DON MAZZI: “MENO REGOLE, PIU’ TESTIMONIANZA”

La carica di don Antonio Mazzi fondatore di Exodus, 85 anni compiuti da pochi giorni, è contagiosa. Contagiosa anche per chi la grinta la deve tirare fuori in campo, come i giocatori di volley e di basket. Don Antonio Mazzi è arrivato in casa Bakery perchè con la società di Marco Beccari è nata una collaborazione. Il ricavato delle iniziative della Bakey andranno a favore dei 40 centri che don Mazzi gestisce in tutta Italia. Oggi la droga non è più il problema principale, Exodus si occupa del recupero dei giovani nella parte finale della detenzione, fra poche settimane ospiterà anche Fabrizio Corona. “Ho dedicato la mia vita ai disperati- ha detto .- perchè io stesso era un disperato. Bocciato a scuola, senza un padre, non avevo mai pensato di fare il prete”. Poi negli anni 50 ha fondato la città dei ragazzi e da lì ha capito che la sua strada era quella di aiutare chi è in difficoltà. Nel 1979 fondò Exodus. “Odio le regole – ha detto don Mazzi – perchè non hanno mai educato nessuno. E’ attraverso la stima e la fiducia che si educano le persone. Meno regole e più testimonianze”. E ai giovani ha detto: “non bruciate la vostra adolescenza ma riempitela di sogni”.

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M5S: LAVORATORI SAIPEM, SI FACCIA CHIAREZZA

I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Piacenza vogliono fare chiarezza in merito alle segnalazioni che arrivano dai lavoratori della Saipem di Cortemaggiore. Continui licenziamenti, tagli sui trasfertisti italiani e l’assunzione di stranieri fanno pensare che l’obiettivo dell’azienda sia la delocalizzazione e la chiusura del polo piacentino per uno spostamento in Croazia. I consiglieri piacentini hanno informato la parlamentare Spadoni che ne ha fatto una interrogazione parlamentare. Ecco il testo

Sono numerose le segnalazioni che mi sono giunte da parte di lavoratori della Saipem di Cortemaggiore (Pc) messi in ginocchio da contratti sempre più precari. I lavoratori denunciano continui licenziamenti, tagli sui trasferisti italiani e l’assunzione di stranieri, rumeni e croati, che arrivano con visti turistici e a cui vengono pagati vitto alloggio spesso  in alberghi. Secondo gli operai l’ obiettivo dei vertici è chiaro: far lievitare i costi affinché ci sia un motivo per de-localizzare. Il timore infatti è che ci sia una chiusura del centro e uno spostamento in Croazia. I lavoratori affermano come li assumano tramite la Global petroproject services,   del Gruppo Eni che ha sede in Svizzera o tramite la croata Saipem Mediterranean services  con sede legale a Fiorenzuola ma con cantieri nell’est Europa.Di fronte a queste dichiarazioni -raccolte con l’ausilio del Gruppo Consiliare M5S di Piacenza- che vanno a sottendere una situazione critica per i lavoratori, chiediamo maggiore chiarezza e trasparenza: il Ministro dovrà rispondere su ciò che sta succedendo in questa società facente parte del Gruppo Eni.

Maria Edera Spadoni

Cittadina alla Camera dei Deputati

Movimento 5 Stelle

PROFUGHI, SALE LA TENSIONE TRA I SINDACI

La questione profughi si sta allargando e il livello di tensione sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tra gli amministratori la preoccupazione è altissima, il caso della struttura di Caratta bruciata dopo l’annuncio dell’arrivo di una ventina di profughi è emblematico e ricorda ciò che sta accadendo nelle periferie romane. L’assessore al Nuovo Welfare del comune Stefano Cugini scrive su Facebook cita un proverbio dei nostri anziani “a es trop bon a s’e cuion”. Come dire che “Piacenza sta facendo anche per i Comuni della provincia che non fanno”. Piacenza ospita molti più profughi più rispetto a quanti in realtà potrebbe ospitarne in rapporto al numero di abitanti. Molti altri comuni della provincia, pur essendo di medie dimensioni, non ne hanno ospitato nessuno. Nel post l’assessore lancia una frecciata agli esponenti della destra piacentina   “Ai copywriter della destra, troppo concentrati sugli slogan, ricordo che a non gestire insieme la questione si finisce per avere le assegnazioni d’ufficio della Prefettura, i cui numeri sono sempre molto più alti di quelli spettanti a ogni singolo comune da un’equa distribuzione distrettuale. Finiti i titoli, come lo spiegate ai vostri cittadini?” La proposta dell’assessore Cugini è quella di una ridistribuzione dei migranti sulla base della popolazione dei singoli comuni. In altre parole: ognuno faccia al sua parte. 

 

DIMISSIONI RABUFFI, UNA SCELTA POLITICA

“Il mio partito la legge in chiave politica, io da sindaco ne colgo più gli aspetti concreti e amministrativi”. E’ il pensiero del primo cittadino che riassume la vicenda legata al caso dell’uscita di Rifondazione della maggioranza e delle conseguenti dimissioni dell’assessore Luigi Rabuffi che rimarrà al suo posto fino alla fine dell’anno. Una scelta concordata tra sindaco e assessore per dare la possibilità al secondo di terminare alcune attività che sono in corso e al primo di trovare un nuovo assessore all’ambiente. Una scelta che forse gli amministratori dovranno spiegare agli elettori che tre anni fa avevano votato per la coalizione Sinistra per Piacenza, che oggi, di fatto, non esiste più. “E’ una storia che abbiamo vissuto anche con il Reggi bis; a metà mandato la maggioranza si sfilaccia, questa volta la novità è il passaggio di Rifondazione. Ho sempre cercato di distinguere l’azione amministrativa da quella politica, privilegiando da sindaco la competenza amministrativa, ma che questi due aspetti sono in forte connessione”.  Fin dall’inizio Dosi è detto disponibilissimo a ricucire lo strappo con Rifondazione, ma qualcosa è andato storto. I nodi stano arrivando al pettine, e sui temi, un tempo condivisi tra Pd e PRC, come acqua pubblica, Pertite, servizi alla persona, non c’è più una convergenza di vedute. “I tempi sono cambiati – ha detto Dosi – oggi ci troviamo ad affrontare temi completamente nuovi e a rapportarci con soggetti nuovi”. I nodi e le divergenza, insomma, vengono al pettine. I tempi sono cambiati certo, la contingenza detta altre priorità, ma il sindaco ha sempre manifestato forte apprezzamento per l’operato di Rabuffi, portacolori di Rifondazione. In questo caso lo strappo è politico. “Io amministrativamente ho fatto il possibile per recuperare il rapporto, il partito in questo caso ha esercitato un ruolo più politico nel rapporto”ha concluso il sindaco.

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FOTI:”LA MAGGIORANZA PERDE I PEZZI”

“Quando una componente della maggioranza se ne va, una riflessione è d’obbligo”. Il consigliere Tommaso Foti torna sulle dimissioni dell’assessore Rabuffi dopo l’uscita dalla maggioranza di Rifondazione Comunista. “È un fatto politicamente grave – ha aggiunto Foti- lo stesso Rabuffi ha avanzato critiche nei confronti della maggioranza”. Effettivamente è così; il giorno dopo l’annuncio delle dimissioni, Rabuffi non ha esitato a dire che la politica , in questo caso, è perdente. Il sindaco ha chiesto un mese di tempo per sostituire l’assessore Rabuffi, anche perche potrebbe trovarsi nelle condizioni di sostituire un  secondo membro della giunta. Se Paola Gazzolo venisse confermata nel ruolo di assessore regionale,  Katia Tarasconi entrerebbe di diritto in consiglio regionale come prima dei non eletti.

FOTI

LE CORSAIRE HA INCANTATO IL MUNICIPALE

Grande successo per la prima che ha aperto la stagione di danza del Teatro Muncipale; tra i più celebri balletti del repertorio romantico Le Corsaire ha rivissuto sul palco grazie alla bravura e al virtuosismo dei danzatori del Balletto dell’Opera Nazionale di Riga. Nato il primo dicembre 1922, il Balletto dell’Opera Nazionale di Riga, la cui storia affonda le radici nella migliore tradizione della scuola di balletto russa, ha dato i natali a vere e proprie star del balletto, quali Mikhail Baryshnikov, Māris Liepa e Aleksandr Godunov. In quei primi anni di attività l’ex-prima ballerina del Balletto Mariinskij, Aleksandra Fedorova, appartenente alla prestigiosa famiglia Fokin, iniziò a lavorare come danzatrice e coreografa mettendo in scena molti balletti sulla base delle coreografie di Marius Petipa, Lev Ivanov e Mikhail Fokin. Sotto la sua direzione, la compagnia acquisì un considerevole valore artistico e tecnico. Nel 1932, Anatole Viltzak, ex-solista del Balletto Mariinskij, che aveva danzato nella leggendaria compagnia di Sergej Djagilev, i Ballets russes, venne nominato direttore del Balletto dell’Opera Nazionale di Riga e il talentuoso ballerino e coreografo Osvalds Lēmanis ne fu maître de ballet dal 1934 al 1944. Dopo la seconda guerra mondiale il balletto fu affidato a Helēna Tangijeva-Birzniece, allieva a San Pietroburgo della celebre Agrippina Vaganova. Ad Helēna Tangijeva-Birzniece hanno fatto seguito i seguenti direttori: Yevgeny Čanga, Irēna Strode, Aleksandrs Lembergs, Janīna Pankrate, Modris Cers, Lita Beiris in later years, e Aivars Leimanis che dirige la compagnia dal 1993. Oggi il repertorio della compagnia si fonda sulle perle del balletto classico, su capolavori come Giselle, Il lago dei cigni, Lo Schiaccianoci, Don Chisciotte, Le Corsaire e produzioni classiche più recenti come Romeo e Giulietta, Coppélia, La Fontana di Bachcisaraj e Il limpido ruscello. Il repertorio è stato recentemente arricchito dagli influssi di autori contemporanei, interpretando il complesso e raffinato Anna Karenina di Boris Eifman e il balletto Tango Plus/Voyages del coreografo argentino Mauricio Wainrot. Fanno parte del repertorio anche produzioni scritte da musicisti contemporanei quali Juris Karlsons (The Silver Veil) e Arturs Maskats (Les Liaisons Dangereuses) e quelle ispirate ad opere musicali tra cui Clear Invisible di Pēteris Vasks e Tango di Arturs Maskats.

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VIGNAIOLI INDIPENDENTI, STORIE DI VITA E DI PASSIONE PER LA TERRA

Si prendono cura del prodotto fin dall’inizio, curandone ogni aspetto dalla vigna alla bottiglia. Per gli 800 vignaioli indipendenti riuniti della FIVI produrre vino è una missione più che una professione. Ognuno di loro ha una storia, un passato e  un presente da raccontare spesso racchiusi in un calice. La Fiera Mercato dei Vini ha riunito a Piacenza Expo 250 vignaioli indipendenti provenienti da 19 regioni italiane. E’ stata una due giorni per degustare centinaia di vini di tutte le tipologie, la maggioranza prodotti da vigneti autoctoni. Gli organizzatori hanno voluto dedicare un importante momento al vignaiolo Lino Maga, 80 anni, che ha dedicato la vita alla custodia e alla promozione della sue terra attraverso un vino simbolo, il Barbacarlo, consegnandogli il premio “Romano Levi”.

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RABUFFI:”LA POLITICA E’ LA VERA SCONFITTA”

“Mi prendo il diretto alla coerenza che oggi in politica pochi hanno”. A mente fredda ma con grande rammarico, Luigi Rabuffi commenta così le sue dimissioni. “Lo strappo tra la maggioranza e Rifondazione si è ufficialmente consumato e l’assessore Rabuffi ha fatto la sua scelta. L’aveva detto fin dall’inizio e la coerenza lo ha premiato. “In queste settimane ho agito come se tutto dovesse continuare, come se tutto fosse normale. Il sindaco mi ha chiesto un mese, tempo che io utilizzerò per organizzare il prossimo futuro con i miei collaboratori e con chi mi succederà”. Non sarà facile neppure per il primo cittadino che potrebbe trovarsi a dover sostituire ben due assessori; oltre Rabuffi anche Katia Tarasconi che potrebbe entrare in consiglio regionale come prima dei non eletti nel caso in cui Paola Gazzolo venisse confermata assessore. “La politica in questa partita esce sconfitta – si sfoga Rabuffi – al di là della mia delusione personale, mi sono chiesto dov’è finita la politica vera, quella che ottiene risultati con la mediazione – e affonda – adottando il renzismo allo stato puro mi chiedo come possiamo governare”. Parole che non lasciano molto spazio all’immaginazione; il PD forte dei numeri in consiglio comunale ha valutato che il sostegno di Rifondazione sarebbe stato ininfluente. Peccato però che il programma di governo sia stato firmato da tutte le forze della coalizione, Pd compreso. L’acqua pubblica, le coppie di fatto, la Pertite sono temi che al Partito Democratico non interessano più? La politica, ora, dovrà in qualche modo giustificarsi con gli elettori.

 

BONACCINI: “SARO’ IL PRESIDENTE DI TUTTI”

Sarà il presidente di tutti, anche se proprio tutti non l’hanno premiato soprattutto a Piacenza. Stefano Bonaccini, neo presidente della regione Emilia Romagna, è arrivato a Gragnano su invito del sindaco Patrizia Calza in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto a biomasse a servizio delle scuole. Bonaccini ha promesso che sarà spesso a Piacenza, batterà il territorio e i piccoli comuni come quando era segretario del Pd. Certo i conti con l’astensionismo e con le scelte di una parte di emiliano romagnoli che, questa volta, ha preferito altro alla sinistra, il partito democratico li dovrà fare prima o poi. Ma l’imminenza detta un’altra agenda: giunta entro Natale e risposte alle province in merito alle competenze che rimarranno in capo. Sulla composizione della squadra di governo il presidente non si sbilancia; se Paola Gazzola venisse riconfermata nel ruolo di assessore, si aprirebbero le porte per Katia Tarasconi, prima dei non eletti.

 
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EXPO 2015: LA ZOLLA DI TERRA PER PIAZZETTA PIACENZA

Quale l’elemento rappresenta Piacenza e il suo territorio? La terra. È la risposta che si sono dati gli architetti che hanno partecipato al workshop per la progettazione di Piazzetta Piacenza all’interno del Padiglione Italia per Expo 2015. Una grande zolla di terra sollevata dentro la quale verranno inseriti allestimenti che parlino di Piacenza, della sua tradizione e dei suoi simboli. Il progetto è stato scelto tra i quattro realizzati in tre giorni da altrettanti gruppi composti da studenti di architettura e giovani professionisti under 35. Una scelta difficile per la commissione, che ha deciso di premiare il Gruppo 2. 326 lamelle di carta, pazientemente incollate per due giorni da quattro persone, è il simbolo della terra, la zolla dentro la quale si scopre un mondo. 

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