mila euro sono stati destinati all’Asl di Piacenza utilizzati per azioni programmate, in parte già in corso, come la stipula di contratti a tempo determinato di sette medici nelle specialità dove sin registrano maggiori criticità: neurologia, endocrinologia, ortopedia, cardiologia, urologia, dermatologia e radiologia. Dal primo luglio si stanno effettuando oltre 100 prestazione settimanali in più alcune specialità, entro la fine dell’anno saranno in tutto 2500 le visite e prestazioni in più messe a disposizione. Accanto a queste misure verrà ampliata la gamma delle prestazioni prenotabili in rete all’indirizzo www.cupweb.it e la creazione di una app dal 2016; dal primo settembre si potranno pagare i ticket anche dalle farmacie; già attivo invece l’accesso diretto ai principali punti prelievo, Piacenza, Castel San Giovanni e Fiorenzuola, per cui non è necessaria la prenotazione. Tra le azioni messe in campo dal 31 dicembre chi non si presenterà alle visite su appuntamento senza aver disdetto almeno 48 ore prima pagherà un malus pari al ticket. Rispetto al trimestre precedente ci sono decisi miglioramenti, ma non è abbastanza, perchè restano alcune criticità in particolare in oculistica, ortopedia e diabetologia, dovute a svariati fattori. Per quanto riguarda il personale medico si sono registrate indisponibilità non prevedibili per malattie, gravidanze o trasferimenti. Per la strumentazione si sono presentate criticità impreviste dovute a malfunzionamenti di alcune tecnologie.

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