CONFINDUSTRIA: 120MILA EURO NELLA PARTECIPAZIONE DI PIACENZA EXPO

E’ stata approvata all’unanimità la proposta del presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri di portare a 120mila euro la quota di partecipazione all’interno del capitale di Piacenza Expo. “Un investimento importante in prospettiva futura” ha commentato il numero uno degli industriali; “A breve – ha annunciato l’amministratore unico dell’ente fiera Giuseppe Cavalli -, ci saranno ulteriori novità: ci sono tre trattative in corso con due soggetti interni e uno esterno a Piacenza Expo”.

TIMPANO: “PER PIACENZA EXPO UNO SFORZO COLLETTIVO” ALTRIMENTI ADDIO FIERA

“Il futuro di Piacenza Expo dipende dalle scelte collettive che il sistema istituzionale e delle rappresentanze economiche piacentina vorrà fare”. A parlare è il vicesindaco Francesco Timpano in una nota in cui ribadisce che la “fiera di Piacenza è un bene di tutti e dobbiamo chiederci se vogliamo farlo diventare uno strumento in mano alle imprese del territorio, cercando anche una nuova mission utile per il nostro sistema locale”. In altre parole, la richiesta di aumento del capitale sociale di 1,5 milione di euro da diluirsi in tre anni proposto dal consiglio di amministrazione finalizzato ad ottenere un piano industriale realistico, va nella direzione di portare la fiera di Piacenza ad essere patrimonio di tutti. “Piacenza Expo – prosegue il vicesindaco – è una società che ha una gestione fieristica caratteristica che produce una marginalità positiva, ma che soffre essenzialmente per i notevoli ammortamenti legati agli immobili (su cui pesano dei mutui a lungo termine) e per il fatto di dover sostenere oneri finanziari rilevanti dovuti al forte carattere di discontinuità del flusso degli incassi (legati agli eventi fieristici). La struttura è snella, efficiente e ormai poco costosa e si sta operando a fondo per contenere al massimo i costi di gestione con risultati rilevanti. Questa situazione genera un’alternanza di risultati economici positivi e negativi a cui la Fiera fa fronte solo con proprie risorse, non avendo mai contato su forme di ripianamento delle perdite da parte dei soci”. L’amministrazione comunale è convinta che la Fiera debba essere rilanciata, “nonostante l’onere derivante dall’aumento di capitale sociale sia rilevante rispetto alla dinamica attuale del bilancio, e possa essere ancora uno strumento di promozione dello sviluppo del territorio”. Sta qui il nodo principale? Quanti credono che la Fiera costituisca un volano per il nostro territorio dal punto di vista economico? Solo se questo obiettivo sarà condiviso da tutto il territorio, l’amministrazione destinerà una parte del bilancio per far fronte all’aumento di capitale richiesto, anzichè destinarlo ad altri settori. “Ovviamente lo faremo- si legge nella nota – nella misura in cui questo obiettivo di rilancio sia condiviso da tutto il territorio. Abbiamo anche affermato, nel passato, come non vi fosse necessità di una fusione con altri enti fieristici, come da qualcuno suggerito in coerenza con uno scenario complessivo che promuoverà gli accorpamenti. Abbiamo però auspicato che si possa rafforzare la collaborazione a livello regionale per un migliore coordinamento tra fiere: peraltro questa dinamica non ci pare al momento nelle agende attuali degli altri quartieri fieristici”. Un aumento di capitale che deve essere concordato con tutti i soggetti partner; nell’ultimo consiglio della Camera di Commercio la richiesta di capitale è stata valutata e si è proposto di procedere con un aumento limitato al 2015 per una cifra di 500 mila euro. “Questa decisione – commenta Timpano – lascia nell’indeterminatezza il futuro della società e ovviamente non risolve il problema posto dal Consiglio di amministrazione di rafforzamento di medio periodo della società. A mio parere, rischia di diventare inutile anche lo sforzo di assicurare l’aumento limitato a un terzo delle richieste del Cda. Il Comune di Piacenza procederà nelle prossime settimane a una verifica conclusiva sulle intenzioni del sistema istituzionale e delle rappresentanze economiche su Piacenza Expo, nell’auspicio che si possa guardare con realismo e coraggio al futuro. Se da questo confronto scaturirà una valutazione complessivamente negativa, dovremo guardare alle soluzioni alternative che, comunque, prevederebbero un ridimensionamento del ruolo di Piacenza Expo, che costituisce attualmente un presidio prezioso per l’immagine piacentina e un generatore di business sul nostro territorio, creando un vuoto urbano significativo in un’area importante della città.”

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