NELLA CASERMA DEGLI ORRORI BOTTE, FESTINI E SOLDI SPORCHI.

Emergono particolari che fanno rabbrividire dall’inchiesta sulla caserma Levante che vede i cinque carabinieri arrestati con varie e pesanti accuse che vanno dallo spaccio, agli arresti illegali, dall’estorsione fino addirittura alla tortura.

Particolari da cui emerge la disinvoltura con cui i carabinieri della piccola caserma di via Caccialupo operavano, sistematicamente, ogni santo giorno. Sì, perché quello che contava era essenzialmente fare arresti e dall’altra parte guadagnare denaro sporco, tanto, sempre di più. Talmente tanto che il capo della banda dei carabinieri dei disonesti, oltre ai 24 conti correnti, aveva deciso di nascondere parte del denaro ricavato dallo smercio della droga era nascosto proprio all’interno della cassaforte caserma. Oltre quel portone di legno vecchio, in pieno centro storico, a due passi dal comando provinciale di viale Beverora. Pensare a cosa si perpetrava lì dentro fa male, perché ad essere colpiti, picchiati e in caso torturati, erano i poveracci, gli ultimi, quei poveri cristi che pur di essere lasciati andare giuravano il silenzio.

Dietro quel portone non solo botte, ma anche serate in compagnia di escort, proprio nell’ufficio del comandante di stazione; un comportamento che ancora una volta sottolinea il totale disprezzo per il valore della divisa indossata di cui i cittadini dovrebbero fidarsi.

Ma perché tutto questo? Per la brama di ricchezza che non si placa ma che diventa irrefrenabile più il guadagno diventa facile? Quello che colpisce è l’agire in modo cinico, freddo e sicuro da parte degli indagati come fossero certi di non essere mai scoperti. Perché? Una domanda a cui le indagini dovranno dare una risposta.

Piacenza 22/07/2020. La caserma dei Carabinieri di via Caccialupo a Piacenza sequestrata durante l’operazione di questa mattina. Pierpaolo Ferreri/Ansa

CASERMA SEQUESTRATA E MILITARI ARRESTATI. IL PROCURATORE “COMPORTAMENTI CRIMINALI”

Un altro primato di cui Piacenza avrebbe fatto volentieri a meno, impegnata a rialzarsi faticosamente dopo l’emergenza Covid che l’ha vista, purtroppo, combattere in prima linea.

Oggi un’altra batosta, un altro duro colpo, un boccone troppo amaro difficile da mandare giù. Una serie di reati gravissimi e odiosi che sarebbero stati ripetutamente perpetrati proprio da coloro che dovrebbero rappresentare giustizia ed equità, gli uomini dello Stato.

Con le accuse di spaccio, arresti illegali, estorsione e, addirittura in un caso, tortura, sono stati arrestati dieci carabinieri ed è stata posta sotto sequestro la caserma di via Caccialupo. Un provvedimento, quest’ultimo, unico in Italia, mai accaduto prima.

I provvedimenti di custodia cautelare nell’operazione sono in totale 22. Si tratta di un’inchiesta senza precedenti, condotta dalla Procura della Repubblica di Piacenza  negli ultimi sei mesi, che ha portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare per i militari della caserma piacentina.

Per i carabinieri coinvolti nell’inchiesta il Comando generale dell’Arma ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego”. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.

Sotto la lente della Guardia di Finanza sono finiti fatti che risalgono al 2017; tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri che, sfruttando la sua divisa, avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia. Il carabiniere li avrebbe agevolati nella compravendita di grandi quantità di droga garantendo protezione in cambio di un tornaconto economico.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di 12 soggetti, di cui 5 appartenenti all’Arma dei carabinieri mentre ai domiciliari sono finiti 5 persone, di cui 1 appartenente all’Arma. Si tratterebbe del comandante della stazione. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è scattato per 3 militari appartenenti all’Arma e per 1 appartenente al Corpo e l’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza per un Ufficiale dell’Arma.

”Tutti gli illeciti più gravi – ha detto  il procuratore capo Grazia Pradella – sono stati commessi nel lockdown, con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Solo un militare della caserma non è coinvolto. Faccio fatica a definire questi soggetti ‘carabinieri’ perché i comportamenti sono criminali. Non c’è nulla di lecito nei comportamenti”, ha aggiunto Pradella, che in conferenza stampa ha citato un’intercettazione: “Il malavitoso dice: hai presente le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale, tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.

(foto Ansa)