GARE D’APPALTO AUSL TRUCCATE PER 7 MILIONI DI EURO: VENTI INDAGATI TRA DIRIGENTI E MANAGER,

Una maxi indagine della Guardia di Finanza ha riguardato l’Ausl piacentina; la Procura ha notificato avvisi di conclusioni delle indagini a venti persone tra dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici oltreché manager di alcune società private, anche multinazionali altamente specializzate e operanti nel settore delle forniture di strumenti medico-diagnostici e di ausili ortopedici.

“Sono stati contestati – si legge in una nota delle Fiamme Gialle – a vario titolo, i reati di peculato, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, esercizio abusivo di una professione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, in relazione all’aggiudicazione di molteplici gare di appalto, del valore complessivo di 7 milioni di euro e alla gestione corretta di fondi europei Pnrr per un totale di 17 milioni di euro, erogati per la realizzazione e l’ammodernamento di strutture sanitarie territoriali locali”.

“Le indagini – spiegano gli inquirenti – delegate dalla Procura ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sono state condotte anche mediante l’esecuzione di mirate attività tecniche di intercettazione telefonica e video ambientale, analisi dei tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni, riscontri documentali ed esami di persone informate sui fatti, oltreché attraverso la consultazione dei dati del sistema ReGiS, messi a disposizione del Corpo nell’ambito di una strategia antifrode coordinata con la Ragioneria Generale dello Stato, consentendo di rilevare un complesso e capillare quadro di anomalie, irregolarità, condotte abusive e omissive nella gestione, da parte dei responsabili dell’Azienda Sanitaria, di diverse procedure per l’acquisto e l’affidamento di beni e servizi e per la realizzazione di strutture di comunità. Le irregolarità si sono sostanziate nell’adozione di procedure inidonee (acquisti in economia, reiterato ricorso agli affidamenti diretti, proroghe) con la contestuale ideazione di stratagemmi giuridico-amministrativi volti ad eludere l’adozione della corretta procedura pubblica di gara in favore di un eccessivo ricorso all’affidamento diretto”.

L’attività di monitoraggio investigativo estesa ad ampio raggio tra gli uffici sanitari interessati ha inoltre permesso di constatare la commissione di plurime condotte irregolari, che hanno anch’esse assunto contorni penalmente rilevanti, soprattutto in ordine alla gestione delle risorse pubbliche assegnate all’Azienda Sanitaria in occasione di molteplici gare d’appalto, del valore complessivo di circa 7 milioni di euro, finanziati con risorse nazionali, per l’affidamento di incarichi professionali e per la fornitura di beni e servizi. In merito, sono stati accertati frequenti incontri diretti tra i dirigenti implicati proprio con le società private fornitrici ai fini dell’adozione “guidata” di procedure finalizzate all’acquisto di macchinari sanitari di rilevante valore”.

“È stato inoltre appurato l’impiego, da parte dei vertici aziendali, di procedure non corrette in relazione a quattro progetti del Pnrr, relativi ad un investimento di 17 milioni di euro nella realizzazione e ammodernamento di strutture sanitarie territoriali. Nello specifico, pur di non perdere il massimo dei fondi erogabili per la realizzazione delle opere richieste, i responsabili delle strutture incaricate, attraverso la sottoscrizione di appositi verbali di validazione hanno in alcuni casi attestato falsamente la conformità dei progetti definitivi ai progetti di fattibilità oltre che la coerenza e completezza del complessivo quadro economico di ciascun progetto, nonostante la sussistenza di elementi critici, sotto il profilo della congruità».

Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza nel contrasto ai reati commessi dai pubblici ufficiali, a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione, nonché per salvaguardare il settore degli appalti pubblici, in particolare quelli relativi al Pnrr, garantendo le condizioni di una sana concorrenza tra le imprese, a vantaggio della qualità dei servizi offerti e delle opere realizzate.

Strigata la nota dell’Ausl piacentina che “prende atto della conclusione delle indagini preliminari che riguardano anche propri dipendenti. L’Azienda ribadisce la propria fiducia nell’operato della Magistratura e conferma la piena collaborazione con gli organi competenti, come sempre fatto”.

La nota della sindaca Tarasconi

“Di fronte all’avviso di chiusura di una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica in merito a presunte attività illecite che coinvolgono, tra gli altri, funzionari, dirigenti e dipendenti dell’Azienda Usl di Piacenza, prendo atto e resto in attesa degli sviluppi con la massima fiducia nei confronti della Magistratura, certa che il prosieguo delle attività giudiziarie e gli eventuali processi in tutti i gradi di giudizio consentiranno di far piena luce sull’intera vicenda in ogni suo aspetto. E se verranno riconosciute responsabilità, confido che vengano presi provvedimenti adeguati, e così sarà senza dubbio.

Colgo l’occasione per ribadire altrettanta fiducia e stima nei confronti dei vertici Ausl, del personale, sanitario e non, e dei professionisti che ogni giorno e ogni notte lavorano con onestà e fanno del loro meglio per prendersi cura di tutti noi. A loro, che rappresentano la stragrande maggioranza di chi opera nella sanità piacentina, va tutta la mia vicinanza in un periodo particolarmente complicato”.

PROTOCOLLO SINDACATI-COMUNE SUGLI APPALTI: “QUESTO SEGNA UN CAMBIO DI PASSO”

“Un cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione”. Così il segretario della Cgil Ivo Bussacchini definisce il protocollo d’intesa sulla gestione degli appalti firmato dai confederali e dal Comune di Piacenza.

Il documento riguarda gli appalti pubblici di servizi e di lavoratori tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali in coerenza con il patto per il lavoro del 2015 e quello per il lavoro e il clima del 2020 sottoscritto con la regione.

Obiettivo comune del documento, composto da 20 punti, è la lotta al lavoro irregolare, all’evasione fiscale e contributiva, ad ogni forma di discriminazione e la promozione delle buone prassi in materia di tutela e sicurezza della salute.

LOGISTICA: RINNOVATO IL PROTOCOLLO SULLA LEGALITA’ DEGLI APPALTI. ERA FERMO DA DIECI ANNI

l’ ultimo protocollo risaliva al 2012, dieci anni fa. Era più che impellente rinnovare uno strumento fondamentale per gestire e regolarmente uno dei settori più controversi del tessuto sociale ed economico piacentino, la logistica.

Il nuovo protocollo d’intesa per la legalità e la qualificazione degli appalti di facchinaggio, logistica e movimentazione merci nei poli logistici della provincia di Piacenza, sottoscritto in Prefettura, vede l’adesione dei comuni dove sono presenti i maggiori insediamenti, degli enti ispettivi, delle associazioni di categoria e dei sindacati, oltre che la supervisione delle regione Emilia Romagna.

COMUNITA’ FERITA, CITTADINI ARRABBIATI. COME SI FA A TORNARE AD AVERE FIDUCIA?

Appalti truccati, voto di scambio e in mezzo i soldi. Tanti soldi che facevano da collante ad ogni operazione sporca. E’ un quadro accusatorio pesantissimo quello che ha descritto la procuratrice Grazia Pradella nella conferenza stampa, insieme agli altri sostituti procuratori titolari dell’ indagine Matteo Centini ed Emilio Pisante,  presso il comando provinciale dei Carabinieri che hanno eseguito gli arresti. Una vera e propria associazione a delinquere, dedita a truccare appalti per eseguire lavori pubblici, pare con materiali scadenti, a società “amiche” , fino al voto scambio, con tanto di foto della scheda elettorale, nella cabina. Una corruzione senza fine, che si sarebbe protratta da diversi anni, del tutto indisturbata in alta Val Trebbia ma anche in città. Una condotta che sarebbe andata anche di là dell’appartenenza politica. Sindaci, tecnici di enti pubblici, imprenditori edili in una rete dalle maglie strette e dai meccanismi oliati, arrivati pure a sporcare il voto elettorale, quanto di più democratico dovrebbe esserci.

Il commento dei più è stato “incredibile”, “impossibile”, perché è così che sembra se si leggono i nomi dei coinvolti e le loro accuse. In custodia cautelare in carcere ci sono il sindaco di Cerignale Massimo Castelli, il sindaco di Cortebrugnatella Mauro Guarnieri, gli imprenditori Nunzio Susino e Maurizio Ridella. Ai domiciliari il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, divieti di dimora per la vice sindaco di Zerba Claudia Borrè. Indagati anche il parlamentare di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Erika Opizzi che si è dimessa dal ruolo di assessore all’urbanistica. In tutto 35 indagati nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato a 11 arresti. I capi d’imputazione: associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenza illecite, turbata libertà degli incanti, frode nelle forniture pubbliche, falso materiale, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, truffa e voto di cambio. Ce n’è da far tremare le vene.

Questa inchiesta è stata dirompente, e lo sarà anche per le conseguenze politiche che si porterà dietro. Massimo Castelli era ad un passo dalla candidatura a sindaco per PD, Art. 1 e Emilia Romagna Coraggiosa per le prossime amministrative. Anche su questo appuntamento, oggi, la situazione è in assoluto divenire. Ieri ero lo shock lo stato più comune a tutti, non solo nel centro sinistra. E’ davvero una brutta pagina, una pagina che fa sanguinare e ferisce una comunità intera.

E’ corretto ribadire che si tratta di accuse; le persone arrestate o indagate hanno il diritto di difendersi e non è corretto che vengano condannate dall’opinione pubblica. Resta tuttavia un quadro accusatorio molto pesante che va inevitabilmente a minare la fiducia dei cittadini. Come si fa a convincerli che non sono tutti uguali, che non si può generalizzare, come glielo si può far credere? Impresa quasi impossibile; se accanto ci si mettono una serie di altri fatti di cronaca giudiziaria in cui Piacenza è stata la triste protagonista degli ultimi anni: il caso Caruso e la caserma Levante. E allora tornano alla mente le parole della giudice Modica che scrisse che in questa città ci sono “poteri vischiosi con il malaffare”, parole che fecero scandalizzare alcuni e riflettere altri.

 

 

 

 

“FURBETTI DEL CARTELLINO” ANCHE A PALAZZO MERCANTI. BUFERA SUL COMUNE DI PIACENZA

Se non è una bufera poco ci manca. Quella che sta investendo in queste ore Palazzo Mercanti ha tutte le caratteristiche per essere definita una clamorosa operazione contro i “furbetti del cartellino” a cui non è rimasta immune neppure il Comune di Piacenza. Il blitz di questa mattina compiuto da Polizia Municipale e Guardia di Finanza, che hanno eseguito perquisizioni e prelevato documenti dagli uffici comunali, ha portato 50 dipendenti del Comune ad essere indagati, tra le ipotesi di reato truffa, falso e per qualcuno anche peculato per aver utilizzato mezzi dell’amministrazione comunale in assenza dal servizio. Gli inquirenti hanno emesso 40 misure cautelari, 39 con obbligo di firma. Altri dieci indagati sono stati denunciati a piede libero.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Colonna, ha rilevato come gli indagati, timbravano sì il cartellino, ma anzichè recarsi negli uffici per svolgere il proprio lavoro, sarebbero usciti per dedicarsi allo shopping, alla palestra o al pranzo.

In merito a questa indagine il segretario generale del Comune di Piacenza Vincenzo Filippini precisa – in una nota – che tra gli uffici oggetto di perquisizione non c’è quello del segretario generale e del Personale. “Le Fiamme Gialle hanno acquisito documenti – ha specificato – concordando le modalità con il Segretario generale e la dottoressa Laura Bossi, dirigente delle Risorse umane”.

Una nuova tegola che si va ad abbattere su Palazzo Mercanti dopo l’arresto di qualche giorno fa in merito al contratto di appalto, secondo cui sarebbero stati fatti affidamenti diretti aggirando le gare d’appalto.