“PER PIGAZZANO CI VUOLE L’AIUTO DELLE ISTITUZIONI”

Non è solo un luogo oggettivamente bello da cui lo sguardo corre verso un’orizzonte infinito, ma è sopratutto un luogo del territorio, un luogo che connota e caratterizza una parte della nostra montagna. Pigazzano, che da lassù domina il Trebbia fino alla città, è quella terrazza. Quel piccolo lembo di cemento, che funge anche da sagrato della chiesetta, che oggi è transennato per sicurezza. Gli smottamenti del terreno avrebbero reso la struttura non idonea a sopportare pesi eccessivi, così, dopo un sopralluogo, il geometra della curia, in accordo con il parroco e il comune di Travo, ha predisposto il divieto di accesso alla terrazza come mostrano i cartelli e le fettucce bianche e rosse. “E’ da anni che la struttura è in queste condizioni – spiega Alessandro Castellani, pigazzanese e consigliere comunale di Travo – oggi si rendono necessari interventi più profondi. Per me questo luogo è unico, quando dico che abito a Pigazzano tutti lo collegano alla terrazza panoramica. Nessuno di noi può essere indifferente a questa situazione”. Un divieto che probabilmente si è reso necessario proprio in queste giornate in cui il borgo di Pigazzano si popola di turisti, tra feste di paese e festeggiamenti per il ferragosto. Ma sono gli abitanti stessi a mobilitarsi al grido La terrazza non deve chiudere. E’ già nata una pagina Facebook “salviamo la terrazza panoramica di Pigazzano”, ma i cittadini chiedono anche una mano alla politica e alla Curia. “Il sindaco ha già incontrato il vescovo – ha spiegato Castellani – per esporgli la situazione. Ha chiesto di poter avere la relazione in cui ci sarà lo studio che, effettivamente, conferma che il terreno è soggetto a smottamenti e che quindi è necessaria la chiusura”. Tra i residenti serpeggia il timore che la chiusura della terrazza sia la prima mossa verso la chiusura della chiesa, ipotesi esclusa dal parroco don Pierluigi Boracco che, confidando nella vendita della canonica attigua, conta di poter sistemare la terrazza, facendo affidamento anche sulla curia e su roma per salvare i santuari di provincia. La chiesetta di Pigazzano e la sua terrazza sono state sono state inserite dal Fai nei Luoghi del cuore, conquistando il primo posto a livello provinciale, il terzo regionale e il 47 esimo nazionale. “La terrazza non deve chiudere – conferma Valter Arianti titolare dell’omonima trattoria nella piazza del paese – ci mobiliteremo, raccoglieremo le firme come qualche anno fa con i Fai, 1700 firme in poco più di un mese, ma dobbiamo avere l’aiuto anche delle istituzioni”.

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PUTZU: “QUANTI RIFIUTI BRUCIA AL GIORNO TECNOBORGO?”

Il consigliere di Forza Italia Filiberto Putzu torna a chiedere chiarimenti e delucidazioni sullo smaltimento dei rifiuti in arrivo da Genova di cui si sta facendo carico l’inceneritore piacentino. Ricordiamo che si tratta di 200 tonnellate di rifiuti al giorno per 50 giorni, Tecnoborgo è autorizzato per 120.000 tonnellate/anno e quindi per il trattamento di poco piu’ di 300 tonnellate al giorno, il consigliere Putzu chiede di conoscere “se Tecnoborgo sta ottemperando alle prescrizioni , trattando le tonnellate giornaliere a suo tempo autorizzate; in caso affermativo si chiede di conoscere la composizione esatta dei rifiuti inceneriti e la loro provenienza; in caso negativo, e se cioè Tecnoborgo abbia superato la quota autorizzata, si chiede di conoscere quale soggetto e quando abbia stabilito questa  deroga/concessione; infine nel caso in cui la quantità giornaliera smaltita dall’inceneritore sia superiore a quella autorizzata, se si possano configurare comportamenti illeciti i reati legalmente perseguibili”.

tecnoborgo piacenza

AAA RACCOLTA DIFFERENZIATA CERCASI

Nel decreto Sblocca Italia il Governo ha dato l’ok a 12 nuovi inceneritori in 10 regioni; la notizia è comparsa da pochi giorni su alcuni quotidiani nazionali. Gli impianti si andranno ad aggiungere ai 42 già in funzione e ai sei già autorizzati ma in via di costruzione. I numeri, come sempre, parlano chiaro: verranno bruciate 2 milioni e mezzo di tonnellate in più di rifiuti, 37% in più rispetto a quello che avviene oggi. I nuovi impianti verranno installati in Toscana e Sicilia (due per ciascuna regione), Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo e Puglia. L’Emilia Romagna non entra in questa partita, forse perchè ha già dato, direbbe qualcuno. La nostra regione conta già otto inceneritori di cui uno a Piacenza, anche se a voler essere precisi anche i cementifici Buzzi Unicem e Cementirossi possono bruciare rifiuti, a seguito di specifiche autorizzazioni. Dotare altre regioni di nuovi inceneritori significa che sempre meno alcune regioni si accolleranno i rifiuti di quelle vicine, a fronte di un, secondo alcuni misero, interesse economico, come sta accadendo in queste settimane a Piacenza che ha iniziato a smaltire nell’inceneritore di Borgoforte i rifiuti di Genova, per la precisione 10 mila tonnellate in poco meno di 2 mesi. Nel testo dello Sblocca Italia si legge che gli inceneritori “costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di interesse nazionale”. A questo punto anche al cittadino più distratto vien da chiedersi: la raccolta differenziata, tanto professata e promossa da ogni Governo, che fine ha fatto? Il Fatto Quotidiano.it scrive: “sono attivi in Italia 42 impianti per complessive 82 linee di produzione, 52 al Nord, le altre divise a metà tra Centro e Sud. La parte del leone la fanno Lombardia e Emilia Romagna, in cui lavorano grosse multiutility come A2A, Hera e Iren”. Sempre nell’articolo si legge: “La scelta di bruciare i rifiuti, peraltro, è incomprensibile anche a livello economico: ai comuni, mediamente, la differenziata costa 198 euro a tonnellata, bruciarli circa 150. Solo che, aggiungendo gli incentivi energetici in bolletta, il costo è simile se non superiore: 220 euro nel 2012”. Aspetto da non tralasciare quello culturale: per anni tutti i livelli amministrativi hanno insistito sull’efficacia della raccolta differenziata, sull’importanza di insegnarla anche i bambini fin dalle scuole elementari. Visto come stanno andando le cose, oggi le priorità sembrano cambiate. E quelle dei cittadini?

inceneritore

PROFUGHI, DALLA PROSSIMA SETTIMANA ANCHE IN PROVINCIA?

Non si placa la questione profughi, dopo il ponte di Ferragosto, la gestione dei nuovi arrivi si farà nuovamente pressante e bisognosa di una soluzione. Dopo la riunione con i sindaci e l’appello lanciato ai privati, la Prefettura continua a cercare nuovi alloggi per questi migranti che già venerdì sono arrivati sul nostro territorio. E nonostante Piacenza sia già “al completo” e oltre, i nuovi arrivi della scorsa settimana sono stati temporaneamente sistemati in due strutture che già ospitano gli stranieri, in attesa che i sindaci della provincia mettano a disposizione, attraverso i privati, strutture idonee. In città, insieme al comune di Piacenza, la Caritas continua a mettere a disposizione i suoi spazi per l’accoglienza dei richiedenti asilo. “In pochi mesi abbiamo raddoppiato il numero dei profughi ospitati presso le nostre strutture – conferma il direttore di Caritas Giuseppe Chiodaroli – passando da dieci a venti. Abbiamo sistemato un appartamento nella parrocchia di San Savino dove alloggiano due coppie di sposi, di cui una donna è in attesa di un bimbo; in un appartamento vicino alla parrocchia del Corpus Domini ci sono cinque persone, altre dodici dai frati di Santa Maria di Campagna, una decina presso la suore di Casaliggio e alla Casa della Giovine in centro. L’accoglienza non si deve tradurre solo nella ricerca di un alloggio – spiega Chiodaroli -altrimenti a fine a se stessa, ci vogliono programmi seri che gli stranieri devono seguire. Come Caritas abbiamo due figure professionali che seguono i ragazzi e con loro svolgono le diverse attività, dai corsi di italiano, inglese ai tornei di calcetto. Questo anche per offrire un segnale positivo alla città”. Il sindaco di Sarmato Anna Tanzi ha spedito una lettera ad alcuni cittadini che sapeva nelle condizioni di poter offrire un alloggio: “una lettera sintetica – conferma – in cui ho spiegato la situazione e le richieste arrivate dalla Prefettura, ma non ho avuto alcuna risposta in merito. Devo dire che questo è un atteggiamento che riscontro anche in altre circostanze, meno delicate di quella in oggetto in questo momento. C’è un forte assenteismo di fondo”. Nonostante questo, dalla prossima settimana i nuovi arrivi dovrebbero essere collocati nei comuni della Provincia, almeno quelli che hanno trovato una sistemazione adeguata per accoglierli.

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INDAGINI SUI CEMENTIFICI, LEGAMBIENTE: “CHE SENSO HA FARE TUTTO A POSTERIORI?”

Anche gli emigranti della Val d’Arda hanno a cuore il futuro del loro territorio e, per questo vogliono sapere ed essere aggiornati. E’ su queste basi che i comitati Basta Nocività in val d’Arda e Aria Pulita in val d’Arda insieme a Legambiente, hanno organizzato, lunedì 17 agosto alla Sala Socris delle Scuole Elementari di Morfasso alle ore 21:00, la serata informativa No Carbonext dal mondo della Val d’Arda dedicata, in particolare, agli emigrati della valle. Si tratta soprattutto di inglesi e francesi che nel periodo estivo tornato a popolare il territorio piacentino sul quale hanno fatto investimenti importanti come case e terreni. “Questi migranti hanno più a cuore il futuro della valle che alcuni amministratori locali” fanno sapere i membri dei comitati organizzatori, in tono polemico nei confronti della politica locale per come ha amministrato la vicenda legata al Corbonext. Da settembre, per due anni, i due cementifici del territorio, Buzzi Unicem e Cementirossi, saranno messi sotto osservazione; l’indagine, che si svilupperà in tre fasi, verrà condotta da Arpa, Ausl e Regione. Legambiente ha espresso la sua contrarietà: “Sorprende non tanto che si faccia questa indagine – ha dichiarato la presidente Laura Chiappa – ma la tempistica, cioè a posteriori, dopo che è stata richiesta la VIA. Dopo le richieste di Valutazione di Impatto Ambientale arrivate dai comitati e dalle associazioni, l’unica soluzione che la Regione ha trovato è quella di fare l’indagine a posteriori, mi domando a cosa possa servire?” si domanda Chiappa. “L’unica medicina per la salute della popolazione è la prevenzione, che non si può fare dopo e demandare. Occorreva invece bloccare le procedure in corso, eseguire la Valutazione di Impatto Ambientale e poi fare le analisi”. In merito ai tempi che la Provincia si è presa per analizzare le osservazioni pervenute da Legambiente  e comitati è stata una proroga di 60 giorni, entro novembre.

carbonext val d'arda manifesto

MEGA STIPENDI DIRIGENTI CISL, MOLINARI: “CI VUOLE TRASPARENZA A TUTTI I LIVELLI”

I mega stipendi dei dirigenti Cisl creano imbarazzo anche a livello locale. Nel dossier firmato da Fausto Scandola iscritto alla Cisl dal 1968, c’è un duro atto d’accusa corredato di nomi e cifre: retribuzioni che sfiorano i 300 mila euro per alcuni dei massimi dirigenti nazionali del sindacato. “Questo fatto ha lasciato atterriti sia all’interno del sindacato che i delegati sul territorio – ha detto Marina Molinari segretaria Cisl Parma e Piacenza – la retribuzione è soggetta a regolamenti ma che costituiscono solo una indicazione. E’ accaduto che per qualcuno dei vertici, otre alla regolare retribuzione, si siano aggiunti incarichi esterni legati pur sempre alla Cisl, al di là di ogni logica di buon senso”. Ma la Cisl nazionale reagisce con il cambio di rotta. Il nuovo segretario nazionale Annamaria Furlan ha approvato il nuovo regolamento il 9 luglio che entrerà in vigore il 30 settembre. “Il nuovo regolamento – conferma Molinari – vieta di avere doppi incarichi e da questi di ricevere compensi. Ci vuole la massima trasparenza dai livelli più alti a quelli più locali. Noi rispetto ai compensi nazionale abbiamo una riduzione del 25%, la mia busta paga lorda è di 2922,07 euro, lo ritengo uno stipendio giusto e di certo non basso. A livello locale non abbiamo benefit, solo l’uso del cellulare aziendale – conclude Molinari – per agire nella massima trasparenza e nel rispetto delle regole”.

CISL BANDIERE

SPAZI AD USO GRATUITO AL GRATTECIELO, PUBBLICATO IL BANDO

Il Comune ha pubblicato il bando con il quale vengono concessi, in comodato gratuito per due anni, i locali al piano terra del grattacielo dei Mille ad operatori economici e/o associazioni. “All’interno dei locali – spiegano il vicesindaco Francesco Timpano e l’assessore Stefano Cugini –  potranno essere svolte attività economiche innovative, di promozione del territorio e dei suoi prodotti, di formazione, culturali e di ricerca. Si tratta di una iniziativa volta a promuovere l’imprenditoria giovanile, ma non solo, favorire nuove opportunità di lavoro e sviluppare la collaborazione tra i soggetti attivi sul territorio. Gli spazi rappresenteranno un luogo di incontro tra professionalità e realtà associative intenzionate a realizzare progetti a beneficio del tessuto imprenditoriale e della rete del volontariato sociale piacentina”. Al termine dei due anni di concessione il comodatario potrà instaurare con la società Gruppo Insieme una locazione commerciale, con prezzi variabili a seconda degli spazi. Tra le clausole previste dal bando rientrano quelle che prevedono per il concessionario l’impegno ad eseguire le opere di adattamento strutturale (es. allargamento porte, realizzazione bagni per portatori di handicap, ecc.) nonché le migliorie, gli allacciamenti e le riparazioni eventualmente necessarie, che resteranno acquisite al locale interessato, senza che la società proprietaria e il Comune di Piacenza riconoscano nessun compenso o indennizzo. L’istanza, con allegati il progetto descrittivo dell’attività che il soggetto intende svolgere e la proposta di adattamento dei locali oggetto di concessione, dovranno pervenire mediante raccomandata postale o agenzia di recapito, oppure con consegna diretta all’Ufficio Protocollo del Comune di Piacenza in via Beverora 57, entro le ore 12 di lunedì 7 settembre 2015, in un plico chiuso indirizzato all’attenzione dell’U.O. Acquisti e Gare e recante all’esterno le informazioni relative all’operatore economico concorrente. Informazioni complementari possono essere richieste all’U.O. Acquisti e Gare, tel. 0523 492030, mentre maggiori dettagli sono disponibili sul sito web del Comune di Piacenza http://www.comune.piacenza.it, sia in homepage che nella sezione “bandi di gara”. Qualche settimana era stato presentato il libro dedicato al grattacielo dei Mille scritto dall’architetto Patricia Ferro. Questo i link del servizio: http://www.zerocinque23.com/attualita/grattacielo-dei-mille-un-libro-una-app-e-uno-sguardo-al-futuro/

grattacielo dei mille

 

TREBBIA, PARADISO CHE PUO’ DIVENTARE BUSINESS

Se il Trebbia ambisce a diventare patrimonio dell’Unesco, perchè non dargliene l’opportunità offrendo servizi di qualità a quelle 20 mila persone che ogni week end estivo affollano il fiume da Bobbio a Ottone? Se lo chiede il sindaco di Cerignale Massimo Castelli che qualche settimana fa aveva rilanciato anche dalle colonne di Repubblica la sua proposta che fa discutere. “Si tratterebbe di legittimare quello che già avviene normalmente oggi, ma contro la legge – spiega Castelli – oggi sul Trebbia non si possono fare barbecue, non si può campeggiare, le auto parcheggiate sulla 45 sono in multa, allora perchè non contribuire a rendere regolare tutto questo, offrendo dei servizi agli utenti”. Perchè allora non istituire un ticket grazie al quale poter dotare il Trebbia di infrastrutture leggere che non impattino con l’ambiente, percorsi attrezzati di trekking, a piedi o in mountain bike, area pic nic, area campeggi, bagni chimici o pubblici, che siano. Insomma in una parola offrire servizi. Regolarizzare per rendere attrattivo il fiume da un punto di vista turistico ed avere così anche un ritorno economico per la montagna che di turismo vive. Un paradiso che può diventare anche business. Che male ci sarebbe? “Per la montagna il turismo è vitale, in questo si favorirebbe non solo il turismo mordi e fuggi del sabato e della domenica, ma sarebbe più strutturato. Esempi di questo tipo accanto a noi ce ne sono parecchi, ad esempio in Croazia dove c’è un parco naturale, dotato di sentieri attrezzati, bagni, per cui si paga un biglietto all’ingresso”. Il tavolo del Trebbia, attorno al quale si siedono tutti i soggetti coinvolti in questa partita, potrebbe diventare il luogo adatto per progettare e formulare proposte di questo tipo.

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PROFUGHI, PALOMBI: “QUESTI RAGAZZI NON SONO MOSTRI”

La situazione si fa pesante, e una soluzione va trovata, che lo si voglia o no. Insomma non è più il tempo di demandare ad altri, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità con spirito collaborativo e buona volontà. Potrebbe riassumersi così l’esito dell’incontro del prefetto Anna Palombi con 10 dei 19 sindaci che non hanno ancora accolto sul loro territorio i richiedenti asilo. Alcuni primi cittadini pare abbiano recepito l’urgenza della situazione, altri rimangono più fermi sulle loro posizioni. Ma già oggi a Piacenza sono in arrivo 11 profughi, in città non potranno stare perchè le strutture sono al completo, occorre che i sindaci si impegnino a trovare alloggi di privati o strutture idonee ad accogliere gli stranieri. “Bisogna che i sindaci ci mettano un pò di buona volontà, con il nostro aiuto, quello della cooperative risolveremo il problema. Questi ragazzi non sono mostri – ha detto il Prefetto – come si vuole far credere, alcuni di loro vengono da situazioni drammatiche, altri hanno vissuto la guerra. Se ogni sindaco si impegna a trovare privati che mettano a disposizione una struttura, la soluzione a questa emergenza si trova”. Ma la contrarietà e lo scetticismo rimangono; quello che gran parte dei sindaci contestano è l’imposizione dall’alto di questa accoglienza e la mancanza di un progetto di gestione rivolto ai migranti. “Se si è nella logica di un fare un progetto condiviso bene – spiega Anna Tanzi, sindaco di Sarmato – al contrario se non c’è una gestione chiara e se io non conosco chi gestisce le strutture dove andranno i profughi, non si può andare da nessuna parte”. “La Val Trebbia ha già dato – spiega il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali – a Coli ci sono alloggiati, in due strutture, 30 profughi. Se esiste l’Unione dei Comuni, credo che la Val Trebbia abbia già dato il suo contributo”. La Lega Nord non utilizza toni concilianti, al contrario getta benzina sul fuoco: “il prefetto Anna Palombi minaccia di requisire immobili per imporre l’accoglienza degli immigrati ai sindaci dissidenti? – si domanda il deputato Guido Guidesi – Se così sarà, noi le sequestreremo la Prefettura, occupandola con migliaia di piacentini disoccupati, chiedendo nei loro confronti l’identico trattamento oggi riservato ai clandestini”.

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PROFUGHI, LA PREFETTURA CONVOCA I SINDACI PER NUOVI ALLOGGI D’URGENZA

L’emergenza profughi non si sopisce, anzi torna a farsi sentire più forte che mai. Ad annunciare l’arrivo di nuovi stranieri sul nostro territorio è la Prefettura attraverso una nota nella quale si chiede alle Amministrazioni, alla Curia e alla Caritas di trovare un alloggio a 36 nuovi profughi. E aggiunge che se non si troveranno sistemazioni adeguate “trascorsi dieci giorni dal ricevimento della presente – si legge – questa Prefettura sarà costretta ad adottare provvedimenti d’urgenza mirati ad occupare strutture idonee a tale scopo”. “Pur nella consapevolezza che tale decisione comporta – prosegue – dal punto di vista dell’impatto sulla vita ordinaria delle istituzioni locali, non riesce possibile sottrarsi alle determinazioni già intraprese. Si confida pertanto nella collaborazione al fine di poter interessare chiunque avesse la disponibilità di strutture per l’accoglienza anche in numeri minimi di stranieri”. A questo proposito è stata convocato per giovedì 6 agosto un incontro urgente con 19 sindaci dei comuni del territorio: Borgonovo, Castelsangiovanni, Nibbiano, Ziano, Bobbio, Agazzano Gossolengo, Rottofreno, Sarmato, Caorso, Castelvetro, Cortemaggiore, Alseno, Cadeo, Fiorenzuola, Pontenure, Carpaneto, Podenzano, San Giorgio. Sono stati invitati a partecipare alla riunione il primo cittadino di Piacenza Paolo Dosi, il presidente della Provincia Francesco Rolleri e i rappresentanti  di Caritas e delle forze dell’Ordine.

prefettura piacenza