UN TASSELLO NUOVO DI STORIA PIACENTINA NEGLI SCATTI DI PROSPERO CRAVEDI

Volti, soprattutto sguardi che riconoscono chi sta dietro l’obiettivo. Perché Prospero Cravedi era anche lui nelle foto che scattava, attraverso gli occhi dei protagonisti ritratti. Migliaia di scatti, mezzo secolo di storia di Piacenza, quello che oggi si trova nelle sue foto.

Tempi e volti di una comunità è la mostra del fotografo Prospero Cravedi allestita fino al 15 ottobre negli spazi dell’ex convento di Santa Chiara.

Nessuno scatto lascia indifferente perché è come se parlasse. Ed è stata questa la sua grande capacità: raccontare attraverso le immagini. Personaggi famosi, semplici piacentini, politici, le lotte operaie, le tensione sindacali, lo sport, le belle donne. Prospero ha fotografato davvero tutti, senza banalità, senza sbavature.

PROSPERO, LE SUE IMMAGINI, LE PAROLE DEGLI AMICI

Davanti all’obiettivo questa volta c’è lui, sorridente, con la macchina fotografica al collo, pronto ad immortalare ancora una volta immagini, volti e sguardi. Come quelli dei bambini africani, i soldati afghani, i manifestanti del ’68 piacentino e le prodezze del Piacenza di una volta. Prospero Cravedi è stato tutto questo e continuerà esserlo anche oggi perché le sue foto parlano, oggi più di prima, fortemente calate nella realtà, nella vita delle persone. Il gruppo fotografico Reparto Agitati Alta Sorveglianza di Calendasco, in collaborazione con il comune di Piacenza e il patrocinio della Provincia e del comune di Calendasco, ha organizzato una serata a lui dedicata.

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“CIAO PROSPERO” LE IMMAGINI, LA PASSIONE, LA VITA DI UN GRANDE FOTOGRAFO

Le foto del ’68, i viaggi in Afghanistan, in Uganda, le immagini più suggestive di Piacenza. Tutto questo è stato l’evento per ricordare Prospero Cravedi in una bella mattinata organizzata al Centro Cinefotografico di Fiorenzuola. Fotografie e immagini che hanno descritto Prospero, la passione per il suo lavoro e la sua grande umanità. Ad accompagnare i presenti nel viaggio le giornaliste Betty Paraboschi, grande amica di Prospero, e Maria Vittoria Gazzola, compagna di lavoro e dei viaggi in Africa e Afghanistan. A proposito di viaggi, Prospero fino al 1980 non era mai stato in Africa; “l’avevo un pò galvanizzato per i viaggi  – ha raccontato Maria Vittoria Gazzola – stavo preparando una tesi sull’Africa e l’ho convinto a venire con me. Grazie anche alla spinta di Don Vittorione siamo andati in Uganda, era il 1980. Tornammo in novembre e quando sentì che un bimbo stava tossendo gli diede la sua maglietta per coprirlo, un’immagine che diventò l’icona di un fumetto. Con i bambini – prosegue – aveva un rapporto speciale, così come quando parlava dei suoi figli, si commuoveva sempre. La disponibilità che aveva verso gli altri era quasi evangelica, sebbene non fosse credente era amico di tutti e non si risparmiava con nessuno. Prospero era un comunista che faceva il fotografo sulla strada, andava tra la gente e della gente scopriva le emozioni attraverso la fotografia”. Tra il pubblico anche la moglie Angela: “Prospero era così anche in famiglia, un pò scorbutico ma gli andava sempre bene tutto. I primi anni che andava in Africa avevamo i figli piccoli, io rimanevo a casa con loro, poi ho iniziato ad accompagnarlo. Forse non ho mai capito di aver vicino un uomo così grande, forse non l’ho mai conosciuto bene” ha detto con la voce rotta dell’emozione. Un’eredità importante quella di Prospero che i figli Gianni ed Ettore e i nipoti stanno portando avanti. “Ci ha insegnato un mestiere – ha detto Gianni – quella che noi oggi abbiamo verso di lui è anche una eredità umana oltre che professionale”. Mai nostalgico delle cose, fino agli ultimi mesi Prospero, oltre che la macchina fotografica al collo, in mano aveva sempre il suo I Pad, dal quale ha scattato le ultime foto. Grazie ancora una volta Prospero per quello che ci hai lasciato.

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ADDIO A PROSPERO CRAVEDI, PIACENZA PERDE UN TESTIMONE DELLA SUA STORIA

Prospero Cravedi è e rimarrà per sempre il fotografo. Quello con la F maiuscola, quello che vede attraverso i dettagli di un’immagine e da questa scopre e racconta particolari che nessun’altro occhio attento riuscirebbe a vedere con altrettanta chiarezza. In questi anni mi è capitato di vedere fotografie di Prospero inedite, dai viaggi in Africa ai cortei politici degli scioperi della Piacenza anni 70, dai personaggi famosi passati in città fino agli anni d’oro del Piacenza Calcio. Immagini da toccare, immagini da vivere. Oggi Prospero Cravedi se n’è andato, senza preavviso, ha abbandonato il campo cioè il suo lavoro, quello che ancora praticava attivamente, nonostante i suoi 80 anni compiuti da pochi mesi. Il lavoro a cui ha dedicato una vita, sempre al passo coi tempi, mai nostalgico del passato, al contrario attratto dalle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi d’informazione. Un occhio attento, critico e propositivo che non dimenticheremo, senza retorica. Una telefonata meno di quindici giorni fa; qualche acciacco, un accenno all’attualità e tanto affetto nelle sue parole, come era solito fare. E’ stata l’ultima telefonata.  Alla moglie, ai figli e a tutta la famiglia, vanno le nostre condoglianze.

I funerali si svolgeranno martedì 25 agosto alle 11 alla chiesa dei Ss. Angeli Custodi di Borgotrebbia. La salma sarà fatta giungere dalla Casa Funeraria Domus Maccini.

Il cordoglio del sindaco Dosi:

“E’ difficile, oggi, trovare le parole giuste, perché Prospero non amava la retorica. A lui bastava uno scatto, per raccontare storie e sentimenti, fatti e persone: c’era la vita, nelle sue fotografie”. Così il sindaco Paolo Dosi ricorda Prospero Cravedi, esprimendo anche a nome dell’Amministrazione comunale il cordoglio per la sua scomparsa.

“Dopo tanti anni trascorsi dietro l’obiettivo, immortalando la cronaca quotidiana e i grandi eventi – prosegue il sindaco – non aveva perso la capacità di stupirsi, di indignarsi, di essere sempre partecipe di ciò che osservava. Questo faceva, di lui, non solo un bravo reporter, ma un uomo sensibile, sempre attento a chi soffriva, a chi aveva bisogno di aiuto. Folgorante fu il suo incontro con don Vittorione, che accompagnò in tanti viaggi umanitari, documentando l’opera di Africa Mission e restituendoci, in quelle istantanee, la bellezza e il significato della solidarietà. Quando ne parlava, i suoi occhi si accendevano di una luce diversa, segno di una presenza autentica che, nelle terre più povere del mondo, era andata ben oltre il ruolo del fotografo”.

“Alla moglie Angela, ai figli Ettore e Gianni con Giulia, ai nipoti che amava tanto e tutti i suoi familiari – conclude Paolo Dosi – vorrei trasmettere tutta la vicinanza della comunità piacentina, che oggi piange un testimone straordinario della propria storia. Racchiusa in uno sterminato archivio di immagini, certo, ma anche nel cuore generoso di Prospero, che a dispetto della sua professionalità non ha mai vissuto con distacco ciò che scorreva davanti ai suoi occhi, interpretando in prima persona quel senso di giustizia e di equità sociale che aveva respirato sin da bambino, durante la Resistenza, in una famiglia che abbracciò la lotta partigiana per la libertà e la democrazia”.

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