CUGINI, BARBIERI, TARASCONI AI BLOCCHI DI PARTENZA PER LE COMUNALI

Così, per ora, ai blocchi di partenza sono tre. Stefano Cugini, il primo a scendere in campo, Patrizia Barbieri, il sindaco uscente e Katia Tarasconi che ha dato l’ufficialità dopo aver incontrato i partiti della coalizione. Sono i tre candidati alle elezioni amministrative a cui Piacenza sarà chiamata tra maggio e giugno.

Se il panorama sullo scacchiere restasse questo, cioè se non si aggiungessero altre pedine-candidato, i piacentini avrebbero a disposizione davvero tutte le carte per poter scegliere. Tre esponenti che incarnano valori, appartenenze e idea di città, su questo punto la campagna elettorale dei prossimi mesi sarà fondamentale, diversi. Diversi si presenteranno anche Stefano Cugini e Katia Tarasconi, sebbene arrivino dalla stessa “madre” politica, il Partito Democratico. Sono stati anche colleghi di giunta con il sindaco Dosi. Ma il travagliato iter di formazione di Alternativa per Piacenza ha visto, o meglio costretto, dividere le strade. Cugini si è dimesso dalla carica di capogruppo in consiglio comunale del PD e ha portato avanti la causa di ApP, insieme ai fondatori, diventandone il candidato sostenuto da Movimento  5 Stelle, Pc in Comune, Europa Verde, movimenti e associazioni ambientaliste. L’Alternativa è una città che cambia e si rinnova grazie e insieme ai cittadini, così come è nata ApP, dal basso e con tanta partecipazione. Una campagna in salita? Forse, bisogna lavorare sui contenuti e sulle differenze rispetto agli altri competitors.

Patrizia Barbieri ha deciso di riprovarci per il secondo mandato. “Il mio partito è Piacenza” ha detto nel suo video di presentazione. A sostenerla ci sono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, quindi i partiti di centro destra, certamente ci saranno una o più civiche a lei collegate oltre che il gruppo Liberi di Massimo Trespidi. Resta ancora da capire cosa faranno i Liberali Piacentini che, pur facendo parte dell’attuale maggioranza, non hanno mai risparmiato critiche, anche pesanti, all’amministrazione. Lunedì sera si riuniranno e potrebbe essere la volta buona per decidere se sostenere Barbieri o se presentarsi in solitaria, oppure se sostenere Tarasconi, decisione questa che potrebbe creare davvero un unicuum nella politica piacentina. A guardare, per il momento, c’è anche la Buona Destra di Michele Giardino. Certamente non sosterrà il sindaco uscente, per cui le strade sono due: appoggiare un proprio candidato o dei Liberali, oppure il centro sinistra di Tarasconi.

E’ proprio lei, l’ultima a scendere ufficialmente in campo, a cui guardano gli indecisi. E’ quel “centro” che si accompagna pur sempre alla parola “sinistra” ad attirare chi sta cercando una collocazione. Certo poi, al di là della competizione elettorale, occorre pensare ad un ipotetico governo della città in caso di vittoria. La coalizione che la sostiene, ad oggi, è formata da PD, Italia Viva, Azione, Art.1, E/R Coraggiosa, Giovani Dem, Pc Oltre, Pc Più, PSI. Al sì di Tarasconi si è arrivati al termine di un periodo davvero tormentato per il centro sinistra piacentino. Prima il fallimento di un’unica grande squadra con ApP e l’uscita dal movimento, poi la figura di Massimo Castelli come candidato capace di unire coinvolto e arrestato nell’inchiesta della Procura sulla corruzione. Da qui il ritorno alla prima idea, perché Tarasconi, consigliera regionale Dem, è stata fin da subito la candidata ideale dell’area di centro sinistra. L’immane tragedia familiare che l’ha colpita a settembre, la perdita del figlio in un incidente stradale, ha stravolto qualsiasi priorità. Oggi il partito l’ha chiamata, lei ha risposto “non potevo voltarmi dall’altra parte”.

 

PUTZU: “PIACENZA AL CENTRO PER PORTARE LA POLITICA FUORI DALLO STALLO”

La politica piacentina sta vivendo una fase di “stallo” da cui si può uscire rimettendo Piacenza al centro delle attenzioni e delle cure. E’ la sintesi del pensiero che l’ex assessore Filiberto Putzu affida al suo profilo Facebook. Niente di casuale, viene da pensare, proprio nel momento più delicato che sta attraversando il centro sinistra ad un passo dal tracollo di ApP e dall’altra parte la candidatura quasi certa del sindaco Barbieri. Perché non proporre una “forza diversa che rimetta al centro la nostra città – scrive Putzu – che fortemente affermi gli ideali che caratterizzano la piacentinità, e cioè la solidarietà l’equità, l’inclusione, il rispetto dei diritti e dei doveri”?

E si legge ancora “Tutto fermo tra litigi (reali o simulati) sia a destra che a sinistra. La gran parte dei cittadini comuni ha ormai compreso che ormai la differenza – specie a livello locale- la fanno le persone. E anche aggiungerei – nell’imminenza delle elezioni del nuovo sindaco del prossimo maggio- di quanto fanno quelle persone. Non a caso 5 anni fa il sindaco uscente Dosi fu bocciato principalmente per un diffuso sentimento del poco fatto nel suo mandato. Se il criterio rimane ora lo stesso – come dovrebbe- é evidente che la riconferma della Amministrazione comunale in carica é a fortissimo rischio”.

Parole che celano l’ambizione di scendere in campo? “Più che altro un tentativo di chiamata alla armi” ci risponde Putzu, che spera in un candidato donna anche nel centro sinistra.

Eppure, da settimane, è chiaro che altre forze si stanno preparando e aspettano il momento migliore per uscire allo scoperto magari proprio andando a formare quel terzo polo alternativo alla destra e alla sinistra. La sensazione è che stiano in attesa di capire cosa faranno le principali coalizioni. Oltre a Piacenza al Centro di Filiberto Putzu, ci sono Officine delle Idee di cu fa parte l’ex assessore Massimo Polledri, la Buona Destra con Michele Giardino, Cambiamo e i Liberali piacentini.

CENTRO SINISTRA: SI LITIGA ANCHE SUL “COME” E’ FINITA

Sembra di assistere ad una separazione mal gestita, dove ognuna della parti dà la sua versione dei fatti e chi ascolta ha davanti a sé due film diversi. C’è da immaginare che nessuno in Alternativa per Piacenza avrebbe voluto finisse così. Ma c’è da litigare anche sul come è finita: per chi è rimasto ha parlato una nota stampa che riporta ancora il logo ufficiale del gruppo in cui il portavoce dimissionario scrive che “nella plenaria del 20 gennaio da alcuni interventi è emersa la constatazione dell’impossibilità nell’andare avanti con l’unità
immaginata, ma anche un invito ai compagni di viaggio che hanno lasciato il tavolo politico di ApP a ripensarci. Nel prendere atto che ciò non è avvenuto nel corso dell’incontro, con la speranza che si possa ricomporre in futuro, si è contestualmente deciso, infine, di proseguire in nuove forme il cammino di rilancio del progetto politico alla base del campo riformista e progressista. La speranza per un’alternativa è un dritto di tutti, un’idea che si porterà avanti con forza e unità, ma per onestà intellettuale e chiarezza politica va detto che quella #casacomune che si era immaginata con Alternativa per Piacenza non c’è più”. 

E’ scritto chiaramente: ApP non  esiste più e chi vorrà andare avanti (in vista delle comunali ndr) lo dovrà fare “in nuove forme” che tradotto significherebbe in modo indipendente, con un proprio candidato/a. Perché è proprio su questo nodo che il percorso si è inceppato, sulle modalità per arrivare a scegliere chi rappresentare alla competizione elettorale, senza contare che la disponibilità di Stefano Cugini è stata messa in discussione, e rifiutata, proprio dal suo stesso partito, il PD.

Dall’altra parte è emersa la volontà da parte di alcuni componenti di ApP di rilanciare un appello all’unità, chiarendo ai cittadini che “una parte consistente di chi ha partecipato e condiviso questo percorso non si riconosce nelle ricostruzioni dell’ultimo passaggio avvenuto giovedì scorso. La tensione unitaria del percorso di ApP non si è arrestata”. I firmatari di questa nota hanno dato vita ad una raccolta di firme per tenere in vita l’assemblea e appellarsi all’unità. Un ultimo tentativo a vuoto prima del De Profundis, che per una parte sarebbe già avvenuto?

E poi c’è la posizione del nove fuoriusciti dal gruppo che hanno motivato la scelta con una conferenza stampa qualche giorno fa, che oggi hanno scritto: “Giovedì in molti siamo rimasti esterrefatti dalla conclusione volutamente monca della riunione, in cui non si è permesso di tirare una riga sul confronto avvenuto, in verità ricco di spunti, preferendo la lettura di un comunicato preconfezionato con cui si è sciolta unilateralmente l’assemblea, così come conosciuta da un anno a questa parte, e congelato l’utilizzo del logo, rimandando a un futuro incontro la nascita di una nuova versione della plenaria. Per noi quest’ultimo punto è dirimente. Non esiste ragione al mondo per sopprimere l’assemblea, quella delle tante serate al Trieste 34, a meno di non voler delegittimare le persone che nella stessa e nei gruppi di lavoro si sono impegnate e, al tempo stesso, mettere alla porta i “disobbedienti”.

Ci dica senza tentennamenti, il tavolo politico, che é disponibile a rimediare, tornando sui propri passi e rinunciando a tracciare un così netto confine tra un prima e un dopo. Dia a tutti garanzia che quella assemblea, figlia delle origini, é viva e vegeta e non verrà liquidata. Se così sarà, troverà in noi gli stessi appassionati partecipanti al progetto di casa comune di questi mesi, disposti in modo costruttivo a provare a sciogliere i nodi politici tuttora aperti, senza ultimatum e a condizione non si snaturi un percorso tanto apprezzato da aver prodotto, “dal basso”, un documento così spontaneo di richiamo all’unità”.

Ma se ApP, così come era intesa alle origini, non esiste più, come è pensabile che il tavolo politico possa tornare sui propri passi? Un prima e un dopo è, evidentemente, già stato segnato che verrà suggellato dalla scelta di un candidato proprio che nascerà in “quelle nuove forme” a cui si faceva riferimento nel comunicato a firma Tavolo Politico ApP.

 

QUATTRO CANDIDATI DI TRESPIDI: “AL BALLOTTAGGIO SOSTERREMO PATRIZIA BARBIERI”

Massimo Ambroggi, Laura Del Bigio, Antonio Garofalo e Michela Giorri, candidati con la lista Liberi a sostegno di Massimo Trespidi, hanno deciso di sostenere Patrizia Barbieri al ballottaggio del 25 giugno. Lo hanno comunicato attraverso una nota firmata congiuntamente in cui si legge “noi sottoscritti, già candidati al Consiglio Comunale di Piacenza a sostegno di Massimo Trespidi, a fronte della libertà di cui il nostro gruppo si è sempre fregiato, rendiamo noto che è nostra intenzione proseguire l’impegno politico fino ad oggi profuso per far prevalere i principi e i valori nei quali ci riconosciamo.

Abbiamo aderito ad una formazione sganciata dai partiti proprio in nome della libertà, ma vogliamo evitare che la proclamata piena libertà alle votazioni di ballottaggio sia ricordata come l’8 settembre del nostro gruppo.

Non vogliamo che il lavoro sino ad ora svolto sia disperso e vogliamo soprattutto evitare che lo schieramento di sinistra monopolizzi per altri cinque anni l’amministrazione della città. E’ il momento di operare a viso aperto la scelta di campo fra le due compagini che oggi si contendono il governo di Piacenza, sottolineando che l’avversario da battere resta lo schieramento di sinistra che appoggia Paolo Rizzi.

Per questo invitiamo tutti coloro che ci hanno accordato la loro preferenza a votare compatti domenica prossima per il candidato Patrizia Barbieri, convinti che saprà amministrare saggiamente la nostra città”.

 

ELEZIONI COMUNALI: BALLOTTAGGIO, PER ORA TUTTO TACE

Non si meraviglia della bassa affluenza alle urne che ha caratterizzato il primo turno delle elezioni comunali di Piacenza, un 56,39% dopo tutto in linea con ciò che è accaduto a livello nazionale e non solo. Il giornalista Ippolito Negri, a pochi giorni dal risultato che ha decretato il ballottaggio tra la candidata di centro destra Patrizia Barbieri e il candidato di centro sinistra Paolo Rizzi va oltre e guarda al 25 giugno, nonostante sia innegabilmente lampante il clima di sfiducia e disaffezione dei cittadini verso quella politica che amministrerà la città.

A bocce ferme, oggi, a pochi giorno dal primo risultato elettorale, c’è quantomeno da sperare che i due candidati, con i relativi staff, stiano mettendo a punto lo sprint finale della campagna elettorale che li porterà al ballottaggio del 25 giugno. In realtà, ad oggi, poco sembra che si stia muovendo, nonostante il tempo stringa e gli elettori del secondo turno siano, quasi sempre, meno rispetto al primo.

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BALLOTTAGGIO: MASSIMO TRESPIDI SARA’ L’AGO DELLA BILANCIA

Si apre il capitolo apparentamenti in vista del secondo turno: il più determinante è Massimo Trespidi, per l’interessante bacino di voti che ha lo ha portato a conquistare il 13,8% con le sue due liste civiche (Massimo Trespidi Sindaco e I Giovani con Trespidi). Ora la scelta sarà esclusivamente politica. Intervistato da Paola Pinotti nella lunga maratona elettorale che abbiamo seguito su 0523tv.it e sulla pagina Facebook Zerocinque23,  insieme ai colleghi di PiacenzaSera.it , Massimo Trespidi ha commentato il risultato raggiunto dalle sue liste siamo partiti due mesi fa da zero e abbiamo raccolto il 13,5%, il risultato delle liste conferma “siamo il secondo partito della città dopo il Pd e a testa a testa con la Lega, pur essendo, al nostra avventura, partita due mesi fa. Sull’ipotesi di apparentamento “sono molto scettico su apparentamenti e alleanze, il nostro slogan è “Liberi” e il criterio di scelta sarà questo, anche i voti saranno liberi”.
L’INTERVISTA COMPLETA SU https://www.facebook.com/zerocinque23/

BARBIERI-RIZZI: E’ BALLOTTAGGIO. EXPLOIT DELLA LEGA. M5S SOTTO LE ASPETTATIVE

Il centro destra è davanti, e non poco, rispetto ad un centro sinistra che dovrà rimboccarsi la maniche in vista del ballottaggio del 25 giugno. E’ terminato dopo otto ore lo scrutinio dei 108 seggi per le comunali di Piacenza, una maratona a tratti sfiancanti per la lentezza con cui sono arrivati i risultati di alcune sezioni. Il risultato finale decreta che saranno Patrizia Barbieri (centro destra) e Paolo Rizzi (centro sinistra) a sfidarsi per la poltrono di sindaco di Piacenza io 25 giugno prossimo, la prima staccando il secondo di ben 6,58% dei voti.

Barbieri ha ottenuto il 34,78% pari a 14mila 625 voti, Paolo Rizzi 28,20% (11mila 856), Massimo Trespidi 13,71 % (5mila 766), Andrea Pugni 9,12 % (3835), Luigi Rabuffi 5,96% (2508), Stefano Torre 4,28 % (1801) e Sandra Ponzini 3,94% (1657).

Oltre il risultato finale, balzano all’occhio altri due dati molto significativi, per la verità inaspettati in questa consultazione elettorale in cui i cittadini sono stati chiamati ad eleggere il nuovo sindaco di Piacenza: l’affluenza e le schede nulle. Alle 23 aveva votato il 56,39 % degli aventi diritto, pari a 43mila 202 persone. Cinque anni fa il 65,42%, dieci anni fa il 77,9%. Le schede nulle sono state  sono state 919 (colpa soprattutto del voto disgiunto), quelle bianche seconde 215.

Il primo partito a Piacenza resta il Partito Democratico con il 18,5 %, a seguire le due liste civiche a sostegno di Massimo Trespidi  che insieme hanno raggiunto il 13,4% dei voti (10,6 Massimo Trespidi sindaco, 2,8 i Giovani con Trespidi) segue la Lega Nord con il 12,9 %, soltanto quarto il Movimento Cinque Stelle con il 9,2 %. A seguire Forza Italia con l’8,4%, Fratelli d’Italia con il 7,2 %. Raggiunge il 6,8 % la civica Piacenza Più con Rizzi, mentre si ferma al 5,8 Piacenza in Comune di Rabuffi.

La Lega Nord con il 12,9% dei consensi ha contribuito in modo determinante al risultato finale di Patrizia Barbieri; sotto le aspettative il risultato del Movimento 5 Stelle che si è fermato al 9,2% confermando, di fatto, il crollo anche a livello nazionale che ha portato il Movimento di Grillo fuori dai ballottaggi in tutte le città; gran risultato quello delle due liste civiche di Massimo Trespidi, che ha corso come indipendente, attestandosi a conquistare il secondo posto nella percentuale di consensi dopo il Pd, che si conferma il primo partito a Piacenza. Exploit di Stefano Torre, il candidato sui generis che ha impostato la campagna elettorale sulla satira, che ha raggiunto il 3,9% delle preferenze. Ha superato il 5% la lista Piacenza in Comune di Luigi Rabuffi e ha raggiunto il 4,1% Passione Civica di Sandra Ponzini.

AMMINISTRATIVE COMUNALI, FORZA ITALIA DIETROFRONT SU TRESPIDI

L’intenzione iniziale era quella di presentarsi uniti, con un unico candidato, alle prossime amministrative. Nelle ultime ore però, in casa centrodestra, sta accadendo un pò di tutto. Mai come ora il condizionale è d’obbligo, anche se sembrava tutto pressoché deciso; se da una parte il sondaggio commissionato a Euromedia Research darebbe per favorita Patrizia Barbieri tra i sei nomi proposti dal centrodestra, Luigi Cavanna, Paolo Mancioppi, Fabio Callori, Lino Girometta e Massimo Trespidi, sarebbe proprio su quest’ultimo che Forza Italia avrebbe tolto il veto inizialmente posto. Erano ben due gli esponenti che nutrivano dubbi sulla candidatura di Trespidi: il coordinatore provinciale Jonathan Papamarenghi e quello di Massimo Palmizio coordinatore regionale di Forza Italia. In una nota di Anna Borsarelli, vice coordinatrice regionale, Forza Italia torna clamorosamente indietro sulle sue posizioni scrivendo che  “A dispetto di quanto dicono i giornali sono stati male informati le trattative su Piacenza non sono chiuse e Forza Italia tra Trespidi e Barbieri sceglie Trespidi. La questione è sul tavolo del Presidente Berlusconi”. Addirittura Berlusconi, segno che la questione è scottante, forse più per logiche di partito che altro. Un dietrofront quanto mai inaspettato forse anche per lo stesso Trespidi che, alla luce del risultato del sondaggio, sembrava stesse lavorando ad una lista autonoma, quindi fuori dalla coalizione di centrodestra, pur di partecipare alla competizione elettorale. Sarebbe lui il nome che in un eventuale ballottaggio potrebbe competere con più chances con il candidato del Pd Paolo Rizzi. Sta di fatto che la situazione resta molto ingarbugliata e l’immagine che ne esce non è certamente quella di una coalizione unita.

 

RABUFFI: “MI CANDIDO A SINDACO CON LA GIOIA DI UN BAMBINO”

La sua idea di sindaco non è quella di uomo solo al comando ma portavoce delle istanze di tutti quei piacentini che stanno appoggiando la sua candidatura. Nella casa della sinistra le idee sono chiare, tanto da essere gli unici, o quasi, ad aver già, si fa per dire visto che mancano solo tre mesi alle amministrative, il candidato alla poltrona di primo cittadino. Luigi Rabuffi sembra incarnare quegli ideali che il mondo della sinistra, ex Sel oggi Sinistra Italiana, Possibile, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, i fuori usciti dal Pd della prima ora, associazioni e comitati, vuole rappresentare. In primo piano le persone e i loro bisogni.

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DOSI: “DIFFICILMENTE MI RICANDIDERO’, SONO CAMBIATI TEMPI E CONDIZIONI”

E’ un Paolo Dosi appena rientrato dalle ferie trascorse in val Nure quello che incontriamo nel suo ufficio di Palazzo Mercanti, pronto per la due giorni di ritiro di giunta a metà settembre a Groppallo di Farini. Un appuntamento tradizionale, l’ultimo per la giunta di Paolo Dosi in vista delle elezioni della prossima primavera. Dei 90 punti presentati 4 anni fa agli elettori molti sono stati stravolti, altri realizzati, alcuni cambiati nuovamente, perchè la realtà stessa in cui l’amministrazione si è trovata ad operare è cambiata completamente. Poi c’è il capitolo ricandidatura per cui il sindaco scioglierà la sua riserva tra settembre e ottobre, anche se anticipa: “vedo difficile ad oggi un secondo mandato perchè sono cambiate le condizioni di cinque anni fa”.

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